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La startup italiana STRADAai seconda al premio dell’innovazione UMEX NextGen

da Hardware Upgrade :

A Dubai si è recentemente tenuto UMEX SIMTEX 2024, evento interamente incentrato su droni, robotica, componenti e sistemi senza pilota. In concomitanza con la manifestazione si è svolta la competizione UMEX NextGen, con l’obiettivo di premiare le idee più innovative per il settore. 

A UMEX NextGen si sono sfidate 20 startup provenienti da 7 Paesi del mondo, Italia compresa, rappresentata da STRADAai, realtà innovativa italiana specializzata nel controllo dinamico dei voli di droni tramite applicazioni digitali, che si è classificata al secondo posto.   

Il progetto di STRADAai

Partiamo dal contesto: i dati EASA (European Union Aviation Safety Agency) evidenziano che in Europa al 2023 sono registrati 1.500.000 droni ed in Italia circa 90.000. Nel 2030 si arriverà secondo le stime a quasi 3 milioni di droni nei cieli europei e 164.000 in quelli italiani. 

L’idea della startup italiana è quella di supportare le operazioni con droni e i servizi U-space, mettendo a disposizione degli operatori soluzioni all’avanguardia di intelligenza artificiale come UTM, Digital Twin, BIM e Realtime 3D Mapping. In collaborazione con Aloft, STRADAai facilita l’integrazione sicura dei sistemi di aeromobili senza equipaggio (UAS) nello spazio aereo. Comprende servizi come la gestione del traffico UAS (UTM), la pianificazione del volo, il geofencing, la comunicazione, l’identificazione remota e l’integrazione con la gestione del traffico aereo. Collegando tecnologie come i sensori UAS, l’avionica, la comunicazione dei dati e l’elaborazione dei dati.

All’atto pratico, le applicazioni di questa tecnologia permettono di utilizzare in maniera efficace i droni per innovare svariati settori: analisi aeree delle infrastrutture, agricoltura di precisione, sorveglianza di sicurezza, servizi di emergenza, arrivando anche alle consegne di pacchi tramite droni.  

Questo premio rappresenta il coronamento del nostro impegno. L’obiettivo che ci siamo posti fin dalla nascita di STRADAai è quello di diventare leader non solo nel mercato italiano o europeo ma anche in quello africano e del Medio Oriente nella fornitura di servizi legati alla gestione dello spazio aereo per i droni U-space”, afferma Giulio Segurini founder e CEO di STRADAai. 

Un premio che certifica il valore del nostro progetto– commenta Simone Menicucci, founder e Head of Regulatory Affairs di STRADAai. “La normativa sul controllo dei voli è ormai una realtà ed infatti qualunque operatore droni che voglia lavorare all’interno dello U-space è obbligato ad appoggiarsi ad un fornitore che offra specifici servizi. STRADAai, grazie anche alla collaborazione con il nostro partner statunitense Aloft, che gestisce il 90% del mercato delle autorizzazioni al volo dei droni in Usa, dispone dell’unica piattaforma pronta già da ora ad offrire tutti i servizi necessari”.

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Robot, il primo che si muove come una pianta rampicante



Da Wired.it :

Un team di ricerca dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova ha recentemente presentato un innovativo robot chiamato FiloBot, ispirato alle piante rampicanti, capace di costruire il proprio corpo in modo autonomo grazie a una tecnica di stampa 3D integrata. Descritto in dettaglio in un articolo sulla rivista scientifica Science Robotics, il FiloBot utilizza una termoplastica per la crescita, permettendo al robot di adattare passivamente la sua forma all’ambiente circostante.

La mente dietro questo progetto è quella di Barbara Mazzolai, a capo del laboratorio Bioinspired soft robotics di Iit di Genova. L’ispirazione, fa sapere la ricercatrice, è giunta dall’osservazione delle strategie di esplorazione delle piante rampicanti che si muovono nell’ambiente attraverso la divisione cellulare e l’allungamento implementato alle estremità dei germogli e delle radici in risposta a stimoli esterni, come luce o gravità. “La natura sessile delle piante ci porta a pensare che non si muovano. Al contrario, si muovono continuamente in modo mirato, efficace ed efficiente, ma su una scala temporale non facilmente percepibile dall’essere umano se non attraverso strumenti di osservazione, come ad esempio il time-lapse”, commentano Barbara Mazzolai ed Emanuela Del Dottore, prima autrice dello studio.

