Seleziona una pagina
Taxi volanti, le sfide delle aziende produttrici
| Wired Italia

Taxi volanti, le sfide delle aziende produttrici | Wired Italia



Da Wired.it :

I taxi volanti potrebbero tra poco essere realtà: a poco più di un anno dall’inizio delle Olimpiadi di Parigi, Volocopter, azienda produttrice velivoli elettrici a decollo verticale (eVTOL), sta meditando di ritagliarsi una vetrina spettacolare. Secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, la società tedesca vorrebbe infatti dimostrare agli organizzatori di essere sulla buona strada per trasportare gli appassionati di sport da un impianto all’altro in cui si terranno i giochi sui propri taxi volanti nel corso dell’Airshow, in scena dal 19 al 25 giugno nella capitale francese.

La manifestazione è solitamente dedicata agli aerei militari e a quelli commerciali. Ma quest’anno ha visto protagonisti anche i produttori di eVTOL, come per esempio Lilium, che ha annunciato lo scorso 19 giugno un accordo con la cinese HeliShenzhen Eastern General Aviation Co. In particolare, quest’ultima si è impegnata ad acquistare dalla prima 100 jet.

I passi da compiere e gli ostacoli

Le aziende del settore hanno davanti a loro diverse sfide. Prima di tutto, sarà importante conquistare la fiducia dei consumatori, a maggior ragione in un momento in cui gli investitori stanno tirando il freno a mano per quanto riguarda i finanziamenti.

Volocopter è al lavoro da tempo per superare tutti questi ostacoli e lanciare il primo servizio di taxi volanti commerciali proprio con l’obiettivo di accompagnare i clienti in giro per Parigi durante i giochi perché “le Olimpiadi – ha spiegato all’agenzia Reuters l’amministratore delegato della società Dirk Hoke – sono la nostra stella polare“.

L’eventuale successo dell’azienda tedesca darebbe una spinta importante all’intero settore della mobilità aerea urbana, spronando anche gli investitori più scettici a finanziare la produzione di taxi aerei. Anche per questo, l’obiettivo di Volocopter è quello di diventare la prima azienda del comparto a ricevere le certificazioni previste dalla legge. Per farlo, dovrà però passare da nuovi test meteorologici intensivi e preparare l’importante quantità di documentazione richiesta dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa).



[Fonte Wired.it]

Donne vittime di molestie nelle agenzie pubblicitarie di Milano, le storie
| Wired Italia

Donne vittime di molestie nelle agenzie pubblicitarie di Milano, le storie | Wired Italia



Da Wired.it :

In una risposta su Facebook al post di Massimo Guastini, uno dei cofondatore, Gabriele Cucinella, aveva dichiarato anche come l’azienda avesse adottato un codice etico aziendale che tutti i dipendenti dopo quel caso sono tenuti a firmare.

Mi sembra strano – commenta Scrima – che i cofondatori non sapessero cosa stava accadendo. E se così fosse, allora vuol dire che non avevano il polso della situazione. Forse anche peggio”. In ogni caso, successivamente alla cancellazione della chat l’ambiente lavorativo di We Are Social, dice Scrima, “non era cambiato di una virgola, e io non ho firmato nessun codice etico aziendale come invece dichiarato da Cucinella”. Sul punto We Are Social, nella risposta a Wired, ribatte: “Abbiamo fornito uno sportello psicologico e condotto training specifici per spiegare il nostro codice etico che tutti i dipendenti firmano all’atto dell’assunzione. Dal mese di aprile (e quindi a prescindere dalla situazione di questi giorni) stiamo sottoponendo l’agenzia a un audit per ottenere la certificazione di genere. La creazione di un ambiente sereno e rispettoso è una responsabilità condivisa da tutti noi in azienda”.

Oltre We Are Social

Tuttavia il clima di umiliazione per le donne si è diffuso anche in altre agenzie. A Wired ne parla Paola, che chiede l’anonimato per poter contribuire alla realizzazione di questo articolo, così come chiede di non menzionare il nome dell’agenzia in cui i fatti sono avvenuti per non essere associata agli episodi, che avvengono tra il 2016 e il 2017. Paola si è dimessa dall’agenzia dopo un anno e mezzo, anche per via delle molestie verbali subite. “Quanto accadeva quotidianamente mi ha messo in una situazione molto faticosa, in cui non ero a mio agio”, commenta oggi a Wired.

