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OPPO Pad Neo: un ottimo compromesso a questo prezzo! La recensione

OPPO Pad Neo: un ottimo compromesso a questo prezzo! La recensione

da Hardware Upgrade :

OPPO Pad Neo si configura come un tablet di cui innamorarsi grazie alla presenza di un display decisamente ampio da 11,4 pollici con l’aspect-ratio di 7:5 che consente di avere un’esperienza d’uso ottimale per tutte le necessità, siano esse legate alla produttività d’ufficio o all’intrattenimento. Nel primo caso aiutano gli accessori proposti opzionalmente dall’azienda, nel secondo l’ampio display con supporto al gamut colore DCI-P3 e ai contenuti HDR. Rispetto ai tablet con aspect ratio 5:3, Pad Neo garantisce quasi il 7% in più di superficie di visualizzazione, avvicinandosi alle proporzioni di un libro. In questo modo, sia in orientamento verticale che orizzontale, si ha una visione ottimale.

La risoluzione di 2408×1720 pixel, la gamma NTSC al 96% e la luminosità massima di 400 nit rendono il display vivido e definito. L’esposizione alla luce blu è ridotta tramite la tecnologia hardware e la regolazione smart della temperatura colore, a tutela della salute degli occhi. Il TÜV Rheinland ha certificato questo tablet come Circadian Friendly e Full Care Display 2.0. La potente batteria da 8000 mAh, abbinata al caricatore rapido SUPERVOOC da 33W, assicura un utilizzo prolungato. La ricarica è veloce, per divertirsi tutto il giorno senza interruzioni. L’esperienza audio è poi enfatizzata dal sistema Dolby Atmos e dagli altoparlanti quadrupli.

Il processore MediaTek Helio G99 e le opzioni di archiviazione espandibile rendono Pad Neo versatile e reattivo. La doppia fotocamera da 8MP sia frontale che posteriore consente di scattare foto di qualità e videochiamare con immagini definite. La connettività cross-device è un altro punto di forza di questo tablet. Quando viene abbinato a uno smartphone compatibile, Pad Neo si sincronizza automaticamente per abilitare funzionalità avanzate. È possibile trasferire contenuti istantaneamente tra i dispositivi, incollare testi copiati, utilizzare la mirroring screen e altro ancora. Il design moderno ed elegante è caratterizzato dal pannello posteriore Space Grey con fotocamera centrale. La back cover curva migliora la presa e il comfort durante l’utilizzo prolungato.

OPPO Pad Neo rappresenta un’ottima scelta per chi cerca un tablet di fascia media con specifiche all’avanguardia. L’ampio display, la cura nel comfort visivo, l’intrattenimento immersivo e la praticità d’uso quotidiano sono i suoi punti di forza chiave. Vediamo di capirne di più in questa nostra recensione.



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Aggiungendo solo 5€ in questo caso si avrà la possibilità di poter portare a casa assieme a OPPO Pad Neo anche le ottime OPPO Enco Air3 Pro ossia le cuffie premium dell’azienda che costano solitamente 89,99€ ma che appunto per l’occasione costeranno solo 5€.

UNBOXING

Il nuovo OPPO Pad Neo viene venduto con una confezione simile a quella degli altri Pad dell’azienda per estetica e contenuti. Sono presenti pochi accessori ormai come è consuetudine per tutti i prodotti oltre che da OPPO. La dotazione infatti che abbiamo ricevuto vede la presenza chiaramente del tablet ma anche di un cavo Type-C, lo strumento per l’espulsione dell’alloggiamento della SIM e niente altro se non alcuni manuali di prima configurazione e sicurezza.  

Il tablet viene posizionato in modo tale che l’utente lo possa vedere immediatamente non appena rimuove il coperchio della confezione di vendita, subito al di sotto delle carte di protezione e della manualistica solita. Quindi negli incavi della scatola il cavo. Niente altro. 

DESIGN: il corpo elegante e minimalista in alluminio piace

OPPO Pad Neo riprende quanto fatto da OPPO con il suo Pad 2 ossia il tablet top di gamma. In questo caso però c’è una differenza tra i due che riguarda la scocca posteriore del tablet che vede qui sul Neo una fascia di copertura che scorre nella zona della fotocamera posteriore e che sembra dare un qualcosa in più a livello estetico differenziandosi soprattutto dal modello top di gamma.  Ci piace il risultato generale dell’estetica di OPPO Pad Neo per quella combinazione di due materiali distinti a comporre la cover posteriore. Circa l’80% del pannello posteriore è realizzato in alluminio, a dimostrazione di una struttura robusta e di alta qualità. Al contrario, la metà superiore, che costituisce circa il 20%, presenta una finitura plastica con superficie lucida. Questa giustapposizione di materiali non solo contribuisce all’integrità strutturale del tablet ma introduce anche un elemento di contrasto nel design.

All’interno di questa costruzione composita si trova il solitario sistema di fotocamere da 8 MP. Posizionato nel segmento in plastica del pannello posteriore, questo modulo fotocamera svolge il suo scopo, consentendo al tablet di catturare foto di qualità accettabile. Tuttavia, è fondamentale notare che la fotocamera non è adatta alla fotografia di fascia alta, una limitazione che diventa più evidente ad un esame più attento. Di certo la cam potrà servire maggiormente per scansionare documenti e solo in extremis, scattare qualche foto in caso non si abbia uno smartphone o qualcos’altro.  

OPPO Pad Neo si posiziona come qualcosa di più di un semplice dispositivo entry-level, esibendo qualità che si allineano con le caratteristiche di un tablet di fascia media. La fotocamera frontale posizionata strategicamente nella parte superiore del dispositivo, particolarmente evidente quando il tablet è in orientamento orizzontale, ne migliora la versatilità e l’usabilità, contribuendo a un’esperienza utente a tutto tondo. In orientamento orizzontale, il tablet posiziona i suoi pulsanti per un’accessibilità ottimale. Il pulsante di accensione trova posto nella parte superiore sinistra del dispositivo, garantendo un comodo accesso. Allo stesso tempo, anche i pulsanti a bilanciere del volume si allineano perfettamente in alto a sinistra, contribuendo a un design ergonomico

Il tablet è dotato poi di una configurazione a quattro altoparlanti sintonizzata Dolby Atmos, con due altoparlanti su ciascun lato: una disposizione ponderata che migliora l’esperienza audio per gli utenti. Sul lato sinistro, incastonato tra gli altoparlanti di sinistra, si trova il carrellino della scheda di memoria, posizionato in modo discreto, offrendo un ulteriore livello di espandibilità. Al contempo il lato destro del tablet ospita la porta USB-C, con il duplice scopo di facilitare sia la ricarica che il trasferimento dei dati. Questo layout ben studiato non solo offre comodità funzionale ma contribuisce anche all’estetica generale del dispositivo.

