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Rolling Stones, la realtà aumentata li porta i “dal vivo” nel salotto di casa

Rolling Stones, la realtà aumentata li porta i “dal vivo” nel salotto di casa



Da Wired.it :

I Rolling Stones. icone della musica rock, arrivano con una performance live nelle case di tutti grazie alla realtà aumentata. Infatti, in occasione dell’uscita del nuovo album del gruppo britannico intitolato Hackney Diamonds l’AR Studio di Snapchat in collaborazione con il team creativo della band ha lanciato per tutti i fan un’esperienza AR inedita.

Sfruttando le 3D Bitmoji Lens di Snap, la novità consente all’avatar 3D dell’utente di poter stabilire un’interazione in tempo reale con la realtà aumentata e ballare sul palco insieme ai Rolling Stones: Mick Jagger, Keith Richards e Ronnie Wood appariranno come Bitmoji tridimensionali proprio davanti all’utente mentre eseguono Angry, il loro ultimo singolo pubblicato lo scorso settembre.

Foto: Snapchat

Già disponibile per tutti gli utenti, per accedere a questa esperienza AR è necessario aprire la fotocamera di Snapchat, selezionare la lente Rolling Stones Bitmoji Show e toccare due volte lo schermo del dispositivo per romperlo virtualmente e dar via a un concerto privato in qualsiasi momento: quale proposta migliore per un live direttamente in salotto?

Ma c’è ancora qualcosa. Per la gioia dei fan, infatti, è possibile vestire il proprio Bitmoji con la t-shirt della collezione Band Tees Rolling Stones: basta accedere alla schermata del proprio profilo toccando l’icona Profilo che appare in alto a sinistra, selezionare il proprio Bitmoji e poi Cambia outfit. Da questa schermata è possibile consultare la collezione dedicata nella sezione Band Tees sotto la scheda Outfits.



[Fonte Wired.it]

Leggere il pensiero, un nuovo dispositivo sviluppato da un team di ricercatori

Leggere il pensiero, un nuovo dispositivo sviluppato da un team di ricercatori



Da Wired.it :

Tradurre i segnali cerebrali in ciò che si vuole dire. In altre parole, saper leggere il pensiero. È questo il compito di un nuovo dispositivo sviluppato da un team di neuroscienziati, neurochirurghi e ingegneri della Duke University, che si è dimostrato essere ancora più veloce di quelli testati fino ad oggi e che potrebbe in futuro aiutare le persone non più in grado di parlare a riacquistare la capacità di comunicare attraverso un’interfaccia cervello-computer. “Ci sono molti pazienti che soffrono di disturbi motori debilitanti, come la sclerosi laterale amiotrofica o la sindrome lock-in, che possono compromettere la loro capacità di parlare”, ha commentato Gregory Cogan, tra gli autori dello studio appena pubblicato su Nature Communications. “Ma gli strumenti attualmente disponibili per consentire loro di comunicare sono generalmente molto lenti e macchinosi”.

Velocità e precisione

Quando parliamo normalmente pronunciamo circa 150 parole al minuto. Tuttavia, attualmente la migliore velocità di decodifica vocale raggiunta dalle tecnologie attuali arriva a circa 78 parole al minuto. Un ritardo dovuto in parte ai (relativamente) pochi sensori cerebrali che possono essere incorporati su un frammento di materiale sottilissimo. Meno sensori, quindi, forniscono informazioni meno decifrabili da decodificare. Per la nuova tecnologia, invece, il team è riuscito a inserire ben 256 microscopici sensori cerebrali su un frammento di materiale grande quanto un francobollo.

Dan Vahaba/Duke University

Il nuovo dispositivo

Dopo aver messo a punto l’impianto, i ricercatori lo hanno poi testato temporaneamente su quattro pazienti sottoposti a un intervento chirurgico al cervello per condizioni come la malattia di Parkinson o la rimozione di un tumore. Il tempo a disposizione in sala operatoria, quindi, è stato piuttosto limitato. “Non volevamo aggiungere ulteriore tempo alla procedura operativa, quindi dovevamo testarlo entro 15 minuti”, ha commentato Cogan.

