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Supporto formazione e lavoro, come si fa domanda

Supporto formazione e lavoro, come si fa domanda



Da Wired.it :

A partire dal primo settembre 2023, sarà possibile fare domanda per accedere al supporto formazione e lavoro, la nuova a misura al ribasso sostitutiva del reddito di cittadinanza voluta dal governo Meloni. Il contributo da 350 euro al mese è destinato alle persone tra i 18 e i 59 anni, con Isee pari o inferiore ai 6 mila euro e potrà essere speso solo per partecipare a corsi di formazione professionale.

  1. Come si fa domanda per il supporto per la formazione e il lavoro
  2. Quali obblighi comporta il supporto per la formazione e il lavoro
  3. Chi può fare domanda per il supporto per la formazione e il lavoro
  4. A quanto ammonta, quanto dura e come viene erogato il supporto per la formazione e il lavoro

Come si fa domanda per il supporto per la formazione e il lavoro

Dal primo settembre sarà possibile fare richiesta per il supporto formazione e lavoro direttamente dal sito internet dell’Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps), accedendo alla propria area personale tramite Sistema pubblico di identità digitale (Spid) con le credenziali di sicurezza di livello 2, tramite la carta nazionale dei servizi (Cns), meglio conosciuta come tessera sanitaria, oppure con la carta di identità elettronica (Cie).

In alternativa ci si può rivolgere agli Istituti di patronato, sempre avendo con se le proprie credenziali e documenti. Mentre solo a partire dal primo gennaio 2024 sarà possibile presentare domanda anche attraverso i Centri di assistenza fiscale (Caf).

Quali obblighi comporta il supporto formazione e lavoro

Per poter ottenere il contributo è necessario impegnarsi a prendere parte alle iniziative di attivazione lavorativa e accettare le offerte di lavoro proposte dagli enti o dalle agenzie del lavoro. Per questo, una volta presentata la domanda, sarà obbligatorio accedere al portale del Sistema informativo per l’inclusione sociale e compilare il Patto di attivazione digitale.

Nel Patto, oltre a confermare l’immediata disponibilità al lavoro e alla partecipazione a iniziative di attivazione lavorativa, il richiedente dovrà indicare almeno tre agenzie interinali o enti autorizzati per ricevere offerte di formazione o di lavoro adatte al suo profilo professionale. La mancata adesione alle misure di formazione o la mancata accettazione delle offerte di lavoro comporta la soppressione del contributo.

Chi può fare domanda per il supporto per la formazione e il lavoro

Il contributo finanziario è destinato ai singoli componenti dei nuclei familiari con Isee pari o inferiore ai 6 mila euro, al cui interno non siano presenti minori, persone con più di sessanta anni, con disabilità o in condizioni di svantaggio, con un’età compresa tra i 18 e i 59 anni. Dal primo settembre 2023 al 31 dicembre 2023, potranno fare domanda per il Supporto per la formazione e il lavoro solo i componenti dei nuclei familiari che non percepiscono il Reddito di inclusione. Mentre dal primo gennaio 2024 le domande saranno aperte anche ai precettori del Reddito di inclusione.

A quanto ammonta, quanto dura e come viene erogato il supporto per la formazione e il lavoro

Il governo Meloni ha quantificato come adeguata per partecipare a corsi di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale, orientamento e accompagnamento al lavoro, la cifra di 350 euro al mese. Il contributo avrà cadenza mensile, per un massimo di 12 mesi, e verrà percepito tramite bonifico mensile da parte dell’Inps.



[Fonte Wired.it]

X, Musk riporta gli spot elettorali

X, Musk riporta gli spot elettorali



Da Wired.it :

La piattaforma X, ex Twitter, permetterà ai partiti e ai candidati alle presidenziali statunitensi del 2024 di pubblicare i propri spot elettorali. Lo scrive il Guardian, che riporta l’ultima inversione di tendenza da parte dell’azienda ora guidata da Elon Musk. Gli annunci pubblicitari politici, infatti, erano stati esclusi dal social nel 2019, quando Twitter era stata accusata di aver permesso la diffusione di informazioni false in ambito elettorale.

Nonostante X/Twitter abbia annunciato il suo impegno nel contrasto alla diffusione della disinformazione – specialmente attraverso l’ampliamento del numero di addetti impegnati nella lotta alla manipolazione dei contenuti – il quotidiano britannico ipotizza che, oltre a quello di fare della piattaforma uno spazio in grado di ospitare un dibattito “libero e aperto”, il ritorno degli spot elettorali sul social potrebbe avere un altro scopo. È possibile, infatti, che la riapertura alla propaganda elettorale serva a “fare cassa” dato che, ultimamente, molti inserzionisti hanno abbandonato o ridotto gli investimenti nella piattaforma.