Se tenuto in mano, OPPO Pad Neo offre un’esperienza tattile caratterizzata da una piacevole sottigliezza, distinguendolo dalle sue controparti tablet. La tendenza del settore verso design più sottili si riflette in questo dispositivo, ma il suo profilo sottile non compromette la comodità di tenerlo con entrambe le mani. Anche se l’orientamento verticale del tablet può sembrare un po’ scomodo, il suo vero potenziale ergonomico emerge quando tenuto in orientamento orizzontale. Questo orientamento sembra naturale ed è ulteriormente accentuato se abbinato a una mini tastiera Bluetooth, creando una miscela sinergica che trasforma il tablet in una forma più simile a un laptop, ideale per un utilizzo lavorativo senza interruzioni. Oltretutto sappiate che le dimensioni del tablet non sono esagerate con una larghezza di 188,04 mm per un’altezza di 255,12mm e ancora uno spessore di appena 6,89mm. Il peso invece non supera i 550 grammi anzi per la precisione si attesta a 538 grammi che per un tablet con display da 11.4 pollici è decisamente poco.

DISPLAY: il buon compromesso dei 7:5

OPPO Pad Neo utilizza un caratteristico ReadFit LCD IPS da 11,4 pollici con aspect-ratio di 7:5. Non si tratta di un OLED dai neri profondissimi, chiaramente, ma comunque il pannello di questo OPPO si difende bene con il supporto al Dolby Vision, supportando la risoluzione di 2408×1720 pixel (260 ppi) e una luminanza massima dichiarata di 400 nit. Il refresh rate massimo è di 90Hz che è sicuramente la vera differenza con il suo fratello maggiore top di gamma Pad 2. Di fatto può essere configurato dall’utente in due modalità fra cui quella più ‘’Alta’’ che spinge ai per animazioni e operazioni più fluide e quella ‘’Standard’’ da 60Hz per risparmiare sui consumi energetici.

Interessante la modalità Bedtime che utilizza i dati del sensore della temperatura del colore per regolare dinamicamente la temperatura del colore dello schermo durante il giorno e la notte, allineandosi al ritmo circadiano naturale che regola il ciclo sonno-veglia. Particolarmente degna di nota è la capacità del tablet di far passare gradualmente la temperatura del colore dello schermo dal giorno alla notte, favorendo un ambiente visivo favorevole alla secrezione di melatonina da parte del corpo umano, un ormone essenziale per indurre il sonno. Questa integrazione ponderata non solo facilita una lettura più confortevole prima di andare a dormire, ma sottolinea anche l’impegno di OPPO nel migliorare il benessere generale degli utenti incorporando funzionalità scientificamente informate.

La luminanza massima misurata nei nostri test è di 412 nit circa con schermata tutta bianca (scenario dove gli LCD si trovano più a loro agio). Questo implica una visibilità più che  soddisfacente sotto la luce del sole, ottima se rapportata ad altri dispositivi della stessa fascia di mercato, ed è molto buona anche la visione laterale dei contenuti.

In termini cromatici ci sono due preset:

  • Vivace, con punto di bianco freddo e copertura vicina allo standard DCI-P3;
  • Naturale, con punto di bianco più naturale e copertura fedele allo standard sRGB meno esteso

Il tablet propone, nella sua calibrazione più precisa che prendiamo come riferimento, un gamut piuttosto completo. Il bianco è abbastanza corretto (anche se un po’ più freddo rispetto a OPPO Pad 2), mentre la progressione tonale della scala dei grigi è molto buona.  

HARDWARE: un buon equilibrio

La piattaforma hardware integrata è basata sul processore MediaTek Helio G99, SoC di fascia media introdotto nel 2022. È prodotto con un processo a 6 nm FinFET ed è dotato di 2 core ARM Cortex-A76 di grandi dimensioni con clock fino a 2,2 GHz e 6 core ARM Cortex-A55 di piccole dimensioni a risparmio energetico (max. 2 GHz) in due cluster (bigLITTLE). Il chip incorpora un ARM Mali-G57 MC2 (due core). Rispetto al precedente Helio G96, il G99 è prodotto con l’ultimo processo a 6 nm e i clock sono più elevati. Inoltre, il modem LTE / 4G integrato supporta la velocità di download Cat-13. È integrato anche il Wi-Fi 5 (a/b/g/n/ac). 

Una piattaforma hardware di tutto rispetto per questa fascia di prezzo e capace di buone prestazioni praticamente un po’ in tutti gli ambiti, anche con i giochi di Google Play Store. Durante le nostre prove non abbiamo mai notato surriscaldamenti o lag particolari se non qualche rallentamento durante sessioni di gioco più impegnative o anche durante attività di multitasking eccessivo. Mentre i 128GB di storage onboard di tipo UFS 2.2 seppure non troppi possono comunque venire aumentati con la presenza dello slot microSD che effettivamente aiuta l’utente in situazioni più gravose. Oltretutto è presente la funzione OTG nella porta USB Type-C integrata. 

















