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L’AI diagnostica il cancro in modo più efficace della biopsia? Ecco lo studio rivoluzionario

L’AI diagnostica il cancro in modo più efficace della biopsia? Ecco lo studio rivoluzionario

da Hardware Upgrade :

Un recente studio pubblicato su The Lancet Oncology mostra come l’intelligenza artificiale possa essere uno strumento prezioso nella diagnosi e nella gestione di alcune forme rare di cancro, come il sarcoma retroperitoneale.

Come scritto su TNW, i ricercatori del Royal Marsden NHS Foundation Trust e dell’Institute of Cancer Research (ICR) nel Regno Unito hanno sviluppato ed addestrato un algoritmo di deep learning in grado di valutare in modo accurato l’aggressività e il tipo istologico dei sarcomi retroperitoneali, una rara forma di tumore dei tessuti molli che si sviluppa nella parte posteriore dell’addome.



L’algoritmo è stato addestrato analizzando le scansioni TC di oltre 170 pazienti e ha dimostrato di poter prevedere correttamente il grado di malignità del tumore nell’82% dei casi testati successivamente, contro un tasso di accuratezza del 44% ottenuto dall’analisi istologica tradizionale di campioni bioptici. Inoltre, il modello AI è stato in grado di determinare correttamente il sottotipo istologico nell’84% dei casi, mentre i radiologi raggiungevano solo il 65% di accuratezza.

Intelligenza artificiale, una svolta nella diagnosi del sarcoma retroperitoneale

Secondo gli autori, questa tecnica potrebbe apportare enormi benefici nella gestione clinica di una malattia complessa e poco comune come il sarcoma retroperitoneale. La diagnosi tempestiva e accurata permetterebbe di iniziare precocemente i pazienti verso i trattamenti più adeguati, migliorando gli esiti. Inoltre, la capacità di stratificare il rischio offerto dall’IA consentirebbe di ottimizzare il monitoraggio dei pazienti, dedicando maggiori attenzioni a chi è ad alto rischio di recidiva ed evitando esami e trattamenti non necessari nei casi a basso rischio.

Il sarcoma retroperitoneale è un tumore raro e difficile da diagnosticare, anche per i medici più esperti, poiché ogni specialista può riscontrare solo 1-2 casi nell’arco della propria carriera. Inoltre, la localizzazione profonda di questo sarcoma rende complessa la chirurgia e limita l’efficacia delle biopsie con ago, da cui si ottengono campioni non sempre rappresentativi della biologia del tumore. L’algoritmo AI addestrato in questo studio potrebbe quindi colmare un’importante lacuna diagnostica.

Anche se la ricerca si è concentrata su una specifica forma di cancro, gli autori ritengono che questo approccio basato sull’intelligenza artificiale possa essere esteso anche ad altri tumori. Affinando ed addestrando ulteriormente gli algoritmi su ampie casistiche, queste tecniche computazionali potrebbero supportare i clinici nella gestione di molte patologie oncologiche, migliorando le possibilità di cura per migliaia di pazienti.



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Grok, come funziona il chatbot di Elon Musk

Grok, come funziona il chatbot di Elon Musk



Da Wired.it :

Dopo ChatGpt, Bard e Claude è arrivato il turno di Grok, il nuovo chatbot lanciato da Elon Musk per i soli utenti premium di X. Si tratta del primo e ultimo prodotto realizzato da xAI, la startup per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale del patron di Tesla, SpaceX e Starlink, che a breve verrà fusa con X.

Il nome è un riferimento a Guida galattica per autostoppisti, di Douglas Adams, in cui to grok significa comprendere in modo approfondito e intuitivo. Tuttavia, stando a quanto detto finora da Musk, Grok sembra dotato di una personalità controversa. Musk ha infatti promesso che Grok sarà “basato”, termine del gergo di internet per definire chi ha il coraggio di esprimere opinioni scomode, e “amerà il sarcasmo”. Mentre la stessa xAI ha presentato il chatbot come programmato “per rispondere con ironia e per avere uno spirito ribelle, quindi non usatelo se odiate l’umorismo”.

Come funziona

Conoscendo il senso dell’umorismo di Musk, che notoriamente risponde con l’emoticon della cacca sorridente a chiunque non gli vada a genio e ha riabilitato i profili X di persone come Andrew Tate, l’ex kickboxer blastato platealmente da Greta Thunberg, è facile immaginare con che tipo di humor sia stato addestrato Grok. Per darci un assaggio, il miliardario sudafricano ha pubblicato su X lo screen di una risposta del chatbot in cui fornisce una ironica ricetta per produrre cocaina in casa.