In vista delle presidenziali Usa del 2024, il Guardian scrive che l’annuncio del team guidato da Elon Musk suscita comunque preoccupazione, specialmente alla luce di (almeno) due fatti recenti. Da una parte la riattivazione, decisa tramite sondaggio proposto agli utenti, del profilo dell’ex presidente statunitense Donald Trump, sospeso a seguito dell’assalto a Capitol Hill del gennaio 2021; dall’altra la decisione, da parte di Musk stesso, di ospitare sulla piattaforma una diretta per lanciare la candidatura di Ron DeSantis alle presidenziali del 2024. Se Trump, dopo un iniziale rifiuto, ha deciso di tornare sulla piattaforma pubblicando la sua foto segnaletica trasformata in manifesto propagandistico, Ron DeSantis non ha certo ottenuto un buon risultato, dato che la diretta della sua presentazione si era da subito rivelata un disastro.

Al di là degli annunci e delle rassicurazioni, il timore per un ritorno della disinformazione sulla piattaforma sembra aumentare. X/Twitter, per ora, non replica alle critiche.





[Fonte Wired.it]

Covid-19: l’Ema ha dato il via libera al nuovo vaccino

Covid-19: l’Ema ha dato il via libera al nuovo vaccino



Da Wired.it :

L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha dato l’autorizzazione per il primo dei nuovi vaccini contro Covid-19, quello prodotto da Pfizer. Così facendo, quindi, l’Ema ha dato ufficialmente il via alla alla procedura per la campagna vaccinale del prossimo autunno. Il vaccino può essere utilizzato negli adulti e nei bambini a partire dai 6 mesi di età.

Come saranno i nuovi vaccini

In particolare, si tratta di una nuova formulazione di vaccini a mRNA e proteici (formulazione aggiornata monovalente Xbb.1.5), di cui si prevede la disponibilità di dosi a partire dal mese di ottobre. L’obiettivo della campagna nazionale, come riporta una recente circolare del Ministero della salute, è quello di prevenire la mortalità, le ospedalizzazioni e le forme gravi di Covid-19 nelle persone anziane e con elevata fragilità, e proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari e sociosanitari. “A questi gruppi di persone”, si legge nella nota, “è raccomandata e offerta una dose di richiamo a valenza 12 mesi con la nuova formulazione di vaccino aggiornato. La vaccinazione potrà inoltre essere consigliata a familiari e conviventi di persone con gravi fragilità”.

Contro le nuove varianti

I nuovi vaccini monovalenti sono stati sviluppati per combattere la sottovariante Xbb.1.5. “Ma funzionano anche contro quelle più nuove”, ha precisato Marco Cavaleri responsabile della strategia vaccinale dell’Ema. Come per esempio la Ba.2.86, soprannominata Pirola. Come vi abbiamo già raccontato, questa variante si sta diffondendo in diversi Paesi, per primi Stati Uniti, Regno Unito e Danimarca, ma non è ancora stata individuata in Italia. Dato che i suoi potenziali effetti non sono ancora noti, Pirola è stata posta sotto stretta sorveglianza dall’Organizzazione mondiale della sanità per l’elevato numero di mutazioni genetiche che presenta sulla proteina spike.

La variante Pirola

Ora un nuovo studio italiano pubblicato sulla rivista Journal Medical Virology ne ha indagato ulteriormente le caratteristiche. Il team di ricerca, coordinato da Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità di statistica molecolare e di Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma, e Fabio Scarpa, del Dipartimento scienze mediche dell’Università di Sassari, ha infatti osservato come la variante Ba.2.86 presenta 40 mutazioni che potrebbero aiutare il virus a eludere la risposta immunitaria, ma sarebbero due da monitorare attentamente perché potrebbero renderla più diffusibile.

La prima mutazione, spiegano i ricercatori, richiama il ceppo originale di Wuhan, mentre l’altra ricorda la variante Delta. Tuttavia, data la scarsità di dati, saranno necessarie ulteriori indagini per capire se Pirola sarà più pericolosa delle varianti precedenti oppure no. “Attualmente non desta particolari preoccupazioni, ma serve attenzione, considerate le sue caratteristiche e le molte mutazioni, ha spiegato Ciccozzi. “È stata posta sotto l’attenzione dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, perché era stata trovata in differenti Stati, senza però che ci fosse un nesso epidemiologico, ovvero un legame con spostamenti di persone infettate. In ogni nazione in cui è stata isolata sembra essere a se stante”.