OS (al lancio) Android 13 con ColorOS 13.2
Processore MediaTek Helio G99 Octa-Core a 2.2GHz
RAM 8 GB
Display ReadFit LCD IPS 11.4″
Risoluzione 2408×1720 px
Storage (al lancio) 128 GB + MicroSD
Fotocamera Posteriore

Single Camera:

Principale
8 MP (f/2.2) EIS +

Video FHD @30fps

Fotocamera Anteriore 8MP (f/2.0)
Extra

4G LTE

NFC

Wi-Fi 5

Porte USB Type-C
Batteria 8000 mAh + Ricarica rapida 33W
Dimensioni 255.12 x 188.04 x 6.89 mm
Peso 538 gr


La prova sul campo ci ha permesso di sfruttare la notevole capacità della batteria oltre che il suo processore ben ottimizzato. In questo caso OPPO Pad Neo estende il suo fascino oltre l’intrattenimento occasionale per soddisfare specificamente gli appassionati di giochi. Progettato pensando all’intrattenimento, in particolare ai giochi, questo tablet si rivela un formidabile concorrente. Anche se abbiamo discusso della sua capacità per sessioni prolungate di video e film, la sua abilità brilla davvero nel regno dei giochi hardcore.

Mettendolo alla prova, abbiamo scelto di installare PUBG Mobile, un gioco preferito e impegnativo, per valutare le prestazioni. I risultati sono stati a dir poco interessanti, poiché il tablet ha navigato senza sforzo attraverso il rendering grafico, mantenendo prestazioni fluide senza alcuno sforzo percepibile. PUBG Mobile si è rivelato non solo giocabile, ma ha anche consentito impostazioni grafiche elevate senza compromettere le prestazioni. La reattività dello schermo ha ulteriormente migliorato l’esperienza di gioco, fornendo un ambiente piacevole e coinvolgente. La configurazione a quattro altoparlanti con tecnologia Dolby Atmos ha migliorato l’esperienza di gioco con una qualità audio impressionante.

Anche se abbiamo avuto precedenti esperienze di gioco con tablet di grandi dimensioni basati su specifiche di punta e chipset di fascia alta, le prestazioni dell’OPPO Pad Neo con il chipset Helio G99 hanno lasciato un’impressione duratura. Per coloro che contemplano un tablet basato su MediaTek, l’Helio G99 si distingue come un punto di riferimento degno di nota, mostrando prestazioni e reattività encomiabili negli scenari di gioco.



 

Tra i vari test di benchmarking i risultati potrebbero non essere così in alto nella classifica e l’esempio è quello con l’app 3DMark, dove OPPO Pad Neo ha ottenuto 1.348 punti nel test Wildlife. Tuttavia, le esperienze di gioco nel mondo reale, in particolare con PUBG Mobile, hanno contraddetto questo punteggio di riferimento, dimostrando un rendering robusto e risposte rapide. 

INTERFACCIA GRAFICA: Android 13 con personalizzazione

OPPO Pad Neo viene proposto con la ColorOS 13.2 al primo avvio, personalizzazione proprietaria basata su Android 13. Gli utenti di smartphone OPPO troveranno sin da subito una grande familiarità con il sistema operativo, visto che gli elementi stilistici sono praticamente identici, così come parte delle personalizzazioni possibili. 

La Home si presenta con un “dock” nella parte inferiore che include una lista di app a scelta dell’utente, insieme all’elenco di applicazioni utilizzate più di recente. La schermata può essere personalizzata con diversi widget, mentre scorrendo dalla parte inferiore si accede all’intero elenco delle app installate sul dispositivo. Se dalla parte superiore si scorre verso il basso si accede al Centro notifiche, che integra insieme le notifiche in arrivo (a destra) e le azioni rapide (a sinistra). C’è anche Shelf, feature tipica dei prodotti dell’azienda raggiungibile con uno swipe verso il basso partendo dal centro della schermata (la gesture è personalizzabile), che dà la possibilità di accedere a una schermata con widget specifici per avere un colpo d’occhio rapidissimo sulle attività che più contano.

Le funzionalità di ColorOS 13.2 prevedono anche diverse modalità multi-finestra, come Schermo diviso (due app contemporaneamente sullo schermo) e Finestre mobili, quindi in finestra come avviene su un sistema operativo desktop. Se compatibile la stessa app può essere eseguita in due finestre diverse, ed è disponibile una modalità che consente alla videocamera frontale di “inseguire” il soggetto se si sposta dalla sua posizione. Fra le feature attive di default (ma disattivabili) c’è anche la barra laterale intelligente, identica a quella che abbiamo visto nelle ultime versioni del software in versione smartphone.

Abbiamo poi la funzione Multi-screen Connect 2.0, che consente di riprodurre lo schermo dello smartphone OPPO compatibile sul display del tablet, e di condividerne i dati presenti (come file, foto, video).

FOTOCAMERA: più per i documenti che per altro

Le fotocamere sono sempre di qualità mediocre su tablet, e non fa eccezione OPPO Pad Neo, che offre al suo utente il minimo indispensabile. Al posteriore troviamo un sensore da 8 MP con obiettivo f/2.0 che può registrare video in FullHD a 30fps sfruttando un algoritmo digitale di stabilizzazione dell’immagine (EIS); mentre per le videochiamate abbiamo a disposizione una fotocamera da 8 MP che può registrare in Full HD a 30 fps (anche in questo caso con EIS).

Con il display da 11,4 pollici possiamo beneficiare di una modalità di anteprima ben più soddisfacente rispetto a quella che troviamo su smartphone, tuttavia è chiaro che con un hardware come quello che abbiamo dettagliato poco sopra non ci dobbiamo aspettare risultati professionali in merito alle foto che può sfornare OPPO Pad Neo.

Le foto proposte dal tablet sono comunque di media/bassa qualità che forse raggiungono la sufficienza per una veloce condivisione nei social, soprattutto se la luce in ambiente è ottimale. Quando cala la luce in ambiente, purtroppo, si fanno sentire le carenze lato hardware come ad esempio un obiettivo più luminoso o la stabilizzazione ottica (OIS). La modalità Notte riesce a migliorare un po’ la resa, “amplificando” l’esposizione, ma sul fronte dei dettagli non può far miracoli. È di buon livello il modulo frontale, anch’esso nella media per la categoria.

AUTONOMIA: un consumo ottimizzato

Il nuovo tablet flagship di OPPO implementa una batteria da 8000 mAh che può durare più di 14 ore e mezza nella riproduzione di video. Per quanto riguarda il nostro test di autonomia in navigazione Wi-Fi OPPO Pad Neo è riuscito a concluderlo in 14 ore e 25 minuti e questo significa un’autonomia di tutto rispetto. Si tratta di un ottimo risultato tra i tablet di fascia media, tra i migliori ottenuti con i modelli testati in laboratorio con il nostro test.

