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Emilia Romagna, il drammatico bilancio dell’alluvione si aggrava di ora in ora
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Emilia Romagna, il drammatico bilancio dell’alluvione si aggrava di ora in ora | Wired Italia



Da Wired.it :

L’evento climatico estremo che a maggio ha innescato l’alluvione in Emilia Romagna ha superato i record di precipitazioni degli ultimi cento anni registrati nello stesso periodo primaverile. I rapporti pluviometrici regionali indicano livelli di precipitazioni giornaliere cumulate tra i 200 e i 480 millimetri, con le piogge di tre mesi cadute in appena tre giorni ad inizio maggio. Mentre la siccità dei mesi precedenti ha seccato così tanto i terreni da impedirgli di assorbire in tempo l’enorme massa d’acqua, causando esondazioni e frane.

Questo è il nuovo clima, ormai non è più un modello ma una realtà”, avvertiva su Repubblica il meteorologo Pierluigi Randi, presidente dell’Associazione meteo professionisti (Ampro), già il 3 maggio scorso, mentre le prime esondazioni e allagamenti colpivano l’Emilia Romagna. Una crisi che ha continuato ad aggravarsi fino al 17 maggio, mantenendo la regione in stato di massima allerta meteo.

  1. La situazione meteo
  2. Le vittime
  3. I fiumi
  4. I comuni allagati
  5. Le frane
  6. I danni
  7. I soccorsi

La situazione meteo

Come riporta il sito della regione Emilia Romagna, al 17 maggio i bacini romagnoli del Reno sono in piena nelle sezioni montane e le piogge continueranno per tutta la giornata sulle zone centrali e orientali della regione, con un conseguente innalzamento dei livelli idrometrici nelle valli. In alcuni punti, sottolinea il sito, come in corrispondenza dell’idrometro di Sant’Agata sul Santerno, non è stato possibile rilevare i livelli, perché superiori a quelli misurabili dagli strumenti e ai massimi storici registrati.

Le vittime

Sono otto i morti accertati dovuti all’alluvione in Emilia Romagna. Tra questi 6 in provincia di Forlì-Cesena, un uomo nel Ravennate e uno del Bolognese. Sempre tra Forlì e Cesena risultano anche 2 persone disperse, mentre una terza è stata ritrovata viva nella mattina del 17 maggio. Mentre le persone evacuate hanno superato le 10 mila unità, di cui 3 mila a Bologna, 5 mila a Faenza e 5 mila nel Ravennate, ma il numero sembra destinato a crescere.

Le strade di Cesena

Le immagini che raccontano l’alluvione in Emilia Romagna

I fiumi

I fiumi Idice, Quaderna, Sillaro, Santerno, Senio, Lamone Marzeno, Montone, Savio, Pisciatello, Lavino, Gaiana e Ronco, in totale 14 corsi d’acqua, sono esondati causando inondazioni in tutta la regione. Altri 19 hanno superato il livello 3 di allarme e sono il Savena, il Lamone, il Sillaro, il Senio, il Savio, il Marecchia, il Pisciatello, il Marzeno, l’Ausa, l’Uso, il Montone, il Voltre, il Rubicone, l’Idice, il Rabbi, il Ronco, il Sintria, il Santerno e il Quaderna.

I comuni allagati

Si tratta di Bologna, Budrio, Molinella, Medicina, Castel San Pietro, Imola, Mordano, Conselice, Lugo, Massalombarda, Sant’Agata sul Santerno, Cotignola, Solarolo, Faenza, Castel Bolognese, Riolo Terme, Bagnacavallo, Forlì, Cesena, Cesenatico, Gatteo Mare, Gambettola, Savignano sul Rubicone e Riccione. In totale 23 comuni.

Di conseguenza le amministrazioni hanno chiuso le scuole e bloccato gran parte dei treni in transito tra Emilia, Romagna e Marche. Chiuso anche il casello di Pesaro in direzione nord dell’autostrada A14, per la presenza di un sottopasso.

Le frane

Negli ultimi giorni sul versante appenninico sono stati segnalati più di 250 dissesti in atto con conseguenti frane e smottamenti di terreno.