Ed ecco l’esperimento: dopo aver ascoltato una serie di parole senza senso, ai partecipanti è stato chiesto di ripeterle ad alta voce. Il dispositivo ha registrato l’attività della corteccia motoria del linguaggio di ciascun paziente mentre coordinava quasi 100 muscoli che muovono le labbra, la lingua, la mascella e la laringe. Successivamente, i ricercatori hanno raccolto i dati e li hanno inseriti in un algoritmo di apprendimento automatico per vedere con quanta precisione poteva prevedere quale suono veniva prodotto, basandosi solo sulle registrazioni dell’attività cerebrale.

Leggere il pensiero

Per alcuni suoni, come g nella parola “gak”, il dispositivo ha capito correttamente l’84% delle volte quando era il primo suono di una serie di tre. La precisione, tuttavia, diminuiva man mano che l’impianto analizzava i suoni nel mezzo o alla fine di una parola senza senso. Inoltre ha presentato difficoltà nel caso in cui due suoni erano simili, come p e b.

Nel complesso, tuttavia, è risultato accurato nel 40% dei casi. Potrebbe sembrare un punteggio basso, commentano gli autori, ma è invece piuttosto incoraggiante dato che simili impianti richiedono ore o giorni e non 15 minuti come in questo ultimo caso. Ovviamente, c’è ancora molta strada da fare e siamo, quindi, lontani da una applicazione del nuovo impianto nella realtà. “Siamo al punto in cui è ancora molto più lento del linguaggio naturale”, ha concluso il co-autore Jonathan Viventi, “ma ora possiamo intravedere la traiettoria attraverso cui potremmo essere in grado di arrivarci”.



[Fonte Wired.it]

Game of Thrones, rassegnamoci: non sappiamo ancora quando arriveranno i prossimi spin-off

Game of Thrones, rassegnamoci: non sappiamo ancora quando arriveranno i prossimi spin-off



Da Wired.it :

Negli scorsi giorni ci sono stati alcuni aggiornamenti riguardanti le serie Hbo dei prossimi anni, comprese quelle legate al mondo di Game of Thrones. È stato confermato, infatti, che la seconda stagione di House of the Dragon, la serie prequel dedicata alle vicende dei Targaryen, arriverà sullo schermo all’inizio dell’estate 2024. Ma non finisce qui: un altro spin-off derivato dalle storie di Westeros firmato George R.R. Martin, intitolato A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight, inizierà le riprese in primavera, fine dello sciopero degli attori permettendo. Ma negli ultimi anni si sono inseguite le voci di tantissimi altri spin-off, ma dei quali si sono perse un po’ le tracce. E gli ultimi aggiornamenti, in realtà, non sono del tutto confortanti.

A buttare una doccia fredda sulle speranze dei fan più avidi di nuovi prodotti seriali è lo stesso Casey Bloys, ceo di Hbo, che conferma che A Knight of the Seven Kingdoms, tratto dalla serie di racconti Tales of Dunk and Egg (in italiano Il cavaliere dei Sette Regni), è l’unico degli spin-off ulteriori ad aver ricevuto il via, il “green-light” come si dice in inglese: “Abbiamo sempre degli spin-off di Game of Thrones in fase di sviluppo. Abbiamo dato il via a Dunk and Egg in primavera”, ha appunto dichiarato Bloys: “Non direi che c’è qualcos’altro in quel mondo vicino a ricevere il green-light, ma lavoriamo in continuazione a sceneggiature e idee differenti”. Dunque, al momento, non c’è ufficialità su ulteriori progetti che potrebbero entrare prossimamente in produzione.

You know nothing, Jon Snow

Paradossalmente negli scorsi mesi si sono succedute indiscrezioni le più svariate, nessuna delle quali però verificata con un’ufficialità vera e propria: si è parlato per esempio di 10,000 Ships, serie che seguirebbe le imprese della principessa guerriera Nymeria, e di The Sea Snake, sui viaggi leggendari del navigatore Corlys Velaryon; all’inizio dell’anno si era parlato di un progetto che raccontasse la cosiddetta “conquista di Aegon”, ovvero quando Aegon I Targaryen ha conquistato la maggior parte di Westeros. Altri titoli ancora, come Flea Bottom sui meandri più reconditi di Approdo del re, e Bloodmoon, che avrebbe dovuto raccontare gli eventi successi alla fine di Game of Thrones, pare siano stati cancellati. Ma l’attesa più grande riguarda piuttosto lo spin-off su Jon Snow, che avrebbe dovuto riportare in scena anche l’attore protagonista Kit Harington. Per sapere se e quando li vedremo realizzati, a quanto pare, è ancora troppo presto.