OPPO Pad Neo supporta inoltre la ricarica rapida a 33W su tecnologia SUPERVOOC, che consente di ottenere una carica completa in tempi brevi. Per portare la batteria integrata dall’1 al 100%, infatti, sono necessari circa 110 minuti. Sono ottimi anche i tempi in idle, con il device di OPPO che si è mostrato, durante le nostre prove, sempre pronto all’uso anche dopo periodi di inutilizzo prolungati.

CONCLUSIONI

L’OPPO Pad Neo recentemente introdotto si distingue come un tablet distintivo, rivolto strategicamente sia agli utenti di tutti i giorni che a quelli attenti al proprio budget. Pur mantenendo un design semplice, il tablet si comporta bene nel multitasking come anche nell’intrattenimento. Il suo ampio display non solo migliora l’esperienza dell’utente per un vasto pubblico, ma sfrutta anche la potenza dell’Helio G99, rendendolo una scelta interessante per utenti avanzati e giocatori accaniti che cercano prestazioni robuste.

Abbiamo trovato l’OPPO Pad Neo ottimo in termini di longevità della batteria, durando senza sforzo per almeno due giorni anche in scenari di utilizzo impegnativi di gioco continuo e visione di film. L’inclusione della tecnologia di ricarica SUPERVOOC accelera ulteriormente il processo di ricarica, ripristinando la piena capacità della batteria velocemente. È un tablet che permette di passare senza problemi dal tempo libero alla produttività, dimostrandosi un compagno ideale per le attività lavorative, soprattutto se abbinato a una tastiera Bluetooth.

Considerando il prezzo di 299 euro, OPPO Pad Neo emerge come un investimento degno di nota, offrendo un dispositivo versatile e ricco di funzionalità che si rivolge a un ampio spettro di utenti. Sia che si dia priorità a considerazioni di budget, funzionalità avanzate o multitasking senza soluzione di continuità, OPPO Pad Neo presenta un’opzione convincente che offre un lodevole equilibrio tra prestazioni, longevità e convenienza.

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Tumore del colon-retto, un esame del sangue per la diagnosi precoce

Tumore del colon-retto, un esame del sangue per la diagnosi precoce



Da Wired.it :

Buone notizie sul fronte della diagnosi precoce. Un test del sangue sperimentale ha dimostrato una precisione dell’83% nel rilevare il Tumore del colon-retto, anche negli stadi iniziali. A dimostrarlo è uno studio coordinato dal Fred Hutchinson Cancer Center (Seattle) e appena pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine, secondo cui questo semplice strumento potrebbe rappresentare una valida alternativa di screening per le persone a rischio e che non presentano ancora sintomi. “I risultati dello studio rappresentano un passo promettente verso lo sviluppo di strumenti più convenienti per rilevare precocemente il cancro del colon-retto mentre può essere trattato più facilmente”, ha commentato William M. Grady, gastroenterologo e co-autore dello studio. “Il test, che ha un tasso di precisione per l’individuazione del cancro del colon simile agli esami sulle feci utilizzati per la diagnosi precoce, potrebbe offrire un’alternativa per i pazienti che altrimenti potrebbero rifiutare le attuali opzioni di screening”.

Il test del sangue

I risultati provengono dallo studio Eclipse, uno studio clinico su quasi 8 mila persone di età compresa tra 45 e 84 anni, che si sono sottoposte sia alla colonscopia, l’attuale gold standard per la diagnosi del cancro al colon-retto, sia al test del sangue chiamato Shield e prodotto dalla società californiana Guardant Health. In particolare, il test rileva i segnali del cancro del colon-retto nel sangue provenienti dal dna rilasciato dal tumore, chiamato dna tumorale circolante (ctDNA). Dai risultati delle analisi è emerso che il test del sangue ha individuato l’83% dei tumori del colon-retto confermati dalla colonscopia, ma non nel 17% rimanente, percentuale simile agli esami di screening per la ricerca del sangue occulto nelle feci

Un’alternativa per la diagnosi precoce

Sebbene la colonscopia rimanga il test di screening più accurato, questi risultati suggeriscono che l’esame del sangue sia comunque un valido strumento alternativo ai test basati sulle feci per la diagnosi precoce. “Il cancro del colon-retto è comune e facilmente prevenibile con lo screening, ma solo circa il 50-60% delle persone idonee effettivamente effettuano questi test”, ha commentato Grady. “Fare in modo che le persone vengano sottoposte a screening per il cancro funziona meglio quando offriamo loro diverse opzioni e poi lasciamo che scelgano ciò che reputano meglio per loro”.

I casi in aumento

Nell’ultimo anno in Italia, secondo il rapporto “I numeri del cancro in Italia 2023”, ci sono state nel complesso più diagnosi di tumore: i casi, infatti, sono aumentati del 5% rispetto al 2020, passando da 376 mila a 395 mila circa. In particolare, il cancro del colon-retto (50 mila circa) è tra i più frequenti, preceduto solamente da quello alla mammella (55 mila) e seguito da quello del polmone (44 mila), della prostata (41 mila) e della vescica (29 mila). L’aumento dei casi, tuttavia, riguarda soprattutto i giovani, così come negli Stati Uniti dove, come vi abbiamo raccontato, i casi di cancro del colon-retto sono in aumento drammatico tra gli under 50. A sottolinearlo è stato un recente rapporto dell’American Cancer Society, secondo cui al diminuire dei casi di cancro tra le persone con più di 65 anni sta corrispondendo un incremento della malattia nelle fasce di età inferiori ai 50 anni e in particolare tra le persone tra i 30 e i 40 anni. “Continuiamo a vedere i giovani ammalarsi di cancro del colon-retto e ora è il terzo tumore più comune tra le persone di età inferiore ai 50 anni”, ha concluso l’esperto. “Avere a disposizione un test del sangue da sottoporre alle visite mediche di routine potrebbe essere un’opportunità per aiutare più persone a sottoporsi allo screening”.



