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City of Angels era qualcosa di più di un banale melò (ma non è stato capito)
| Wired Italia

City of Angels era qualcosa di più di un banale melò (ma non è stato capito) | Wired Italia



Da Wired.it :

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Paradossi e contraddizioni

City of Angels a suo tempo fu definito dalla critica come un’operazione puramente commerciale, una sorta di sacrilegio ad un grande affresco metafisico e culturale europeo. Ma davvero era così? Davvero concentrarsi sui sentimenti significa parlare solo di quelli? Una visione che appare viziata da un’intolleranza verso una volontà, da parte di Silberling, di far trionfare il qui rispetto all’altrove. Il paradosso è che in più momenti, il film pare quasi suggerire il contrario, ma ad uno sguardo più attento, ciò che fa Seth è cercare in tutti i modi di staccarsi dal concetto di immortalità lontana dall’umanità, e godere dell’ora e adesso, di questo mondo così fugace e incontrollabile. Era del resto un momento in cui ancora imperava la New Age, in perfetto contrasto con la volontà di una spiritualità alternativa ai dogmi che avevano dominato fino a quel momento. E di tutto questo tribolare era simbolo tanto Seth quanto Maggie

Non si vuole qui assolutamente fare a gare tra due opere completamente diverse a livello di concezione artistica, ma anche di semantica e semiotica. Tuttavia, City of Angels è tutto tranne che un film superficiale, soprattutto all’interno di quell’universo che furono le varie commedie o drammi romantici, che proprio negli anni ’90 conobbero un’impennata non sempre accompagnata da una qualità all’altezza. Harry ti presento Sally, Pretty Woman, Notting Hill, Un Amore Tutto Suo, erano film che seguivano trame spesso scontate e poco audaci. Il paradosso è che proprio lei, Meg Ryan, la fidanzatina d’America, avrebbe conosciuto una popolarità unica con questo genere, di cui questo film fu anche un tentativo innegabile di elevazione. Nicolas Cage, se oggi è alle prese con una carriera meravigliosamente anarchica e sopra le righe, all’epoca era soprattutto un sex symbol e un divo d’azione afflitto da mancanza di considerazione. In City of Angels aveva una recitazione sotto le righe, vulnerabile, per uno dei personaggi più belli della sua carriera.

Seth si muove continuamente verso l’illuminazione, lo fa con un continuo scendere verso il basso, anche dentro il mare, cercando la verità nell’essere umano e nella nostra concezione di divino. Di base egli scappa da un recinto, da una prigione, ma senza il crollo corruttore di cui parlava l’Avvocato del Diavolo per esempio, così come era Bruno Ganz per Wenders, non rinnega ciò che è stato ma devo lasciarlo per essere altro. In questo, City of Angels, pur se privo della grazia delle parole create per Wenders da Peter Handke, rimane un racconto essenziale di riscoperta personale del senso della vita. Vale anche per Maggie, che grazie a Seth riuscirà a trovare di nuovo gioia nella vita, qualcosa magari di molto hollywoodiano ma non per questo disprezzabile. Se il Cielo Sopra Berlino ci mostrava la capitale tedesca dove ancora aleggiava il puzzo della morte, della distruzione, la pesante divisione in parte est ed ovest che di lì a poco sarebbe caduto, il film di Silberling spostava il tutto nell’America in perenne cambiamento.

L’insieme era ambientato non nella Grande Mela, la città cinematografica per eccellenza degli Stati Uniti, ma nella città degli angeli per l’appunto, il simbolo di contrapposizione più forte che l’America abbia. Alle macerie del sogno nazionalsocialista, qui si contrapponeva una città che era adornata da tramonti meravigliosi, descritta da quelle tinte quasi irreali, che sembravano uscite degli spot pubblicitari, dai videoclip, dal cinema anni ‘90 che rivoluzionava tutto. City of Angels però ci ricordava che nessuna città è stata più rappresentativa dell’America di quegli anni come Los Angeles. Era così del resto da molto tempo, con quella contrapposizione tra Hollywood, il mito, il meglio delle stelle del cinema e della musica, e poi la criminalità, i narcotrafficanti, la povertà, i vari ghetti da cui sarebbero sbucati artisti afroamericani che avrebbero cambiato la narrazione. Solo pochi anni prima la città aveva dato il via ad una serie di rivolte che avevano di fatto scatenato una sorta di apocalisse biblica per le strade, a causa del pestaggio di Rodney King.

