Una coalizione di editori indipendenti ha accusato Google di abuso di posizione dominante nella ricerca web potenziata dall’intelligenza artificiale. Secondo i documenti visionati da Reuters, il gruppo Independent Publishers Alliance ha presentato un’istanza alla Commissione Europea e all’autorità britannica per la concorrenza.
Il gruppo afferma che la funzione di panoramiche IA, attiva anche in Italia, mostra in cima ai risultati di ricerca una sintesi testuale delle risposte, contenente informazioni prelevate dai siti web senza permesso. Ciò ha causato e continua a causare danni significativi agli editori, in termini di traffico, lettori e perdite di fatturato.
La coalizione sostiene che gli editori che utilizzano la ricerca Google non hanno la possibilità di negare che il loro materiale venga acquisito per l’addestramento dell’IA, o analizzato per i riepiloghi, senza perdere la possibilità di comparire nella pagina dei risultati di ricerca generali.
Inoltre, l’Independent Publishers Alliance afferma che posizionare i riassunti generati dall’intelligenza artificiale in cima ai risultati favorisce il prodotto di Google rispetto ai contenuti originali degli editori.
Google si difende affermando di contribuire al traffico dei siti web con miliardi di clic al giorno. Il colosso sottolinea che le nuove esperienze basate su IA creano maggiori opportunità di scoperta.
La questione non è isolata. A febbraio, negli Stati Uniti, l’azienda di formazione online Chegg aveva accusato Google di violare la legge antitrust attraverso le analisi basate sull’intelligenza artificiale, minando la capacità di competizione degli editori, con conseguente calo di visitatori e abbonati.
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