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Live service, i videogiochi sono sempre più “eterni”
| Wired Italia

Live service, i videogiochi sono sempre più “eterni” | Wired Italia



Da Wired.it :

Siamo ormai arrivati in quel periodo dell’anno in cui, nel mondo dei videogiochi, iniziano a tenersi le conferenze delle principali aziende, durante le quali solitamente si mostrano le novità più importanti per il futuro. Ad aprire le danze è stata Sony, con il suo PlayStation Showcase, che in un’ora circa di annunci ha mostrato tutto ciò che è in arrivo in questo e nei prossimi anni, tra cui il tanto atteso Spider-Man 2, esclusiva di PlayStation 5 prevista per l’autunno. A sorprendere, però, è stata anche la quantità di titoli live service presentati, ossia di quei giochi che si differenziano da quelli più tradizionali per venire continuamente aggiornati e non avere una vera e propria struttura con un inizio e una fine.

Sono almeno sette i titoli live service presentati e la cosa che ha lasciato abbastanza perplessi molti appassionati è il fatto che la maggior parte di questi titoli sia sviluppata dai team principali di Sony che, tolto Spider-Man 2, non ha mostrato altre esclusive di spessore per la sua console. Da molto tempo Sony aveva dichiarato di voler puntare su questa tipologia di giochi. Il numero uno dei PlayStation Studios, Hermen Hulst, ha dichiarato di recente che entro il 2026 usciranno più di 10 giochi di questo tipo e che i fondi destinati da Sony per i progetti di PlayStation sono stati suddivisi in un 60% per i live service e un 40% per i giochi più tradizionali.

Sony però non è l’unica a inseguire questo popolare modello di business videoludico; anche Microsoft e altre importanti software house stanno guardando sempre più ai live service. Eppure, un’invasione di questo tipo di titoli non è sostenibile nel mondo videoludico, né per i giocatori né per il mercato.

Nascita e diffusione dei videogiochi live service

In cosa si distinguono da quelli più tradizionali? I titoli live service, conosciuti anche come “Game as a Service”, sono dei giochi che possono essere di qualunque genere, ma con la particolarità di essere supportati nel corso del tempo con diversi aggiornamenti che solitamente aggiungono nuovi contenuti per i giocatori. Lo scopo è quello di catturare l’attenzione degli utenti e di invogliarli a continuare a investire il loro tempo in un particolare gioco: più tempo i giocatori passeranno su uno di questi giochi, più saranno le probabilità che essi vi spendano soldi.

Ci sono diverse formule utilizzate per guadagnare da un live service. Molti di questi partono come free-to-play, ma implementano sistemi come l’acquisto di un season pass o di un battle pass per ottenere oggetti cosmetici, valuta speciale del gioco e persino vantaggi a livello di potenziamenti per il proprio personaggio. Altri invece offrono la possibilità di ottenere nuovi personaggi o armi tramite una sorta di versione virtuale dei pacchi a sorpresa, dove non si sa cosa si troverà. I giocatori potranno usare solo la valuta ottenuta in gioco, senza spendere nulla, ma questa sarà limitata e spesso verrà la voglia di tentare la fortuna comprando ulteriore valuta con soldi reali.



[Fonte Wired.it]

I biocarburanti da grassi animali rischiano di inquinare più dei carburanti normali
| Wired Italia

I biocarburanti da grassi animali rischiano di inquinare più dei carburanti normali | Wired Italia



Da Wired.it :

Molti biocarburanti sono prodotti usando grassi animali, cosa che li rende sì bio, ma poco ecologici e ancor meno sostenibili. Secondo l’ultimo studio dell’organizzazione Transport & environment (T&E), per alimentare un singolo volo tra Parigi e New York, alimentato completamente a biocarburanti, saranno necessaria la morte di quasi 9 mila maiali. E l’Italia, a oggi, è il principale utilizzatore di biocarburanti da grassi animali.