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Da La forma dell’acqua a Ferro 3 qualche titolo originale per raccontare tutte le sfumature dell’amore

Raccontare l’amore

La storia di Seth e Maggie fu valorizzata da una città di cui però ci arrivava un ritratto minimale spesso, quasi distante e stilizzato, a voler simboleggiare un legame con il cielo che parte già da questo mondo, da questa terra. Certo, Seth si muove come simbolo di una sfiducia dell’uomo verso Dio, verso l’altrove, che non conta, conta su quell’inizio di tecnocrazia, l’adesso, ciò che vediamo, sentiamo, tocchiamo, capiamo. Si citano Hemingway ed altri autori, ci si muove dal cielo al buio, dall’alto al basso, tuttavia ciò non deve e non può farci dimenticare che City of Angels, è soprattutto una grande storia d’amore, un grande atto di comprensione reciproca.
Seth fa capire a Meggie che esiste un altrove, inteso come altro modo di concepire se stessi, mentre lei gli insegna quanto importante sia però anche questa realtà materiale, per quanto effimera e fugace. Forse il pregio più grande di City of Angels fu però nella sua capacità di essere ad ogni modo umile, di non appesantire il tutto, soprattutto di non perdere mai il controllo.

A 25 anni di distanza, Silberling, che ha sempre narrato di morte, rinascita e salvezza, rimane autore di un film che colpisce per delicatezza, per come descrive questa storia d’amore. Certo, può essere anche tacciata di idealizzazione, di un eccesso di zucchero rispetto alla trascendenza di Wenders, ma nel profondo rappresenta tutto ciò che noi vorremmo da un rapporto sentimentale: la scoperta di qualcosa di inedito, la possibilità di ripartire con qualcuno che ci faccia scoprire nuove parti di noi stessi e dell’universo che abbiamo attorno. City of Angels un film molto pop, ma confrontato con i suoi epigoni degli ultimi anni, ne esce in modo disarmante a testa alta, al netto di alcune piccole ingenuità nella sceneggiatura. City of Angels è stato un film che più che farci innamorare dell’idea di innamorarci, ci ha spiegato come innamorarci del cambiamento. Qualcosa che qualcuno potrebbe trovare anche semplicistico, se non fosse che nella vita di tutti i giorni è proprio ciò che ci manca spesso e volentieri.



[Fonte Wired.it]

la scienza ha creato una nuova classificazione delle aperture
| Wired Italia

la scienza ha creato una nuova classificazione delle aperture | Wired Italia



Da Wired.it :

Esistono più possibili partite di scacchi che atomi nell’universo osservabile: si stima che il gioco degli scacchi abbia una complessità di circa 10120, ossia uno seguito da centoventi zeri (è il cosiddetto numero di Shannon). O, ancora: dopo che bianco e nero hanno fatto cinque mosse ciascuno, ci sono 69.352.859.712.417 possibili partite che possono essere state sviluppate. Tutto questo per ribadire che il gioco degli scacchi è incredibilmente complesso, profondo e ramificato, e che è impossibile anche solo immaginare di esplorarne l’intero albero. Ma questo non vuol dire che non lo si possa provare a caratterizzare, cosa che infatti fisici, matematici, giocatori fanno praticamente da sempre. L’ultima notizia, in questo senso, è uno studio appena pubblicato su Scientific Reports da Giordano De Marzo e Vito Servedio, due fisici di Sapienza Università di Roma e del Centro ricerche Enrico Fermi (Cref): i ricercatori hanno analizzato quasi quattro milioni di partite di scacchi (3.746.135, per la precisione, per un totale di 18.253 giocatori totali), scaricate da una piattaforma che permette di giocare online, e hanno classificato (o, meglio, ri-classificato) le possibili aperture, ossia gli inizi delle partite, tipicamente le prime 20 mosse, individuando degli “stili di gioco” simili tra loro.