Il FiloBot, nato nell’ambito del progetto europeo GrowBot, è in grado di fare lo stesso: infatti è progettato per crescere dalla sua testa robotizzata sfruttando una tecnica di stampa 3D additiva. Questo processo consente al robot di adattare la sua forma in modo passivo, rispondendo alle caratteristiche dell’ambiente che lo circonda. Equipaggiato con sensori che replicano le capacità sensoriali delle piante, il FiloBot è in grado di percepire la forza di gravità e il tipo di luce circostante, guidando attivamente la direzione della sua crescita.

Queste caratteristiche del FiloBot lo rendono idoneo per una vasta gamma di applicazioni, tra cui l’esplorazione di ambienti complessi, il monitoraggio ambientale e la perlustrazione di aree difficili da raggiungere. L’utilizzo di una combinazione di adattamento passivo e attivo riduce i costi energetici e di materiale, aprendo la strada a un futuro in cui robot autonomi possono esplorare e adattarsi in modo efficiente a contesti ambientali mutevoli e sconosciuti.



[Fonte Wired.it]

La soluzione di Elon Musk per abbassare i prezzi delle Tesla

Da Punto-Informatico.it :

Tesla è un’azienda leader nel settore dei veicoli elettrici, che ha saputo conquistare il pubblico con i suoi modelli innovativi e performanti. Tuttavia, per competere con i produttori cinesi, che offrono auto elettriche a prezzi più bassi, Tesla ha deciso di lanciare un nuovo progetto: Redwood. Si tratta di una nuova gamma di veicoli elettrici più accessibili, che richiederà però uno sforzo enorme in termini di produzione e di condizioni di lavoro.

Redwood: il progetto di Tesla per un’auto elettrica da 25.000 dollari

Tesla ha annunciato all’inizio di gennaio 2024 di essere al lavoro su un nuovo progetto chiamato Redwood. L’obiettivo è quello di offrire una gamma di auto elettriche più accessibile per conquistare un nuovo pubblico, che non può permettersi i modelli attuali. I primi modelli di Redwood dovrebbero uscire dalle fabbriche nel 2025 con un prezzo di 25.000 dollari, molto meno della Model Y, che è stata l’auto più venduta al mondo nel 2023 e che costa 46.990 dollari.

Redwood sarà probabilmente un crossover compatto, che si baserà su una nuova piattaforma tecnologica, in grado di ridurre i costi di produzione. Tesla prevede di produrre 10.000 unità alla settimana di Redwood, che sarà assemblata nella Gigafactory in Texas e forse anche in altri siti nel mondo.

La cultura lavorativa “ultra hardcore” di Elon Musk

Per realizzare il progetto Redwood, Tesla dovrà affrontare una sfida produttiva molto impegnativa, che richiederà un grande sacrificio da parte dei suoi dipendenti. Elon Musk, il CEO di Tesla, ha infatti dichiarato ai suoi dipendenti che dovranno “dormire alla catena di montaggio”, secondo quanto riportato da Business Insider.

Non è la prima volta che Elon Musk impone ai suoi dipendenti una cultura lavorativa “ultra hardcore”, basata su ritmi frenetici, scadenze irrealistiche e pressioni elevate. Questa cultura lavorativa è stata spesso criticata per i suoi effetti negativi sulla qualità, sulla sicurezza e sul benessere dei lavoratori. Inoltre, Musk ha spesso fatto promesse troppo ambiziose, e persino fuorvianti, secondo i tribunali, riguardo ai suoi progetti e ai suoi prodotti.

