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Le cellule sintetiche con un genoma minimo si evolvono alla stessa velocità di quelle naturali
| Wired Italia

Le cellule sintetiche con un genoma minimo si evolvono alla stessa velocità di quelle naturali | Wired Italia



Da Wired.it :

Sebbene M. mycoides JCVI-syn3B possa crescere e replicarsi in condizioni di laboratorio, i ricercatori del nuovo studio volevano capire come la cellula sintetica potesse rispondere alle forze dell’evoluzione nel tempo, in particolare come la selezione naturale così come nuove mutazioni potessero operare. “Ogni singolo gene nel suo genoma è essenziale”, spiega Lennon. “Si potrebbe ipotizzare che non ci sia spazio di manovra per le mutazioni, che potrebbero limitare il suo potenziale di evoluzione”. Al contrario, i ricercatori hanno scoperto un tasso di mutazione eccezionalmente alto.

Infatti, coltivandolo in laboratorio, dove si è evoluto liberamente per 300 giorni (equivalenti a 2000 generazioni batteriche o circa 40mila anni di evoluzione umana), i ricercatori lo hanno poi confrontato con il M. mycoides originale e com un ceppo di cellule minime che non si erano evolute per 300 giorni. Dalle analisi è emerso che il batterio sintetico è riuscito a recuperare efficacemente tutta la fitness, ossia la capacità riproduttiva, che aveva perso a causa della semplificazione del genoma. I ricercatori, inoltre, hanno identificato i geni che sono cambiati di più durante l’evoluzione: sebbene la maggior parte delle loro funzioni rimane ancora sconosciuta, spiegano gli esperti, alcuni di questi sono coinvolti nella costruzione della superficie della cellula.

Comprendere in che modo gli organismi con genomi semplificati superino le sfide evolutive, concludono gli esperti, ha importanti implicazioni per alcuni aspetti della biologia, tra cui il trattamento dei patogeni, il perfezionamento dei microrganismi ingegnerizzati e l’origine della vita stessa. In altre parole, concludono i ricercatori, lo studio dimostra il potere della selezione naturale di ottimizzare rapidamente la fitness nell’organismo autonomo più semplice, ossia che la vita trova sempre una strada.



[Fonte Wired.it]

gli Shinigami sono tornati
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gli Shinigami sono tornati | Wired Italia



Da Wired.it :

L’arco di Thousand-Year Blood War è incentrato sulla vendetta dei Quincy, rei di un attacco a sorpresa alla Soul Society che si traduce in una strage e nell’inizio di una lunghissima battaglia densa non solo di duelli avvincenti, ma anche di colpi di scena, rivelazioni spiazzanti sul passato dei protagonisti, tradimenti e una valanga di morti ammazzati. La vittoria dei fortissimi Shinigami non è scontata, perché i Quincy hanno un asso nella manica che riguarda il bankai, ovvero l’attacco finale dei Mietitori “sbloccato” da anni di duro allenamento. La trasposizione dell’arco della Guerra dei Mille Anni di Sangue è, come accennato, la ripresa della parabola di Ichigo senza fratture temporali. Il sequel si apre su due giovani, l’entusiasta Yuki Ryuunosuke e il fifone Madarame Shino, Mietitori soccorsi poco prima di soccombere a un’orda di Hollow: vengono salvati in extremis da Ichigo & co, e il cui ingresso è spettacolare, entusiasmante e gratificante per il pubblico nostalgico.

Intanto, uno dei dipartimenti della Soul Society individua una strage di Hollow immane e misteriosa; assieme all’apparentemente inspiegabile comparsa dell’Arrancar Asguiaro Ebern che precede un selvaggio attacco alla Soul Society questi due eventi decretano l’inizio di una feroce faida tra Shinigami e Quincy. La sceneggiatura, specialmente nelle prime battute, è sapientemente corredata di dettagli narrativi che aiutano e semplificano la comprensione della storia anche ad arruginiti e neofiti, restituendo quella familiarità perduta – o meglio, interrotta – con la saga horror, per poi lasciare lo spettatore a confrontarsi con una trama più complessa dove le relazioni – amicizie, rivalità, affetti – e il relativo stato mentale derivante dalla gestione emotiva dei rapporti giocano un ruolo fondamentale nell’esito di ciascuno scontro. Non basta la forza per vincere, Bleach è anche una sfida della mente. Va sottolineato che la versione originale dell’arco aveva subito una drastica contrazione: la sua trasposizione affretta ancora di più gli eventi, adottando un ritmo frenetico che a volte penalizza la comprensione.