[Fonte Wired.it]

protezione Safe Browsing in tempo reale

protezione Safe Browsing in tempo reale

Da Punto-Informatico.it :

Google ha annunciato un’importante novità per la funzionalità Safe Browsing. Chrome può ora offrire una protezione in tempo reale contro i siti pericolosi, come quelli che ospitano malware o sono usati per attacchi di phishing. la novità è già disponibile su desktop e iOS, mentre su Android arriverà entro fine mese.

Come funziona la protezione in tempo reale

Da oltre 15 anni, Safe Browsing protegge gli utenti da phishing, malware e software indesiderato. Finora ha rilevato oltre 10 miliardi di URL e file pericolosi. Tuttavia, la modalità Standard usa una lista conservata sul dispositivo che viene aggiornata ogni 30-60 minuti. Molti siti esistono per meno di 10 minuti, quindi possono aggirare la protezione.

La modalità Avanzata offre una protezione maggiore in quanto avviene in tempo reale, grazie all’intelligenza artificiale e una lista lato server. È necessario però inviare più dati a Google, per cui è disponibile solo su richiesta dell’utente (opt-in). L’azienda di Mountain View ha deciso di offrire il controllo in tempo reale anche per la modalità Standard su desktop e iOS.

Un post sul blog dedicato alla sicurezza illustra il funzionamento della protezione. Per garantire la privacy, l’URL viene offuscato, cifrato e inviato ad un server di Fastly che rimuovere eventuali identificatori, come indirizzo IP e user agent. Google non può quindi associarli ai siti visitati.

La modalità Standard di Safe Browsing offre protezione in tempo reale contro i siti già noti come pericolosi. La modalità Avanzata sfrutta invece modelli di machine learning per proteggere l’utente dai siti potenzialmente pericolosi. Inoltre effettua anche la scansione dei file e controlla le estensioni.

Gli utenti iOS possono sfruttare un’altra novità. Password Checkup segnala anche le password deboli o riutilizzate, oltre a quelle compromesse (ad esempio finite in un data breach).



Fonte Punto Informatico Source link

MSI MPG 321URX QD-OLED: un monitor completo per i giocatori

MSI MPG 321URX QD-OLED: un monitor completo per i giocatori

da Hardware Upgrade :

Da qualche giorno stiamo provando il monitor gaming con frequenza
di aggiornamento a 240 Hz MSI MPG 321URX QD-OLED. Dobbiamo dire
che si è rivelata fin da subito una soluzione interessante, perché il
produttore taiwanese ha inserito praticamente tutte le caratteristiche che
possono interessare al videogiocatore più impegnato, mentre i nostri test
hanno portato a diversi risultati sorprendenti. Parliamo di un monitor a
risoluzione di 3840×2160 pixel (UHD) con rapporto d’aspetto di 16:9
e diagonale di 32 pollici.

Siamo al cospetto di un pannello QD-OLED, un tipo di tecnologia
che è sempre più presente nel mondo del gaming. Quasi tutti i principali
produttori di monitor, infatti, si stanno dotando almeno di una soluzione
con questo tipo di pannello, il quale mette a disposizione caratteristiche
molto congeniali per il giocatore. Non solo in termini di resa visiva, con
neri perfetti e colori brillanti, ma anche e soprattutto di tempi
di risposta
e di latenza. Gli OLED, infatti, offrono tempi
di risposta da grigio a grigio praticamente minimi, e comunque di gran
lunga inferiori rispetto a quelli che caratterizzano i normali pannelli
LCD.

MSI MPG 321URX QD-OLED

Queste prerogative consentono ai giocatori di beneficiare di immagini
stabili e consistenti, mentre gli effetti di ghosting e le sfocature
indesiderate sono ridotti al minimo. Non solo: MSI MPG 321URX è anche un
pannello Quantum Dot (da qui il prefisso QD-), una tecnologia che
permette di restituire colori più saturi e puri. Quando i quantum dot
vengono investiti da una radiazione luminosa, emettono a loro volta una
radiazione di una specifica lunghezza d’onda, in base alle loro
dimensioni, una proprietà che viene sfruttata per portare a una maggiore
precisione dei colori, a una maggiore luminosità e a una maggiore
efficienza energetica rispetto alle tecnologie tradizionali.

MSI MPG 321URX QD-OLED

Tutto questo rende MSI MPG 321URX QD-OLED spettacolare da vedere anche a
occhio nudo, già prima di mettere mano a sonde e sensori per arrivare alle
misure. Inoltre, questo pannello QD-OLED è equipaggiato con una pellicola
di grafene
allo scopo di migliorarne la conducibilità termica per la
dissipazione del calore, mentre il monitor è anche dotato di un dissipatore
di calore personalizzato
. Come quasi sempre accade con gli OLED,
infatti, il pannello tende a sviluppare calore già dopo pochi minuti di
utilizzo, e per questo richiede una serie di accortezze in modo che non si
surriscaldi in maniera tale da rappresentare un problema. Lo si nota
solamente avvicinando a un paio di centimetri la mano rispetto al pannello
stesso, avvertendo una lieve sensazione di calore. La presenza di questo
dissipatore consente al monitor di funzionare senza una ventola di
raffreddamento attiva, in modo da poter godere di una dispersione del
calore efficiente senza produrre rumore.

Un pannello OLED, per sua natura, può andare incontro a fenomeni di burn-in,
ovvero quelle circostanze per cui immagini statiche o elementi visibili
sullo schermo per lunghi periodi di tempo possono causare un
deterioramento permanente dei pixel dell’OLED, creando un’immagine
fantasma o una persistenza visibile delle immagini precedenti.

MSI MPG 321URX QD-OLED

Per questi motivi, gli OLED spesso non sono consigliati per l’utilizzo in
congiunzione con i PC: le finestre di Windows, che tendono a
rimanere per lungo tempo nelle medesime posizioni, infatti possono
determinare fenomeni di burn-in. I produttori di monitor gaming OLED
stanno lavorando su questo problema e, con MPG 321URX, MSI introduce il
sistema OLED Care 2.0, ovvero una serie di contromisure per
spostare il più in là possibile il burn-in, o fare in modo che problemi di
questo genere non si presentino in nessuna fase del ciclo di vita del
monitor.