Il direttore creativo, rievoca, “continuava a fare battute, a indirizzare complimenti non richiesti alle colleghe davanti a tutti: ‘come sei bella oggi’, ‘come sei vestita bene’. Ma anche domande come ‘chissà quanto scopano le trentenni?’” ricorda. O ancora, “così vestita non sai a quante persone piaci in agenzia”.

Il suo comportamento era molto esplicito sin dal momento in cui mettevi per la prima volta piede in agenzia, perché ci considerava il suo giocattolo nuovo”, dice la donna. Un atteggiamento che poi cambiava nel tempo:Quando cominciava a conoscerti di più ti vedeva anche come un essere umano”. Paola lo racconta come un passaggio necessario, che obbligava lei e le sue colleghe a non dare confidenza all’uomo per costruirsi un proprio spazio personale di difesa quotidiano sul posto di lavoro: “Altrimenti saremmo state viste come disponibili sessualmente”. Intorno a lei, l’ambiente di lavoro e i ritmi serrati tendevano a normalizzare questi comportamenti. I colleghi e le colleghe cercavano di non dare troppo peso a quanto succedeva.



[Fonte Wired.it]

Zanzare, aumenta la diffusione di specie invasive in Europa
| Wired Italia

Zanzare, aumenta la diffusione di specie invasive in Europa | Wired Italia



Da Wired.it :

Le temperature in continuo aumento stanno favorendo, specie negli ultimi anni, la diffusione di specie invasive di zanzare in molti Paesi europei. In particolare, lo European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) ha diffuso in questi giorni un comunicato nel quale segnala la sempre più estesa circolazione delle specie Aedes albopictus e Aedes aegypti, noti vettori per la trasmissione di alcuni virus, fra cui quello della chikungunya, della dengue, della febbre gialla, della zika e del West Nile. Dal 2013 a oggi, Aedes albopictus è passata ad interessare da 8 a 13 Paesi europei, intesi come aree nelle quali la specie è diventata in grado di riprodursi e di trascorrere l’inverno.

I numeri del 2022

Per quanto riguarda il West Nile, in Europa lo scorso anno sono stati segnalati un totale di 1.133 casi, per la maggior parte (1.112) acquisiti localmente: si tratta del più elevato numero di casi dal 2018, quando si era registrato un picco di infezioni. L’Italia, purtroppo, è in testa alla sgradevole classifica con 723 casi, seguita da Grecia (286), Romania (47), Germania (16), Ungheria (14), Croazia (8), Austria (6), Francia (6), Spagna (4), Slovacchia (1) e Bulgaria (1). Per quanto riguarda la dengue, invece, sempre nel 2022 sono stati riportati 71 casi di infezioni acquisite localmente, 65 dalla Francia e 6 dalla Spagna.

West Nile e Dengue

Si tratta in entrambi i casi di malattie causate da agenti virali, il virus del West Nile e quello della dengue, appunto. Il primo viene trasmetto soprattutto dalle zanzare appartenenti al genere Culex, come ad esempio C. pipiens, ma anche dalla Aedes aegypti di cui parlavamo prima. Gli uccelli ne costituiscono un serbatoio naturale, ma anche alcuni mammiferi (fra cui esseri umani e cavalli) possono esserne infettati. Solo il 20% delle infezioni da West Nile risultano mediamente sintomatiche e possono manifestarsi con sintomi come febbre, dolori articolari, rash cutaneo, affaticamento, mal di testa, nausea e vomito. L’infezione è potenzialmente pericolosa soprattutto per individui anziani o immunocompromessi, nei quali può dare origine alla forma neuroinvasiva della malattia che può risultare fatale.

La dengue viene trasmessa sia dalle zanzare appartenenti alla specie Aedes aegypti che da quelle appartenenti alla specie Aedes albopictus. È una malattia endemica in moltissimi paesi tropicali e negli ultimi decenni la sua incidenza sta aumentando drammaticamente: secondo i dati della World Health Organization (Who), globalmente si è passati da circa mezzo milione di casi riportati nel 2000 a oltre cinque milioni registrati nel 2019. Anche in questo caso, più spesso l’infezione si verifica in modo asintomatico. Quando compaiono, i sintomi sono simili a quelli descritti per il West Nile e solitamente si risolvono nel giro di 1-2 settimane. Le persone che contraggono la dengue per la seconda volta corrono un rischio maggiore di andare invece incontro a sintomi più gravi, come vomito persistente e sanguinamento di organi interni, che di solito compaiono una volta che la febbre è scomparsa. Mentre per la dengue esiste un vaccino (indicato per chi ha già contratto la malattia almeno una volta e vive in aree ad alto rischio di trasmissione del virus), per il West Nile non esistono profilassi o trattamenti specifici.

