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Volkswagen ripristina i pulsanti fisici, più comodi del touch secondo gli utenti

Volkswagen ripristina i pulsanti fisici, più comodi del touch secondo gli utenti



Da Wired.it :

Non sempre modernità fa rima con comodità e la tecnologia può talvolta compiere un passo indietro: Volkswagen ha rivisto gli interni del concept elettrico ID.2all riportando in plancia un elemento del passato come i pulsanti fisici. Le versioni preliminari della vettura elettrica erano infatti votate a un abitacolo minimalista e tutto touchscreen, con comandi a portata di polpastrello. Una soluzione molto gradevole all’occhio, che però non sembra aver riscontrato il giusto gradimento da parte degli utenti. E il cliente ha sempre ragione.

Ad accorgersi del cambiamento è stato lo staff di Autocar, che ha visitato lo studio di design Volkswagen a Copenhagen in Danimarca, notando come gli interni del concept ID.2all di vettura elettrica a basso costo fossero differenti dalle prime immagini. Al posto di una plancia del tutto sgombra di pulsanti ci sono ora diversi tasti per controllare varie opzioni della vettura dalla multimedialità alla climatizzazione. Interrogato sul motivo, il designer di VW, Darius Watola, ha commentato affermando che si sta seguendo un nuovo approccio su tutti i prossimi modelli che segue i feedback degli utenti, che, soprattutto in Europa, preferiscono i tasti fisici. Insomma, un dietrofront rispetto a quanto visto di recente su vetture uscite in commercio come Mk8 Golf e ID.3 dove i display tattili dominavano. Lo stesso amministratore delegato del brand tedesco, Tomas Schäfer, aveva affermato lo scorso giugno come l’uso smodato dei touch aveva causato non pochi danni nel gradimento generale, richiedendo di ripristinare i pulsanti sul volante.

La scelta di Volkswagen non stupisce, basti pensare all’addio prematuro al MacBook Pro con la famigerata Touch Bar mai entrata in sintonia con il pubblico. I tasti fisici sono ancora molto apprezzati nel 2023 dato che restituiscono una sensazione tattile che per il momento nessun display touch può emulare. Non è un caso che si utilizzino spesso soluzioni-surrogati come le vibrazioni o feedback aptico per rendere più tridimensionale il contatto.



[Fonte Wired.it]

Jonathan Majors è stato dichiarato colpevole di aggressione e violenze domestiche

Jonathan Majors è stato dichiarato colpevole di aggressione e violenze domestiche



Da Wired.it :

Jonathan Majors è colpevole: questo il verdetto delle giuria popolare del tribunale di New York che ha trovato l’attore responsabile delle accuse di aggressione e violenze domestiche, mentre sono caduti i capi d’imputazione relativi a aggressione intenzionale di terzo grado e violenza aggravata di secondo grado. L’uomo era stato citato in giudizio dalla sua ex fidanzata, Grace Jabbari, ed era stato arrestato lo scorso marzo in seguito alla formalizzazione delle denunce. Ora rimane in attesa della sentenza che sarà resa pubblica il prossimo 6 febbraio, e quello che lo aspetta potrebbe essere una condanna a un anno di reclusione. Nel frattempo, come conseguenza immediata del verdetto, Disney ha deciso di licenziarlo e di rimuoverlo da ogni futuro progetto legato al Marvel Cinematic Universe.

La carriera di Majors e il licenziamento

Dopo essersi fatto notare in serie come When We Rise e Lovecraft Country, oltre al film di Spike Lee Da 5 Bloods, Majors aveva ottenuto un ruolo di primo piano nella saga cinematografica Marvel, destinato a interpretare il mega-villain Kang il Conquistatore, che doveva trainare questi cinecomics fino al fatidico Avengers: The Kang Dynasty nel 2026. L’attore aveva iniziato a interpretare una variante di Kang nel multiverso, Colui che rimane, nella prima stagione della serie Disney+ Loki, per poi comparire al cinema nello sfortunato Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Nel film così come nella seconda stagione di Loki, diffusa nei mesi scorsi, il destino di Kang sembra sempre appeso a un film, ma ora l’intera Marvel Studios si trova a dover prendere una decisione fondamentale, se appunto rinunciare del tutto a questo antagonista (pare che ora lo stesso Kang Dynasty sia stato subito rinominato genericamente Avengers 5) oppure trovare un altro attore per interpretarlo.