I danni

Per ora, un conteggio parziale dei danni arriva dalla Coldiretti, con una stima pari a circa 300 milioni di euro subiti dalle attività agricole e dalle infrastrutture, con migliaia di ettari di terreno coltivato e macchinari finiti sott’acqua. Mentre non sono ancora stati valutati i danni infrastrutturali alle città, dove intere vie e abitazioni sono state distrutte dalle esondazioni.

I soccorsi

In azione per contenere il fenomeno e salvare le persone sono stati già schierati centinaia di volontari della protezione civile dell’Emilia Romagna e circa 927 volontari da Veneto, Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Trento e altre organizzazioni nazionali. Già operativi anche 510 Vigili del fuoco, e altri 100 in arrivo, con 3 elicotteri che stanno operando da questa notte nel cesenate.

Inoltre, il Comando operativo di vertice interforze (Covi) ha attivato altri 5 elicotteri, 9 gommoni e 6 lagunari, oltre a 12 unità operative per il controllo degli argini, un aeromobile a pilotaggio remoto pronto per il monitoraggio e 7 battelli gonfiabili. Mentre la Capitaneria di porto nazionale sta fornendo altri 3 elicotteri, un aereo, 2 battelli e 12 subacquei per le operazioni di soccorso. Operativa anche la Croce Rossa Italiana  con 116 volontari e il Soccorso alpino altri 136, più 12 operatori alluvionali e 3 ambulanze fuoristrada. Impatti anche sulla circolazione di treni e autostrade.



[Fonte Wired.it]

Avril Lavigne, Melissa Vandella e la teoria del complotto
| Wired Italia

Avril Lavigne, Melissa Vandella e la teoria del complotto | Wired Italia



Da Wired.it :

Nello stesso anno la morte del nonno della cantante l’avrebbe profondamente scossa e, mettendo a dura prova la sua stabilità già compromessa, l’avrebbe spinta verso un gesto estremo. A quel punto la sostituta temporanea avrebbe preso il suo posto a tutti gli effetti, con il benestare di discografici, managment e familiari. L’obiettivo? Non permettere al fenomeno Lavigne di svanire nel nulla.

Secondo la ricostruzione, all’epoca della morte parte dei brani di Under my skin erano già stati incisi. Altri – Nobody’s homeTogether ad esempio – sarebbero invece stati interpretati e registrati direttamente da Melissa Vannella. È per questo che si notano delle differenze di intonazione nelle canzoni (si, secondo i fan il “clone” canta meglio dell’originale!).

A sostegno di questa assurda ricostruzione sono inoltre comparse altre prove online. Su Twitter a partire dal 2011 hanno infatti iniziato a circolare immagini di Avril Lavigne “prima e dopo” lo scambio. Gli scatti mostrano lineamenti diversi sul volto dell’artista (che sono probabilmente frutto di piccoli ritocchi di chirurgia estetica o di un volto di ragazza che diventa quello di un’adulta) ed evidenziano la scomparsa di alcuni nei sulla pelle della cantautrice. Potere di Photoshop o si tratta davvero di qualcun altro?

La malattia di Lyme, la scomparsa dalle scene e il “ritorno di Melissa”

Il complottismo in rete, ad essere onesti, non ha avuto molta fortuna in prima battuta ed è rimasto per molto tempo solo un rumor diffuso soprattutto in Sudamerica. La notizia di una presunta sostituzione di persona è ritornata però prepotentemente a farsi sentire nel 2015, anno in cui l’artista canadese ha pubblicamente spiegato di aver avuto dei seri problemi di salute legati alla malattia di Lyme che l’hanno tenuta lontana dalle scene e dai profili social per diversi mesi.

Quale momento migliore per ricominciare a parlare della morte della cantante e di una sosia, se non quello di una pubblica ammissione di malattia? La nuova versione della storia vuole che l’artista sia scomparsa proprio a causa della patologia che l’ha colpita e che al suo posto, da allora, la gemella fasulla si esibisca spacciandosi per lei.

