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Sanremo 2022 – Viva la Musica 

Sanremo 2022 – Viva la Musica 

La seconda serata Sanremese non mi ha ispirata, il suo ritmo lento ha cancellato le parole che  volevo scrivere sul foglio, eppure ci ha provato Checco Zalone a darle verve, improvvisandosi Virologo e Trapper, con una ironia che non riesco mai a capire se offenda o provochi ….…..

Non mi ha delusa Elisa, che, novella Regina degli Elfi, delicata ed eterea ci trasporta in mondi da fiaba con la sua voce melodiosa, che regala inaspettate frequenze. 

Si parla di razzismo ed è triste che nel 2022 se ne debba ancora parlare e ci debba essere qualcuno a convincere chi proprio non ce la fa ad andare oltre le apparenze, gli stereotipi ed il colore della pelle

Emma canta con trasporto di Donne, diretta da una Direttrice d’Orchestra d’eccezione, Francesca Michielin, che regala i suoi fiori al Primo Violino dell’Orchestra in barba agli stereotipi….

C’è tanta voglia Di Parità, questa parità sbandierata ma non ancora raggiunta.

Anche Hu chiede i fiori per il Suo partner, dopo averlo stretto fortissimo in un abbraccio che mi ha scossa in una serata senza slanci. Ve li ricordate quei begli abbracci che ti lasciano addosso una sensazione di pace con tutte le endorfine che rilasciano?

Beati loro, tutti tamponati, che si possono abbracciare in pubblico e gioire stretti stretti.    

La terza serata ci ha regalato, invece, ieri una Co – conduttrice all’altezza del Palco di Sanremo: ironica, saggia, sagace, elegante e mai fuori luogo, anche se provocata. Belli gli abiti e il suo monologo – peccato a tarda ora – sulla Unicità di ognuno, che potrebbe sostituire la parola Diversità, che fa ancora molta paura:  ha anche una bella Voce Drusilla, complimenti bella Performance!!!!

Le mie preferite restano comunque Elisa, Noemi e Rettore, che ha creato proprio una bella Chimica con Ditonellapiaga, che nel nome anagramma Donatella

Tananai, ultimo in classifica, mi fa tenerezza con il pezzo intitolato Sesso Occasionale che contrasta con la sua faccia pulita ed il sorriso ingenuo, anche se son pronta a scommettere che la sua ragazza con la pistola (a proposito: Buon Viaggio Monica Vitti ) in radio e rete non passerà inosservata. 

Gianni Morandi spacca e vola quarto in classifica: Attenti tutti, Big, che Gianni vi fa mangiar la polvere tanto corre veloce, anche grazie al turbo messogli da Jova

Saviano ricorda Falcone e Borsellino, e la giovanissima testimone di giustizia, Rita Atri, suicida dopo la morte di Borsellino, tutti vittime della mafia, e piaccia o no è sempre importante dire che la mafia è una Montagna di merda

Emoziona Cesare Cremonini che, con le sue canzoni dense di emozioni e significati, ci regala la sua ragazza del futuro, che speriamo sappia indicarci la direzione, ora che in molti abbiamo perso la Rotta. 

W la Musica, quella con la M maiuscola, che fa riflettere, che scuote, che consola, che parla di cose importanti, che illumina la Via…..W la Musica dal Vivo, W i Concerti, W la vIta.  

                                                                                                     Grazia Raimo aka Regina Safyllè 

Sanremo 2022 – Buona la prima!

Sanremo 2022 – Buona la prima!

Quest’anno Sanremo sa di nostalgia…..con un vecchio Grammofono a far da sfondo a Giusy Ferreri,
che aspetta il ritorno del suo amore volato via, mentre con la Rappresentante di Lista aspettiamo la fine del mondo, sperando che sia dolce come cioccolata…

C’è tanta voglia di evadere, volare e sognare:
tutti, come Michele Bravi, cerchiamo qualcuno che ci aiuti ad imparare la Felicità e per qualche sera
proviamo a fregarcene ballando, come ci incoraggia a fare Dargen D’Amico.
La festa dei suoni cerca di colorare le cupe atmosfere del periodo che stiamo vivendo, che traspare
anche dagli outfit Dark, che sembrano ispirarsi a Tim Burton e Twilight.