[Fonte Wired.it]

Museo di Capodimonte, un gruppo di cybercriminali dice di averlo attaccato

Museo di Capodimonte, un gruppo di cybercriminali dice di averlo attaccato



Da Wired.it :

Ancora un ente pubblico italiano nel mirino dei cybercriminali. È il Museo di Capodimonte, in Campania, in passato reggia di caccia dei Borboni. Rivendica l’attacco la cybergang Lockbit. Inizialmente era stata indicata come vittima il ministero della Cultura. Ma l’anteprima dei documenti su cui i criminali informatici sono riusciti a mettere le mani ha permesso agli esperti del settore di riconoscere che il bersaglio dell’attacco è il Museo e Real Bosco di Capodimonte.

Per quanto inaspettato, questo escamotage viene utilizzato abbastanza di frequente dalle cybergang, che sono solite adottare strategie di questo tipo per richiedere un riscatto alle loro vittime, minacciandole di rendere pubbliche le informazioni sensibili a loro sottratte. Questa volta il gesto commesso dai criminali informatici di Lockbit ha permesso agli esperti di sicurezza di capire che il ministero della Cultura non era mai stato colpito da alcun cyberattacco. Il non ha riportato alcun malfunzionamento e il ministero stesso non ha rilasciato alcuna comunicazione ufficiale, il che risulterebbe alquanto strano nel caso in cui fosse davvero rimasto coinvolto in un attacco informatico, come riporta Claudio Sono su Twitter.

Allo stato attuale, però, anche il sito ufficiale del Museo e Real Bosco di Capodimonte risulta perfettamente funzionante. E anche da qui non sembra ancora essere arrivata alcuna comunicazione ufficiale che conferma l’accaduto. Eppure, i documenti condivisi da Lockbit sembrano parlare chiaro: le cartelle di file relativi alla mostra di Caravaggio, i documenti ufficiali che riportano l’intestazione Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Museo di Capodimonte e le informazioni relative ai bilanci sembrano chiarire qual è stato il bersaglio dei cybercriminali.





[Fonte Wired.it]

Caro affitti: nemmeno dopo le proteste degli studenti si è fermato

Caro affitti: nemmeno dopo le proteste degli studenti si è fermato



Da Wired.it :

Sono passati tre mesi dalle proteste in tenda delle studentesse e degli studenti universitari, mobilitati in massa contro l’emergenza abitativa dovuta al caro affitti. Da allora, oltre a cancellare un emendamento da 660 milioni di euro per gli alloggi universitari, istituito nel 2022 dal governo Draghi, il governo Meloni non ha mosso un dito per risolvere il problema. Nel frattempo, gli affitti hanno continuato ad aumentare e le stanze per studenti costano sempre di più.

Si avvicina settembre, il mese più caldo per le studentesse e gli studenti universitari in cerca di un alloggio, in particolare per le nuove matricole che per la prima volta si troveranno a vivere con dei coinquilini, lontane dalla famiglia. Come raccontavamo già a maggio, i prezzi degli affitti sono aumentati del 40% rispetto al 2019 e, a oggi, costa più affittare una stanza a Milano che un bilocale a Torino. Ma il caro affitti non riguarda solo il nord o le grandi città, ma è un fenomeno espanso a macchia d’olio in tutta Italia, come dimostrato dalle proteste scoppiate da Milano a Cagliari appena tre mesi fa. La mobilitazione studentesca era riuscita a far tornare il problema del caro affitti all’attenzione della cronaca e della politica, ma le azioni per risolverlo si sono rivelate nulle.

I rialzi

Come dimostra l’ultimo rapporto di Immobiliare.it, che gestisce un portale con offerte diu immobili, nonostante l’offerta di camere in affitto in Italia sia cresciuta del 34% rispetto al 2022, questo aumento non ha causato una diminuzione dei prezzi. Al contrario, i dati illustrano un generale aumento in tutto il paese. A Milano, la città più cara, il costo medio di una stanza singola è arrivato a 626 euro al mese, a Bologna a 482, mentre a Roma e Firenze si è arrivati a 435. Numeri che tradotti in percentuale registrano un aumento in media del 5,29% rispetto a luglio 2022, mentre rispetto al 2021 l’aumento registrato è dell’11%.

Nel dettaglio, invece, rispetto al 2021 le variazioni più forti si registrano a Padova, con affitti superiori del 40%, a Milano e Firenze, con un aumento del 20%, a Bologna, con il 16,7%, e a Modena, con il 12,6%. In particolare a Modena i rincari rispetto al periodo pre pandemico sono arrivati al 28,6%. Un’emergenza che non ha colpito solo gli universitari, ma anche i docenti delle scuole, che in 80 hanno rifiutato il trasferimento nella città proprio a causa degli affitti troppo alti, riporta il Corriere della Sera. Mentre Venezia è la città che in assoluto ha visto i rincari più alti nell’ultimo anno, pari al 373,2% in più.