Uno strumento utile

“Non siamo giocatori professionisti – ci ha raccontato De Marzo – ma gli scacchi ci piacciono. In realtà ci occupiamo, tra le altre cose, di cercare di caratterizzare matematicamente la complessità economica: ci siamo accorti che uno strumento matematico di cui ci serviamo comunemente, che coinvolge i cosiddetti network bipartiti, avrebbe potuto essere usato anche per la descrizione delle aperture del gioco degli scacchi”. I network bipartiti si chiamano così perché mettono in relazione due entità, per esempio (in ambito economico) nazioni e prodotti; nel caso degli scacchi, De Marzo e Servedio hanno messo in relazione la bravura dei giocatori e la difficoltà (o, più precisamente, la complessità) delle aperture. L’idea, ci dice ancora De Marzo, è che se diversi giocatori scelgono di giocare più volte due specifiche aperture, è ragionevole pensare che queste due aperture siano simili tra loro: “Studiando le co-occorrenze delle aperture, abbiamo costruito un network che descrive la loro similarità, individuando dieci grandi gruppi di aperture; curiosamente, questa nostra classificazione non è uguale a quella ‘classica’, stilata dai grandi maestri di scacchi”. Per esempio, aperture che “tradizionalmente” sono considerate diverse vengono invece giocate ripetutamente dallo stesso giocatore; e dunque, hanno concluso i ricercatori, devono avere qualche somiglianza, ovvero far parte dello stesso gruppo. In questa ri-classificazione, ogni gruppo costituisce insomma un certo tipo di gioco (offensivo o difensivo, per esempio). E, ancora, questo metodo di classificazione potrebbe essere applicato anche ad altri giochi, come Go o Stratego.

La classificazione

Tradizionalmente, le aperture sono classificate come aperte (sic), semiaperte, chiuse o irregolari. La classificazione standard si chiama Eco-Code (Encyclopaedia of Chess Openings) e le divide in cinque gruppi indicati con le lettere A, B, C, D, E. “Il nostro metodo di raggruppamento – dice Servedio – rappresenta una nuova classificazione che in qualche modo è vicina a quella precedente [sono state aggiunte altre cinque lettere, nda] e che può essere usata per mostrare ai giocatori quanto siano in realtà simili aperture apparentemente diverse”.

Questo approccio, inoltre, ha permesso ai ricercatori di determinare anche quanto sia bravo un certo giocatore e quanto sia complessa una particolare apertura. L’idea alla base, ancora una volta, è che se una particolare apertura è giocata da molti giocatori allora è probabile che sia un’apertura semplice: gli autori del lavoro, per l’appunto, hanno esaminato le aperture giocate di più e chi le giocava, costruendo così una misura della complessità delle aperture e della bravura dei giocatori. Per verificare la correttezza dei loro risultati, li hanno poi incrociati con i punteggi reali dei giocatori, osservando una correlazione statisticamente significativa: “Questi risultati – ha concluso Servedio – sottolineano sia l’importanza delle metriche che abbiamo introdotto che l’accuratezza della nostra analisi”. I ricercatori si sono inoltre avvalsi della consulenza di un famoso maestro di scacchi (che ha preferito restare anonimo) per assicurarsi che i risultati fossero validi e pertinenti.



[Fonte Wired.it]

Diritti umani, stiamo facendo grossi passi indietro

Diritti umani, stiamo facendo grossi passi indietro



Da Wired.it :

Ilaria Masinara, direttrice delle campagne di Amnesty International Italia

Le donne e le ragazze – spiega Ilaria Masinara, direttrice delle campagne di Amnesty International Italia – sono state in prima linea nelle proteste, spesso sfidando il controllo patriarcale sui loro corpi, le loro vite, le loro scelte e la loro sessualità per conto dello Stato, della società e della famiglia. Per molte di loro la protesta rappresenta l’unico modo di riappropriarsi della voce, del pensiero e dello spazio pubblico in un contesto diffuso di discriminazione sistemica. Ne è un potente esempio l’ondata di mobilitazioni dilagate su tutto il territorio iraniano che gli agenti dello stato stanno reprimendo brutalmente, anche ricorrendo a stupri e altre forme di violenza sessuale, tra cui scariche elettriche sugli organi genitali e minacce di stupro, nei confronti delle persone che manifestano, adulte come minori, per fiaccare la loro resistenza, umiliarle, punirle ed estorcere confessioni”.