Prevenzione

Negli ultimi anni abbiamo assistito a una diffusione geografica di specie di zanzare invasive in aree precedentemente non interessate dell’UE/SEE”, racconta Andrea Ammon, direttrice dell’Ecdc. “Se questa tendenza continua, possiamo aspettarci un aumento dei casi e forse dei decessi dovuti a malattie come la dengue, la chikungunya e la febbre del west Nile. Gli sforzi devono concentrarsi sui modi per controllare le popolazioni di zanzare, migliorare la sorveglianza e applicare le misure di protezione personale”. Fra i suggerimenti diffusi da Ecdc c’è quello di eliminare le fonti di acqua stagnante (all’interno delle quali le zanzare si riproducono), l’utilizzo di prodotti ecologici per sterminare le larve e l’uso di zanzariere e di repellenti.



[Fonte Wired.it]

And Just Like That 2 è come quegli ex sempre affascinanti, ma anche un po’ imbarazzanti
| Wired Italia

And Just Like That 2 è come quegli ex sempre affascinanti, ma anche un po’ imbarazzanti | Wired Italia



Da Wired.it :

Nel primo episodio della seconda stagione di And Just Like That… il revival di Sex and the City che torna su Sky e Now dal 23 giugno, Carrie (Sarah Jessica Parker) e le sue amiche si preparano per partecipare al Met Gala. Nella linea narrativa iniziata dalla serie nel lontano 1998 questa è uno di quei momenti culminativi che i fan aspettavano da tempo: ha senso che questo gruppo di amiche, da sempre forsennate fashionistas, abbiano l’opportunità di accedere uno degli eventi modaioli più prestigiosi ed esclusivi del mondo. Ma quello che sembra un compimento ideale è anche la dimostrazione di questa serie che sembra alzare sempre di più la posta su sé stessa: dopo il Met Gala cosa potranno porsi mai come obiettivo le nostre protagoniste?

Che questa serie sia caratterizzata da una specie di inessenzialità era già chiarissimo dalla prima stagione, che però era minata da problemi piuttosto mastodontici: il lutto come espediente narrativo eclatante, la necessità forzatamente woke di una modernizzazione di temi, battute e persino cast, la nostalgia come arma estetizzante di attenzione. Questo nuovo ciclo di episodi si mantiene su quella stessa scia, ma sembra ritrovare una specie di spensieratezza che alleggerisce certe zavorre: senza il tema fagocitante della morte di Big, Carrie può permettersi di vivere una propria fase di cambiamento, tra il suo nuovo podcast e un libro – il più serio mai scritto – in uscita; Miranda (Cynthia Nixon) scopre la sua nuova sé anche arrivando a scontrarsi con la nuova fiamma Che (Sara Ramírez), per cui ha cambiato completamente vita (e sponda degli Stati Uniti) ma forse troppo avventatamente; Charlotte (Kristin Davis), infine, vuole emanciparsi dal solo contesto familiare e prova a ritornare nel mondo del lavoro.

Le loro storie individuali trovano un passo più convincente in questa stagione, anche a costo di svolgersi in modo decisamente indipendente le une dalle altre (Carrier, Miranda e Charlotte si vedono relativamente poco assieme in questi primi episodi). Sembra funzionare meglio anche il cast che potremmo definire “secondario”, ovvero le nuove amiche introdotte nella prima stagione, criticate da molti perché rappresentavano una specie di “quota diversity” più imposta dai tempi che per genuina evoluzione della situazione. Con l’avanzare della serie, Nya (Karen Pittman), Lisa (Nicole Ari Parker) e Seema (Sarita Choudhury) sembrano personaggi più rotondi e funzionali, soprattutto per il modo in cui si relazionano al trio originale, quasi funzionassero da opposizione e motore di cambiamento positivo sulle tre amiche originali. In generale il gruppo di donne offre parecchi spunti interessanti sebbene fugaci, ma forse interessanti proprio perché fugaci, nello stile del più classico Sex and the City: si va dalle corse a comprare i preservativi nella tormenta a problemi con l’eiaculazione precoce, dagli appuntamenti romantici passati i 50 anni agli amanti con la pompetta (sì, quella pompetta).