Negli ultimi 20 anni, l’uso di biodisel a base di grassi animali è 40 volte superiore rispetto al 2006 ed è raddoppiato negli ultimi 10 anni. Uno sviluppo nato dalla necessità di ridurre le emissioni di carbonio dei trasporti, ma rischia di non portare a nulla se si considerano le emissioni prodotte dagli allevamenti intensivi che saranno necessari per sostituire completamente i carburanti tradizionali con questi biodiesel.

I residui animali grassi sono infatti già scarsi, perché già usati nell’industria dell’alimentazione animale, dei saponi e della cosmesi, anche se circa la metà di tutti i grassi animali europei è oggi destinata ai biodiesel. Ma secondo T&E, entro il 2030 la richiesta di grasso per i biocarburanti potrebbe triplicare, innescando una competizione tra settori e richiedendo la costruzione di nuovi allevamenti intensivi.

Le conseguenze

Inoltre, questa competizione potrebbe anche portare le aziende a chiedere cambiamenti nella classificazione europea dei grassi animali, innescando un declassamento di quelli di qualità superiore, indicati con la categoria 3 e destinati unicamente alla produzione di mangimi, saponi e prodotti cosmetici, verso le categorie 1 e 2 per poter essere utilizzati nel settore dei trasporti.

Questo cambiamento porterebbe le altre aziende a dover usare altri materiali per mangimi e prodotti di cosmesi, come l’olio di palma e altri grassi che hanno un impatto ambientale elevatissimo, così da rendere praticamente inutile il passaggio ai biocarburanti. In questo senso, secondo Carlo Tritto, di T&E, la strategia italiana di puntare sui biocarburanti come soluzione per la decarbonizzazione dei trasporti appare fallace”. Mentre si dovrebbe puntare all’integrazione di soluzioni alternative, come il recupero di oli esausti o altri prodotti di origine vegetale meno impattanti.



[Fonte Wired.it]

Il nuovo smartphone Cat indistruttibile e con messaggistica satellitare bidirezionale
| Wired Italia

Il nuovo smartphone Cat indistruttibile e con messaggistica satellitare bidirezionale | Wired Italia



Da Wired.it :

Bullitt Group, l’azienda britannica fondata nel 2009 e all’avanguardia nella produzione di smartphone resistenti e impermeabili, ha presentato il nuovo Cat S75, il più avanzato smartphone 5G rugged di Bullitt.

Cat S75 rappresenta l’apice della robustezza nella gamma di smartphone di Bullitt. Durante la fase di sviluppo è stato sottoposto a test davvero estremi: cadute ripetute su piastre di acciaio da un’altezza di 1,8 metri per più di 60 volte, prove di resistenza a polvere, sabbia e sporcizia ed ovviamente all’impermeabilità, garantita fino a 5 metri di profondità, ottenendo le certificazioni IP68 e IP69K. Per non farsi mancare niente, oltre a questi test è stato messo a dura prova anche con svariati e rigorosissimi test Mil-Spec 810H, che ne hanno assicurato la resistenza a temperature estreme, umidità elevata, condizioni di nebbia salina e vibrazioni.

Quello che ci ha affascinato dallo smartphone alla prima occhiata è che non si presenta come i rugged del passato con una struttura imponente, ma sembra un qualsiasi smartphone di fascia media leggermente più spesso, tanto per darvi un’idea, è come se avesse una custodia spessa intorno, ma in realtà non c’è nessuna custodia, è proprio la scocca pura dello smartphone per una misura totale di 171 x 80 x 11,9 mm. Ovviamente il peso ne risente, ma non in maniera eccessiva come nei precedenti rugged: stiamo parlando di 268 grammi, poco più di un normalissimo smartphone.

Le caratteristiche

Parlando di specifiche tecniche, sul Cat S75 avremo un display da 6,6” (1080×2408 pixel) con una frequenza di aggiornamento FHD+ di 120 Hz e un rapporto di forma 20:9, processore MediaTek Dimensity 930 octa-core da 2,2 GHz, con 6 GB di RAM e 128 GB di spazio di archiviazione espandibile tramite scheda MicroSD. A livello di fotocamere il CAT S75 presenta un sistema di fotocamere di alta qualità, composto da un sensore principale da 50 MP, un sensore grandangolare da 8 MP e un sensore macro da 2 MP, oltre a una fotocamera frontale da 8 MP. È inclusa anche una modalità subacquea ma ricordatevi di non sforare i 5 metri. Performante la batteria da 5000 mAh, che offre fino a 2 giorni di autonomia e supporta la ricarica rapida da 15 W e la ricarica wireless Qi. A livello di connettività senza fili non manca niente, presenti sia il Bluetooth 5.1 che NFC.