I passi indietro dell’Italia

Anche in Italia la situazione non è certo delle migliori e soprattutto non si registrano miglioramenti. “Il 2022 – dichiara Eliana Bello, Direttrice Generale di Amnesty International Italia – è stato un anno di occasioni perse, dove il rispetto dei diritti umani ha subìto un costante, ma progressivo deterioramento, che tuttavia si presenta, a nostro avviso, come il risultato di politiche che partono da lontano e che hanno gettato le basi per le violazioni a cui assistiamo oggi. Avrei voluto che il 2022 portasse con sé l’approvazione di un disegno di legge per introdurre la parola ‘consenso’ in materia di stupro nell’ordinamento giuridico italiano, per rafforzare le salvaguardie contro la violenza ai danni delle donne, in ottemperanza agli obblighi internazionali assunti dall’Italia con la ratifica della Convenzione di Istanbul; tutto questo mentre i femminicidi e gli episodi di violenza contro le donne continuavano ad essere perpetrati. Il 2022 è stato invece l’anno in cui per le donne è ancora difficile abortire, a causa dei numerosi obiettori di coscienza, che in alcuni territori rasentano anche il 100% dei medici-ginecologi. Avrei voluto ricordare il 2022 come l’anno della riforma della cittadinanza, attesa da anni da oltre un milione di minori, figli di genitori stranieri nati e/o cresciuti in Italia. Minori che hanno frequentato le nostre stesse scuole e che in altri paesi in Europa sarebbero stati riconosciuti cittadini di quel paese, senza esitazione. Avrei voluto ricordare 2022 come l’anno in cui l’Italia si dotava di un’Autorità nazionale per la tutela e la promozione dei diritti umani, a 30 anni dalla firma della risoluzione Onu 48/134, invece siamo l’unico paese nell’Unione Europea, con Malta, a non averne una. Invece, il 2022 è stato l’anno in cui si è rinnovato per altri tre anni, il Memorandum d’intesa tra l’Italia e la Libia in materia di migrazione e controllo delle frontiere, in spregio alle documentate e persistenti gravi violazioni dei diritti da parte delle forze di sicurezza, dei gruppi armati e delle milizie libiche”. 

Dura la critica ai primi provvedimenti approvati dal governo a guida Giorgia Meloni: “Il 2022 – spiega ancora Eliana Bello – è stato l’anno in cui il nuovo governo, come suo primo atto, ha introdotto un nuovo reato che punisce l’invasione della proprietà privata con l’obiettivo di organizzare raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento, ritenuto pericoloso per la salute e l’incolumità pubblica. Questa nuova fattispecie potrebbe risultare lesiva del diritto di riunione e della libertà di espressione. È proseguito l’uso eccessivo della forza da parte delle forze dell’ordine, in occasione di alcune manifestazioni, spesso accompagnato dall’utilizzo di armi meno letali, come nel caso degli studenti manganellati mentre manifestavano per le morti durante l’alternanza scuola-lavoro. Niente o molto poco è stato fatto per la salvaguardia dell’ambiente ed il contrasto al cambio climatico. E così anche il 2022 è stato l’anno dei disastri ambientali e delle mancate riforme legislative a tutela dell’ambiente”.



[Fonte Wired.it]

Porno, in sempre più paesi serve un documento per guardarlo online
| Wired Italia

Porno, in sempre più paesi serve un documento per guardarlo online | Wired Italia



Da Wired.it :

Da circa tre mesi a questa parte, chiunque viva in Louisiana e apra Pornhub si trova di fronte a una nuova richiesta: secondo le leggi dello stato, americano chi vuole guardare materiale pornografico deve dimostrare di avere più di diciotto anni. Prima di accedere al sito infatti si viene indirizzati a una piattaforma governativa dove fornire un documento d’identità. La mossa è il risultato di nuove leggi volte a impedire che i bambini visualizzino contenuti sessualmente espliciti. Ma è solo l’inizio: negli Stati Uniti il settore della verifica dell’età online è in fermento. Da gennaio, altri tre stati americani – Mississippi, Virginia e Utah – hanno copiato l’approccio della Louisiana, approvando le proprie versioni di leggi sulla verifica dell’età. Secondo una recente analisi, altri undici stati – dalla Virginia alla California – hanno proposto normative che richiedono agli utenti di confermare l’età prima di poter guardare contenuti con scene di sesso esplicito, alcune delle queli dovrebbero entrare in vigore nei prossimi mesi.

