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ASUS ExpertBook B3 disponibili in Italia

ASUS ExpertBook B3 disponibili in Italia

Da Punto-Informatico.it :

ASUS ha annunciato l’arrivo in Italia dei nuovi ExpertBook B3. I notebook per l’utenza aziendale sono disponibili con schermo da 14 e 16 pollici, scheda video integrata o esterna e processori Intel Core di 13esima generazione.

ASUS ExpertBook B3: specifiche dei notebook

Il modello ExpertBook B3 (B3404) ha uno schermo (touch e non) da 14 pollici con risoluzione di 1920×1200 o 2560×1600 pixel e rivestimento antiriflesso. ASUS offre configurazioni con vari processori Intel Core di 13esima generazione, dal Core i3-1315U (6 core) al Core i7-1370P (14 core).

La dotazione hardware comprende inoltre memoria DDR5-5200 fino a 32 GB, SSD PCIe 4.0 fino a 1 TB, webcam HD o full HD, connettività Wi-Fi 6/6E, Bluetooth 5.3 e Ethernet (porta RJ-45), lettore di impronte digitali, lettore di smart card, jack audio, due porte USB Type-C, due porte USB Type-A, uscita HDMI 2.1, due altoparlanti, tastiera retroilluminata e batteria da 50 Wh.

ASUS ExpertBook B3604

Il modello ExpertBook B3 (B3604) ha invece uno schermo (touch e non) da 16 pollici con risoluzione di 1920×1200 o 2560×1600 pixel e rivestimento antiriflesso, processori Intel Core i3-1315U, Core i5-1335U o Core i7-1355U, fino a 32 GB di RAM DDR5-5200, SSD PCIe 4.0 fino a 1 TB e scheda video NVIDIA GeForce RTX 2050 con 4 GB di memoria GDDR6.

Le altre specifiche sono: webcam HD o full HD, connettività Wi-Fi 6/6E, Bluetooth 5.3 e Ethernet (porta RJ-45), lettore di impronte digitali, lettore di smart card, jack audio, due altoparlanti, due porte USB Type-C, due porte USB Type-A, uscita HDMI 2.1, tastiera retroilluminata e batteria da 63 Wh.

I due notebook sono disponibili con Windows 11 Home o Pro a 64 bit, ma è possibile anche acquistare versioni senza sistema operativo.



Fonte Punto Informatico Source link

Truffa dello squillo, Panda Security spiega come difendersi da wangiri

Truffa dello squillo, Panda Security spiega come difendersi da wangiri


È recentemente tornato in voga questo semplice stratagemma, i cybercriminali approfittano dell’ingenuità delle persone per addebitare chiamate a servizi telefonici costosi o attivare abbonamenti a servizi premium con canone elevato

Recentemente, è tornata in voga una truffa datata ma ancora efficace, il “wangiri”, anche conosciuta come truffa della chiamata senza risposta. Con questo semplice stratagemma, i cybercriminali approfittano dell’ingenuità delle persone per addebitare chiamate a servizi telefonici costosi o attivare abbonamenti a servizi premium con canone elevato. In giapponese, la parola wangiri significa “uno (squillo) e buttare giù” in quanto si ritiene che questa truffa sia nata in Giappone e poi si sia diffusa in tutti i paesi del mondo. Come spiegato dagli esperti di Panda Security, il wangiri classico, anche conosciuto come truffa dello squillo, consiste semplicemente in un chiamata senza risposta proveniente da un numero estero; se la vittima richiama viene indirizzata automaticamente verso un numero di telefono a pagamento, in grado di addebitarle anche 1 o 2 euro in pochi secondi. Di solito, la chiamata avviene in orari in cui è più probabile che la vittima non possa rispondere, ad esempio durante l’orario di ufficio o di notte. La chiamata consiste appunto in solo uno squillo, non accompagnata da altre chiamate perse o messaggi in segreteria, in modo da spingere l’utente a chiamare e così addebitare tariffe telefoniche alte. Per questo, il primo segnale sospetto è proprio la presenza di una singola chiamata senza risposta, non accompagnata da altri tentativi.

