Esplora il mondo della tecnologia e del lifestyle con Consigli Tech e Lifestyle di Flavio Perrone

Quale futuro per Nvidia tra valore, investimenti, rischi e prospettive

by | Dic 2, 2025 | Tecnologia


Il colosso americano dei chip si espande su tutti i fronti. Nvidia ha investito oltre 110 miliardi di dollari nel corso del 2025 per consolidare la propria posizione nell’industria dell’intelligenza artificiale, acquisendo partecipazioni in aziende strategiche lungo l’intera filiera dei semiconduttori. Tuttavia, questa decisa offensiva commerciale arriva in un momento in cui il dominio quasi totale dell’azienda californiana sul mercato dei chip per l’AI inizia a mostrare le prime crepe: Google propone i propri processori come alternativa, alcuni tra i maggiori investitori hanno liquidato le proprie posizioni e le autorità antitrust di Stati Uniti, Cina e Francia hanno avviato indagini sulle pratiche commerciali del gruppo guidato da Jensen Huang.

Perché Nvidia tiene sempre banco

Una rete di investimenti, l’ultimo è Synopsys

La serie di operazioni finanziarie ha preso il via a settembre, quando Nvidia ha siglato una lettera di intenti con OpenAI, la società creatrice di ChatGPT, per un impegno fino a 100 miliardi di dollari destinato alla costruzione di data center. Una settimana prima l’azienda aveva già annunciato l’acquisto di una quota da 5 miliardi in Intel, storico rivale nel mercato dei processori.

A novembre è poi arrivato un impegno fino a 10 miliardi in Anthropic, e – ultima delle grandi mosse – il 1 dicembre Nvidia ha annunciato l’acquisto di una partecipazione da due miliardi di dollari in Synopsys, il principale produttore mondiale di software Eda (Electronic design automation), i programmi utilizzati dalle aziende di semiconduttori per progettare i propri chip.

Il rischio bolla

La strategia ha però attirato critiche crescenti. Come riportato avevamo già scritto su Wired, diversi osservatori paragonano la situazione alla bolla delle dot-com della fine degli anni Novanta. Il meccanismo solleva infatti perplessità: Nvidia investe in aziende che poi utilizzano quei fondi per acquistare chip Nvidia, dando vita a un circolo di finanziamenti incrociati che alcuni analisti definiscono autoreferenziale. I ricavi dell’azienda crescono di conseguenza, la capitalizzazione di borsa supera i 3.500 miliardi di dollari, eppure il flusso di denaro ruota tra un numero ristretto di attori.

Anche sul fronte degli investitori istituzionali emergono segnali di cautela. Michael Burry, il gestore di fondi di investimento reso celebre dal film La grande scommessa per aver previsto la crisi dei mutui subprime del 2008, ha accusato l’azienda di pratiche contabili aggressive e ha aperto posizioni ribassiste sul titolo; Nvidia ha risposto con un memorandum di sette pagine inviato agli analisti di Wall Street nel quale respinge le contestazioni e difende la solidità dei propri criteri di reporting e la trasparenza della comunicazione finanziaria. A ottobre il conglomerato giapponese SoftBank ha venduto l’intera partecipazione per 5,8 miliardi di dollari, ufficialmente per finanziare il proprio investimento in OpenAI. A novembre è stato poi il turno di Peter Thiel, cofondatore di PayPal, il cui fondo Thiel Macro ha liquidato tutte le 537.742 azioni detenute.

Le indagini antitrust

Nvidia controlla oltre il 90% del mercato dei chip per l’intelligenza artificiale, una posizione costruita grazie alle Gpu, le unità di elaborazione grafica nate per i videogiochi e poi rivelatesi adatte all’addestramento dei modelli di AI per la capacità di gestire calcoli in parallelo. A rafforzare il suo predominio contribuisce l’ecosistema software Cuda, la piattaforma proprietaria che ottimizza le prestazioni dei chip e che al tempo stesso rende difficile per i clienti migrare verso prodotti concorrenti. Una posizione di forza che ha attirato l’attenzione delle autorità di regolamentazione: il dipartimento di Giustizia statunitense infatti ha già avviato un’indagine su questa questione; mentre la Cina ha dichiarato che l’azienda avrebbe violato le leggi sulla concorrenza nelle condizioni imposte per l’approvazione dell’acquisizione di Mellanox Technologies nel 2020.

La concorrenza di Google

Sul piano commerciale, la sfida più concreta per Nvidia arriva proprio da Google. Il colosso di Mountain View ha recentemente sviluppato i Tpu, processori progettati specificamente per i compiti dell’intelligenza artificiale che appartengono alla categoria degli Asic, i circuiti integrati ottimizzati per scopi specifici. A ottobre 2025 Google ha annunciato un accordo con Anthropic per la fornitura di fino a un milione di Tpu di settima generazione, chiamati Ironwood. A inizio novembre ha poi presentato Gemini 3, il suo modello di AI più avanzato, addestrato interamente sui Tpu interni senza utilizzare hardware Nvidia. Secondo The Information, anche Meta sarebbe in trattative per installare chip Tpu nei propri data center a partire dal 2027. Al momento i Tpu non sono in vendita diretta: sono disponibili solo attraverso Google Cloud, una limitazione che ne frena la diffusione, tuttavia l’interesse per alternative meno costose sta spingendo diversi operatori a diversificare le proprie forniture.



Fonte

Written By

Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

Related Posts

Impact-Site-Verification: c90fc852-aae7-4b2e-b737-f9de00223cb0