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Equo compenso: AGCOM vince contro Meta

Da Punto-Informatico.it :

Il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza del TAR del Lazio che aveva sospeso l’applicazione del regolamento sull’equo compenso approvato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), in seguito al ricorso presentato da Meta. L’azienda di Menlo Park e tutte le piattaforme online dovranno ora rispettare le norme in attesa della decisione della Corte di Giustizia dell’Unione europea (CGUE).

La vicenda nasce con l’approvazione del decreto legislativo n. 177 dell’8 novembre 2021 (in vigore dal 12 dicembre 2021) che recepisce la direttiva UE 2019/790 sul diritto d’autore. AGCOM ha successivamente approvato il regolamento che stabilisce i criteri per il calcolo dell’equo compenso da versare agli editori per i contenuti pubblicati dalle piattaforme online.

Meta aveva presentato ricorso al TAR del Lazio per chiedere la sospensione del regolamento AGCOM. A metà dicembre 2023, il tribunale amministrativo di primo grado ha dato ragione all’azienda di Menlo Park, chiedendo l’intervento della CGUE. AGCOM ha quindi presentato ricorso al Consiglio di Stato insieme alla FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali).

Oggi il tribunale amministrativo di secondo grado ha accolto il ricorso di AGCOM, annullando la sentenza del TAR. Il regolamento sull’equo compenso può essere quindi applicato in attesa della sentenza della CGUE. Meta e le altre piattaforme online dovranno concordare la giusta remunerazione con gli editori, tenendo conto dei parametri indicati nel regolamento.

Se la CGUE stabilirà che il regolamento è incompatibile con le leggi dell’Unione europea, le piattaforme potranno chiedere il rimborso delle somme versate agli editori.



Fonte Punto Informatico Source link

Microsoft, problemi infiniti con i cybercriminali russi



Da Wired.it :

Ancora problemi tra Microsoft e il gruppo di cybercriminali filorussi Midnight Blizzard che lo scorso novembre ha fatto irruzione negli account di posta elettronica dei dirigenti senior della compagnia, riuscendo a mettere le mani su una serie di dati altamente sensibili e riservati. Lo scorso venerdì, infatti, Microsoft ha dichiarato pubblicamente che i criminali informatici sono riusciti a rubare alcuni dei “segreti” condivisi nelle comunicazioni email tra l’azienda e clienti non specificati – come password, certificati e chiavi di autenticazione -, affermando di essersi già messa in contatto con le vittime della violazione “per aiutarli ad adottare misure di mitigazione”.

L’attacco in corso di Midnight Blizzard è caratterizzato da un impegno prolungato e significativo delle risorse, del coordinamento e della concentrazione dell’autore della minaccia – scrive Microsoft in un aggiornamento sulla situazione pubblicato sul suo blog ufficiale – Potrebbe utilizzare le informazioni ottenute per accumulare un quadro delle aree da attaccare e migliorare la sua capacità di farlo”. La situazione, quindi, sembrerebbe essere preoccupante. Soprattutto considerando che sono moltissime le realtà istituzionali e aziendali che dipendono direttamente dalla rete cloud di Microsoft. “Ciò ha enormi implicazioni per la sicurezza nazionale – ha commentato Tom Kellermann della società di sicurezza informatica Contrast Security -. I russi ora possono sfruttare gli attacchi alla catena di fornitura contro i clienti di Microsoft”.

Il vero problema, a quanto pare, sta anche nella cattiva gestione della situazione da parte della compagnia, che in passato non è stata molto chiara sugli attacchi subiti – e soprattutto sui rischi rappresentati dalle violazioni. A novembre dello scorso anno, per esempio, Microsoft si è limitata a dichiarare che i cybercriminali erano entrati nel suo sistema di posta elettronica aziendale, senza specificare quanti account erano stati davvero compromessi. Nelle comunicazioni successive, poi, ha ammesso di essere riuscita ad arginarne l’attività soltanto a gennaio, quando oramai i criminali erano riusciti a entrare in possesso di tutti i dati di cui avevano bisogno. Insomma, la società non sembra essere riuscita a fronteggiare la situazione al meglio.