Dai testi traspare la voglia di volare lontano e lasciarsi alle spalle questa delirante parentesi.

La musica è la sola a farci stare bene qui ed ora, come canta Yuman, che con la sua voce carezzevole
ci invita a goderci il momento secondo la logica del carpe diem.
Non delude i nostalgici Massimo Ranieri, con la sua struggente ballata romantica, dal sapore così retrò da non snaturare il suo interprete, che sceglie di restare nella sua dimensione, a differenza di
Gianni Morandi, proiettato nella nuova dimensione da un pezzo cucitogli addosso ad arte da Jovanotti, facendo da ponte, come Orietta Berti, tra il passato ed il futuro della generazione Z,
rappresentata da Mahmood e Blanco, due voci che si intrecciano fondendosi in impercettibili
sfumature, in un testo intenso e morbido, che vibra su sinuose sonorità, e da Achille Lauro, che si
battezza sul palco dell’Ariston con la sua originale voglia di stupire per rompere la monotonia di
una tranquilla Domenica.


Travolgente Noemi con la sua voce graffiante, che grida a tutti di non aver paura di sentirsi vuota
dentro il mare e crede nel potere della parola, che resta l’unico proiettile: quanta grinta nonostante
il leggero vestito color pesca ….questa donna così forte si contrappone alla manifesta fragilità di
Damiano dei Maneskin, messa a nudo dal dolore di Coraline, che lo fa sciogliere in lacrime a dispetto della trasgressione rock esibita qualche momento prima….Bello però che un Rocker sul tetto del mondo non abbia paura di emozionarsi in Eurovisione!


La prima serata è finita, spengo la luce e nella mente risuona il messaggio di Gianni Morandi,
veicolato da Lorenzo Jovanotti :

NON TI ARRENDERE, QUESTO È UN GIORNO NUOVO, GIOCA TUTTE LE CARTE E FAI ENTRARE IL SOLE!!!

Grazia Raimo aka Regina Safyllè

Sanremo: i concorrenti più improbabili del Festival

Sanremo: i concorrenti più improbabili del Festival



Da Wired.it :

Perché Sanremo è Sanremo è un motto sempreverde. Il Festival di Sanremo è noto da sempre come il “Festival della canzone italiana”. E allora se dici canzoni pensi ai cantanti. Ma il palco del Teatro Ariston, nel corso degli anni, ha visto in gara anche parecchi personaggi che non erano proprio cantanti in senso stretto. Il fenomeno è iniziato negli anni Ottanta: Sanremo, dopo i fasti degli anni Cinquanta e Sessanta, e il declino dei Settanta, è diventato soprattutto un grande evento televisivo. I conduttori che si sono alternati all’Ariston erano molti, ma a ricordare oggi quegli anni sembra che al timone di sia stato solo e sempre Pippo Baudo, un uomo ovunque che faceva tutto, anche salvare gli aspiranti suicidi, il presentatore di Fantastico e Domenica In. Ecco, Sanremo in quegli anni – ma la cosa sarebbe andata avanti dopo Baudo – è diventato quello, una sorta di grande Fantastico che andava in onda per tre, e poi quattro e cinque serate consecutive. Erano gli anni in cui i grandi della canzone italiana se ne tenevano ben lontani, i superospiti erano quelli internazionali, e di grande calibro, e allora in gara ci andavano i cantanti cosiddetti “sanremesi” (quelli che stavano in letargo 11 mesi l’anno e si svegliavano solo a febbraio per arrivare sulla riviera ligure), cantanti emergenti in cerca del successo definitivo, o vecchie glorie che speravano nel rilancio. E poi c’erano gli outsider: comici, soubrette, attori, imitatori, anche qualche giornalista e qualche poltico. Insomma, in quegli anni a Sanremo valeva un po’ tutto. A volte l’esibizione lasciava il tempo che trovava. A volte era un successo. In questa galleria vi presentiamo i concorrenti più improbabili del Festival di Sanremo. Non solo i non cantanti, ma anche certi cantanti che, in quel momento, a Sanremo non ci saremmo aspettati.  

