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Fumo, divieto all’aperto: cosa sappiamo

Fumo, divieto all’aperto: cosa sappiamo



Da Wired.it :

Dopo i nuovi rincari su tabacco e sigarette, il governo intende dare una nuova stretta contro il fumo, ma anche questa volta potrebbero essere escluse dal provvedimento le sigarette elettroniche, per l’azione del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Infatti, il leader leghista ha chiesto di escludere le sigarette elettroniche dal nuovo divieto proposto dal ministro della Salute, Orazio Schillaci.

Cosa prevede il divieto

La grande novità contenuta nel disegno di legge avanzato da Schillaci è l’estensione del divieto di fumare in molti luoghi all’aperto, come i parchi, estendendo la portata della legge Sirchia, che per la prima volta impose il divieto di fumare nei luoghi al chiuso. L’altro cardine del provvedimento è il divieto assoluto di fumare nelle vicinanze di minori o donne in gravidanza.

La norma dovrebbe poi anche vietare la possibilità dei locali di adibire sale dedicate ai fumatori al chiuso e di poter fumare nelle parti all’aperto di bar e ristoranti. In questo caso però, potrebbe essere garantita la possibilità di dedicare spazi all’aperto ai fumatori, lontani dagli altri clienti. Infine, potrebbe essere imposto anche il divieto di fumare nelle stazioni ferroviarie, alle fermate degli autobus o agli sbarchi dei traghetti.

In base a quanto si legge su Quotidiano sanità, il disegno di legge vorrebbe includere nel divieto sia i prodotti da fumo tradizionali, quindi sigarette industriali o fatte a mano, pipe o sigari, sia i prodotti a tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche. Ma è su questo ultimo punto che la maggioranza di governo si sta scontrando.

Il nodo delle sigarette elettroniche

Le sigarette elettroniche sono già state escluse dal rincaro delle accise scattato lo scorso 15 febbraio, che ha colpito tutti gli altri prodotti da fumo. Il governo Meloni ha addirittura cancellato dalla manovra finanziaria l’aumento progressivo delle imposte sulle sigarette elettroniche, istituito durante il secondo governo Conte, a guida Movimento 5 stelle e Partito democratico.

Una differenziazione priva di basi scientifiche, perché, come abbiamo spiegato in un precedente articolo, anche le sigarette elettroniche fanno male alla salute, quanto le sigarette tradizionali. La corsia preferenziale è legata a una tutela di interessi settoriali, portata avanti proprio da Salvini, che si è schierato più volte in difesa delle sigarette elettroniche, partecipando anche a eventi promozionali.

Il ministro ha quindi chiesto l’esclusione delle sigarette elettroniche dal disegno di legge di Schillaci, sostenendo come facciano meno male alla salute. Tuttavia, come si legge sul Fatto Quotidiano, il partito di Salvini, la Lega, è stato finanziato con 170mila euro da un’azienda del settore.



[Fonte Wired.it]

Intelligenza artificiale, chi paga i danni?

Intelligenza artificiale, chi paga i danni?



Da Wired.it :

Accanto ai tradizionali profili della responsabilità civile per fatto dell’uomo, dobbiamo ora confrontarci con i profili legali della responsabilità derivante dall’uso di sistemi di intelligenza artificiale. I sistemi di intelligenza artificiale stanno raggiungendo livelli di autonomia sempre più avanzati, soprattutto nei casi di machine learning, in cui le “macchine”, opportunamente istruite, acquisiscono capacità di imparare e di elaborare soluzioni in maniera (quasi) del tutto autonoma.
Ma cosa si intende per intelligenza artificiale? L’Unione europea, per prima, ha dato una definizione di intelligenza artificiale nel Piano coordinato sull’intelligenza artificiale Com (2018) 795 final: “Per ‘intelligenza artificiale’ (Ai) si intendono quei sistemi che mostrano un comportamento intelligente analizzando il proprio ambiente e compiendo azioni, con un certo grado di autonomia, per raggiungere obiettivi specifici”.

Analoga definizione è contenuta nel Libro bianco sull’intelligenza artificiale del 2020 e nella successiva comunicazione dell’Unione europea (2021) 205. Nella proposta di Regolamento sull’intelligenza artificiale Com (2021) 206 l’intelligenza artificiale è definita come “un software sviluppato […], che può, per una determinata serie di obiettivi definiti dall’uomo, generare output quali contenuti, previsioni, raccomandazioni o decisioni che influenzano gli ambienti con cui interagiscono”. 

