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Unrwa, la messa al bando delle scuole lascia una generazione di giovani palestinesi senza istruzione

da | Giu 14, 2025 | Tecnologia


Visibilmente stanco e fortemente stressato per la situazione che da oltre un anno è quotidianamente costretto ad affrontare, Muawia Amar, capo del programma educativo dell’Unrwa in Cisgiordania, ci riceve dopo un incontro appena concluso con le comunità impattate dall’operazione militare israeliana. “Abbiamo avuto intimidazioni dal governo e dall’esercito israeliano per fare terminare le nostre attività educative, ma fino ad oggi stiamo continuando a lavorare”.

Se non c’è istruzione questi bambini – 50.000 solo in Cisgiordania – verranno educati in strada e diventeranno facile preda di gruppi estremisti che possono facilmente reclutarli” afferma Amar. “Tenerli dentro le scuole li terrà al sicuro, gli darà un futuro. Al contrario, lasciarli in strada sarà un disastro non solo per la Palestina, ma anche per Israele”.

Attualmente, ci sono oltre 660.000 ragazzi e ragazze che non vanno a scuola per il secondo anno consecutivo. Prima del 7 Ottobre 2023, l’Unrwa forniva apprendimento a metà di loro. Più a lungo i bambini stanno fuori dalla scuola, maggiore è il rischio che diventino una generazione perduta, preda di un radicalismo davvero facile a propagarsi. Come menzionato sullo stesso sito internet dell’agenziaQuesta è una bomba nel cortile di Israele. È una vittoria per tutti i bambini tornare a scuola, anche per la sicurezza e la stabilità di Israele”.

Fares e Fadi sono due adolescenti che hanno ancora la fortuna di poter andare a scuola nel campo profughi di Askar. Entrambi erano soliti partecipare alle manifestazioni di protesta e tirare pietre ai soldati Israeliani. Entrambi hanno visto un loro coetaneo cadere sotto i colpi di fucile di un soldato. “I soldati sono entrati e hanno aperto il fuoco indiscriminatamente. Muataz è stato colpito, poi lo hanno picchiato. Quando lo abbiamo potuto portare all’ospedale era troppo tardi“. A scuola e sul campo hanno imparato che protestare in quel modo non è d’aiuto alla causa. “Se la scuola chiude abbiamo paura di rimanere ignoranti. La scuola qui rappresenta tutto per noi” e l’istruzione è un arma concreta contro la radicalizzazione.

Il campo profughi di Askar e la stessa vicina città di Nablus sono tappezzati di manifesti di “Shahid”, la parola araba per “martire”. Giovani uomini che imbracciano un fucile e vestono la tradizionale Kefiah. Insegne luminose, celle votive e gadget nelle bancarelle del centro città ricordano tutti quei giovani uomini che, dopo essersi uniti ai movimenti di resistenza – Hamas, Jihad islamica – sono caduti per mano israeliana.

Una relazione del Parlamento europeo sottolinea l’importanza del ruolo che la scuola e l’istruzione possono svolgere nel prevenire la radicalizzazione. Sarà quindi la radicalizzazione il prezzo che il popolo palestinese, lo stesso stato di Israele e il mondo intero dovranno pagare per questa scellerata manovra che inevitabilmente porterà ad una riduzione dell’istruzione di parte del popolo palestinese?



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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