Tom Hooker

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Tom Hooker non è tanto in questa lista come cantante improbabile, quanto perché non te lo aspetteresti in questa veste. Sì, Tom Hooker ce lo ricordiamo tutti come alfiere dell’Italo Disco e con il suo successo del 1987, l’arrembante Looking For Love. Hooker, in realtà (ma questo lo avremmo scoperto solo alcuni anni dopo) era anche la voce di alcune delle canzoni di Den Harrow. Vederlo in azione, giovanissimo, con accento americano alla Mal dei Primitives (o alla Shel Shapiro dei Rokes), con una tutina e sui pattini a rotelle, fa sorridere. Era il 1981, l’anno della vittoria di Alice con Per Elisa, e Tom Hooker portò Toccami una canzone con un suono anni Ottanta, e un giro melodico molto anni Sessanta (ma ascoltate le chitarre, che sembrano quelle di One Way Or Another di Blondie). Quel “to-to-toccami”, se fosse arrivato qualche anno dopo, diciamo ai tempi della Gialappa’s Band, sarebbe diventato un cult. Chissà che non venga riscoperta. 

Frà Giuseppe Cionfoli

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Negli anni Ottanta capitava che anche un frate potesse arrivare sul palco di Sanremo. Giuseppe Cionfoli, un’infanzia difficile alle spalle, entrato nell’ordine dei Cappuccini di Bari negli anni Settanta, era anche un cantautore. E così si presentò a una gara canora a Domenica In, la vinse e arrivò a Sanremo, partecipando addirittura a due edizioni, nel 1982 e nel 1983 (vinti, rispettivamente, da Riccardo Fogli e Tiziana Rivale), con Solo grazie e Shalom. Nel primo caso andò bene, arrivò quarto, e andò anche in top ten, nel secondo caso un po’ meno, con un undicesimo posto e poche soddisfazioni in classifica. Ma Don Bruno, il mio insegnante di religione delle elementari, quando imbracciava la chitarra e ci insegnava Evenu Shalom Alehem, era molto più coinvolgente. Oggi Cionfoli non è più un frate, si è sposato, ha fatto L’Isola dei famosi e per un periodo è entrato in politica nel centrodestra. Tanto per non farsi mancare niente.

Francesco Nuti

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Cantante per caso, in una sola edizione, ma qui parliamo di un fuoriclasse. Francesco Nuti, un artista che manca tantissimo al nostro cinema, aveva già dimostrato di saperci fare con la musica (ascoltate la colonna sonora di Tutta colpa del Paradiso), ma in quel lontano 1988, nel festival vinto da Massimo Ranieri con Perdere l’amore, Francesco Nuti si è messo in gioco, in gara, come cantante. Sarà per te è una canzone bellissima (tanto che Mina l’avrebbe reincisa per il suo album Uiallalla, del 1989), e lui la interpreta con una gran voce, (auto)ironia e la personalità che tutti conosciamo. Nella serata finale, recitando anche un po’ tra una nota e l’altra. Arriverà dodicesimo, ma che classe. Ci manchi, Francesco…