[Fonte Wired.it]

Amazon riduce i tempi di restituzione dei prodotti elettronici

Da Punto-Informatico.it :

Amazon offre un periodo di tempo per restituire i prodotti acquistati sulla sua piattaforma, nel caso in cui il consumatore non sia soddisfatto. Recentemente, l’e-commerce ha introdotto anche un’etichetta “articolo restituito frequentemente sui prodotti che vengono spesso resi dai clienti. Anche i prodotti elettronici possono essere restituiti, con un periodo di 30 giorni per cambiare idea e rispedirli al gigante dell’e-commerce.

Riduzione del periodo di restituzione per i prodotti elettronici

Questo lasso di tempo consente di avere il tempo necessario per provare i prodotti. Tuttavia, Amazon ha deciso di accorciare drasticamente il periodo di restituzione per i dispositivi elettronici. In un messaggio ai venditori del suo marketplace, l’azienda rivela che il periodo di recesso per i prodotti elettronici è stato ridotto da 30 a 14 giorni, il minimo previsto dalla legge sul diritto di recesso dei consumatori.

Prodotti elettronici interessati dalla nuova policy

La modifica entrerà in vigore dal 25 aprile. Fotocamere, PC, Blu-Ray, router, videogiochi e altri prodotti elettronici non saranno più rimborsati se superato il limite dei 14 giorni. Amazon ha confermato le nuove scadenze all’agenzia di stampa Spiegel, precisando che la politica e la data di restituzione continueranno a comparire chiaramente nella descrizione del prodotto.

È importante sottolineare che alcuni prodotti elettronici saranno esenti dalla nuova politica di restituzione. Per i seguenti articoli, il periodo di restituzione rimane di 30 giorni:

  • Box TV
  • Tablet Amazon Fire
  • Televisori
  • Apparecchi ricondizionati

Pro e contro della nuova politica Amazon

Questa mossa consentirà ad Amazon di abbassare in modo significativo il tasso di restituzione e realizzare importanti risparmi logistici e di gestione resi. Tuttavia, il cambiamento avrà un impatto negativo sui clienti, che avranno molto meno tempo per valutare e decidere se tenere o restituire un prodotto elettronico acquistato.

Molti non sono d’accordo con questa nuova policy restrittiva che obbliga a prendere una decisione più rapida su articoli costosi e complessi come laptop, smartphone, console. Amazon probabilmente punta a disincentivare i resi facili da parte di alcuni clienti, ma il rischio è quello di generare insoddisfazione in buona parte della clientela.



Fonte Punto Informatico Source link

iPhone 16 Pro, nuove immagini mostrano come sarà il tasto Cattura per la fotocamera

da Hardware Upgrade :

Le voci sui prossimi modelli di punta di iPhone si fanno sempre più insistenti, anche se mancano ancora parecchi mesi al lancio. Secondo quanto ormai si vocifera da tempo, iPhone 16 Pro promette di adottare alcune chicche per gli appassionati di fotografia.



Una delle caratteristiche più attese sarà il nuovo pulsante “Cattura”, posizionato sul lato sinistro della scocca, che probabilmente servirà anche ad accedere alla fotocamera. Questo pulsante, dotato di funzionalità touch capacitive, consentirà agli utenti anche di regolare facilmente i livelli di messa a fuoco e zoom, oltre a scattare foto e registrare video con un semplice tocco. Un’innovazione che promette di rendere l’esperienza fotografica più intuitiva e coinvolgente.


Il nuovo tasto “Cattura” di iPhone 16 Pro appare nei render CAD

La novità è stata avvistata all’interno di nuovi render CAD pubblicati da 91Mobiles, che mostrano diverse caratteristiche salienti sul nuovo modello. Un altro cambiamento significativo riguarda le dimensioni dello smartphone, leggermente aumentate rispetto al predecessore: 149,6 x 71,4 x 8,4 mm sono quelle riportate nel nuovo leak. Lo smartphone avrà un rapporto schermo-cornici leggermente migliorato, tuttavia il display sarà di 6,3 pollici, 0,2 in più rispetto ai 6,1 pollici di iPhone 15 Pro. Anche il modello Pro Max subirà un aumento delle dimensioni, con il suo display che passerà da 6,7 a 6,9 pollici.