Nella proposta si ipotizza anche la regolamentazione delle cosiddette intelligenze artificiali “ad
alto rischio, ossia quei sistemi il cui utilizzo può comportare rischi per i “diritti fondamentali”.
A livello italiano ci si è limitati a recepire i principi fissati a livello europeo, come emerge dal Programma strategico di intelligenza artificiale 2022 – 2024. 

Assenza di una regolamentazione specifica 

In assenza di una regolamentazione specifica della responsabilità derivante dall’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale, a quali disposizioni possiamo/dobbiamo fare riferimento oggi in Italia in questo ambito? Conosciamo la dicotomia, nell’ambito della responsabilità civile, tra responsabilità extracontrattuale e responsabilità contrattuale. Tralasciando il tema della responsabilità da prodotto difettoso (applicabile in astratto anche ai sistemi di intelligenza artificiale) le prime norme cui fare riferimento, in caso di responsabilità extracontrattuale, potrebbero essere gli articoli 2050 c.c. e 2051 del Codice civile che prevedono, rispettivamente, la responsabilità da “attività pericolosa” e da “cosa in custodia”

Si tratta tuttavia di disposizioni che potrebbero non essere del tutto adeguate rispetto ai nuovi scenari. Non è detto che l’attività di intelligenza artificiale sia necessariamente una “attività pericolosa”, tale cioè da comportare una rilevante probabilità di causare danni a terzi. Dall’altra parte, anche la nozione tradizionale di “custodia” potrebbe rivelarsi inadeguata rispetto ad un sistema in grado di prendere decisioni o esprimere opinioni in maniera indipendente. Tali disposizioni, inoltre, non esonerano comunque il danneggiato dalla prova del danno subito, oltre che del nesso causale tra il danno sofferto e, rispettivamente, l’attività pericolosa o la cosa in custodia. Dall’altra parte, anche la regola generale della responsabilità per fatto illecito di cui all’art. 2043 del Codice civile, richiede al danneggiato (in ipotesi dal sistema di intelligenza artificiale) la prova della colpa o del danneggiante.



[Fonte Wired.it]

Citadel: il trailer dell’ambiziosa serie dei fratelli Russo in arrivo su Prime Video

Citadel: il trailer dell’ambiziosa serie dei fratelli Russo in arrivo su Prime Video



Da Wired.it :

Dopo anni d’attesa ecco arrivare le prime immagini di Citadel, la serie targata Prime Video dei fratelli Russo, registi passati ormai alla storia per film come Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame (e prima ancora per serie come Arrested Development e Community). Finora il progetto era stato tenuto sotto il più stretto riserbo, a parte l’aspettativa di trovarsi di fronte a un intricato thriller spionistico su scala internazionale. Ora il primo trailer ci rivela che i protagonisti Richard Madden e Priyanka Chopra Jonas interpretano rispettivamente Mason Kane e Nadia Sinh, due agenti che facevano parte dell’organizzazione segreta Citadel preposta alla sicurezza di tutti i cittadini del globo, caduta però per mano di un’associazione criminale chiamata Manticore

Otto anni dopo, i due sono misteriosamente sopravvissuti alla strage di tutti gli agenti di Citadel e vengono contattati da un ex collega, Bernard (Stanley Tucci), che vuole arruolarli in un’ultima missione contro Manticore. Kane e Sinh hanno perso la memoria di tutto ciò che è accaduto in passato, anche se ricordano di essersi incontrati per l’ultima volta prima di un’esplosione su un treno (il trailer, in effetti, doveva uscire la settimana scorsa ma è stato rimandato dopo il tragico incidente ferroviario avvenuto in Grecia). Dovranno dunque scavare nei ricordi per trovare le risposte che cercano e salvare il pianeta dalla costituzione di un nuovo ordine mondiale. Nel cast ci saranno anche Lesley Manville (la principessa Margaret nell’ultima stagione di The Crown), Osy Ikhile e Ashleigh Cummings.

