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A luglio, il senatore repubblicano dell’Ohio JD Vance è diventato il candidato vicepresidente di Donald Trump alle prossime elezioni presidenziali degli Stati Uniti. La mossa aveva diversi obiettivi più e meno dichiarati: mandare un segnale ai facoltosi sostenitori dell’ex presidente – come il mecenate di Vance, Peter Thiel –, presentare all’elettorato un volto più giovane di quello dell’ex presidente e tentare di conquistare gli elettori della classe operaia intorno ai quali Vance è cresciuto, come ha raccontato lui stesso nel suo bestseller Elegia americana.

Il piano è però naufragato quasi immediatamente quando sono venuti alla luce i commenti fatti da Vance in un’intervista a Fox News del 2021, in cui sosteneva che gli Stati Uniti sarebbero governati da “gattare senza figli infelici della loro vita e delle scelte che hanno fatto“. Immediatamente, è diventato chiaro che queste parole erano solo la punta dell’iceberg.

Tra le altre cose, in passato Vance ha suggerito che le persone che si trovano in matrimoni “violenti non dovrebbero divorziare. Quando in un’intervista del 2021 gli è stato chiesto se è giusto consentire l’aborto in caso di stupro o incesto, ha risposto dicendo che le gravidanze che ne derivano non dovrebbero essere viste come una scocciatura. Il candidato vice di Trump ha poi affermato che la deputata progressista Alexandria Ocasio-Cortez ha un “atteggiamento sociopatico nei confronti della famiglia“, attribuendole di aver detto che è “immorale fare figli per via delle preoccupazioni per il cambiamento climatico” (parole che non ha mai pronunciato). In un discorso del 2021 ha anche proposto di dare più voti alle persone con figli.Dobbiamo fare la guerra all’ideologia anti-bambini che ha preso piede nel nostro paese“, ha dichiarato al The Federalist in un’intervista del 2021.

Il filo con Andrew Tate

Vance e la campagna elettorale di Trump hanno cercato di liquidare queste affermazioni sostenendo che sarebbero state estrapolate dal contesto. Ma come molti altri commenti sulle donne da parte di Vance, Trump e dei loro alleati, esternazioni simili non nascono dal nulla. Al contrario, riprendono quasi alla lettera la retorica dell’influencer accusato di stupro e traffico di esseri umani Andrew Tate, oltre che dei membri della sua comunità misogina (Tate ha sempre negato le accuse che gli sono state mosse). Il comitato elettorale di Trump non si limita a ripetere passivamente i discorsi misogini della cosiddetta manosphere, gli angoli di internet che promuovono una cultura della mascolinità tossica e misoginia, ma si impegna attivamente per corteggiare i giovani uomini isolati, un fascia della popolazione americana che sia Trump che Vance cercano di avvicinare.

Gli esempi abbondano. Tate ha definito le donne che non vogliono figli miserabili e stupide stronze, affermando ai microfoni del podcast misogino Fresh and Fit, in un episodio poi cancellato da YouTube, che “la vita senza figli […] è vuota ed è un’idiozia“. “Se siete qui a pensare davvero che vi spaccherete di lavoro negli anni della fertilità e che a 54 anni non avrete pensieri suicidi, sole col vostro gatto, allora siete stupide“, continuava l’influencer.



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