[Fonte Wired.it]

La custodia da 6500 euro per fotografare con la Leica sott’acqua
| Wired Italia

La custodia da 6500 euro per fotografare con la Leica sott’acqua | Wired Italia



Da Wired.it :

Riuscire a aggiungere una Leica M al proprio equipaggiamento fotografico è il sogno di moltissimi appassionati, che possono così godere del fascino e della qualità di un modello senza tempo, perfetto per immortalare la vita in strada, panorami, ma anche ritratti e momenti. E se si potesse esplorare anche il mondo sottomarino? È questo il punto di partenza di un accessorio come la custodia subacquea Sub13, che sceglie materiali pregiati dal titanio all’alluminio, riprendendo lo stesso stile delle macchine fotografiche per proteggerle adeguatamente e garantire l’uso fino a 100 metri di profondità. Il prezzo è allineato a quello delle Leica, 6500 euro.

Sono serviti sette anni di progetti e prototipi per ottenere la forma definitiva della custodia che è anche la prima del proprio genere dato che nessuno aveva ancora intrapreso il sentiero per portare una Leica M nelle profondità. Il creatore del sistema, Matt Draper, ha raccontato a Petapixel come per i primi modelli di prova si sia avvalso della collaborazione di aziende specializzate nella costruzione di aziende già note nel settore, così da abbinare al meglio un design ricercato e l’adeguato livello di resistenza alla pressione.

Il dettaglio dell’impugnatura in titanio



[Fonte Wired.it]

la Russia progetta di far saltare la centrale nucleare
| Wired Italia

la Russia progetta di far saltare la centrale nucleare | Wired Italia



Da Wired.it :

Dopo aver distrutto la diga di Kakhovka, la Russia starebbe progettando di far saltare la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Il sito atomico più grande d’Europa è in mano russa da un anno, è già stato completamente minato e usato illegalmente come infrastruttura militare, per difendere truppe e armi dagli attacchi dell’Ucraina. L’allarme è stato lanciato dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha avvertito la popolazione di un possibile attacco terroristico russo alla centrale.

L’allarme e l’appello alla comunità internazionale

La Russia usa la centrale nucleare di Zaporizhzhia come elemento di aggressione ha detto Zelensky “la nostra intelligence ha ricevuto informazioni secondo cui la Russia starebbe organizzando un attacco terroristico contro la centrale. Un attacco terroristico con fuga di radiazioni atomiche. Hanno già tutto pronto per farlo”.

“Purtroppo le radiazioni non riconoscono i confini di uno stato. Chi verrà colpito sarà determinato solo dalla direzione del vento ha aggiunto “non dovrebbero mai esserci attacchi terroristici diretti contro le centrali nucleari, in nessuna parte del mondo. Questa volta i danni non saranno diretti solo all’Ucraina come nel caso di Kakhovka. Il mondo è stato avvertito e il mondo può e deve agire”.

La situazione attuale a Zaporizhzhia

Nella pratica, la centrale è già in condizioni precarie, con tutti i suoi reattori spenti in via precauzionale dati i numerosi blackout subiti dall’inizio dell’invasione. In più, la distruzione della diga di Kakhovka ha ridotto la portata del bacino di raffreddamento usato per tenere sotto controllo la temperatura dei noccioli di fusione.

A quanto si apprende, i russi vorrebbero proprio sfruttare questa contingenza per provocare un’incidente che vada a causare il collasso dei reattori e far saltare la centrale atomica, con conseguenze disastrose che dureranno per anni. Un pericolo molto concreto, visto che i militari di Mosca hanno minato ulteriormente i bacini attorno alla centrale, dopo la distruzione della diga di Kakhovka.

Sono diversi gli obiettivi all’origine di un attacco del genere. Prima di tutto il danno infrastrutturale per l’Ucraina sarebbe enorme, privando il paese di una delle maggiori fonti di energia. Sul piano militare, oltre a generare una nube tossica che colpirà indiscriminatamente civili e militari, l’esplosione andrebbe a creare una zona radioattiva impenetrabile che ridurrebbe ancora di più il fronte, consentendo così alla Russia di accentrare le proprie difese in uno spazio minore.



[Fonte Wired.it]