I  sei episodi di Citadel, in arrivo il 28 aprile su Prime Video e che sono già costati una cifra astronomica intorno ai 185 milioni di dollari, rappresenteranno il primo capitolo di una saga epica destinata ad aver diversi spin-off internazionali: nell’idea di Joe e Anthony Russo, coadiuvati dallo showrunner David Weil (Hunters), il franchise si articolerà in diverse serie “locali”, tutte destinate ad ampliare l’esperienza di visione da parte del pubblico. In lavorazione ci sono già la versione italiana, con protagonista Matilda De Angelis, e indiana, mentre presto cominceranno le riprese anche di quella messicana



[Fonte Wired.it]

Startup, cosa farà adesso il Fondo nazionale innovazione

Startup, cosa farà adesso il Fondo nazionale innovazione



Da Wired.it :

Il numero messo nero su bianco è duecento. Tante solo le startup che Cdp Venture Capital sgr, il Fondo nazionale innovazione sotto l’ombrello della cassaforte del risparmio postale, Cassa depositi e prestiti (Cdp), punta a imbarcare ogni anno nella sua rete di acceleratori. “Sono 200 le startup accelerate finora delle tremila che si sono candidate – enumera Francesca Bria, presidente del Fondo innovazione -. Vogliamo arrivare a duecento ogni anno”. Attraverso un programma di acceleratori che dagli attuali 17 (un diciottesimo è arrivo) vuole raggiungere entro fine anno quota venti. È questo uno dei traguardi che l’attuale esecutivo del Fondo nazionale innovazione può intestarsi. La presidente Bria, l’amministratore delegato Enrico Resmini e i sette nomi del consiglio d’amministrazione scadono a bilancio 2022 chiuso. Questione di mesi. Poi il governo dovrà decidere il da farsi.

Il 2023, insomma, sarà un anno di passaggio per il Fondo nazionale innovazione. Perché oltre a capire come saranno organizzati i piani alti, occorre mettere nero su bianco il nuovo piano industriale triennale, atteso entro fine anno. A margine di un evento a Milano per presentare i risultati delle rete di acceleratori, Bria traccia le quattro direttrici della futura missione del fondo: spingere sull’accelerazione; sostenere il trasferimento tecnologico; rafforzare gli investimenti indiretti, specie con fondi esteri e, infine, consolidare quelli diretti con un occhio alle tecnologie pesanti, come spazio o biotech. Anche per il fondo, insomma, si deve passare dalla fase di startup a quella di scaleup. D’altronde, come chiosa Resmini, la sgr vedrà raddoppiare i fondi in gestione: “Arriveremo a cinque miliardi”.

I numeri

Presentato dall’allora ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio nella primavera del 2019, il Fondo nazionale innovazione decolla a giugno 2020. Oggi Cdp Venture Capital ha due miliardi di asset in gestione, ha mobilitato 135 milioni (di cui 85 deliberati e 50 di co-investimenti) e aggregato 10 fondi di investimento, tra diretti e indiretti. L’ultimo è stato varato a novembre per coprire l’ultima fase di maturità delle startup: il fondo Large ventures ha già 150 milioni in cassa, 700 come obiettivo di raccolta e ambiti come il biotech e il deeptech nel mirino.

Uno dei tasselli del piano è la rete degli acceleratori. Conta 17 programmi avviati, uno deliberato e 180 partner: dallo sport alla cybersecurity, dall’ospitalità ai motori. Ultimo avviato, a inizio marzo, Foodseed, sede a Verona, dedicato al segmento dell’agroalimentare. “Selezioniamo le startup in base a tecnologie strategiche e alle esigenze del territorio“, aggiunge Bria. Secondo Marco Gay, presidente esecutivo dell’acceleratore Digital Magics, coinvolto in progetti legati a fintech e insurtech, “oggi si è creato finalmente un ecosistema. Siamo dove altri paesi europei erano 4-5 anni fa, ma quello è il momento in cui la curva si impenna. Dopo il set up generale, entriamo nella fase di accelerazione”. Digital Magics ha a bordo una quarantina di startup del progetto di Cdp. “Oggi abbiamo una media del 30% di candidature dall’estero – prosegue -. E siamo a una media di 750mila euro per un investimento seed, vicini alla media europea che è di un milione. Solo quattro anni fa eravamo a 250mila euro”.