Proteggere i minori

Ma non si tratta di un fenomeno prettamente statunitense. In tutto il mondo occidentale sono in corso sforzi per introdurre maggiori controlli dell’età su internet. Dal 2020 le autorità di regolamentazione in Germania e Francia stanno spingendo gli amministratori dei siti porno a introdurre metodi di verifica dell’età degli utenti, e anche il Regno Unito e l’Australia stanno sviluppando le proprie leggi sul tema. Questi provvedimenti fanno seguito all’introduzione di norme di sicurezza più severe per tutelare i minori.

Internet non è un luogo adatto ai bambini. Tuttavia, l’introduzione della verifica anagrafica in tutto il web rappresenta una questione tecnica e complessa. Nel 2019, il Regno Unito ha abbandonato un piano pluriennale volto a introdurre metodi di verifica, dopo aver riscontrato numerosi problemi. Quella del porno è una materia molto delicata: le nostre preferenze in materia sono estremamente personali, mentre le fughe di dati online possono avere conseguenze devastanti. I sostenitori della privacy, le aziende del porno e alcune autorità di regolamentazione sostengono che l’introduzione di accertamenti anagrafici comporti problemi significativi. “Le preoccupazioni legate all’accesso dei giovani ai siti web per adulti sono reali e diffuse; meno diffusa è la comprensione dei limiti dei vari strumenti di verifica dell’età e dei nuovi pericoli che potrebbero comportare – afferma Irina Raicu, direttrice dell’Internet Ethics Program presso il Markkula Center della Santa Clara University –. Molte autorità di regolamentazione sembrano considerare la verifica anagrafica come un problema risolto; i tecnologi e gli attivisti per la privacy, compresi quelli che si occupano della protezione dei bambini, stanno cercando invece di spiegare che non è così”.

Per anni, l’unica cosa che ha impedito di accedere al porno online sono state delle piccole caselle da spuntare che chiedevano agli utenti di confermare di essere maggiorenni. Tuttavia, le leggi proposte in tutto il mondo prevedono controlli più severi. Di recente sono nate decine di società di verifica anagrafica, che adottano metodi diversi. L’età può essere confermata dai dati della carta di credito, dalla scansione del viso o, come spesso viene proposto, dal controllo dei documenti d’identità emessi dal governo, come passaporti o patenti di guida. Le verifiche possono essere effettuate da società terze, senza che le informazioni sensibili vengano trasmesse direttamente a Pornhub e agli altri portali. Un documento della Commissione europea descrive nove diversi metodi di verifica dell’età, alcuni sofisticati, altri molto poco tecnologici.

Dalla teoria alla pratica

Sono state approvate diverse metodologie – spiega Mike Stabile, direttore degli Affari pubblici di Free Speech Coalition –, ma l’effettiva attuazione e il modo in cui funzioneranno sono ancora misteriosi”. Secondo Stabile, l’industria del porno non è contraria a controllare l’età dei visitatori dei suoi siti web, ma alcune leggi sono vaghe e non spiegano come dovrebbero essere attuati i controlli o se tutte le aziende siano tenute a introdurre la tecnologia. Prendiamo il caso della Louisiana. La legge impone ai siti web che hanno almeno il 33 per cento di contenuti per adulti di verificare l’età dei visitatori. Sia in Francia che in Germania, negli ultimi anni le autorità di regolamentazione hanno chiesto ai maggiori siti pornografici di implementare la verifica anagrafica portando in tribunale i trasgressori. La Germania in particolare ha cercato di bloccare il sito porno xHamster e ora sta portando in tribunale i singoli creatori di pornografia che pubblicano contenuti per adulti su siti che non prevedono la verifica dell’età, come Twitter.