[Fonte Wired.it]

Semiconduttori, la Cina guida la ricerca globale
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Semiconduttori, la Cina guida la ricerca globale | Wired Italia



Da Wired.it :

Non mancano le sfide, spalmate lungo tutta la catena: dall’estrazione delle terre rare ai processi produttivi molto sofisticati, al momento in mano a una manciata di aziende in tutto il mondo. Senza contare le ricadute ambientali e l’alta intensità energetica della produzione. Da questo si coglie l’importanza della ricerca nel settore, anche di base: trovare soluzioni e progettazioni alternative anche per ricalibrare gli equilibri geopolitici. L’European Chips Act prevede non a caso notevoli finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo, la costruzione di nuove fabbriche (anche e soprattutto in partnership con colossi del settore) e la formazione di nuove professionalità.

In Europa 104mila articoli, oltre la metà da collaborazioni internazionali

Guardando agli ultimi 20 anni in Europa (considerando i paesi dell’Unione insieme a Svizzera, Norvegia e Regno Unito), si nota una crescita non lineare della produzione accademica intorno alle tematiche dei semiconduttori, con le punte maggiori dopo il 2008 e dopo il 2020, in linea con il trend mondiale. Dal 2017, autori europei compaiono nel 25% di tutta la ricerca pubblicata sui semiconduttori, con circa 104mila articoli accademici, il 54% del quale pubblicato con collaborazioni internazionali. Quest’ampia produzione scientifica colloca appunto l’Europa al secondo posto al mondo dopo la Cina pur se a debita distanza. Guardando alle università più attive, il Politecnico di Milano è la prima università italiana a comparire nella classifica, al 15esimo posto con 1.220 pubblicazioni. Tra le aziende europee che pubblicano ricerca in questo settore, Leonardo è la prima italiana ad apparire nella lista delle 100 aziende europee più prolifiche, al 42esimo posto con 35 paper.

Oltre 56mila articoli internazionali sono pubblicati da autori europei (54% del totale). La maggior parte dei paesi europei collabora con i loro vicini europei, mentre, al di là dell’Europa, gli Stati Uniti si posizionano al primo posto con 11.657 articoli collaborativi, seguiti dalla Cina con quasi 10mila. Taiwan ha 884 articoli di questo genere con l’Europa.

Quanto ai brevetti, la Germania resta il paese europeo con il portafoglio più grande, nonostante sia diminuito in dimensioni e competitività negli ultimi anni. Il Regno Unito e la Francia occupano il secondo posto. L’Italia invece, sebbene abbia un portafoglio piccolo e stabile, ha visto il proprio livello di competitività aumentare, in un’accelerazione che va in direzione opposta a Regno Unito, Germania, Francia e alla maggior parte degli altri paesi UE.

Italia: collaborazioni internazionali oltre la media europea

Tra il 2017 e il 2022 ricercatori e istituzioni italiane hanno pubblicato circa 12.500 articoli correlati alla ricerca sui semiconduttori, mostrando un andamento stabile negli anni. La qualità della ricerca è piuttosto buona, con un indice di citazioni (Fwci) di 1.25, poco al di sotto della media nazionale di 1.43. In media, la collaborazione internazionale dell’Italia è leggermente superiore alla media: il 47% delle sue ricerche è in collaborazione con partner internazionali – la media per l’Ue 27 è del 42% – e, nel caso della ricerca sui semiconduttori, raggiunge addirittura il 58%. I due maggiori partner sono Germania e Stati Uniti. Seguono da vicino Francia e Regno Unito. Gli articoli con collaborazioni internazionali mostrano un Fwci complessivamente più elevato – di 1,41 per gli articoli con co-autori internazionali rispetto a 1,07 per le sole collaborazioni nazionali.

