Arivelarlo è l’ultimo report di Confartigianato che ha analizzato il trend di truffe, frodi e aggressioni on line subite dagli imprenditori tra il 2019 e il 2023. Nel 2024, il 42,6% delle aziende ha investito in sicurezza informatica, anche adottando strumenti di intelligenza artificiale: questo a testimonianza della consapevolezza delle imprese italiane dell’importanza di proteggere i propri dati
Le imprese italiane sono sempre più a rischio di cyber-attacchi. I reati informatici denunciati dalle aziende sono aumentati del 45,5% in 4 anni, a fronte della crescita del 10% di tutti gli illeciti a danno dell’attività d’impresa. A lanciare l’allarme è Confartigianato che ha rilevato il trend di truffe, frodi e aggressioni on line subite dagli imprenditori tra il 2019 e il 2023. In generale, come rileva l’associazione, i reati informatici rappresentano il 35,5% dei delitti contro le aziende. Il 15,8% delle imprese, a fronte del 21,5% della media Ue, ha registrato almeno un incidente informatico con conseguenze come l’indisponibilità dei servizi Ict, la distruzione o la divulgazione di dati.
In crescita anche i metodi per difendersi
Le imprese italiane sembrano comunque essere consapevoli della necessità di proteggere il patrimonio dei propri dati. Confartigianato evidenzia, infatti, che l’83,1% attribuisce un’alta importanza alla cybersicurezza, una percentuale che supera la media dell’Unione Europea (71,1%) e che ci colloca al secondo posto dopo l’Irlanda. Nel 2024, il 42,6% delle aziende ha investito in sicurezza informatica, anche adottando strumenti di intelligenza artificiale. Nonostante questo, soltanto il 32,2% degli imprenditori adotta almeno 7 delle 11 misure di sicurezza monitorate dall’Istat, un dato inferiore al 38,5% della media Ue.

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Mancanza di esperti del settore
Ad ostacolare l’impegno per difendersi dalle minacce informatiche è la carenza di competenze adeguate sul mercato del lavoro. Il 22,8% delle imprese italiane segnala difficoltà a reperire personale specializzato in sicurezza informatica, contro il 12% della media europea. In particolare, le imprese faticano ad assumere i progettisti e amministratori di sistemi che comprendono i cyber security expert: nel 2024 ne servivano 6.300, ma 4.000 sono risultati difficili da trovare. Piemonte e Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Lombardia, sono le regioni con la maggiore carenza di queste figure professionali. “La digitalizzazione – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – se non adeguatamente protetta, espone le aziende a rischi sempre maggiori. Sono necessari conoscenze, strumenti pratici e risorse per difendersi. Ma soprattutto, occorre considerare la cybersicurezza un pilastro fondamentale dell’innovazione e della crescita economica”.

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