Borsa ed Europa

Ma se il Fondo nazionale innovazione ha centrato i suoi obiettivi, deve funzionare anche il resto. È il ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ad anticipare un piano del governo per semplificare le quotazioni in Borsa delle imprese: “Vogliamo agire per indurre una platea più ampia di imprese di medie dimensioni ad accedere ai mercati regolamentati e allo stesso tempo attrarre nuovi investitori”, attraverso una “semplificazione del settore con procedure più snelle e una riduzione degli oneri delle aziende che intendono quotarsi”.

Dall’altro lato ci sono gli investimenti dell’Europa. A febbraio Bruxelles ha presentato il suo fondo per difendere gli unicorni, ossia le startup che hanno raggiunto una valutazione di 1 miliardo di euro, dalle mire investitori stranieri, Stati Uniti e Cina in primis. Il programma, detto Campioni della tecnologia europea (Etci), ha una dotazione iniziale di 3,75 miliardi di euro, che verrà aumentato nel corso degli anni. A sostenerlo la Banca europea degli investimenti (Bei) e un pool di alcuni stati dell’Unione. Ci hanno messo 1 miliardo di euro a testa Spagna, Francia e Germania, 150 milioni l’Italia e 100 milioni il Belgio. L’Europa beneficerà anche di parte del miliardo di euro che la Nato vuole mobilitare in ambito deep tech, con nodi anche in Italia.



[Fonte Wired.it]

Bambini, le dritte degli esperti per farli addormentare

Bambini, le dritte degli esperti per farli addormentare



Da Wired.it :

Questa è anche l’età in cui i bambini iniziano ad avere bisogno di meno sonnellini. Se alle otto di sera il vostro bimbo è ancora troppo vivace, potreste provare a eliminare i pisolini durante il giorno, o ad accorciarli: “Se fanno ancora due sonnellini, limitateli a uno. Se dormono per un’ora, provate a con un pisolino di dieci minuti”, dice De La Torre.

Stabilire una routine 

In un’età in cui il cervello e il corpo cambiano così tanto ogni giorno, non c’è da stupirsi che i bambini abbiano bisogno di prevedibilità: “La routine può consistere in qualsiasi cosa, purché sia ripetuta più volte in modo che il bambino sappia cosa aspettarsi“, sottolinea Tartaglia. Anche a cinque e otto anni, i miei figli hanno mantenuto le stesse abitudini di quando erano piccoli: bagnetto, libri e a letto. Una luce notturna, poi, placa la paura del buio, mentre il rumore bianco copre il suono della mamma che parla al telefono con la sua amica mentre corre giù per le scale.

In generale l’obiettivo è riuscire a mettere a letto un bimbo che sta imparando a camminare nello stesso modo in cui mandereste a dormire un bambino in età prescolare o che va alle elementari: con un abbraccio, un bacio della buonanotte e uscendo dalla sua cameretta; senza dondolarlo fino a farlo appisolare, dargli infiniti spuntini notturni o rimanere sdraiati per ore a fissare il soffitto. A questo scopo, in genere è bene mantenere la stessa risposta alle interruzioni notturne: “Non dite una volta: ‘Torna a letto, è tutto a posto’, e la volta dopo: ‘Vieni a letto con me’ –  consiglia Tartaglia –. In questo modo date a vostro figlio messaggi contrastanti“.

Sebbene sia d’accordo sul fatto che fissare dei limiti e impostare delle abitudini costanti sia importante per i bambini piccoli, De La Torre raccomanda ai genitori anche di essere un po’ flessibili: “Se avete a che fare con molte crisi, va bene dire: ‘In questo momento ha solo bisogno di me, riproveremo un’altra volta’. La buona notizia è che se sbagliate, rimangono molti altri mesi per fare la cosa giusta“.

Siate indulgenti con voi stessi

Da genitore di due bambini piccoli, credo di poter affermare con certezza che se siete arrivati a cercare su Google “come far addormentare mio figlio”, le cose non stanno andando particolarmente bene. Come minimo siete esausti ed è probabile che il vostro bimbo non stia molto meglio. Anche se non ne sono ancora consapevoli, il sonno è molto più importante per il loro sviluppo cerebrale che guardare la tv con voi.



[Fonte Wired.it]