Sebbene l’enorme scudo protettivo, costruito per impedire qualsiasi rilascio radioattivo dal reattore di Chernobyl distrutto nell’incidente del 1986, sia stato gravemente danneggiato a febbraio scorso dopo l’attacco di un drone, attribuito da Kiev alla Russia, e necessiti di una ristrutturazione tempestiva e completa, le radiazioni continuano ad essere stabili e nella norma. A riferirlo in una recente nota è stata l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), secondo cui la settimana scorsa i suoi esperti hanno cominciato l’ultima di una serie di valutazioni tecniche sulla sicurezza del New Safe Confinement (Nsc).
Lo scudo protettivo
Il New Safe Confinement, ricordiamo brevemente, è stato costruito con lo scopo di prevenire per almeno un secolo il rilascio di contaminanti radioattivi del reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl, distrutto durante il disastro del 1986. L’enorme struttura in acciaio, inoltre, racchiude il vecchio sarcofago, realizzato in acciaio e cemento, che era stato costruito attorno al reattore subito dopo il disastro e che nel 1996 si era deteriorato a tal punto da richiedere molte misure di stabilizzazione. La costruzione della nuova struttura Nsc di oltre 36 mila tonnellate e da 1,5 miliardi di euro è stata completata nel 2019.
Radiazioni stabili
Dieci mesi fa, ossia a febbraio 2025, Kiev ha accusato le truppe russe (anche se la Russia ha negato qualsiasi responsabilità) di aver colpito il New Safe Confinement, provocando un grave incendio nel suo rivestimento esterno. L’ultima missione di valutazione degli esperti, si legge nella nota dell’Aiea, ha confermato che l’Nsc aveva perso le sue principali funzioni di sicurezza, tra cui la capacità di confinamento, ma ha anche riscontrato che non ci sono danni permanenti alle sue strutture portanti o ai sistemi di monitoraggio. Inoltre, secondo un rapporto pubblicato a febbraio dall’agenzia dell’Onu, i livelli di radiazione all’interno e all’esterno del New Safe Confinement “restano normali e stabili” e non ci sono segnalazioni di perdite di radiazioni.
Sicurezza a lungo termine
Sulla base di questi risultati, quindi, l’Aiea raccomanda ulteriori lavori di ristrutturazione e protezione della struttura dell’Nsc. “Sono state eseguite solo limitate riparazioni temporanee sul tetto, ma resta essenziale un restauro tempestivo e completo per prevenire un ulteriore degrado e garantire la sicurezza nucleare a lungo termine”, ha esortato il direttore generale Rafael Mariano Grossi. Nel 2026, con il sostegno della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers), il sito di Chernobyl sarà sottoposto ad ulteriori riparazioni temporanee per favorire il ripristino della funzione di confinamento del Nsc, aprendo la strada al completo ripristino una volta terminato il conflitto. “L’Aiea – conclude Grossi – che ha una squadra permanente sul sito, continuerà a fare tutto il possibile per sostenere gli sforzi volti a ripristinare completamente la sicurezza nucleare nel sito di Chernobyl“.