Come funziona la truffa della chiamata senza risposta

L’Interpol ha rilevato i prefissi internazionali da cui provengono la maggior parte delle chiamate. Moldavia: +373, Kosovo: +383, Tunisia: +216. Come detto, l’obiettivo è che la vittima non faccia in tempo a rispondere e decida di richiamare il numero, vinta dalla curiosità o per mancanza di tempo per riflettere sulla provenienza. Richiamando, la telefonata viene reindirizzata a un numero con sovrapprezzo, un servizio privato con costi altissimi (pratica illegale in Italia), ma che purtroppo non può essere bloccato a priori dagli operatori telefonici. Nella maggior parte dei casi, le chiamate senza risposta sono automatizzate, motivo per cui queste truffe sono così redditizie per i criminali: metterle in pratica costa poco, dato che sono completamente automatizzate, e colpiscono un vasto numero di vittime così che anche pochi euro a persona rendono molto.

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Consigli di Panda Security contro le truffe telefoniche

Panda Security ha elaborato i seguenti consigli per difendersi dalle chiamate indesiderate e da altre truffe perpetrate telefonicamente: verificare il numero del chiamante con Agcom, tool che permette di controllare che il numero sia iscritto nel Registro degli Operatori della Comunicazione; bloccare manualmente il numero sullo smartphone. Utilizzare una app come Truecaller, sia per Android che per iOS, che filtra automaticamente le chiamate in entrata; firmare solo consensi obbligatori, accettare solo i cookie essenziali. È importante anche condividere pubblicamente il proprio numero di telefono il meno possibile ed evitare di richiamare se chi ci ha contattato è un numero sconosciuto, specialmente se internazionale. 

In generale, non è possibile prevenire totalmente le chiamate wangiri. Il consiglio, soprattutto se si ricevono molte chiamate da numeri stranieri simili, è di contattare il proprio operatore telefonico e segnalare il contatto oppure denunciare direttamente il numero alla polizia postale.

 

 

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fonte : skytg24

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Da Punto-Informatico.it :

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Fonte Punto Informatico Source link

Google Italia: ‘Gemini più sicuro con la funzione double-check’

Google Italia: ‘Gemini più sicuro con la funzione double-check’


Il sistema di intelligenza artificiale Gemini, di proprietà di Google, è stato aggiornato per limitare i casi di disinformazione su temi legati alle elezioni. Non solo, una nuova funzione di “verifica delle fonti” permetterà agli utenti di risalire alle fonti dei testi generati da Gemini. A inizio anno era stato il World Economic Forum a indicare la disinformazione come il principale rischio globale, un allarme che diverse istituzioni hanno dimostrato di prendere in considerazione. Tra queste, l’Unione Europea, che ha recentemente interpellato le maggiori piattaforme di Big Tech chiedendo informazioni sui loro sforzi nella limitazione di disinformazione creata dall’AI generativa. 

 

Melissa Ferretti Peretti, Country Manager di Google Italia, ha parlato degli sforzi intrapresi dall’azienda per affrontare queste sfide durante una puntata di Progress, su SkyTG24. Secondo Peretti Google è impegnato contro la disinformazione da venticinque anni “per il modo in cui organizza le informazioni che gli utenti cercano”, ma per le elezioni specifica che sono state prese delle disposizioni particolari. “Le risposte di Gemini sui contenuti elettorali saranno molto limitate perché sappiamo quanto l’intelligenza artificiale generativa, che è in grado di produrre testi, immagini e video, potrebbe essere pericolosa in questo contesto”.

 

Gemini è un modello di intelligenza artificiale generativa sviluppato da Google. Un assistente digitale capace di elaborare informazioni provenienti da diverse fonti per rispondere alle richieste degli utenti in modo testuale. E’ un modello simile al popolare ChatGPT.

 

“Su Gemini abbiamo implementato la funzione ‘double check’, vale a dire la possibilità di verificare se le risposte di Gemini hanno una rispondenza rispetto al motore di ricerca Google”, afferma Peretti. La funzione consiste in un pulsante di “verifica delle fonti” che, quando premuto, mostra all’utente da dove il sistema ha preso le informazioni per formulare la sua risposta.

 

Secondo Peretti la funzione double check è stata inserita come risposta al rischio che Gemini fosse usata per la ricerca di informazioni fattuali, una funzione per la quale “esiste già la ricerca su Google”, dice. Gemini tuttavia, come è possibile riscontrare dal suo utilizzo, non blocca la richiesta di informazioni fattuali legate all’attualità. La funzione “double check” quindi, se da una parte riduce i rischi di disinformazione mostrando le fonti delle affermazioni di Gemini, dall’altra parte potrebbe anche promuovere l’uso di Gemini come uno strumento di ricerca affidabile, proprio per la garanzia di “trasparenza” rappresentata da questa funzione.