La corsa di Cina e Usa e la rincorsa dell’India

A livello globale vediamo negli ultimi 20 anni una forte crescita, con rallentamenti solo temporanei. Soprattutto, si osservano un cambiamento di leadership dagli Stati Uniti alla Cina e una rapida ascesa dell’India. Tra il 2017 e il 2022, la Cina ha infatti staccato gli altri paesi a livello mondiale, con un totale nel periodo considerato di circa 144mila pubblicazioni e avvicinandosi nel solo 2022 alle 30mila. Lo scorso anno era dunque in testa con quasi tre volte la quantità di ricerca degli Stati Uniti e quasi il doppio di quella dell’UE. L’India mostra una crescita significativa, soprattutto se si considera che, se nel 2012 pubblicava appena un quarto degli Stati Uniti, nel 2022 il paese ha raggiunto i livelli della ricerca statunitense, con un volume complessivo tra 2017 e 2022 di circa 49mila pubblicazioni, che nel quinquennio la collocano al terzo posto.



[Fonte Wired.it]

il garante ha appena cominciato a dire la sua sull’intelligenza artificiale
| Wired Italia

il garante ha appena cominciato a dire la sua sull’intelligenza artificiale | Wired Italia



Da Wired.it :

Al centro della relazione di Pasquale Stanzione, presidente dell’Autorità garante per la privacy, che il 6 luglio ha presentato la relazione annuale sull’attività svolta dall’ente alla Camera dei deputati, c’è il veloce sviluppo di nuove tecnologie destinate a un utilizzo di massa come le applicazioni sull’intelligenza artificiale generativa e il metaverso, che si affiancano alle già note criticità legate alle piattaforme digitali come la tutela della privacy dei minori, il cyberbullismo e il revenge porn. La relazione che fa anche il punto sullo stato dell’arte a 25 anni dall’introduzione della normativa sulla privacy.

La “guerra dei chip”

Prima di entrare nel merito del lavoro dell’autorità, il Presidente Stanzione nel suo intervento allarga il campo oltre i confini del Paese, soffermandosi sui rischi di una nuova ‘guerra fredda’ combattuta sul digitale. “A oltre un anno dal ritorno, alle porte dell’Europa, dello spettro drammatico e dimenticato della guerra – spiega – il primato digitale e l’indipendenza tecnologica assumono un crescente valore strategico, anche dal punto di vista geopolitico. È significativa l’ipotesi di divieto, al vaglio della Commissione europea, di utilizzo delle tecnologie offerte da Huawei per lo sviluppo delle reti 5G. Le limitazioni, imposte da alcuni governi, all’uso di piattaforme di origine cinese o il divieto statunitense di esportazione di materiale hi-tech sensibile verso Pechino esprimono anche la preoccupazione per la capacità di condizionamento, persino sotto il profilo militare, della tecnica. La ‘guerra dei chip’ è, in fondo, solamente un’altra faccia della stessa, silente ma nettissima, contrapposizione tra Stati Uniti e Cina. Sembra delinearsi una nuova, ma non meno temibile, guerra fredda, sempre più ‘privatizzata’ e ibrida, per l’incidenza delle big tech nelle dinamiche belliche: sullo sfondo jet a guida autonoma e droni kamikaze. Il segretario generale delle Nazioni Unite ha espresso preoccupazione per la potenziale applicazione dell’intelligenza artificiale nel settore delle armi, auspicando la definizione di alcune linee rosse”.

Gli interventi del Garante

Tutela dei diritti fondamentali delle persone nel mondo digitale e implicazioni etiche della tecnologia: su questo si sono concentrati i 442 provvedimenti collegiali del Garante della privacy nel 2022. A diventare oggetti di intervento, un sistema economico sempre più fondato sui dati personali e sul loro utilizzo, la tutela dei minori che entrano a contatto con le grandi piattaforme, le applicazioni che utilizzano l’intelligenza artificiale generativa come ChatGpt, il metaverso e le problematiche poste dallo sviluppo degli algoritmi, i nuovi scenari tracciati dalle neuroscienze, la sicurezza dei sistemi e la protezione dello spazio cibernetico, la monetizzazione delle informazioni personali, i fenomeni del revenge porn, del cyberbullismo, dello sharenting e del social scoring.

L’autorità ha sanzionato per 20 milioni di euro la società americana Clearview, vietandole l’uso dei dati biometrici e dei sistemi di riconoscimento facciale per il monitoraggio degli italiani; sulla tutela on line dei minori è proseguita l’azione di vigilanza sull’età di iscrizione ai social, anche attraverso sistemi di age verification e con l’istituzione di un tavolo di lavoro istituito con il recente protocollo d’intesa tra Garante della privacy e Agcom; dopo l’altolà del Garante TikTok ha sospeso l’invio di pubblicità personalizzata basata sul legittimo interesse.