[Fonte Wired.it]

Donne, in Italia la ricerca del lavoro è un’impresa
| Wired Italia

Donne, in Italia la ricerca del lavoro è un’impresa | Wired Italia



Da Wired.it :

Confusione, solitudine e rassegnazione sono i sentimenti più comuni che le donne provano durante la ricerca di un posto di lavoro. A dirlo sono i risultati dell’osservatorio su Ostacoli e discriminazione contro le donne nella ricerca lavoro realizzato da Jobiri, l’azienda che ha creato un consulente digitale di carriera basato sull’intelligenza artificiale. Secondo quanto riportato dai dati contenuti nello studio, ottenuti grazie a un questionario somministrato a 1.053 donne di età compresa tra i 18 e i 65 anni provenienti da varie zone di Italia nei mesi tra gennaio e ottobre 2022, oltre il 70% delle candidate si sente molto confusa durante la ricerca, mentre il 69% prova solitudine, il 45% rassegnazione, il 40% ansia, il 22% paura, il 16% rabbia e il 10% ha sperimentato addirittura una sensazione di perdita di identità.

A questi stati emotivi si aggiungono anche una serie di pregiudizi e discriminazioni: il 71% delle candidate dichiara di aver subito una discriminazione nella ricerca di un posto di lavoro in quanto donna, il 46% in riferimento all’età e il 38% all’aspetto fisico. In fase di colloquio, il 56% ha ricevuto domande sul matrimonio, al 55% delle intervistate sono state sottoposte domande sulla salute e sulla cura dei figli mentre rispettivamente il 16%, il 12% e l’11% hanno subito apprezzamenti a sfondo sessuale, domande sulle preferenze sessuali e contatti fisici inopportuni.

Anche in fase contrattuale non mancano le esperienze negative: il 12% delle intervistate dichiara di aver ricevuto una promessa assunzione o favori in cambio di prestazioni sessuali, mentre addirittura il 68% un’offerta di stipendio più bassa rispetto ai colleghi uomini. La ricerca ha inoltre evidenziato difficoltà nella compilazione di un curriculum vitae efficace, a causa di un gap di competenze o esperienze. L’83% delle candidate, infatti, non ha avuto accesso – o ha potuto partecipare solo limitatamente – ai corsi formativi durante il periodo di maternità, mentre il 41% lamenta una nulla o limitata coerenza del percorso formativo rispetto all’annuncio. Si riscontra particolare difficoltà anche nella valorizzazione dei traguardi sul curriculum: nell’86% dei casi la descrizione dei risultati raggiunti è nulla, mentre nell’85% c’è una mancanza o un limitato utilizzo di parole chiave.

Tra i problemi più comuni alla base del mancato superamento dei colloqui c’è, nella fase di preparazione, il mancato raccoglimento delle informazioni sul recruiter nell’83% dei casi e l’assenza di una preparazione consona per affrontare l’incontro. Durante il colloquio, quasi 7 candidate su 10 hanno difficoltà a interagire efficacemente con il recruiter e il 66% non riesce a gestire efficacemente i video-colloqui, mentre nella fase di successiva, gli errori più comuni sono, nel 92% dei casi, non inviare la mail di ringraziamento dopo il colloquio, e nell’82% dei casi, non concentrarsi su ciò che è possibile migliorare. Infine, l’osservatorio si concentra sulle criticità dei servizi al lavoro nel mondo della formazione: il 98% delle intervistate segnala un’inadeguatezza del software, il 97% insufficienti banche dati con offerte.



[Fonte Wired.it]

I migliori controller per Xbox e pc per videogiocare ovunque e a 360 gradi
| Wired Italia

I migliori controller per Xbox e pc per videogiocare ovunque e a 360 gradi | Wired Italia



Da Wired.it :

Ormai sono sempre più i controller per Xbox e pc compatibili per entrambe le piattaforme, cosa che rende i possessori della console Microsoft avvantaggiati dato che non hanno bisogno di spendere ulteriormente per un pad appositamente pensato per il proprio computer. Ovviamente questo è valido soprattutto se si è sotto sistema operativo Windows, che essendo sempre di Microsoft offre piena compatibilità con tutti i controller nativi di Xbox.

