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TSMC si prepara al cambio al vertice: il presidente Dr. Mark Liu pronto alla pensione

da Hardware Upgrade :

TSMC ha reso noto che il Dr. Mark Liu, attuale presidente (chairman) della società taiwanese, andrà in pensione nel 2024, dopo l’annuale meeting con gli azionisti. Al suo posto dovrebbe subentrare l’attuale vice chairman, il Dr. C.C. Wei, dopo un’elezione – caldeggiata dal consiglio – che si terrà nel giugno del prossimo anno.

Dr. Mark Liu

Il Dr. Mark Liu è nell’organico di TSMC dal 1993 e ha assunto il ruolo di chairman dopo l’addio del fondatore Dr. Morris Chang nel giugno 2018. Wei, che ha un dottorato in ingegneria elettronica alla Yale University, è nel consiglio dal 2017 e in TSMC dal 1998.

Gli ultimi 30 anni con TSMC sono stati per me un viaggio straordinario. Desidero estendere i miei più sinceri ringraziamenti al nostro team di incredibile talento che ha reso l’azienda il leader globale che è oggi“, ha affermato il presidente di TSMC, Dr. Mark Liu.

È stato un privilegio ricoprire la carica di presidente dopo il nostro leggendario fondatore, il dottor Morris Chang, per un’impresa così famosa in tutto il mondo. Ora vorrei dedicare i miei decenni di esperienza nei semiconduttori ad altri scopi, trascorrere più tempo con la mia famiglia e iniziare il prossimo capitolo della mia vita. […] Sono fiducioso che TSMC continuerà a ottenere risultati eccezionali negli anni a venire“.

Dr. C.C. Wei

La scelta del consiglio di amministrazione di TSMC di spingere per mettere al timone il Dr. C.C. Wei dopo Mark Liu è votata a garantire una continuità operativa e di visione.

TSMC è attualmente il primo produttore di semiconduttori per conto terzi e si sta aprendo all’Occidente con importanti investimenti negli Stati Uniti, Giappone e in Europa sulla spinta di richieste sempre più pressanti da parte dei suoi clienti, Apple e NVIDIA su tutti.

Allo stesso tempo, TSMC dare la sensazione di essere meno legata all’area asiatica, in modo da non perdere quei clienti – in favore di Samsung e Intel – che temono interruzioni improvvise di una filiera troppo concentrata geograficamente, a causa delle tensioni geopolitiche con la Cina e/o l’arrivo di un’altra pandemia.

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Brembo Ventures investe sulle migliori startup mondiali



Da Wired.it :

Brembo è un’azienda che prevede, gestisce e controlla il rischio, perché un impianto frenante in fondo è il principale alleato per la sicurezza di un pilota. Così è per Brembo Ventures, l’unità di venture capital creata un anno fa per investire capitale (di rischio) nelle migliori startup tecnologiche globali con l’obiettivo di accelerare l’innovazione dei prodotti e dei processi produttivi dell’azienda. Si parla di un’azione strategica nei confronti di opportunità di innovazione che possano nascere da realtà con idee nei campi dell’intelligenza artificiale, dei big data, della sensoristica, della meccatronica, dell’efficienza energetica, dei nuovi materiali e della sostenibilità.

Brembo Ventures è anche e soprattutto un’antenna che coglie i segnali che arrivano dal mercato“, sottolinea l’amministratore delegato di Brembo, Daniele Schillaci. Non a caso una parte significativa del lavoro è quella della ricerca delle startup, dopodiché si passa a una fase di conoscenza che può concretizzarsi poi in un ingresso nel capitale. L’ultimo passaggio è quello del lavoro congiunto per impostare i progetti di sviluppo, tecnologico o di processo.

L’obiettivo di Brembo rimane comunque quello di creare ecosistemi di startup nell’ambito dei quali sviluppare progetti innovativi, mettendo a fattor comune diverse competenze. “La peculiarità di Brembo Ventures è che investe in startup con le quali può lavorare direttamente. Non si tratta di investimenti puramente finanziari. L’obiettivo è lo sviluppo tecnologico. L’azienda dal canto suo dà alle startup la possibilità di accelerare lo sviluppo delle loro idee innovative fornendo non solo le risorse economiche, ma anche il personale, le tecnologie, l’esperienza e i processi di un grande gruppo globale“, spiega Schillaci.

Le startup su cui ha puntato Brembo Ventures

PhotonPath, Agade, Infibra Technologies e Petroceramics sono le prime startup in cui Brembo Ventures ha creduto. Nello specifico PhotonPath e Infibra si occupano di prodotti basati sulla fotonica integrata. Agade realizza esoscheletri. “Petroceramics è una delle realtà più avanzate in Europa nel campo dei materiali ceramici tecnici. Oltre a queste, Brembo ha avviato collaborazioni con ulteriori startup a livello globale su specifici progetti di ricerca“, prosegue l’ad.