Una delle caratteristiche più importanti del Cat S75 è il supporto della connettività satellitare, che permette di usufruire di conversazioni di messaggistica anche in situazioni in cui la ricezione del telefono cellulare è assente, garantendo una connettività totale.

Bullitt Satellite Messenger

In un mondo in cui la connettività costante è diventata una necessità, Bullitt Satellite Messenger si presenta come la soluzione a un problema pressante. Grazie al primo servizio di messaggistica satellitare Non-Terrestrial Network (NTN) o “direct-to-satellite” basato sugli standard 3GPP per telefoni cellulari, Cat S75 risolve un reale problema di connettività. Questa tecnologia innovativa sfrutta il chip MediaTek NTN e Bullitt Satellite Messenger per accedere a una rete di satelliti geostazionari, offrendo una copertura economica e continua a livello internazionale.



[Fonte Wired.it]

I migliori proiettori dai 500 ai 2500 euro che portano il cinema in salotto
| Wired Italia

I migliori proiettori dai 500 ai 2500 euro che portano il cinema in salotto | Wired Italia



Da Wired.it :

Tra i migliori proiettori attualmente disponibili ormai esistono dispositivi in grado di trasformare radicalmente l’ambiente di casa in un’esperienza visiva coinvolgente, portando sostanzialmente il cinema direttamente nel salotto. Con la capacità di proiettare immagini su superfici piane anche a distanza ultra ravvicinata, questi gadget sorprendono facilmente superando i 200 pollici di diagonale. Il mercato propone un notevole quantitativo di soluzioni e noi, dopo aver dedicato un articolo ai modelli compresi tra i 200 e i 500 euro, abbiamo deciso che è giunto il momento di salire di livello.

Proiettore: perché sì e perché no

Se confrontati con un comune televisore, i proiettori presentano alcuni vantaggi e altrettanti svantaggi. Partiamo con l’esaminare i punti a favore, il primo tra i quali è sicuramente la dimensione dello schermo. Se infatti i pesi massimi della categoria televisori raggiungono una novantina di pollici, per i proiettori la situazione è ben diversa. Non solo la “quota 100” viene superata senza problemi, ma viene tranquillamente raddoppiata o triplicata. Inoltre, a meno di voler creare una vera e propria sala cinema con una configurazione fissa, i proiettori sono anche piuttosto comodi da spostare e da riposizionare. I modelli moderni dispongono infatti di tutta una serie di funzioni che agevolano la calibrazione, e che permettono quindi di muoverli in totale relax. Tutto questo, senza considerare che il mercato propone anche apparecchi progettati con il concetto di trasportabilità come punto di forza. In questo caso, si tratta di gadget davvero leggeri (parliamo al massimo di un paio di chili) e dotati di batterie ricaricabili, che si adattano alla perfezione a essere sballottati da una stanza all’altra, se non addirittura a essere portati in viaggi e vacanze. Un televisore, d’altro canto, è più facilmente ambientabile, dato che non necessita di una parete libera per svolgere il proprio lavoro, e nel complesso offre una qualità visiva superiore sia a livello di resa cromatica che di nitidezza dell’immagine. Intendiamoci, non si tratta di una differenza clamorosa, ma per chi desidera il massimo della definizione e della pulizia è un fattore da tenere in considerazione.

Cosa consirerare in anticipo

Prima di affrontare una spesa come quella necessaria per acquistare uno dei migliori proiettori in circolazione, occorre pianificare bene alcuni aspetti del suo eventuale utilizzo e rapportarli alla soglia massima di spesa che si intende sostenere per l’acquisto.