Oltre ad aver ricevuto una personalità volutamente maleducata e capace di dare risposte inappropriate, la differenza più grande che separa Grok dagli altri chatbot a intelligenza artificiale è che ha accesso immediato e in tempo reale a tutti i contenuti della piattaforma X. Un potere che conferisce al sistema di intelligenza artificiale un enorme vantaggio rispetto agli altri modelli, addestrati in gran parte su vecchi archivi di dati raccolti su internet.

Lo sviluppo

Allo stesso tempo però, come riporta il Financial Times, è facile che questa caratteristica, unita al suo humor innato, portino Grok a fornire ancora più risposte false rispetto a quanto facciano altri sistemi simili. In più, nonostante le sue capacità dovrebbero metterlo allo stesso livello di ChatGpt 3.5, la stessa xAI ha ammesso di essere parecchio indietro rispetto a modelli addestrati con quantità significativamente maggiori di dati, come Gpt4.

In ogni caso, lo sviluppo di un chatbot in pochi mesi resta un grande successo per xAI e per Musk l’obiettivo resta quello di entrare in competizione con OpenAi. Grok, per ora, è ancora in versione beta e consultabile solo negli Stati Uniti da un piccolo numero di utenti. In ogni caso è possibile iscriversi alla lista d’attesa per i futuri sviluppi tramite il sito di xAI.





[Fonte Wired.it]

PS5 + COD MMW III è bundle perfetto per gli amanti degli FPS (ed è SCONTATO!)

PS5 + COD MMW III è bundle perfetto per gli amanti degli FPS (ed è SCONTATO!)

Da Punto-Informatico.it :

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Fonte Punto Informatico Source link

Selezionate le 10 aziende finaliste per Startup Marathon

Selezionate le 10 aziende finaliste per Startup Marathon

da Hardware Upgrade :

Il 27 ottobre, in occasione del Digital Day organizzato da Unicredit, sono state selezionate le 10 startup che potranno accedere alla finale dell’edizione 2023 di Startup Marathon, che si terrà il 14 novembre nella sede di UniCredit di Verona. L’azienda che si classificherà per prima otterrà l’accesso al programma di accelerazione UniCredit Start Lab e la preselezione per il programma di internazionalizzazione Primo Innovare, che si svolge negli Stati Uniti. 

La seconda e la terza classificata saranno inserite tra le preselezionate per prendere parte alla missione nazionale al CES di Las Vegas.

Cosa è Startup Marathon?

Startup Marathon è nata nel 2020 per selezionare e premiare aziende innovative attive in settori come l’intelligenza artificiale, la diagnostica, l’IoT e la sostenibilità. Tra i vincitori delle passate edizioni ricordiamo CAEmate, impresa che ha sviluppato un software per la manutenzione predittiva delle infrastrutture, Aisent, che fornisce servizi basati su IA, machine learning e computer vision, ed M2Test, spin-off dell’Università di Trieste che ha creato un innovativo metodo di diagnosi per l’osteoporosi (ne abbiamo parlato qui).

Per l’edizione 2023 sono state selezionate le seguenti finaliste: 


Bioverse, la migliore startup a maggioranza femminile

Il Digital Day è stata l’occasione per premiare la migliore startup a maggioranza femminile, premio che è stato assegnato a Bioverse, startup che produce apparecchiature elettromedicali progettate per operare in contesti di emergenza e a basse risorse. Il team, formato da Caterina Giuliani (CEO), Barbara Tommassini (CTO) e Franco Pradelli (Clinical investigator), ha sviluppato il dispositivo trasportabile e a basso costo Corax, che è in grado di riprodurre le caratteristiche di una stanza di terapia intensiva per pazienti ustionati, consentendone il trasporto sicuro verso le strutture ospedaliere.

Sono due gli elementi di soddisfazione legati a questa edizione“, afferma Roberto Pillon, responsabile dell’ufficio Generazione d’impresa di Area Science Park. “Il primo riguarda la quantità: non avevamo mai ricevuto così tante candidature, segno che la manifestazione sta crescendo e si sta allargando a tutto il territorio nazionale. Il secondo, ancora più importante, è relativo alla qualità delle startup che hanno partecipato, a testimonianza di quanto sia vitale l’ecosistema italiano dell’innovazione“.