Oltre ai metodi di protezione già presenti nella versione precedente
della tecnologia come Pixel Shift, Panel Protect e Static Screen
Detection
, la versione OLED Care 2.0 aggiunge Multi Logo
Detection, Taskbar Detection e Boundary Detection
. Fondamentalmente,
si tratta di rilevare in maniera “intelligente” la presenza di
forme persistenti sullo schermo e muovere di conseguenza i pixel, o
cambiare il valore di luminosità, in modo da evitare che questo tipo di
persistenze producano il burn-in. Nel caso della prima funzione, quando il
sistema rileva la presenza di più loghi statici e prominenti con contrasto
sullo schermo, esegue automaticamente una scansione della loro forma e
colore, riducendo quindi automaticamente la luminosità per prevenire
problemi di burn-in.

MSI MPG 321URX QD-OLED

Tornando all’uso di OLED congiuntamente a Windows, invece, quando il
sistema rileva la presenza della barra delle applicazioni visualizzata sul
desktop, esegue automaticamente una scansione della sua forma e riduce
anche in questo caso la luminosità. Boundary Detection, invece, aggiusta
la luminosità del bordo tra due immagini o tra un’immagine e lo sfondo
dopo un certo numero di secondi. Panel Protect, che era presente anche sui
monitor con OLED Care di precedente generazione, rileva le condizioni per
cui potrebbe essere conveniente spegnere il pannello per qualche minuto:
quindi, fondamentalmente se è troppo caldo o se immagini statiche sono
rimaste impresse troppo a lungo. L’utente, quindi, deve aspettare circa 5
minuti (ma può anche decidere di ignorare l’avviso di Panel Protect e
continuare a usare il monitor) con schermo completamente nero.

È molto difficile dire se queste accortezze producono degli effetti
benefici e riescono a evitare l’insorgere del burn-in. Quest’ultimo, di
solito, si evidenzia dopo mesi di utilizzo dei pannelli, mentre le nostre
prove con MSI MPG 321URX QD-OLED sono andate avanti “solo” per
qualche settimana, un periodo di tempo nel quale non abbiamo riscontrato
nessun difetto assimilabile al burn-in.

MSI MPG 321URX QD-OLED

Un altro problema a cui si può andare incontro con gli OLED è quello
relativo alla visualizzazione non impeccabile dei caratteri sulle finestre
bianche di Windows. L’organizzazione tipica dei sub-pixel degli OLED,
infatti, può portare a una nitidezza non soddisfacente delle scritte o a
effetti di sdoppiamento. Nei pannelli QD-OLED la disposizione dei
sub-pixel è differente e riesce a scongiurare questo tipo di
inconveniente: dobbiamo dire con ottimi risultati visto che la resa delle
scritte è risultata impeccabile, come cerchiamo di trasmettere con questa
foto.

MSI MPG 321URX QD-OLED

Abbiamo definito MPG 321URX QD-OLED un monitor completo proprio perché
mette insieme tante caratteristiche progettate per i giocatori, come
l’alta frequenza di aggiornamento di 240 Hz e un tempo di risposta
dichiarato di 0,03 ms
(sostanzialmente confermato dai nostri test),
prerogativa, come abbiamo detto degli OLED. Ma anche le due porte HDMI
2.1
che il monitor equipaggia sono interessanti, perché consentono
di usarlo anche con le console di ultima generazione che richiedono una
bandwidth elevata in modo da poter fornire al pannello immagini a
risoluzione 4K e alla frequenza di aggiornamento di 120 Hz.

MSI MPG 321URX QD-OLED

È ottima anche la resa dell’HDR su MPG 321URX. I display QD-OLED
possono ottenere un controllo dei livelli di attenuazione dei pixel e
offrire scene di nero puro senza la dispersione della retroilluminazione
comune nei monitor LCD, il che si rivela particolarmente congeniale
soprattutto in presenza dell’HDR. Anche per questo, il monitor MPG 321URX
QD-OLED riesce a offrire un contrasto estremamente elevato ed è
certificato VESA DisplayHDR True Black 400. Lo abbiamo provato con
Cyberpunk 2077, uno dei migliori titoli in HDR, e abbiamo ottenuto
risultati ottimi, come anche il seguente confronto fotografico, con tutti
i limiti del caso trattandosi di semplici foto al pannello, riesce a
evidenziare. In particolare, con HDR abilitato notiamo la presenza di
elementi visivi che in modalità SDR non sono leggibili, soprattutto in
congiunzione di aree della schermata di gioco particolarmente luminose o
in ombra.





Il pannello è anche dotato di un rivestimento anti-riflesso in modo da potersi godere le immagini di gioco senza disturbi, mentre è disponibile anche una tecnologia per attenuare la luce blu che, spettrofotometro alla mano, riduce nel concreto l’intensità dell’emissione luminosa in corrispondenza delle lunghezze d’onda della regione del blu/violetto (420 nm – 480 nm).

Non manca la tecnologia di Adaptive Sync per sincronizzare la
frequenza di aggiornamento del monitor con la quantità di frame erogata
dalla GPU per eliminare effetti di stuttering e tearing.
Parliamo di un sistema Compatibile G-Sync che mostra risultati
prestazionali quasi del tutto allineati a quelli di un normale monitor
G-Sync.

MSI MPG 321URX QD-OLED

Abbiamo però osservato qualche fenomeno di instabilità della luminanza,
che si nota principalmente in situazioni “non realistiche”, e cioè con
schermate statiche di colore grigio omogeneo. Durante il normale utilizzo,
e nelle sessioni videoludiche, il fenomeno è presente ma passa di fatto
inosservato. Quello che si riscontra è una repentina e veloce variazione
della luminanza in maniera apparentemente simile al noto VRR Gamma
Flickering (che può occorrere nel caso di pannelli OLED durante l’utilizzo
di una frequenza di aggiornamento variabile, poiché la risposta del pixel
OLED non è lineare a differenti frequenze di aggiornamento), ma
l’osservazione empirica non ci consente di determinare se si tratti
effettivamente di tale fenomeno oppure se la causa sia imputabile ad
altro. Come dicevamo questo comportamento è evidente quasi esclusivamente
osservando una schermata statica con un colore grigio. Osservando bene, e
per qualche secondo, si può infatti notare in queste condizioni uno
sfarfallio, che tuttavia diventa impercettibile in normali situazioni di
gioco.