Ma la cosa più assurda, quasi uno schiaffo a studenti e studentesse e alle loro famiglie, è che rispetto a maggio, quando il governo Meloni aveva promesso di affrontare la crisi abitativa, gli affitti sono aumentati, raggiungendo il prezzo medio più alto degli ultimi due anni a giugno 2023, si legge sempre su Immobiliare.it. E dire che di esempi e modelli da seguire per risolvere il problema ce ne sono e non bisogna andare nemmeno troppo lontano per trovarli, come dimostrano le politiche di Germania e Portogallo.



[Fonte Wired.it]

I migliori notebook da 17 pollici per giocare, studiare e lavorare alla grande

I migliori notebook da 17 pollici per giocare, studiare e lavorare alla grande



Da Wired.it :

All’interno dell’universo dei computer portatili, i notebook da 17 pollici possono essere tranquillamente classificati tra i pesi massimi della categoria. Si tratta di modelli che, per le proprie caratteristiche strutturali, si rivolgono a un pubblico ben preciso, e che grazie alle soluzioni hardware che adottano possono rivelarsi impareggiabili compagni in ogni genere di contesto, sia esso legato al lavoro, allo studio o al divertimento. Al tempo stesso, per una parte dell’utenza le peculiarità che ne determinano il successo, possono invece trasformarsi nelle principali debolezze. Per questo motivo, prima di optare per l’acquisto di un notebook da 17 pollici, è necessario porsi alcune domande.

I vantaggi di un notebook da 17 pollici

I notebook da 17 pollici sono la soluzione ideale per chi sta cercando un computer che sia nominalmente portatile, ma che in realtà possa fungere anche da dispositivo principale all’interno di un appartamento. Le generose dimensioni dello schermo, che possono arrivare a raggiungere i 4k di risoluzione, permettono infatti una visione estremamente comoda e di qualità, che non costringe ad aguzzare troppo la vista e che, per questo motivo, non risulta fastidiosa neanche dopo sessioni prolungate. Inoltre, visto il loro ruolo di vere e proprie “ammiraglie” delle varie case produttrici, i notebook da 17 sono dotati di componentistica hardware all’avanguardia, che consente loro di destreggiarsi con invidiabile agilità non solo con qualunque tipo di attività quotidiana, ma anche con software che richiedono una elevata potenza di calcolo. Di fianco a modelli progettati per un utilizzo prettamente lavorativo troviamo anche numerose soluzioni che si rivolgono a chi vuole ottenere il massimo dai propri videogiochi preferiti, con pacchetti che possono contare su processori e schede grafiche dalle performance top, a cui sommare tastiere con retroilluminazione rgb e sistemi di areazione capaci di mantenere le temperature a livello di sicurezza anche nei momenti più “caldi”.

Tutti i contro dei notebook da 17 pollici

A parte qualche rara eccezione, i notebook da 17 pollici non sono la soluzione ideale per chi presuppone un costante utilizzo in mobilità. Le dimensioni e il peso, che per diversi modelli raggiunge (e supera) i tre chilogrammi, possono rappresentare uno scoglio non da poco, e un fastidio difficile da sopportare per chi deve scarrozzarsi il portatile per lunghi tratti pre/post scuola e lavoro. Un secondo elemento da tenere in considerazione è l’autonomia della batteria, che soprattutto in caso di utilizzo intenso solitamente non riesce a coprire un’intera giornata. La soluzione, molto semplice, è quella di portare con sé sempre l’alimentatore: possibile, certo, ma con un peso extra sulle spalle e la necessità di avere sempre a portata di mano una presa di corrente.

Le nostre scelte

La nostra carrellata dei migliori notebook con schermo da 17 pollici è stata progettata per offrire soluzioni adatte a differenti esigenze, tenendo sempre d’occhio anche la questione budget. Abbiamo selezionato quindici modelli che spaziano tra differenti categorie, e che sono pronti a diventare dei perfetti compagni di lavoro, di studio e di gioco. A chi fosse alla ricerca di qualcosa di diverso, oltre a leggere la nostra guida all’acquisto consigliamo di consultare le nostre gallerie dedicate ai migliori notebook in circolazione, ai migliori notebook economici, ai migliori Chromebook, ai migliori modelli dotati di touch screen e ai migliori portatili da gaming.




[Fonte Wired.it]