Subito dopo il suo arresto di marzo, Majors era stato immediatamente licenziato dalla società di management che lo rappresentava e anche dal suo ufficio stampa. Nel frattempo è stato rimosso dal film The Man in My Basement, tratto dal romanzo di Water Mosley, e già Disney aveva eliminato dal suo calendario l’arrivo nelle sale di Magazine Dreams, storia di un pugile amatoriale, che doveva uscire a dicembre ma è stato messo in stand-by proprio in attesa della risoluzione del procedimento legale. Ora che Jonathan Majors è stato trovato colpevole, tutti questi progetti probabilmente non vedranno mai la luce, almeno non nelle modalità in cui erano stati pensati.



[Fonte Wired.it]

Metaverso perché quello di Zuckerberg è tutto sbagliato

Metaverso perché quello di Zuckerberg è tutto sbagliato



Da Wired.it :

Le origini del termine “metaverso”, ad esempio, non vanno ricercate nella tecnica, ma nella letteratura.
Metaverso, innanzitutto, è una parola inventata da uno scrittore, Neil Stephenson, nel suo libro Snow Crash del 1992. Negli anni successivi molti studiosi si sono poi appropriati di quella parola. Il caso più emblematico è quello di Stephen Villa Weiss che, nel suo libro (In)visible: Learning to act in the Metaverse, parla di metaverso come di una logica spaziale, cioè della possibilità offerta dall’informatica di non usufruire unicamente delle solite interfacce quali schermo, tastiera o mouse, ma di disporre le informazioni in maniera spaziale, giocando sulla compresenza di spazio virtuale e fisico. Il libro di Villa Weiss è di 15 anni fa, un momento storico in cui Zuckerberg nemmeno immaginava il Metaverso. Questo tipo di elaborazione è stata però spazzata via dalla conferenza stampa con cui Mark Zuckerberg nel 2021 annunciò la sua idea di metaverso: fu come se tutto quello che avevamo cominciato ad apprendere, a studiare e a monitorare fosse stato accantonato perché un imprenditore doveva, di fatto, vendere i suoi Oculus. Questo per me è sintomo dell’’incapacità di leggere i fenomeni digitali senza un approccio umanistico, affidandoci completamente a un’idea puramente funzionalista: cosa può fare questa tecnologia? Questo approccio è veramente limitante, specialmente se si pensa all’impatto che le tecnologie hanno nelle nostre vite”.

Come ha reagito finora il mercato alla narrazione di Mark Zuckeberg?
Fortunatamente proprio il mercato, che doveva essere il suo punto forte, sta stroncando l’idea di Meta. Ultimamente ho anche sentito diversi rappresentanti di questa azienda sostenere di non aver mai inteso il metaverso solo come realtà virtuale, ma come realtà mista, o realtà aumentata. Anche Meta, insomma, sembra aver cambiato il suo approccio alla tecnologia. Inoltre, ora stanno anche dicendo che il metaverso non dovrebbe essere un unico universo, ma un insieme di tante piattaforme e di tanti siti tra cui sarà possibile spostarsi”.

La copertina di “La zona oscura”