 

Lo strumento di verifica di Gemini non è l’unico presentato da Google per il contrasto alla disinformazione. “Abbiamo previsto una filigrana digitale che rappresenta un ‘marchio’ per contrassegnare i contenuti generati in modo sintetico” dice Perretti, che annuncia anche nuove regole che riguarderanno i messaggi elettorali online. “Tutti quelli che vorranno pubblicare sulle nostre piattaforme dovranno dire se hanno utilizzato contenuti sintetici e dovranno indicare chi è il finanziatore dell’annuncio”, sostiene. Tutte queste informazioni saranno poi raccolte e pubblicate in un report sulla trasparenza relativo alle elezioni. 



fonte : skytg24

speaker Bluetooth 50W in sconto

Da Punto-Informatico.it :

Sicuramente il suo design non passa inosservato. Questo speaker Bluetooth è portatile ed ha dimensioni compatte ma Soundcore ha pensato bene di dargli questa forma allungata con maniglione che, se appartieni alla mia generazione o prima, ricorda proprio gli stereo che occupavano le nostre scrivanie da piccoli.

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Google, stop a immagini di persone generate da Gemini: che cosa è successo all’IA

Google, stop a immagini di persone generate da Gemini: che cosa è successo all’IA


Dopo il caso di ChatGPT – che tra il 20 e il 21 febbraio sembra aver dato per qualche ora risposte incoerenti e su cui OpenAI ha pubblicato un “incident report” – anche Gemini, il modello di IA di Google, è finito al centro delle cronache: secondo quanto riportato da diversi media, tra cui il Washington Post e il New York Times, Gemini avrebbe generato immagini di persone storicamente inaccurate. E la stessa Google ha comunicato di esser al lavoro per risolvere il problema e di aver temporaneamente disabilitato la possibilità di generare immagini raffiguranti persone in attesa del rilascio di una versione aggiornata. Un evento, quest’ultimo, che secondo il quotidiano newyorkese avrebbe amplificato le preoccupazioni sulla possibilità che l’intelligenza artificiale possa contribuire alla già vasta quantità di misinformazione online.

Cosa è successo con Gemini

La decisione di Google è arrivata – secondo quanto riporta l’ANSA – due giorni dopo che un utente su X ha pubblicato quelli che sarebbero stati i risultati prodotti da Gemini alla richiesta di “generare un’immagine di un soldato tedesco del 1943”. L’intelligenza artificiale avrebbe generato quattro immagini di soldati: una di carnagione bianca, una nera e due erano donne asiatiche. In un altro caso l’ingegnere Frank J. Fleming ha raccontato la sua esperienza: ha chiesto l’immagine generica di un Papa, e Gemini avrebbe prodotto un pontefice nero e una donna asiatica in abiti ecclesiastici. Google si è comunque detta “a conoscenza del fatto che Gemini proponga inaccuratezze nella generazione di alcune immagini storiche”, e che sebbene sia “generalmente una buona cosa” che Gemini “generi immagini con un’ampia diversità di persone” in questo contesto stia “fallendo l’obiettivo richiesto”.

Problemi anche per ChatGPT

Come detto, però, Gemini non è stata l’unica intelligenza artificiale a registrare problemi negli ultimi giorni: tra il 20 e il 21 febbraio molti utenti di ChatGPT hanno segnalato come il chatbot di OpenAI offrisse risposte incoerenti, mescolando inglese e spagnolo, oppure contenenti parole prive di significato. Secondo la società le anomalie sarebbero state causate da un intervento di “ottimizzazione” della piattaforma, e un successivo aggiornamento ha risolto la questione. Nel mentre OpenAI aveva pubblicato un “incident report” sul proprio sito, in cui aveva riconosciuto l’anomalia e fornito agli utenti aggiornamenti sull’origine del problema e sulle possibili soluzioni. 

SUQIAN, CHINA - FEBRUARY 21, 2024 - Illustration OpenAI employees self-revealed 996 schedule, February 21, 2024, Suqian city, Jiangsu Province, China. (Photo credit should read CFOTO/Future Publishing via Getty Images)




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fonte : skytg24