MSI MPG 321URX QD-OLED

Oltre che con il suo OSD, comodo e colorato, MPG 321URX si può
controllare anche attraverso la più versatile Gaming Intelligence App.
Si installa sul PC e si connette al monitor tramite cavo USB upstream
o USB-C
per poter regolare l’OSD tramite mouse e tastiera.
Questo ci permette di essere molto più precisi e di configurare nei minimi
dettagli i vari profili colore, oltre che gli effetti di
retroilluminazione che si trovano sulla parte posteriore del monitor

o, ancora, aggiornarne il firmware. A proposito di
retroilluminazione, inoltre, il monitor fornisce una delicata
illuminazione ambientale che può essere facilmente sincronizzata con
qualsiasi altro prodotto da gioco abilitato a Mystic Light.

MSI MPG 321URX QD-OLED

MSI MPG 321URX QD-OLED

MSI MPG 321URX QD-OLED

Quanto alla porta USB-C menzionata, invece, questa è in grado di fornire
una connessione elettrica a 90W, che può essere molto utile per la
ricarica di smartphone, portatili o altri dispositivi informatici. Questo
tipo di connessione è sempre più presente nei monitor di ultima
generazione e si rivela decisamente funzionale per accrescere la comodità
durante l’uso del monitor, che sia professionale o di intrattenimento.

MPG 321URX supporta anche la funzionalità KVM (Keyboard, Video,
Mouse)
, che consente di controllare più dispositivi tramite un unico
set di tastiera, mouse e monitor. I giocatori saranno interessati anche a
Night Vision AI, una funzione che effettua regolazioni intelligenti
della luminosità per le scene più buie nel gioco, in modo da poter
scorgere dei dettagli in ombra o al buio. Di solito è utile soprattutto
con alcuni sparatutto in prima persona ambientati in contesti
particolarmente bui. Infine, Smart Crosshair è il classico mirino,
che cambia automaticamente colore, in modo che sia visibile a prescindere
dal colore delle immagini di gioco.

MSI MPG 321URX QD-OLED

Passando ai test, il dato sulla latenza, tutto sommato, rientra in quelle
che erano le nostre previsioni. Come al solito, abbiamo realizzato il test
con lo strumento NVIDIA
LDAT
e, alla massima frequenza di aggiornamento, il risultato
fatto registrare da MSI MPG 321URX QD-OLED è allineato alle aspettative.
Più interessante è stato verificare cosa succede a frequenze di
aggiornamento diverse da quella impostata di default. A 120 Hz, infatti,
la latenza è salita a 16,5 ms, mentre a 60 Hz si è attestata su 24,4
ms
. Questo risultato è per certi versi imprevedibile perché un
monitor che si aggiorna 120 volte al secondo visualizza una nuova immagine
ogni 8.33 millisecondi. Considerando che la latenza viene rilevata dal
nostro test a metà schermo, il dato ottimale sarebbe di circa 4 millesimi
di secondo. A 60 Hz, invece, sarebbe di circa 8 millesimi di secondo.

MSI MPG 321URX QD-OLED

In realtà non è la prima volta che rileviamo latenze più alte dei dati
attesi con i monitor gaming ad alta frequenza di aggiornamento, anche di
ultima generazione, nel momento in cui si imposta una frequenza differente
da quella originale. È ovvio che ci troviamo al cospetto di pannelli ultra
performanti destinati in primo luogo ai giocatori PC più esigenti, che non
si sognerebbero di modificare l’impostazione originale. Allo stesso tempo,
anche in virtù della presenza delle porte HDMI 2.1, un monitor come questo
MSI MPG 321URX QD-OLED potrebbe essere usato anche con le console, a
frequenze di aggiornamento diverse dalla 240 Hz. In quest’ultimo caso,
quindi, ci si potrebbe imbattere in una latenza leggermente più alta del
normale, con ripercussioni comunque minime, quasi del tutto non percebili,
soprattutto per il gioco single player.

MSI MPG 321URX QD-OLED

Per quanto riguarda il tempo di risposta da grigio a grigio, abbiamo
riscontrato un dato paragonabile a quello degli altri pannelli OLED
testati, oltre che notevolmente migliore rispetto agli LCD. Abbiamo
aggiornato il nostro strumento di visualizzazione del dato perché abbiamo
bisogno di una precisione che vada al di là della prima cifra decimale per
cogliere fino in fondo il valore aggiunto dato dagli OLED in termini di
tempo di risposta. Per avere una comprensione più chiara dei concetti di
tempo di risposta da grigio a grigio e latenza, del rapporto tra le due
misure e di ciò che significa in termini concreti di visualizzazione vi
rimandiamo a questo
approfondimento
che abbiamo realizzato proprio per chiarire
alcuni concetti teorici.


. Gamut misurato Copertura Rapporto
. REC BT.709 99.99% 143.44%
. DCI P3 D65 98.88% 105.74%
. Adobe RGB 94.13% 106.34%
. BT.2020 75.85% 75.86%

Misure effettuate con Calman di Portrait Displays


Per quanto riguarda l’aspetto cromatico e quello tonale abbiamo
riscontrato un comportamento molto buono, come testimoniato dai nostri
test. La presenza del pannello QD-OLED consente di disporre di
un’estensione cromatica molto buona, che restituisce una valida
saturazione dei colori, assieme ad un ottimo rapporto di contrasto proprio
della tecnologia OLED. La neutralità dei grigi non è impeccabile, ma le
deviazioni rispetto al riferimento sono realmente minime e tali da non
pregiudicare la resa delle immagini: a testimonianza di ciò si segnala
l’ottimo risultato dell’analisi della fedeltà cromatica che con un valor
medio di DeltaE inferiore a 2 decreta questo monitor adatto non solo per
le esigenze del videgiocatore, ma anche per coloro i quali desiderassero
utilizzarlo per attività creative.