L’ultimo messaggio della sosia – ormai stanca e intenzionata a dire la verità – si troverebbe, secondo i fanatici, nel videoclip di Flames, il brano che la cantante ha inciso con il collega Mod Sun nel 2021. Tutta la scena si svolge in un cimitero e sulla lapide in vista compare la scritta “Internet Killed the Rockstar” che sarebbe proprio riferita ad Avril. Bisogna ammetterlo, si tratta di un particolare troppo ghiotto per passare inosservato di fronte agli occhi degli amanti del complotto!

Le smentite di Avril Lavigne e del blog bralisiliano

Nel 2023 comunque Avril Lavigne è tornata in tour – con due date italiane a Padova e Milano andate in scena rispettivamente il 23 e il 24 aprile – ed è inutile dire che la sua sola comparsa sul palco è stata sufficiente per ricominciare a parlare di strane argomentazioni e di scambi di persona. A poco sono servite le smentite che l’artista ha fatto negli anni sull’argomento, ogni live o intervista che la coinvolge è ormai indissolubilmente accostato al nome fittizio di Melissa Vannella, il clone che sarebbe in circolazione da circa vent’anni.

Pensare che lo stesso sito realizzato su Blogspot che per primo ha diffuso l’indiscrezione sulla scomparsa di Lavigne, a distanza di anni, ha spiegato il vero intento del complotto ai danni della cantante. Lo scopo era soltanto offrire tante spiegazioni e spunti, porre l’accento su presunte coincidenze, sottolineare strani particolari e diffondere la notizia per dimostrare che anche la più strampalata delle teorie può essere accolta come una grande verità. Che immensa lezione sulle fake news!



[Fonte Wired.it]

Johnny Depp torna al cinema da re
| Wired Italia

Johnny Depp torna al cinema da re | Wired Italia



Da Wired.it :

La storia della favorita del Re Luigi XV è una di quelle storie che merita di essere raccontata. Lo fa bene in Jeanne du Barry la francese Maïwenn, attrice e regista al suo sesto lungometraggio, che sceglie di portarla personalemente sullo schermo, firmando una storia insieme drammatica, romantica e di emancipazione femminile. Al centro c’è lei stessa nei panni di Jeanne, cortigiana di umili origini che utilizza le armi della seduzione per la sua scalata sociale. Arriva fino al letto del re e da quel momento la sua vita non è più la stessa. Non solo perché conosce i lussi della vita privilegiata di corte, in cui tutto è permesso, ma perché si innamora giorno per giorno di un uomo dolce e autoironico che la ricambia.

È una storia di riscatto e di amore quella che il Festival di Cannes ha scelto come apertura della sua 76a edizione, ma anche l’interessante parabola di una outsider che può contare solo sulla propria forza e intraprendenza. Sola contro tutti sin da ragazza, perché giudicata troppo libera e di “facili costumi”, si ritroverà sola e altrettanto invidiata a corte, mentre i giudizi si amplificheranno su di lei fino a bollarla come “peccato capitale vivente”. Da brava outsider prosegue la sua vita trasgredendo fiera le rigide regole di corte, bacia il re davanti a tutti, si veste da uomo, rifiuta di indossare la parrucca, è decisa a istruirsi e a crescere Zamor, bambino nero di cui il re le fa dono. Maiwen firma un’interpretazione interessante, con una regia elegante che sa farsi maestosa, e insiste nel ritrarre una donna moderna e profondamente libera di essere e amare chiunque voglia.

È un sovrano molto umano, quello a cui dà vita Johnny Depp in Jeanne du Barry, in un ruolo che segna il suo ritorno sul grande schermo dopo le beghe legali, anche se a Cannes lui dice: “Voi lo chiamate ritorno, ma io non ero andato da nessuna parte”. Il suo personaggio, divertito dall’irriverenza di Jeanne, la sceglie come Favorita perché rappresenta una fuga vivente dalle rigide quanto buffe routine di corte. Quanto a Depp, si diverte a sua volta a interpretarlo e si presta a mostrarsi un po’ in tutti i modi: con la parrucca tradizionale e con i capelli arruffati, con il volto colmo di tenerezza e, verso il finale, ricoperto di pustole. Non è la performance della sua vita, eppure dà prova di una ritrovata lucidità, lontana dalla nebulosa espressiva degli ultimi anni e anche dalle smorfie forzate e macchiettistiche che pure hanno fatto la gloria di certi suoi personaggi come Capitan Sparrow. Spicca il coraggio di Maiwen nell’averlo scelto come protagonista maschile e in generale nell’essersi cimentata in un’opera del genere, firmando un film in costume sul binomio tra piacere e libertà, autonomia di pensiero e ribellione allo status quo, per nulla datato, ma anzi moderno senza essere anacronistico. In due parole, senza tempo.