Particolarmente significativi gli interventi sugli applicativi che utilizzano l’intelligenza artificiale: il più noto, quello che portò alla sospensione di ChatGpt, ha permesso di indirizzarne lo sviluppo in una direzione compatibile con la tutela delle persone, specie se minori. Sulla stessa linea lo stop imposto al chatbot Replika, una sorta di amico virtuale che presentava troppi rischi per i minori e le persone emotivamente fragili. Due i milioni di multa inferti a Clubhouse, il social delle chat vocali. Per contrastare il fenomeno del revenge porn e aiutare le persone che temono la diffusione di foto e video a contenuto sessualmente esplicito, il Garante ha introdotto un modello di segnalazione telematica e la possibilità di inviare alle piattaforme il codice hash delle immagini invece delle copie in chiaro.



[Fonte Wired.it]

ChatGPT non serve solo a copiare a scuola
| Wired Italia

ChatGPT non serve solo a copiare a scuola | Wired Italia



Da Wired.it :

Le persone che vendono software per l’intelligenza artificiale continuano a dire che l’Ai è così potente che inevitabilmente distruggerà il mondo. Tuttavia, non posso fare a meno di chiedermi: “A che cosa serve l’AI in questo momento, prima di porre fine alla civiltà”? Ho fatto qualche esperimento e ho parlato con i miei amici su LinkedIn e Mastodon. Ecco i migliori casi d’uso trovati in base alla mia esperienza.

Superare i blocchi creativi

Odio scrivere titoli. Passo ore a creare un articolo, ma la maggior parte delle persone vedrà solo le poche parole in cima. Ecco perché a volte dedico al titolo e al primo paragrafo di un articolo tanto tempo quanto al resto.

ChatGPT può aiutare in tal senso. Chiedo al bot di consigliarmi i titoli degli articoli quando mi sento bloccato. In genere gli fornisco alcuni paragrafi dell’articolo e gli chiedo un elenco di titoli consigliati. La maggior parte di ciò che mi restituisce è scadente o banale. Alcune idee vanno bene. Non ne userò mai nessuna alla lettera, ma a volte mi indicano una direzione a cui non avevo pensato. Non lo faccio tutte le volte. È semplicemente uno strumento utile da avere a portata di mano quando mi sento bloccato.

Trovare alternative

idea

L’Ai può essere anche una fonte d’ispirazione. Ecco come sfruttare il chatbot di OpenAi la prossima volta che dovete raccogliere delle idee per un progetto

Funziona per tutti i tipi di brainstorming. Si può chiedere un elenco di temi per le feste, per esempio. La maggior parte delle idee sarà pessima, o perlomeno un po’ banale, ma qualcosa di interessante potrebbe valere la pena di essere sviluppato. Se avete bisogno di un mucchio di idee, in fretta, chiedere un elenco a ChatGPT potrebbe essere sufficiente per iniziare.

Modulare il tono

Alcune persone hanno difficoltà a essere assertive quando scrivono una richiesta. Altri hanno difficoltà a essere diplomatici. ChatGPT è molto utile in questo caso. Potete incollare un’email o un messaggio che avete scritto e chiedere un tono diverso. Per esempio, si può incollare qualcosa di troppo facile e chiedere una versione più assertiva, oppure incollare qualcosa che suona pomposo e chiedere di renderlo più informale.

cervello intelligenza artificiale

La versione a pagamento del chabot ora è in grado di navigare sul web e offrire una serie di plugin: l’abbiamo provata e qui vi raccontiamo com’è

[…] Non vi consiglio di inviare semplicemente quello che vi dà il bot, ma […]le modifiche apportate da ChatGPT potrebbero aiutarvi a notare come si presenta la vostra scrittura e darvi idee su come cambiarla. Potete anche utilizzare il servizio come copy editor, più o meno allo stesso modo: chiedete al bot di ripulire la vostra scrittura o di segnalare eventuali errori. Non funzionerà alla perfezione, certo, ma riceverete qualche suggerimento utile.

Inventare nomi falsi

Inventare è una cosa che l’intelligenza artificiale sa fare con assoluta certezza. ChatGPT è un ottimo punto di partenza se avete bisogno di un elenco convincente di nomi falsi. L’ho usato per testare il software, quando ho chiesto un elenco di nomi e indirizzi falsi da incollare in un foglio di calcolo. È ottimo per produrre dati fittizi.