Fa un po’ sorridere sentire parlare di interoperabilità da parte di un’azienda i cui ambienti online ne sono di fatto la sua negazione.
Il punto è che Meta ha trovato in Matthew Ball il suo cantore ideale. Ball ha svolto una ricerca meravigliosa ed è autore di un libro incredibile (The Metaverse: And How It Will Revolutionize Everything, ndr), che è però anche molto monodirezionale. Nel senso che è la glorificazione del modello di Zuckerberg, un approccio che nella pratica non può funzionare. L’interoperabilità, in questo contesto, è ormai un termine che non viene più usato perché si è capito che tra software chiusi, questioni di privacy e vulnerabilità ai cyberattacchi, l’interoperabilità non è tecnicamente possibile. C’è anche, e non in secondo piano, un discorso di insostenibilità dell’operazione dal punto di vista dell’impatto climatico. Tutto questo rende quell’idea impossibile e Meta stessa sta provando a ridefinirla. A mio parere, è vero che stiamo andando verso una dimensione informatica dello spazio, ma non ci arriveremo solo con i visori o con la sola computer-generated imagery (Cgi). Quello che vedremo sarà piuttosto un’ibridazione di tecnologie molto diverse che comprenderanno l’Internet of Things (IoT), la mixed reality, la aumented reality, in qualche caso specifico anche la virtual reality, certamene la Cgi, i vari assistenti virtuali come Alexa, Siri, la nuova sensoristica e il cloud.



[Fonte Wired.it]

I migliori libri del 2023 secondo Wired

I migliori libri del 2023 secondo Wired



Da Wired.it :

Scegliere i migliori libri dell’anno che si sta per concludere è stata un’impresa ardua e ai limiti dell’impossibile, non fosse altro per l’incredibile mole di titoli che arriva ogni anno tra gli scaffali delle librerie. In questa selezione che vi proponiamo si alternano storie e persone. Le storie vere di Carrère e quelle ispirate alla realtà di Fabio Genovesi. Ci sono storie che parlano di vite incredibili e storie di persone che semplicemente vivono, come se poi fosse una cosa banale il semplice saper vivere.

E poi ci sono le persone. Michela Murgia che ad agosto si è spenta e il suo ultimo libro ci ricorda chi è stata e Ada D’Adamo che ha ricevuto il Premio Strega soltanto dopo la morte e oggi tutti conosciamo la sua storia. C’è Annie Ernaux che ci ricorda quanto sia stato bello e giusto il suo Nobel, lo scorso anno, e c’è anche la scoperta di Cristina Rivera Garza che con il suo libro ci mette davanti una potente storia di amore e giustizia.

In generale abbiamo voluto inserire in questo elenco dei migliori libri – che sicuramente ha delle falle e sicuramente scontenterà parecchi lettori – tutte quelle opere che a nostro parere hanno saputo tenere fede a uno dei principi fondanti della letteratura, quel saper raccontare storie che possano anche spiegarci il mondo.




[Fonte Wired.it]

Linfociti B, per la prima volta quelli di un essere umano sono stati modificati geneticamente

Linfociti B, per la prima volta quelli di un essere umano sono stati modificati geneticamente



Da Wired.it :

I ricercatori dell’azienda hanno raccolto i linfociti B del paziente utilizzando una macchina che preleva il sangue, ne separa un particolare componente e rimette in circolo il resto. Nel corpo ci sono miliardi di linfociti B, ma Immusoft ne utilizza solo una parte: “Il corpo si rigenera costantemente e produce nuovi linfociti B“, spiega Ainsworth.

Per far sì che queste cellule producano l’enzima mancante oltre agli anticorpi, gli scienziati hanno dovuto aggiungere nuove istruzioni genetiche in laboratorio. Le istruzioni sono state inserite in un trasposone, una sequenza di dna capace di integrarsi naturalmente nel genoma di una cellula.

Diverse terapie disponibili in commercio prevedono l’utilizzo dell’ingegneria genetica sulle cellule del paziente al di fuori del corpo per trattare una malattia. Negli Stati Uniti, per esempio, è stata recentemente approvato un farmaco per l’anemia falciforme che utilizza Crispr per modificare le cellule staminali che formano il sangue. Ma c’è anche Car-T, una terapia che potenzia i linfociti T di un paziente per contrastare il cancro. Nessun trattamento attualmente disponibile utilizza però i linfociti B.