Figli di Bubba

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Nello stesso anno, ecco una delle compagini più curiose mai viste a Sanremo. E l’arrivo, in gara, della canzone comica, o demenziale, che negli anni avrà seguito all’Ariston. I Figli di Bubba non hanno niente a che fare con Giorgio Bubba, volto cult di Novantesimo minuto che pure lavorava in Liguria (raccontava le gesta di Genoa e Sampdoria), ma devono il loro nome a un immaginario guru di cui si proclamano seguaci. Attenzione, perché, dietro al nome buffo, ci sono dei grandi della musica italiana: parliamo di Mauro Pagani (autore della canzone del festival, La valle dei Timbales) e di Franz Di Cioccio, due membri della PFM, storica band del progressive italiano. Insieme a loro c’erano Roberto Manfredi, i comici Enzo Braschi e Sergio Vastano, e i giornalisti Roberto Gatti e Alberto Tonti. La canzone, su un ritmo tropicale che in quegli anni andava molto (vedi Tropicana del Gruppo Italiano) prendeva in giro la società e la tivù dell’epoca (“laggiù senza il 740 Celentano non canta, la Carrà non c’è più”). Arrivarono al n.14 in classifica.

Francesco Salvi

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Ma l’apoteosi dei non cantanti si ebbe nell’edizione 1989, quella della catastrofica conduzione dei quattro figli d’arte, quella vinta da Anna Oxa e Fausto Leali con Ti lascerò. Abbiamo parlato di canzone demenziale. Ed è l’anno di Francesco Salvi, che con la sua comicità surreale era esploso al Drive In con la parodia di un cantante hard rock che faceva parte della band dei Budini Molli, e in quell’anno era in auge con uno spettacolo tutto suo su Italia 1 in seconda serata, il Megasalvi show. Salvi era reduce da un successo a sorpresa, C’è da spostare una macchina, che seguiva, a modo suo, il filone della house music e riprendeva il successo The Party dei Kraze. Esatto!, il brano che porta a Sanremo, è meno originale, e vuole prendere ironicamente di mira la scarsa qualità della musica del momento (“con tutto quello che si sente in giro proviamo a far cantare gli animali veri“). Salvi è in scena con un’impermeabile giallo, un cane, un maiale, un gallo e un cavallo. Esatto! è la versione house de La vecchia fattoria



[Fonte Wired.it]

Sanremo, quanto costa la pubblicità che passa

Sanremo, quanto costa la pubblicità che passa



Da Wired.it :

Cliccando sulle singole barre, il lettore noterà che il pop-up relativo ai break pubblicitari riporta l’indicazione valore medio. Questo perché il prezzo del singolo spot della durata di 30 secondi cambia anche in base alla posizione che occupa all’interno del blocco pubblicitario.

Quando costa di più

Tendenzialmente il costo più alto riguarda il fuori break, ovvero il primo spot che appare quando Amadeus, il direttore artistico del Festival, o chi per lui chiama la pubblicità e l’ultimo che viene trasmesso prima del rientro in studio. Questo spot è seguito, e preceduto alla fine, dal bumper di rete. Ovvero dall’immagine con il logo di Rai 1. Subito dopo (o subito prima in coda di pubblicità) ecco l’introbreak, altro spot con un costo maggiorato.

Quindi parte la catena di pubblicità da 30 secondi ciascuna. Anche in questo caso, i costi non sono tutti uguali. Si può sceglie di acquistare uno spazio che sia sempre in apertura o in coda (spot p/u), ovvero subito dopo o subito prima l’intro break, pagando ovviamente un prezzo più alto. Prezzi che sono riassunti in questa infografica.

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Ma vale davvero la pena, per un’azienda, investire tutto questo denaro per associare il proprio marchio al Festival di Sanremo? “È un evento che offre una visibilità senza paragoni, ma pochi secondi in una kermesse così lunga e densa di contenuti potrebbero non essere sufficienti a generare ricordi duraturi”, l’analisi di Gianluca Perrelli, ad di Buzzoole, società di marketing tecnologico che si occupa di influencer marketing.