Non tutti però hanno una console della famiglia Xbox o un pc con sistema operativo Windows, oppure desiderano semplicemente un secondo controller per giocare insieme a un amico o a un membro della propria famiglia. Ci sono anche giocatori che esigono di più di un pad classico andando su quelli maggiormente personalizzabili. Sono infatti moltissimi sul mercato i controller per pc e Xbox disponibili, e sceglierne uno di buona qualità in base alle vostre esigenze potrebbe essere più complesso di quanto si possa pensare. Non basta infatti che abbia la forma di un tipico controller per le console Microsoft, ma bisogna anche essere sicuri che abbia le licenze ufficiali e che sia costruito con tutti i criteri e i materiali giusti. Per questo motivo abbiamo deciso di consigliarvi alcuni dei migliori controller per Xbox e pc per giocare in serenità su entrambe le piattaforme.

Come scegliere un buon controller per Xbox e pc

Molti giocatori scelgono di giocare su pc con un controller per comodità, dato che sono ormai molti i titoli pensati appositamente per questo sistema di controlli rispetto ai vecchi mouse e tastiera. Se questa accoppiata resta imbattibile negli sparatutto o negli strategici, quando si tratta di un gioco d’azione o uno sportivo il controller è la scelta migliore. Ci sono però diverse caratteristiche da tenere a mente quando si seleziona un pad, queste valgono sia per Xbox che per pc.

  • Innanzitutto, la compatibilità è fondamentale. Se si intende utilizzare il controller su entrambi i sistemi, sia su pc che su Xbox, è importante optare per un modello che sia compatibile con entrambi. Generalmente è ormai facile trovare un controller che vada bene per entrambe le piattaforme, i più indicati sono quelli prodotti da Microsoft stessa, ma esistono molti altri modelli adatti a tutte e due i sistemi. Solitamente se un controller funziona su Xbox allora funzionerà anche su pc.
  • Un’altra caratteristica importante è la qualità dei materiali e dell’ergonomia del controller. Ciò è particolarmente importante per coloro che giocano per lunghe sessioni, poiché un controller poco ergonomico può provocare affaticamento e disagio alle mani. Tenete dunque sempre presenti le dimensioni e la forma delle impugnature per capire se è adatto a voi. Inoltre, una buona qualità dei materiali può garantire una lunga durata del controller, che potrebbe resistere a cadute e urti.
  • I giocatori più esperti potrebbero inoltre tenere conto della personalizzazione di un controller. Esistono infatti controller modificabili a seconda delle esigenze dell’utente, magari cambiando gli stick analogici, i grilletti dorsali oppure aggiungendo pulsanti extra. Solitamente queste opzioni servono soprattutto a chi gioca titoli competitivi e ha bisogno di esigenze particolari per dare il massimo.
  • Anche la tipologia di connessione del controller è molto importante. Questi possono essere infatti cablati o wireless, funzionanti tramite batteria o bluetooth. I cablati sono più adatti a chi non vuole spendere per le batterie e anche per chi gioca in titoli competitivi, data la miglior risposta dei comandi (si tratta comunque di centesimi di secondo). Chi invece non vuole avere cavi che possono dare fastidio potrebbe optare per un controller wireless. Se si sceglie uno con la batteria bisognerà verificare quanto questa durerà per evitare di rimanere a secco nel punto cruciale del proprio videogioco preferito. Se è possibile è sicuramente meglio optare per una soluzione bluetooth, anche se solitamente è più costosa.

Come li abbiamo scelti

Abbiamo selezionato alcuni dei controller maggiormente affidabili, puntando a marche che garantiscono una buona qualità. Abbiamo poi tenuto conto delle varie tipologie e delle fasce di prezzo, così da inserire prodotti che si adattino a vari tipi di utente.

Per gli appassionati di videogiochi in cerca di accessori, abbiamo inoltre radunato tanti altri gadget, come ad esempio le migliori cuffie con cavo da gaming oppure le migliori soundbar da gaming da utilizzare con console e pc.




[Fonte Wired.it]