[Fonte Wired.it]

Lavoro, il governo vuole lanciare un nuovo sito di offerte
| Wired Italia

Lavoro, il governo vuole lanciare un nuovo sito di offerte | Wired Italia



Da Wired.it :

Il ministero del Lavoro è all’opera per lanciare già a settembre Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl), il portale introdotto dal decreto lavoro dell’1 maggio che servirà a far confluire su un’unica piattaforma domanda e offerta di lavoro nazionale.

Come riporta Il Sole 24 Ore, mettere in comunicazione i vari protagonisti del mercato è fondamentale: al momento, quasi un assunzione su due è infatti interessata dal mancato incontro tra le esigenze di aziende e datori di lavoro e quelle delle persone alla ricerca di un impiego.

Il progetto

L’obiettivo principale del Siisl è dunque quello di mettere a disposizione di regioni, comuni, agenzie per il lavoro e ministeri competenti un luogo virtuale in cui incontrarsi per incrociare le loro diverse banche dati relative ai soggetti accreditati al sistema sociale e del lavoro.

La piattaforma avrà però in una prima fase un’altra importante funzione, cioè quella di facilitare l’attuazione delle norme sulle misure ideate per sostituire il reddito di cittadinanza. La prospettiva immaginata dall’esecutivo resta però quella di utilizzarla presto per dare una risposta concreta al mercato del lavoro adatta al mondo contemporaneo: i dati delle persone registrate, compresa la loro posizione geografica, saranno consultabili su tutto il territorio nazionale dai datori di lavoro, che potranno così intercettare le figure di cui necessitano in base alle loro competenze.

Tutti i dettagli relativi alle funzionalità del Siisl saranno oggetto di un decreto attuativo. L’intenzione del governo è quella di sbrigare tutte le pratiche previste per rendere operativo il portale già da settembre, dopo aver svolto le dovute procedure di collaudo in estate. La stima è che a fine 2023 possano essere già 400mila le persone registrate sulla piattaforma tra quelle che potranno accedere al supporto per la formazione e il lavoro.

Il ruolo dell’Inps

La procedura di iscrizione prevedrà l’inoltro di una domanda all’Inps, che sarà in seguito chiamato a verificare i requisiti dei richiedenti e invitare chi vi risponderà a formalizzare la propria registrazione o autonomamente online, o recandosi in un centro per l’impiego o in un Caf. In allegato, gli interessati dovranno consegnare una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro e l’autorizzazione alla trasmissione dei propri dati ai vari centri per l’impiego, alle agenzie per il lavoro e ai soggetti autorizzati, oltre che ai servizi per il lavoro accreditati.

In questo modo, gli iscritti potranno essere immediatamente indirizzati a una politica attiva, se non proprio alla candidatura a posizioni lavorative adatte alle proprie competenze. Una seconda valutazione si attiverà invece in caso di necessità di formazione, permettendo agli interessati di accedere al patto di servizio personalizzato, mediante il quale il centro per l’impiego o l’agenzia accreditata dalla regione potrà indicare il corso più adatto alle sue competenze e alle sue aspirazioni. Corso la cui frequenza sarà monitorata dalla stessa piattaforma.