Purtroppo, in questa fase non si possono ancora divulgare molti dettagli poiché Brembo sta collaborando su veri e propri progetti di ricerca che hanno lo scopo di digitalizzare i sistemi frenanti dell’azienda. “Un filone interessante in questo senso riguarda la sensoristica, applicata ai freni. Uno sviluppo di questa natura porterebbe evidenti benefici. Da una parte, i sistemi frenanti diventerebbero capaci di riconoscere l’ambiente circostante e adattarsi di conseguenza“, sottolinea Schillaci. Si pensi ad esempio alla possibilità di interpretare il tipo di asfalto o terreno su cui un veicolo viaggia – quindi se accidentato, secco o bagnato – e adattare il comportamento del sistema frenante di conseguenza. Allo stesso tempo questa capacità analitica consentirebbe di raccogliere dati importanti sul sistema frenante stesso, come temperatura o altri parametri, per agevolare in un secondo momento l’innovazione e il design al fine di garantire maggiori performance, più sicurezza e in definitiva una migliore esperienza di guida.

Connettività è una parola chiave. Il settore automotive viaggia a grande velocità verso tecnologie sempre più connesse. Per questa ragione, anche nell’ambito dei lavori che Brembo svolge con le startup, l’azienda esplora le tecnologie del cosiddetto V2X o vehicle-to-everything, il sistema di comunicazione tra un veicolo e tutto ciò che lo circonda“, conclude Schillaci.

La prospettiva futura infatti è che lo scambio di dati fra veicoli e anche l’ambiente circostante diventi diffuso grazie anche al contributo del 5G. In tal senso il sistema frenante – uno dei principali sistemi di sicurezza per un veicolo – diventerà un nodo di questo ecosistema e potrà a sua volta comunicare e scambiare dati, a beneficio di strade più sicure ed esperienze di guida migliori.



[Fonte Wired.it]

Google pagherà 700 milioni di dollari per chiudere la causa antitrust sul Play Store

da Hardware Upgrade :

Google ha accettato di pagare 700 milioni di dollari per chiudere una causa antitrust intentata da 36 stati degli Stati Uniti e dal Distretto di Columbia in merito alle politiche sul Play Store di Android. L’accordo, annunciato luned, prevede che Google verser 630 milioni in un fondo di compensazione a beneficio dei consumatori e 70 milioni in un fondo destinato agli Stati firmatari.

La causa, presentata nel luglio 2021, accusava Google di abusare della sua posizione dominante nel mercato delle app per dispositivi Android imponendo commissioni eccessive agli sviluppatori. L’accordo prevede che Google applichi alcune modifiche alle policy del Play Store per affrontare queste preoccupazioni.

In particolare, Google consentir agli sviluppatori di utilizzare sistemi di pagamento alternativi al servizio di fatturazione di Google, bypassando cos le commissioni fino al 30% imposte dal colosso di Mountain View. Gli sviluppatori potranno anche mostrare diverse opzioni di prezzo agli utenti al momento dell’acquisto. Questa pratica, nota come “User Choice Billing”, verr estesa a tutti gli Stati Uniti.

Inoltre, Google semplificher il processo di sideloading, ovvero l’installazione di app al di fuori del Play Store, e aggiorner il linguaggio per informare gli utenti dei potenziali rischi di sicurezza. Verranno anche chiarite le policy che consentono ai produttori di preinstallare app store alternativi a quello di Google.

L’azienda di Mountain View ha commentato: “Siamo lieti di risolvere il nostro caso con gli Stati e di portare avanti un accordo che include questi miglioramenti, che aiuteranno a far evolvere Android e Google Play a vantaggio di milioni di sviluppatori e miliardi di persone in tutto il mondo”.



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Volkswagen ripristina i pulsanti fisici, più comodi del touch secondo gli utenti



Da Wired.it :

Non sempre modernità fa rima con comodità e la tecnologia può talvolta compiere un passo indietro: Volkswagen ha rivisto gli interni del concept elettrico ID.2all riportando in plancia un elemento del passato come i pulsanti fisici. Le versioni preliminari della vettura elettrica erano infatti votate a un abitacolo minimalista e tutto touchscreen, con comandi a portata di polpastrello. Una soluzione molto gradevole all’occhio, che però non sembra aver riscontrato il giusto gradimento da parte degli utenti. E il cliente ha sempre ragione.

Ad accorgersi del cambiamento è stato lo staff di Autocar, che ha visitato lo studio di design Volkswagen a Copenhagen in Danimarca, notando come gli interni del concept ID.2all di vettura elettrica a basso costo fossero differenti dalle prime immagini. Al posto di una plancia del tutto sgombra di pulsanti ci sono ora diversi tasti per controllare varie opzioni della vettura dalla multimedialità alla climatizzazione. Interrogato sul motivo, il designer di VW, Darius Watola, ha commentato affermando che si sta seguendo un nuovo approccio su tutti i prossimi modelli che segue i feedback degli utenti, che, soprattutto in Europa, preferiscono i tasti fisici. Insomma, un dietrofront rispetto a quanto visto di recente su vetture uscite in commercio come Mk8 Golf e ID.3 dove i display tattili dominavano. Lo stesso amministratore delegato del brand tedesco, Tomas Schäfer, aveva affermato lo scorso giugno come l’uso smodato dei touch aveva causato non pochi danni nel gradimento generale, richiedendo di ripristinare i pulsanti sul volante.

La scelta di Volkswagen non stupisce, basti pensare all’addio prematuro al MacBook Pro con la famigerata Touch Bar mai entrata in sintonia con il pubblico. I tasti fisici sono ancora molto apprezzati nel 2023 dato che restituiscono una sensazione tattile che per il momento nessun display touch può emulare. Non è un caso che si utilizzino spesso soluzioni-surrogati come le vibrazioni o feedback aptico per rendere più tridimensionale il contatto.



[Fonte Wired.it]

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