Resta da vedere se Musk sarà in grado di mantenere le sue promesse sul progetto Redwood e se sarà disposto a seguire lui stesso le condizioni di lavoro che impone ai suoi dipendenti…



Fonte Punto Informatico Source link

La Fiat 500 gialla di Mission Impossible aveva un motore Tesla da 500 CV

da Hardware Upgrade :

Chi ha seguito la lavorazione di Mission Impossible Dead Reckoning sa probabilmente dei diversi stunt che il protagonista Tom Cruise ha voluto ancora una volta svolgere in prima persona. Sicuramente il più pericoloso è stato il salto nel vuoto con la moto, scena che ha richiesto ore ed ore di allenamento, ma c’è un’altra sequenza che ha attirato l’attenzione degli spettatori.

Stiamo parlando dell’inseguimento ambientato a Roma, con Ethan Hunt al volante di una Fiat 500 gialla, il modello storico ovviamente, che sfreccia per le vie della capitale in un modo che è apparso un po’ sopra le sue reali possibilità. A svelare il trucco è stato Neil Corbould, supervisore degli effetti speciali del film.

Intervistato dal Daily Mail, l’esperto ha spiegato che la sequenza inizialmente doveva essere più semplice, ma quando Tom Cruise ha visto la vettura se ne è innamorato, trovandola “fantastica”, e con gli sceneggiatori ha studiato una scena più d’impatto.

Ne è nata quindi la sequenza che ormai tutti conoscono, con Cruise che esegue dei drift, come al suo solito senza l’aiuto degli stunt men. Ma la piccola 500 gialla ha dato un contributo fondamentale, grazie alle modifiche apportate al veicolo. Secondo Corbould, infatti, sotto il cofano c’era un motore progettato da Tesla (non sappiamo se appositamente creato, o solo “trapiantato”) con una potenza di 500 CV. Non sono stati rivelati altri dettagli sulla vettura, come ad esempio la batteria necessaria per supportare un motore del genere. Non sappiamo neanche se il suono del motore termico sia stato ricreato in postproduzione.

Mission Impossible Dead Reckoning è stato nominato all’Oscar per i migliori effetti visivi e il miglior sonoro.

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Il Giappone sta finalmente eliminando i floppy disk dalla burocrazia



Da Wired.it :

Forse non tutti sanno che in Giappone si utilizzano ancora i floppy disk come supporto standard per salvare e condividere documenti in buona parte dei protocolli burocratici della pubblica amministrazione. Tuttavia, i tempi stanno finalmente cambiando e il Sol Levante si prepara a dire addio a una tecnologia ormai più che obsoleta, che si è trascinata per mezzo secolo fino al 2024 con innumerevoli difficoltà vista una sempre più complicata reperibilità e uno spazio di archiviazione ormai improponibile. A dare la svolta è stato il ministro per gli affari digitali Tarō Kōno.

Giappone terra di tecnologia e anche di passione vintage, a volte anche troppo. I floppy disk, assieme anche ai cd e persino ai mini disk, sono ancora utilizzati per procedure burocratiche come la partecipazione a bandi oppure per l’invio ufficiale di notifiche in settori come quelli militari, dell’estrazione mineraria oppure nell’aeronautica. Il ministro Tarō Kōno ha dato da subito battaglia per svecchiare un settore stagnante come quello della pubblica amministrazione, eliminando supporti fisici obsoleti per l’archiviazione e anche l’uso ancora importante di carta. Il Ministero dell’Economia e del Commercio sta iniziando a eliminare le richieste di floppy disk in alcune ordinanze, spostando gradualmente l’iter all’online e al digitale. Per il momento la “rivoluzione” coinvolge soltanto 34 procedure su un totale di quasi 2000, ma è un primo importante passo che veniva richiesto da anni.

Il cambiamento è impellente, perché lo spazio di archiviazione da 1.4 MB offerto dai dischetti non è sufficiente per salvare nemmeno una foto a bassa risoluzione e le scorte dei floppy disk andranno rapidamente a esaurirsi. Governo e aziende stanno raccattando lotti ben consci che presto non saranno più disponibili: uno degli ultimi produttori di spicco come Sony, ha infatti abbandonato la produzione già nel 2011. Il futuro sarà dunque quello di una completa digitalizzazione della pubblica amministrazione sfruttando piattaforme online e cloud.



[Fonte Wired.it]

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