Siamo molto soddisfatti come UniCredit per il risultato di questa prima parte della Startup Marathon che ha portato alla selezione di 10 startup innovative ad alto potenziale che si presenteranno alla finale del 14 novembre a Verona“, dichiara Renzo Chervatin, responsabile sviluppo territori UniCredit Nord Est. “Il progetto ha l’ambizione di evidenziare come l’open innovation possa essere la chiave per creare valore per l’intero sistema economico e sociale: per le imprese che hanno obiettivi di crescita e di posizionamento sul mercato, per le startup nel loro percorso di crescita e per l’ecosistema dell’innovazione a supporto delle startup stesse. Come UniCredit vogliamo essere parte attiva di questo processo e crediamo che la partecipazione, in qualità di partner, alla Startup Marathon sia una dimostrazione concreta di ciò. Aver riunito un ecosistema di così grande valore è per noi motivo di grande soddisfazione“.

Tante startup in gara, tante imprese ed investitori partecipanti, tanto interesse per una formula vincente e sfidante per chi vuole investire nell’innovazione“, commenta Gianni Potti, presidente di Fondazione Comunica e founder di DIGITALmeet. “Un’occasione imperdibile che ha fatto di Startup Marathon uno dei principali appuntamenti italiani del settore, in perfetta sintonia con i luoghi dell’innovazione: incubatori, acceleratori, parchi scientifici e tecnologici e Università, per la valorizzare e far crescere le migliori idee imprenditoriali italiane, per dare forza e sostegno a tanti progetti che altrimenti rischierebbero di esaurirsi sostenuti da solide organizzazioni dell’innovazione“.

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L’app Dov’è di Apple può essere sfruttata per sottrarre dati personali agli utenti

L’app Dov’è di Apple può essere sfruttata per sottrarre dati personali agli utenti



Da Wired.it :

Tutti conosciamo l’app “Dov’è”, lo strumento di Apple che aiuta gli utenti a localizzare i dispositivi rubati o smarriti grazie all’invio di segnali Bluetooth che vengono rilevati dagli altri dispositivi presenti nelle vicinanze, e poi inoltrati ai loro proprietari. Quello che non tutti sappiamo, invece, è che l’applicazione può essere segretamente utilizzata dai malintenzionati per entrare in possesso delle nostre informazioni personali. Eppure, la possibilità di abusare della funzione di Apple per trasmettere non solo la posizione di un dispositivo, ma anche i dati sensibili del suo proprietario, è stata scoperta per la prima volta nella primavera 2021 dai ricercatori di Positive Security Fabian Bräunlein.

A confermarlo è stato il portale Heise, che per l’occasione ha creato un dispositivo hardware di prova per mettere in luce il pericolo che l’app di Apple poteva rappresentare per gli utenti. Installando un keylogger – ossia un sistema in grado di registrare i tasti digitati da un utente – con un trasmettitore Bluetooth ESP32 su una tastiera usb, i ricercatori sono riusciti a dimostrare che, sfruttando il sistema di localizzazione alla base dell’applicazione “Dov’è”, un malintenzionato può accedere da remoto a tutte le informazioni digitate sulla tastiera modificata. Se vi state domandando come è possibile, ecco a voi la risposta: inserendo un dispositivo esterno come la tastiera usb all’interno della rete “Dov’è” di Apple, i criminali hanno la possibilità di trasferire dati via bluetooth attraverso la rete stessa, fino a farli arrivare al computer che li raccoglie – come potete vedere nell’immagine qui sotto. La vulnerabilità dell’applicazione, quindi, viene sfruttata all’interno di un sistema di attacco ben più ampio, che poggia sul trasferimento di dati via bluetooth, particolarmente difficile da rilevare.

C’è una sola pecca in tutto questo sistema ben organizzato ai danni degli utenti: la velocità di trasmissione dei dati tra il dispositivo attaccato e il sistema dei criminali può variare tra i 7 e i 26 secondi per carattere, il che significa che è piuttosto lento. A volte possono volerci addirittura giorni per riuscire a trasferire tutti i dati di un dispositivo a un altro ma, considerando che l’obiettivo finale dei malintenzionati è quello di accedere alle informazioni private degli utenti, non c’è da stupirsi che non ci sia un limite di tempo entro cui portare a termine questa “missione”. Al di là di questo, quello su cui è davvero interessante riflettere è che gli utenti che hanno visto colpire i propri dispositivi non si sono mai accorti di nulla. E questo rappresenta un problema enorme per Apple.



[Fonte Wired.it]