In alternativa, si può usare se si sta scrivendo un’opera di narrativa o si sta dando un nome a un personaggio in un gioco: chiedete un lungo elenco di nomi falsi e usate quelli che preferite.

Ricercare informazioni specifiche

Un’area in cui i modelli linguistici di grandi dimensioni funzionano bene è quella della ricerca di informazioni specifiche da utilizzare con il computer. Per esempio, se non riuscite a ricordare una scorciatoia da tastiera potete ottenere la risposta all’istante chiedendo a ChatGPT. Lo stesso vale per le formule nei fogli di calcolo come Excel o Google Sheets: in genere si ottiene anche una guida all’uso. Certo, potreste cercare queste cose su Google, ma sinceramente è più veloce da fare con ChatGPT e servizi simili.

Programmare

Non sono un programmatore, ma i casi d’uso sono davvero notevoli.

È possibile incollare il codice e chiedere al bot cosa fa. Questo è utile se vi viene chiesto di occuparvi della manutenzione del codice scritto da qualcun altro. È possibile fornire codice scritto in un linguaggio e chiedere al bot di riscriverlo in un altro. Oppure si può chiedere al bot di scrivere un codice che faccia una cosa specifica.

Niente di tutto questo sarà utile a chi non sa già scrivere codice, perché la maggior parte delle volte ciò che il bot propone non funziona del tutto, ed è qui che l’esperienza di un vero programmatore è fondamentale.

Sentire come i professionisti usano questo servizio mi ha aiutato a pensare a come poterlo usare e e sono contento di averlo fatto. Tutto questo non cambierà completamente il modo in cui svolgo il mio lavoro, certo, ma di tanto in tanto mi renderà più veloce.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired Us.



[Fonte Wired.it]

Intelligenza artificiale, 9 documentari in streaming per interrogarsi sul fenomeno

Intelligenza artificiale, 9 documentari in streaming per interrogarsi sul fenomeno



Da Wired.it :

L’intelligenza artificiale è uno dei temi, se non il tema fondamentale degli ultimi tempi. Se nel corso dei decenni la fantascienza ha sempre immaginato le macchine che si sostituivano all’essere umano, soprattutto cervelli virtuali che prendevano il sopravvento sull’intera società, oggi questa prospettiva prende sempre più piede, avvicinandosi a un realismo inquietante. Ma se l’AI ha anche dei risvolti divertenti e di intrattenimento, come i numerosi video o le tante app di arte generativa, c’è chi a livello politico e culturale si chiede quali siano le conseguenze di applicazioni tecnologiche che, imparando dal linguaggio e dalla mente umana, ottengono sempre più autonomia e capacità di scelta.

Come ogni innovazione, però, è qualcosa che va dominato e regolato, e ancor prima compreso. Se luminari come Stephen Hawking definivano l’intelligenza artificiale come “una minaccia per l’umanità” e anche di recente uno specialista come Geoffrey Hinton ha lasciato Google preoccupato per i “grossi pericoli” che le nuove sperimentazioni comportano, è sempre più urgente confrontarsi con un tema complesso e ramificato, che spazia da temi come la società del controllo all’arte, dalla veridicità delle informazioni all’organizzazione dei governi, dalle tendenze alle masse. Proprio per questo motivo, la piattaforma di streaming gratuito Arte.tv propone una serie di documentari raccolti sotto il titolo Intelligenza Artificiale – Manna dal cielo o maledizione?. Tante le domande poste all’interno di queste clip molto brevi ma pregnanti che si possono guardare online gratuitamente e senza bisogno di abbonamento. Ecco i temi trattati nelle relative docuserie:

I robot ci renderanno tutti disoccupati?

Uno studio del World Economic Forum ha previsto che, entro il 2025, robot e intelligenza artificiale svolgeranno più compiti degli esseri umani. Ma cosa c’è di vero in queste previsioni e quanto possiamo fare per arginare la riconfigurazione del mondo del lavoro.

Chi sono io?

Negli ultimi mesi praticamente chiunque ha scaricato una app che permette di creare degli avatar digitali, camuffati da diversi filtri artistici. Ma quando ci fotografiamo attraverso queste app, cosa cediamo veramente della nostra identità? Nel documentario L’Intelligenza Artificiale, il mio avatar e io la giornalsita Sonia DeVillers si chiede proprio questo.



[Fonte Wired.it]