Effetto Super Bowl

Il modello, in altre parole, deve essere quello del Super Bowl, la finale del campionato Nfl di football americano. Evento durante il quale vengono trasmessi degli spot studiati ad hoc per l’occasione. Per questo, aggiunge Perrelli, se per Sanremo “non si ha uno spot memorabile, io declinerei”. Soprattutto considerando che la cifra minima per acquistare uno spot da 30 secondi è pari a 95mila euro.



[Fonte Wired.it]

Aspettando Sanremo

Aspettando Sanremo

Ci siamo quasi… il 1° febbraio è molto vicino ed in tanti aspettano con ansia “Sanremo”, l’appuntamento più atteso, la kermesse più seguita, ambita e criticata di sempre, cinque sere di musica, costume, colori e spettacolo.

Perchè continuiamo a guardarlo se non sa più stupirci?

Semplice, “Perché Sanremo è Sanremo” ! Sarà perché ci ricorda i bei vecchi tempi, quando la famiglia (la mia almeno) si riuniva davanti alla tv, impaziente di ascoltare le canzoni del Festival, che poi aspettavamo con ansia alla Radio per immortalarle sulle nostre amate audiocassette, e su Tv Sorrisi e Canzoni per impararne il testo a memoria.
E quanti viaggi in macchina con quelle canzoni a fare da colonna sonora! Ecco che attacco con l’Amarcord.
Ah quanto siete fortunati Voi, ragazzi della Generazione Z, a trovare in tempo reale i testi googlando o leggendoli, come sottotitoli, su spotify!
Tanti gli artisti in gara, 25 per la precisione, e ce ne è per tutti i gusti: da Gianni Morandi, Iva Zanicchi e Massimo Ranieri per i nostalgici, a Sangiovanni, Rkomi e Mamhood per i giovanissimi, al trasgressivo Achille Lauro, che ci stupirà come sempre con i suoi effetti speciali, al fortunato Tik Toker Matteo Romano, che confesso, non conoscevo, al giovane Rapper Aka Seven ed alla Regina delle Hits estive, campionessa di ascolti, Ana Mena, in gara con un brano scritto da Rocco Hunt.
Elisa tornerà sul palco di Sanremo, dopo 21 anni, per deliziarci con la sua voce da usignolo, che ci condurrà in magiche Atmosfere: quanto amo questa Rockstar vera, umile ed alla mano!
Si parlerà d’amore, di libertà, di pandemia; per qualche giorno inganneremo la realtà, facendo finta che la nostra vita non sia cambiata….ci emozioneremo, sogneremo, canteremo, balleremo e ci divertiremo,
ricordandoci di quanto bene faccia la musica, di come alzi il tono emozionale e regali buone vibrazioni…..RIDATECI LA MUSICA DAL VIVO, PER FAVORE, CHIEDIAMOLO A GRAN VOCE, ANCHE PER TUTTI I LAVORATORI DEL COMPARTO SPETTACOLO, FERMI DA ORMAI DUE ANNI.
Amadeus, erede del Nostro Pippo Baudo Nazionale, è al suo terzo Festival e sicuramente se la caverà egregiamente, da professionista quale è, contorniato anche quest’anno da variegate presenze femminili:
ci saranno Ornella Muti e Sabrina Ferilli, icone del Cinema italiano, ci sarà la spumeggiante ed elegantissima Madame Drusilla Foer, e last but not least Maria Chiara Giannetta, la nostra Blanca, personaggio che ha saputo conquistarci fin dal primo episodio della serie di cui è stata protagonista.
Sanremo resta sempre e comunque Sanremo, al di là delle critiche, del potere prorompente degli streaming, degli stereotipi, per tanti un sogno, un ambito traguardo…..ahhhh la Città dei Fiori…con la sua magica atmosfera, i dietro le quinte, i Gossip.

A proposito, ma sapete che in realtà l’Ariston è piccino picciò…..lo giuro!
Io dal canto mio continuo a sognare un Sanremo presentato da Red Ronnie, con la categoria Rocker e Artisti di nicchia, che a dispetto degli streaming sanno come colpire dritto al cuore, foriero di un messaggio di pace e libertà….che solo la Musica può ancora veicolare.