[Fonte Wired.it]

High Desert è una cartoonesca dark comedy con una Patricia Arquette da urlo
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High Desert è una cartoonesca dark comedy con una Patricia Arquette da urlo | Wired Italia



Da Wired.it :

Hilary Gayle

La performance attoriale impressionante della Arquette, capace di trarre il massimo dalla serie firmata da Nancy Fichman, Katie Ford e Jennifer Hoppe-House, si avvale del carisma magnetico e dilagante del suo personaggio. La regia di Jay Roach, che con Ben Stiller aveva già collaborato in Ti presento i miei, gira tutto intorno a lei, nonostante lo show presenti una carrellata di personaggi secondari che si distinguono con il loro bagaglio di assurde idiosincrasie. Gli unici mentalmente stabili sono Carol, moglie casalinga di un ricco medico che nasconde un passato losco, e gli insulsi e ingrati fratelli di Peggy Dianne (Christine Taylor) e Stewart (Keir O’Donnell). Tutti gli altri sono a un passo dal manicomio; sono l’irresponsabile ex marito di Peggy, l’ostile mammone Owen (Eric Petersen di Kevin Can F**k Himself) che gestisce il villaggio del far West, l’imbranato detective Bruce (Brad Garrett di Tutti amano Raymond), l’arrivista ladra Tammy (Susan Park di Fresh Off the Boat) e sopra tutti lo svampito Bob (Rupert Friend), ex presentatore televisivo ora ricchissimo edonista hippie e contrabbandiere di arte.



[Fonte Wired.it]

Autonomia differenziata, il progetto ha un problema di costi
| Wired Italia

Autonomia differenziata, il progetto ha un problema di costi | Wired Italia



Da Wired.it :

“Le regioni più povere potrebbero avere maggiori difficoltà a finanziare le funzioni aggiuntive”. Sta in queste parole, pubblicate sul profilo LinkedIn del Senato, il cuore delle critiche che il servizio di bilancio di Palazzo Madama muove all’autonomia differenziata. Ovvero al disegno di legge 615, presentato dal ministro per le Autonomie Roberto Calderoli.

Il servizio di bilancio è un organismo di supporto informativo alla quinta Commissione permanente del Senato, quella che appunto si occupa di questioni legate al bilancio dello Stato. In particolare, quantifica gli effetti finanziari delle norme proposte. I rilievi mossi, in altre parole, sono di natura tecnica, non politica. Che poi si vogliano vedere risvolti politici legati al fatto che sia il presidente del Senato Ignazio La Russa che quello della commissione Nicola Calandrini siano esponenti di Fratelli d’Italia, mentre Calderoli è leghista, è materia per i dietrologi.

La situazione:

  1. I livelli di prestazioni
  2. Dove prendere i soldi?

I livelli di prestazioni

Tornando ai fatti, la principale critica rivolta all’autonomia differenziata riguarda i Lep, acronimo che sta per livelli essenziali di prestazioni. Una terminologia che richiama i Lea, i livelli essenziali di assistenza, ovvero quelle prestazioni minime che i servizi sanitari regionali devono garantire ai cittadini. E che vengono fissati ogni tre anni dal ministero della Salute.

Allo stesso modo, quelle regioni che volessero approfittare della riforma per gestire direttamente un numero maggiore di competenze dovrebbero garantire un livello minimo di prestazioni, fissato appunto dal governo centrale. Il tutto, e qui sta il problema, senza far crescere i costi. Ovvero, per dirla in legalese, senza generare oneri.

Circostanza, quest’ultima, che potrebbe verificarsi in due modi. Il primo riguarda, molto semplicemente, un aumento dei costi. Il servizio di bilancio ipotizza a questo proposito che la devoluzione di alcune competenze “potrebbe far venir meno il conseguimento di economie di scala dovuto alla presenza dei costi fissi indivisibili legati all’erogazione dei servizi la cui
incidenza aumenta al diminuire della popolazione”. Aspetto sottolineato in merito al fatto che le regioni possano decidere, a loro volta, di devolvere competenze alle province o ai comuni. Un conto, in altre parole, è suddividere un costo fisso per 9,9 milioni di lombardi, un altro per i 178mila abitanti della provincia di Sondrio.

Dove prendere i soldi?

L’altro modo in cui potrebbero generarsi oneri per le finanze pubbliche riguarda invece una contrazione delle entrate che vanno a coprire i costi dei servizi delegati alle regioni a seguito della riforma. L’articolo 5 del disegno di legge, si legge nella relazione, “individua quale forma di copertura degli oneri connessi al trasferimento delle funzioni previste dalle intese una o più compartecipazione ai tributi erariali, senza peraltro indicare quali”.



[Fonte Wired.it]