Per quanto riguarda i materiali, i leak suggeriscono che iPhone 16 Pro seguirà le orme del suo predecessore, adottando una scocca in titanio. Non ci saranno invece differenze per quanto riguarda la Dynamic Island in termini di dimensioni: il foro nel display, infatti, rimarrà inalterato sui nuovi modelli. Secondo rumor recenti, inoltre, Apple potrebbe scegliere una batteria da 3355mAh su iPhone 16 Pro, leggermente più grande rispetto a quella da 3274mAh del modello attuale.

Ovviamente, trattandosi di indiscrezioni, è bene prendere queste informazioni con le dovute precauzioni. Il lancio è previsto per la prossima stagione autunnale, come al solito per i flagship della Mela, ed è probabile che alcuni dei piani dell’azienda vengano modificati o ridimensionati prima della distribuzione effettiva dei nuovi modelli.


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Haiti, cosa sta succedendo | Wired Italia



Da Wired.it :

Parte del personale diplomatico degli Stati Uniti, dell’Unione europea e l’ambasciatore della Germania hanno evacuato Haiti, piccolo paese dei Caraibi dove da oltre un mese sono in atto violenti scontri tra la polizia e le bande criminali che vogliono rovesciare il governo del paese. La crisi politica e di sicurezza, in corso da quasi 3 anni, è degenerata il 29 febbraio 2024 quando i gruppi armati hanno attaccato la capitale, Port-au-Prince.

Diego Da Rin, specialista dell’International crisis group, ha spiegato al Guardian che ad Haiti sta avvenendo “un’insurrezione armata con gruppi criminali precedentemente rivali che hanno unito le forze per mettere in ginocchio lo stato e presentarsi come insorti”. Non è chiaro come verrà risolta l’attuale crisi, né quali attori politici ed economici siano dietro il tentativo di rovesciare il governo di Haiti, retto da 3 anni dal presidente ad interim Ariel Henry, dopo l’assassinio del presidente eletto Jovenel Moïse.

Come riportano le Nazioni Unite, nel corso del 2023 le bande criminali avevano già assunto il controllo di circa l’80% della capitale attraverso una strategia di violenza capillare che ha causato 4 mila morti, 3 mila rapimenti e aumentato le violenze sessuali. Più di 300mila persone sono state sfollate, di cui circa 15mila solo nella prima settimana di marzo, metà degli haitiani sta soffrendo la fame, i servizi di base, come elettricità o l’acqua potabile, sono inaffidabili e il servizio sanitario è vicino al collasso per i troppi feriti da arma da fuoco, la mancanza di personale e di forniture mediche.

Dal 29 febbraio, le bande hanno attaccato e preso il controllo di diverse stazioni di polizia di Port-au-Prince, dello stadio e del principale scalo merci del porto, incendiato la sede del ministero dell’Interno e preso d’assalto due prigioni da cui sono evasi migliaia di detenuti. Le forze dell’ordine sono ormai in ginocchio e secondo le Nazioni Unite ci sono meno di 10 mila agenti attivi in tutto il paese, mentre per contenere la situazione ne servirebbero almeno il triplo. Circa 1.600 poliziotti si sono dimessi lo scorso anno e molti di loro sembra si siano uniti alle bande criminali.

Chi comanda le bande

Nel corso delle violenze è emersa la figura di Jimmy Chérizier, un ex ufficiale di polizia noto per metodi brutali e conosciuto come Barbecue. Il soprannome sembra derivare dalla sua tendenza a bruciare persone vive, anche se lui sostiene venga dal ristorante di pollo fritto della madre. Nel 2020 ha lasciato le forze dell’ordine per diventare il capo della cosiddetta G9 an fanmi, G9 e famiglia, una coalizione di nove influenti bande armate della capitale. Ha promesso di destituire l’attuale governo e che gli scontri continueranno fino a quando Henry non si sarà dimesso.



[Fonte Wired.it]

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