  • La prima operazione da eseguire se state valutando l’acquisto di un proiettore è quella di armarvi di un metro e misurare la stanza in cui avete intenzione di posizionarlo. Questo vi servirà per valutare al meglio eventuali problemi di installazione, e per indirizzarvi di conseguenza verso modelli dotati di caratteristiche specifiche. Se, per esempio, non avete a disposizione spazio a sufficienza, e non potete procedere a un montaggio a soffitto, potete valutare i dispositivi a tiro ultra corto, che grazie alla loro particolare struttura devono essere piazzati in prossimità della parete su cui sarà riprodotta l’immagine.
  • Superato questo scoglio, è il momento di muoversi tra parametri tecnici quali risoluzione, luminosità e contrasto. I modelli top da noi selezionati raggiungono i 4k, con una resa visiva eccellente sia per quanto riguarda la gamma cromatica che per la nitidezza dell’immagine, ma anche scendendo a un semplice full hd si possono ottenere notevoli soddisfazioni.
  • Infine, non bisogna sottovalutare la componente multimediale e di condivisione, controllando quale è il sistema operativo che si occupa della gestione dei contenuti smart, l’integrazione Chromecast e la possibilità di utilizzare AirPlay, e la presenza di ingressi per la connessione di periferiche esterne quali lettori blu-ray o console da gioco.

Le nostre scelte

Nello scegliere i migliori proiettori sul mercato abbiamo deciso di mantenerci in un intervallo di prezzo compreso tra 500 e 2500 euro. All’interno di questo budget, la nostra proposta abbraccia ogni tipologia di apparecchio, da quelli portatili a quelli a tiro ultra corto, dai full hd ai 4k.




[Fonte Wired.it]

Cinema: 15 sculture e statue indimenticabili

Cinema: 15 sculture e statue indimenticabili



Da Wired.it :

Sono molte le sculture che hanno un particolare significato nella storia del cinema, a partire dalla statua del dio Moloch in Cabiria. Vari film hanno una storia che in qualche modo gravita attorno a una scultura, grande o piccola che sia. Gli esempi nel cinema non si contano, da I Predatori dell’Arca perduta, la cui sequenza iniziale è legata a una preziosa statuetta, a Goldeneye, dove i titoli di testa raccontano una pagina di storia attraverso una panoramica sulle statue dei leader dell’ex Unione Sovietica. Ecco 15 esempi emblematici.

Il monolito (2001: Odissea nello Spazio)

Uno degli oggetti più iconici della storia del cinema. Il monolito che compare all’alba dei tempi è un elemento che sfugge ad ogni classificazione, che esiste a prescindere da ogni riferimento spazio-temporale. La misteriosa scultura, nelle parole di Stanley Kubrick, “ha qualcosa di un archetipo junghiano, ed è anche un bell’esempio di ‘arte minimale”.

Han Solo nel blocco di carbonite  (Stars Wars – L’Impero colpisce ancora)

Quando Han Solo viene congelato nel blocco di carbonite per volere di Jabba the Hutt, diventa involontariamente una scultura. L’altorilievo con le sembianze dell’eroe di Star Wars è un grande classico dell’arte fantascientifica, e per celebrarlo è stato realizzato anche un modellino della Kenner.



[Fonte Wired.it]

Adyen, un piano per unificare ecommerce e vendite fisiche
| Wired Italia

Adyen, un piano per unificare ecommerce e vendite fisiche | Wired Italia



Da Wired.it :

I numeri dicono che gli affari vanno bene. Nel 2022 Adyen, gigante dei pagamenti online, ha processato transazioni per 767,5 miliardi di euro (+49% anno su anno), con ricavi netti per 1,3 miliardi (+ 33%) e un ebitda da 728,3 milioni (+ 16%). La società è tra i big player mondiali di settore, anche se – spiega a Wired l’ad Peter van der Does – non è in doppia cifra in nessun Paese quanto a quote di mercato. Nel futuro ci sono un piano di assunzioni, investimenti in tecnologia e non solo: il primo regalo che si è fatto van der Does è un nuovo ufficio milanese su due piani, a pochi passi da piazza della Repubblica e dal Quadrilatero della moda. Vista su quello di Spotify, e tutta l’allure del distretto finanziario di meneghino. Che significa lusso, dirigenti dei marchi del fashion che calano in città per una delle tante occasioni di business, e possono facilmente arrivare qui a piedi dalle vie dello shopping. Per dire, quando ci raggiunge nella grande sala riunioni, van der Does ha appena incontrato lo stilista-filosofo Brunello Cucinelli.