Mi sembra ovvio passare dai linfociti T ai linfociti B“, afferma Abla Creasey, vicepresidente dello sviluppo terapeutico presso il California institute for regenerative medicine, che ha concesso 12 milioni di dollari di sovvenzioni a Immusoft. Secondo Creasey, i linfociti B rappresentano una nuova ed entusiasmante strategia per il trattamento dei disturbi in cui l’organismo non produce una quantità sufficiente di una determinata proteina o enzima. Si tratta di un campo ancora nuovo, sottolinea David Rawlings, un immunologo del Seattle Children’s Hospital che sta lavorando sulle terapie con linfociti B ingegnerizzati. Questo in parte è dovuto al fatto che queste cellule si sono rivelate più difficili da manipolare rispetto ad altre.

Il tema della sicurezza

Le terapie cellulari esistenti che sfruttano l’ingegneria genetica hanno mostrato effetti miracolosi, ma presentano anche degli svantaggi. Nel caso di Crispr, i pazienti vengono prima sottoposti a chemioterapia, che può causare perdita di capelli, nausea e altri spiacevoli effetti collaterali. Dopo il trattamento, inoltre, devono rimanere in ospedale per settimane mentre le cellule staminali modificate si insediano nel loro midollo osseo. Dal momento che Car-T può invece avere gravi ripercussioni sul sistema immunitario o nervoso, i pazienti devono essere monitorati in ospedale.



[Fonte Wired.it]

Stati Uniti, perché così tante persone sostengono ancora la pena di morte?

Stati Uniti, perché così tante persone sostengono ancora la pena di morte?



Da Wired.it :

Adesso però basta con i numeri: dovremmo piuttosto soffermarci sull’incongruenza di tutto questo, perché se la vita è un dono di Dio, allora terminarla significa rovinare il lavoro del Creatore, che in teoria sarebbe l’unico a poter decidere chi va e chi resta. Invece in Alabama, chi va e chi resta lo decidono i giudici. Portare a termine qualsiasi tipo di gravidanza, anche quelle avvenute perché le donne sono state stuprate, o che rischiano la morte in caso di parto; quelle che portano nell’utero un feto malato e quelle che sono talmente povere da non garantire una vita dignitosa ai figli non si possono sottrarre, sono obbligate a terminare la gravidanza. E guai a lamentarsi: l’hai voluta la bicicletta? Anche questo, tra l’altro, l’ha deciso un gruppo di giudici. Questi feti, annunciano senza mezzi termini, hanno tutto il diritto, anzi: il sacrosanto dovere di essere salvati. Perché la vita è un dono di Dio. Poi, invece, quando diventano grandi, spesso dopo aver vissuto vite disagiate, violente o essere nati con una disabilità mai curata, e compiono un atto terribile, allora lì sì che possono morire. Anzi: deve morire. Semplicemente, li si elimina.

È la filosofia dell’occhio per occhio, che tanto piace alla mafia. È un atteggiamento che i giovani osservano e copiano, perché viene loro insegnato in questo modo: devono sempre fare i bravi, ma se un giorno a John gli girano i cinque minuti e tira un pugno a un compagno, non bisogna porgere l’altra guancia, come insegnano in Chiesa, ma spaccargli il naso con una testata di quelle date bene. Così impara.

Il 47% degli americani appoggia la pena di morte. l’80% di questi sono repubblicani, il 50% democratici e il 64% sono indipendenti. Quando Trump era al governo, sono stati ammazzati più detenuti che negli ultimi 150 anni. Fecero scalpore le esecuzioni di detenuti disabili, e cioè con un quoziente intellettuale sotto la norma.

La questione sociale

Perché così tanti americani supportano la pena di morte? Perché quando si commette un crimine violento, non solo si sentono moralmente giustificati a farlo, ma credono che sia un deterrente per chi volesse ammazzare qualcuno. Il problema di questo ultimo punto è che se davvero lo fosse, visto che la pena di morte esiste negli Stati Uniti prima ancora che fosse scritta la Costituzione, a metà del 1700, adesso dovrebbe essere un paese tranquillo, senza omicidi e violenza, mentre sono al ventiquattresimo posto dei paesi più violenti del mondo, ma solo perché nei 23 paesi prima ci sono le guerre. È seguita da Sudafrica, Haiti e Burundi. Il tasso di incarcerazione americano è il più alto del mondo.



[Fonte Wired.it]