[Fonte Wired.it]

Il viaggio di Shuna, il manga “inedito” di Hayao Miyazaki

Il viaggio di Shuna, il manga “inedito” di Hayao Miyazaki



Da Wired.it :

Hayao Miyazaki che allora aveva realizzato già il suo primo film, Lupin III – Il Castello di Cagliostro, e prima ancora la serie (sempre) di Lupin e di Conan il ragazzo del futuro, si avventurò in qualcosa di unico, la creazione di manga, che uscì però solo in Giappone nel 1983, mai edito in Italia.

Shuna no Tabi (Shuna’s Journey)
Copyright © 1983 Studio Ghibli
All rights reserved.
First published in Japan by Tokuma Shoten Co., Ltd.
Contract arranged through Sylvain Coissard Agency, France

In pochi ne conoscevano l’esistenza. Ma ora, a 40 anni esatti, il desiderio di poter leggere Il viaggio di Shuna (questo è il titolo) anche da noi si è realizzato grazie alla BAO Publishing, riuscita nell’intento di pubblicarlo e portarlo così alla luce, supportata da Studio Ghibli, che ne ha concesso i diritti, in piena collaborazione con lo studio d’animazione.

Una fiaba d’altri tempi, ricca di simboli, epica, morale, coraggio, ambientata in un passato lontano, o in un futuro remoto. A far da sfondo iniziale, una antica valle, scavata in un ghiacciaio, là dove alberga un piccolo regno, in un luogo apparentemente inospitale e senza luce, dove gli abitanti, ormai stremati, vivono tristemente con pochi frutti dalla terra a disposizione, insieme ai loro Yakkul. Animali romanzati e romanzeschi, da Yak, che lo stesso Miyazaki ci fece conoscere visivamente ne La principessa Mononoke: Yakkul era il destriero e fedele amico del protagonista, Ashitaka.



[Fonte Wired.it]

Rob Daviau, la rockstar dei giochi da tavolo

Rob Daviau, la rockstar dei giochi da tavolo



Da Wired.it :

Chi conosce il settore non è nuovo alle polemiche sui costi sempre più alti della logistica e della produzione dei giochi da tavolo, soprattutto quando c’è di mezzo il crowdfunding – un modello di business che chiede ai clienti finali di finanziare la realizzazione dei titoli e pagarsi da soli le spedizioni. Daviau però non vede segnali di crisi, almeno da questo fronte: “Ci sono tanti step nella filiera dei board game, ma nessuno è particolarmente problematico al momento. I costi delle spedizioni sono scesi. I costi di produzione sono saliti di pari misura con l’inflazione, ma non di più”.

Il futuro dei board game, tra AI e sostenibilità

Quali sono le tendenze principali che stanno cambiando il volto dei board game? “Vedo giochi che hanno una presenza sempre più bella sul tavolo – ma forse ci faccio caso perché mi piace quel tipo di giochi! Più in generale c’è molta più libertà di lasciare che i board game raccontino delle storie avvincenti, articolate”, commenta Daviau.

A volte, la ricchezza narrativa dei board game moderni passa per l’integrazione con strumenti digitali: app, siti web, persino piattaforme tecnologiche dedicate. A non tutti va giù questa evoluzione tecnologica. “Molti si arrabbiano per l’integrazione delle app nei board game. Non condivido questo sentimento”, afferma il game designer. “Oggi ci sono tantissimi giochi, c’è spazio per tutti. E poi Battaglia navale integrava già dei chip negli anni ‘70, e il Dark Tower originale [un gioco che integrava un rudimentale computer elettronico per guidare le partite, ndR], è uscito nel 1981!”

Daviau è più scettico sulle applicazioni di due grandi temi al mondo dei board game: intelligenza artificiale e sostenibilità. Sul fronte dell’AI, il game designer Cmon non nasconde il proprio disinteresse. “L’AI è l’Nft del 2023, tutti ne parlano, ma si sgonfierà”.