Il futuro? Secondo l’olandese, si chiama unified commerce, commercio unificato: una sovrapposizione di fisico e virtuale in cui non è possibile distinguere i confini. Onlife, come si dice, per l’appunto, negli ambienti della filosofia tech.

Online o in negozio? Difficile dirlo

Il settore si sta spostando sempre più verso le piattaforme – spiega il manager -. La gente non sa di cosa si tratti, al massimo pensa ai marketplace come eBay, dove è possibile vendere i propri beni. In realtà molti dei negozi fisici in cui siamo abituati a fare acquisti sono già diventati piattaforme, così come molti ristoranti, e con questo intendo dire che esiste un software attorno a cui gira tutta l’attività della società. E noi vogliamo essere parte di questo processo, perché riduce i problemi di chi lancia un business”. Cosa è cambiato rispetto al passato? “Fino a qualche anno fa bisognava acquistare i singoli componenti di gestione separatamente, e poi integrarli: un lavoro immane. Adesso i moduli sono disponibili in un solo pacchetto, in maniera che anche un piccolo locale possa gestire fornitori, crm e registratore di cassa acquistando un’unica soluzione”.

Un’altra tendenza cui assistiamo da un po’ di tempo riguarda i negozi fisici, che stanno diventando sempre più service point di quelli online – dice van der Does -. Se ti piace un capo ma vuoi un colore differente che non è disponibile in negozio, oggi puoi provarlo, pagarlo e riceverlo direttamente a casa dall’e-store, senza bisogno di ordinare quattro taglie differenti e fare tre resi, come accade adesso, con costi economici e ambientali altissimi. Anche i team lavorano assieme: fino a qualche tempo fa chi seguiva i negozi fisici non incontrava mai i colleghi dell’ecommerce. Adesso molti hanno integrato le squadre, perché per alcune transazioni è impossibile stabilire dove realmente avvengano, e quindi tracciare un confine netto. Del resto, penso che tenere aperti i negozi nelle città sia una buona idea, e questo è uno dei modi in cui sopravvivranno”.

Il pericolo delle frodi

La progressiva digitalizzazione di commercio e pagamenti porta con sé l’aumento del rischio di frodi, dice van der Does. Adyen risponde con machine learning e collaborazione coi venditori. “Segnaliamo ai merchant le transazioni sospette, ad esempio la velocità con cui viene usata una carta, o se è stata usata in altre transazioni a rischio. Poi i venditori incrociano i dati con i database di cui dispongono: e naturalmente, se per loro è un buon cliente, sono liberi di ignorare il nostro allarme”. La sicurezza è un lavoro di squadra, dice, che deve, però, affrontare le gimcane della privacy e dell’usabilità. Uno dei problemi su sui si scervellano gli esperti del settore è l’autenticazione a due fattori, che penalizza l’esperienza degli utenti. “Chiaro che si starebbe meglio senza. Ma per il momento non è possibile eliminarla, e dobbiamo limitarci a cercare di non chiederla quando non è necessario” chiosa il manager.

Quando serve davvero l’Ai

Capitolo intelligenza artificiale, immancabile. Van der Does appare sereno al riguardo, distaccato. “Abbiamo un team dedicato, perché nel tech siamo tutti interessati all’Ai, e del resto disponiamo di molti ingegneri. Ma abbiamo grosse responsabilità nei confronti dei nostri merchant e non vogliamo che tutta la squadra sia distratta da questo fenomeno. Ci lavorano alcuni, gli altri restano focalizzati sul core business”.



[Fonte Wired.it]