Il pannello OLED merita di indagare anche le prestazioni in ambito HDR,
dove per questo monitor è possibile scegliere tramite il menù delle
impostazioni la modalità HDR True Black 400 oppure la modalità HDR Peak
1000 nits. Nel primo caso avremo la luminanza di picco limitata a 465
candele su metro quadro, tra l’altro con una progressione tonale
abbastanza buona (le bassissime luci risultano un poco affogate). Nel
secondo caso il picco di luminanza può arrivare fino a 1000 candele su
metro quadro, ma per rilevare questo comportamento è stato necessario
ridurre l’area del campione di misura all’1% della dimensione dello
schermo: questa modalità viene utilizzata nel caso si volesse apprezzare
al meglio le rese dei bagliori e dei piccoli elementi luminosi, che
verranno in questo caso riprodotti a luminanza elevata.

MSI MPG 321URX QD-OLED

In conclusione, MSI MPG 321URX QD-OLED si è rivelato un ottimo monitor sia per completezza di funzionalità, che dal punto di vista delle nostre misure. Se già a occhio nudo fa un’ottima impressione per resa cromatica, nitidezza e profondità dei neri, i test confermano ottime prestazioni cromatiche, mentre la luminanza raggiunge valori importanti, con risvolti positivi soprattutto in termini di HDR. Non lasciatevi ingannare dalle anomalie che abbiamo rilevato per quanto riguarda sfarfallio e aumento delle latenze alla frequenza di aggiornamento non ottimale. La prima è propria di diversi pannelli OLED, mentre il secondo comportamento lo abbiamo riscontrato già in altri recenti monitor gaming. In entrambi i casi si notano in maniera molto sporadica, se non impercettibile. Al tempo stesso, la tecnologia OLED, abbinata ai Quantum Dot, si rivela sempre più congeniale al gaming, con tempi di risposta molto bassi,
e con immagini stabili e nitide. Rispetto ad altri pannelli OLED, inoltre, un miglior arrangiamento dei subpixel garantisce maggiore fedeltà anche alle scritte nero su bianco, sicuramente poco trascurabili quando si parla di monitor. Certo, il prezzo di tutto questo non è proprio alla portata di tutte le tasche, costando MSI MPG 321URX QD-OLED 1.399€.

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Ponte sullo stretto di Messina, i punti critici del progetto

Ponte sullo stretto di Messina, i punti critici del progetto



Da Wired.it :

Il comitato scientifico selezionato dallo stesso ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per decidere se il progetto del ponte sullo stretto di Messina fosse realizzabile, ha dato il suo via libera nel mese di febbraio. Tuttavia nell’analisi individua 68 punti deboli nel piano finale proposto da Eurolink, il consorzio privato incaricato del progetto e gestito dalla società pubblica Stretto di Messina spa. Ad esempio, come si legge nella relazione: “Il comitato ritiene opportuno che in fase di progetto esecutivo si verifichi la robustezza della struttura del ponte in maniera più ampia. O ancora: “Il comitato chiede lo svolgimento di analisi non lineari dell’impalcato soggetto a vento turbolento”.

Le problematiche

Il comitato scientifico ha individuato quattro linee principali di criticità nel progetto. Innanzitutto ha sottolineato la necessità di condurre ulteriori verifiche sugli effetti del vento, richiedendo un aggiornamento della valutazione adottata nel piano definitivo del progetto originale del 2011 e realizzato da un gruppo di ricerca dell’università di Genova. In secondo luogo, nella relazione è stato chiesto un aggiornamento della “zonizzazione microsismica”, ovvero la verificare della resistenza degli elementi strutturali di fronte a sismi di forte intensità come quelli recentemente registrati in varie parti del mondo. In un’altra osservazione si chiedono nuove analisi e previsioni con scenari che «tengano conto dell’azione combinata del vento e dei carichi di traffico ferroviario e stradale» per confermare il livello di sicurezza del ponte anche in caso di eventi estremi. Infine, per quanto riguarda l’uso dell’acciaio, il comitato ha chiesto l’impiego di materiali nuovi e ha richiesto chiarimenti su come e dove verrà reperito l’acciaio, garantendo che rispetti le nuove normative in termini di elasticità.

Da almeno cinquant’anni si discute della realizzazione del ponte sullo stretto di Messina. Dopo vari tentativi falliti, negli anni Duemila il governo di Silvio Berlusconi investe ingenti risorse per sviluppare un progetto credibile. Nel 2005, tramite una gara di appalto, il consorzio Eurolink, guidato dalla multinazionale italiana Webuild, ottiene il contratto. Nel 2007, Berlusconi propone un aggiornamento del progetto, completato nel 2011. L’attuale governo ha ripreso il progetto del 2011 e confermato l’appalto a Eurolink, che lo ha vinto nel 2005.

Il dibattito politico

Durante il suo intervento alla Camera di mercoledì 13 marzo, il deputato Angelo Bonelli di Europa Verde ha proposto di rigettare completamente il progetto e di ricominciare da zero. In risposta, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha dichiarato che sarebbe assurdo pensare che il governo costruirebbe un ponte destinato a crollare.

Successivamente, il presidente della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha assicurato la solidità delle integrazioni al progetto finale. Ciucci ha sottolineato che sono state condotte prove in galleria del vento su 11 modelli di ponte in 5 laboratori specializzati, tra i più importanti al mondo. Secondo i risultati ottenuti, la stabilità del ponte è garantita anche con venti fino a 275 chilometri orari, e la massima velocità del vento registrata nei controlli degli ultimi 20 anni è stata di 128 chilometri orari. Inoltre, Ciucci ha assicurato che il quadro sismico sarà aggiornato nella fase del progetto esecutivo, tenendo conto delle ricerche condotte negli ultimi 20 anni.

Il fattore tempo

In mezzo a queste controversie politiche, il vero punto di interesse riguarda però i tempi necessari per la messa a punto del progetto definitivo. Questo è infatti il fulcro delle considerazioni espresse dal comitato, secondo cui le problematiche emerse richiederanno probabilmente più tempo del previsto per essere risolte. Aspetto su cui si trova d’accordo la stessa Eurolink come emerge dalla nota in risposta alle osservazioni del comitato scientifico. Questa situazione potrebbe creare difficoltà rispetto alle intenzioni del governo che vorrebbe avviare i lavori entro la fine dell’anno.



[Fonte Wired.it]