Grazia Raimo aka Regina Safyllè

Sanremo 2022, guida ai cantanti esordienti: da Rkomi a Giovanni Truppi fino a Highsnob & Hu

Sanremo 2022, guida ai cantanti esordienti: da Rkomi a Giovanni Truppi fino a Highsnob & Hu



Da Wired.it :

In Italia fa ancora ridere, sogghignare e fare battutine sui nomi non troppo lineari e classici dei partecipanti di Sanremo 2022. Sarà per colpa di qualche retaggio linguistico a cui noi italiani siamo legati, forse. Il giornalista Michele Serra ci ha fatto ben due minuti e mezzo di siparietto a Che Tempo Che Fa, su Rai 3, da Fabio Fazio. Che ridere, proferirà qualcuno sentendo dire “Alcuni sembrano nomi di farmaci… 2 bustine di Tananai ogni sera e dormi benissimo”. Che tristezza diremo noi. Per fortuna che in questi ultimi anni, andando più indietro e partendo dalla direzione artistica di Fazio, si è provato a guardare a nomi nuovi, artisti che vanno in classifica, con un pubblico che va ai concerti e che hanno seguito – non tutti, certo. Un modo per abbassare la media di età degli spettatori e provare ad avere uno sguardo sull’oggi perché il mondo della musica italiana che può ambire a Sanremo è molto più frastagliato e poco normalizzato di quanto lo si voglia disegnare, malgrado tanti cliché e qualità discutibile spesso emergano con più facilità. Per questo capita sempre più di frequente di trovare al Festival nomi poco classici e in alcuni casi anche interessanti. Abbiamo provato ad introdurre qualche artista per arrivare preparati al festival e non dover esclamare quell’avvilente “Chiiii??”. Le canzoni le abbiamo già ascoltate ma ecco un piccolo focus sui nomi esordienti che (forse) non conoscete.

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Rkomi – Insuperabile

Mirko Manuele Martorana, detto più semplicemente Rkomi (che è l’inversione di “Mi” e “rko”), arriva da Milano, nello specifico da quartiere est di Calvairate. È stato coinquilino del rapper Tedua ed è anche grazie a lui che si avvicina al mondo dell’hip hop nel 2012 con i primi mixtape, EP e nel 2013 un mixtape con brani scritti insieme a Izi e a lo stesso amico Tedua. Poi arriva l’ingresso nell’etichetta di Shablo e Marracash, Roccia Music. Il suo avvicinamento al mondo più pop non è una novità recente, ma fa parte di un percorso coerente iniziato già nel 2019 con il secondo disco 
Dove gli occhi non arrivano che vedeva le collaborazioni con Jovanotti ed Elisa. La passione per i videogiochi lo porta anche a scrivere un brano Non ho mai avuto la mia età ispirato al celebre videogame d’azione Assassin’s Creed: Origins. Con Taxi Driver, il suo terzo e ultimo album, ha venduto e si è fatto ascoltare più di tutti in Italia nel 2021 ma non stiamo qui a farvi l’elenco di platini e tutto quello che concerne perché potrebbe sembrare un po’ onanistico.  Sta di fatto che tra tutti gli artisti nuovi e che rappresenta un certo pubblico giovane, lui è uno dei più meritevoli. La cover/duetto all’Ariston si preannuncia molto interessante con la band funk jazz Calibro 35 affronteranno un medley di Vasco Rossi, non a caso tra i nuovi brani inseriti nella ristampa sanremese dell’album ci sarà Fegato fegato spappolato. Dovrà essere bravo a non farsi schiacciare dal Festival che ammalia facilmente ma che è capace anche di essere spietato, ma non sarà così. 

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Dargen D’Amico – Dove si balla





[Fonte Wired.it]