La sostenibilità è possibile, ma difficile. “L’industria dei board game – commenta Daviau – potrebbe rivoluzionarsi e smettere di usare plastica, passare a materiali riciclabili: miniature, organizer interni, eliminare gli involucri… c’è molto margine di miglioramento. Però non sarebbero giochi per tutti. I costi esploderebbero. L’equilibrio tra componenti, prezzi e domanda è molto difficile. L’ironia è che un miglioramento dei board game non avrebbe un grande impatto, in un mondo in cui le cinque più grandi compagnie petrolifere sono responsabili della maggior parte delle emissioni

Consigli per aspiranti game designer

Ma insomma, come si fa a lanciare un board game di successo?La prima domanda che faccio a chi mi dice che vorrebbe realizzare un gioco da tavolo è questa: perché? Per giocarci con gli amici? Per divertimento? O per lavoro?”, premette Daviau. “Creare un gioco per passione è un conto, ma molti vorrebbero farci i soldi. E allora bisogna pagare la produzione, gli artisti, un sito web, la consegna… il business non è così divertente come la parte di game design, si rischia di fare il passo più lungo della gamba”.



[Fonte Wired.it]

Batterie, i progetti per togliere i metalli rari (e ridurre la dipendenza dalla Cina)

Batterie, i progetti per togliere i metalli rari (e ridurre la dipendenza dalla Cina)



Da Wired.it :

La batteria di Polar Night Energy funziona anche di notte perché la sabbia rimane calda (va da un minimo di 100°C a un massimo di 600°C, grossomodo) e riesce a mantenere il calore per mesi. La startup danese Hyme ha sviluppato invece una soluzione di stoccaggio dell’elettricità rinnovabile in calore a base di sali fusi, riscaldati a 700°C e conservati per giorni. All’occorrenza, il calore viene trasferito dai sali all’acqua e diventa vapore, destinabile alle fabbriche o alla generazione elettrica. La materia prima della batteria di Hyme è sostenibile e abbondante, visto che i sali fusi si ricavano dall’acqua salata.

I progetti italiani

In Italia, vicino Arezzo, Enel ha un progetto di accumulo termico nelle rocce frammentate. Il sistema, chiamato Tes, è abbinato alla centrale a gas di Santa Barbara ma è proiettato all’immagazzinamento dell’energia rinnovabile. Funziona secondo un ciclo di carica e scarica: nella prima fase, il vapore generato dalla centrale passa attraverso dei tubi per riscaldare le rocce; nella seconda fase, il calore accumulato viene rilasciato.

Questo calore può essere ceduto direttamente alle industrie, in modo da decarbonizzare (quando la fonte energetica d’origine sarà a emissioni zero) i processi non alimentabili con l’elettricità. Oppure può essere utilizzato per riscaldare l’acqua e generare vapore, che servirà a produrre elettricità. Tes può stoccare fino a 24 megawattora di calore, a 550°C, per cinque ore. Il vantaggio della tecnologia, oltre alla doppia possibilità di output, è che non necessita di materiali rari.

Sempre in Italia, l’azienda milanese Energy Dome possiede a Ottana, in Sardegna, un sistema di batterie di CO2 che richiedono soltanto acciaio, acqua e anidride carbonica. L’impianto si presenta alla vista come una grande cupola sigillata (dome, appunto) contenente CO2. Il gas viene compresso e condensato in liquido, che funge da “contenitore” di energia vista la sua elevata densità energetica; anche il calore generato durante la compressione viene catturato e conservato per l’utilizzo in un secondo momento. Quando c’è bisogno di energia, infatti, il calore fa evaporare la CO2 liquida, che si espande e attiva una turbina che genera elettricità. Il tutto senza alcuna emissione in atmosfera perché il processo è a circuito chiuso: l’anidride carbonica allo stato gassoso viene cioè riportata nella cupola, per un nuovo ciclo di scarica.

Le batterie termiche naturali sono promettenti ma devono, per affermarsi, dimostrare di essere affidabili e replicabili commercialmente su larga scala. Per le loro caratteristiche, comunque, sembrano essere in grado di contribuire alla sicurezza della transizione energetica, garantendo la necessaria diversificazione tecnologica dai sistemi di accumulo elettrochimico (le batterie comunemente intese, agli ioni di litio) e una parziale emancipazione dalla geopolitica (non contengono materia rara controllata da pochi governi, ma sabbia e sale).



[Fonte Wired.it]