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ricondizionato Amazon a prezzo SHOCK

ricondizionato Amazon a prezzo SHOCK

Da Punto-Informatico.it :

Sorprendi i tuoi amici con questo iPhone 12 Pro da 512GB, nella lussuosa colorazione Gold, ora disponibile a un prezzo SHOCK su Amazon.

L’offerta imperdibile di oggi ti permette di portarti a casa lo smartphone al prezzo speciale di soli 739 euro. Il prodotto è ricondizionato, ma completamente funzionante e in condizioni eccellenti. Puoi acquistarlo con la tranquillità della garanzia di 1 anno offerta da Amazon Renewed.

iPhone 12 Pro 512GB Ricondizionato: perché è un affare

Puoi essere sicuro che questo prodotto ricondizionato è stato sottoposto a un rigoroso processo di ispezione, test e pulizia da parte di fornitori qualificati di Amazon. Anche se non è certificato da Apple, puoi fidarti della sua qualità e prestazioni. Le “condizioni eccellenti” in cui si presenta significano che non mostrerà segni di danni estetici visibili a una distanza di 30 centimetri. Avrai tra le mani un iPhone 12 Pro che sembrerà nuovo di zecca.

iPhone 12 Pro fotocamera

La batteria di questo telefono ricondizionato avrà una capacità che supera l’80% rispetto a una batteria nuova. Ciò significa che potrai goderti lunghe ore di utilizzo senza preoccuparti della durata della batteria. Rimarrai sempre connesso e potrai sfruttare al massimo tutte le funzionalità di questo potente dispositivo.

iPhone 12 Pro 512GB display

Gli accessori inclusi potrebbero non essere originali, ma saranno perfettamente compatibili e funzionanti. Troverai uno strumento di rimozione SIM, un caricabatterie e un cavo di ricarica all’interno della confezione.

Non lasciarti sfuggire questa incredibile offerta su iPhone 12 Pro da 512GB. Acquistarlo a un prezzo così conveniente è un’opportunità da cogliere al volo. Sii al passo con la tecnologia e impreziosisci il tuo stile di vita con iPhone 12 Pro, un dispositivo potente e sofisticato che ti accompagnerà in ogni avventura.

Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione.



Fonte Punto Informatico Source link

in quali paesi costa meno?

in quali paesi costa meno?

Da Punto-Informatico.it :

La suite Adobe Creative Cloud è forse la più completa tra quelle in circolazione per quanto riguarda la fotografia, il disegno, il montaggio video o audio e la creazione dei contenuti, soprattutto ora che ha dalla sua l’integrazione di Firefly e di altre tecnologie avanzate provenienti dall’ambito dell’intelligenza artificiale. A comporre il pacchetto sono Photoshop, Lightroom, Illustrator, Premier Pro, Acrobat, InDesign, Audition e molti altri strumenti, periodicamente aggiornati con l’inclusione di ottimizzazioni e di nuove funzionalità. L’accesso, però, chiede di mettere mano al portafogli: in quali paesi costa meno?

In Turchia, Adobe Creative Cloud è più economico

La domanda è più che legittima, considerando come la software house non proponga lo stesso listino in modo uniforme a livello globale. Per quanto riguarda l’Italia, ad esempio, il piano che include tutte le applicazioni, è disponibile al prezzo mensile di 63,51 euro se si sceglie la sottoscrizione annuale con pagamento ogni mese, per un totale pari a 762,12 euro, oppure a 731,85 euro se si effettua una sola transazione. Una cifra di certo non contenuta, sebbene giustificata dalla qualità dei prodotti e dalle loro enormi potenzialità.

Altrove non è così. Chi risiede in alcuni paesi ha diritto a un abbonamento più economico alla stessa suite Creative Cloud. Prendiamo la Turchia, dove la spesa risulta la più contenuta del pianeta: stando al cambio attuale, si attesta a 2.251,44 TL ovvero 79,50 euro, quasi dieci volte meno rispetto alla nostra. Il costo è ridotto anche in territori come l’Argentina (145,19 euro), il Brasile (285,90), il Messico (417,07), la Romania (429,02 euro) e il Portogallo (443,44 euro), ma la differenza è già sostanziale in confronto a quanto chiesto a coloro che si trovano a Istanbul.

L'abbonamento ad Adobe Creative Cloud in Turchia

Vale lo stesso per i pieni mensili legati alle singole applicazioni. Ad esempio, da noi Photoshop costa 24,39 euro, mentre un utente turco è chiamato a pagare solo l’equivalente pari a 4,64 euro.

Quali sono i motivi di una tale differenza? Nulla di ufficiale, ma sono con tutta probabilità da ricercare nelle politiche adottate da Adobe per la commercializzazione e la distribuzione dei suoi prodotti e servizi, il frutto di analisi condotte tenendo in considerazione i fattori come la richiesta negli specifici mercati e le loro condizioni macroeconomiche.

Ottenere un indirizzo IP della Turchia è facile con NordVPN

Cosa occorre, dunque, per risparmiare sull’abbonamento a Creative Cloud? Tecnicamente, è sufficiente l’accesso al sito ufficiale dove effettuare la registrazione attraverso un indirizzo IP localizzato in un paese in cui la spesa è inferiore rispetto a quella prevista per l’Italia.

È qui che entra in gioco una VPN come quella di NordVPN (oggi al 66% di sconto), che permette di agganciare oltre 5.000 server posizionati in ogni angolo del globo: nel territorio turco ce ne sono ben 14.

Attenzione: questa pratica potrebbe costituire una violazione dei termini di servizio stabiliti da Adobe. Ciò significa che la transazione potrebbe non andare a buon fine o che, in seguito alla sottoscrizione, si potrebbe veder annullato il proprio abbonamento.

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Cloud, altri 280 milioni di euro dal Pnrr per migrare dati della Pubblica Amministrazione

Cloud, altri 280 milioni di euro dal Pnrr per migrare dati della Pubblica Amministrazione


Si tratta di un’iniziativa in linea con quanto previsto dalla Strategia Cloud Italia, ovvero il percorso di migrazione in cloud di dati e servizi delle Pubbliche Amministrazioni Centrali

È stato pubblicato su PA digitale 2026, sito del Dipartimento per la trasformazione digitale che permette alla Pubblica Amministrazione di accedere ai fondi di Italia digitale 2026, un nuovo avviso da 280 milioni di euro per trasferire sulle infrastrutture ad alta affidabilità del Polo Strategico Nazionale i sistemi informatici di 278 Pubbliche Amministrazioni centrali. Si tratta di un’iniziativa in linea con quanto previsto dalla Strategia Cloud Italia, ovvero il percorso di migrazione in cloud di dati e servizi delle Pubbliche Amministrazioni Centrali, dopo una prima importante adesione di enti pilota verso il Polo Strategico Nazionale.

Chi può aderire e come

All’avviso, previsto nell’ambito della Misura 1.1 “Infrastrutture digitali”, possono aderire un elenco di PA Centrali, come ad esempio gli Organi costituzionali e di rilievo costituzionale, gli Enti di regolazione dell’attività economica, Enti produttori di servizi economici e le Autorità amministrative indipendenti. La richiesta di fondi può inoltre essere effettuata anche dai Provveditorati dei Ministeri della Giustizia e dell’Istruzione, dalle Prefetture e dalle Soprintendenze, per una platea totale di 278 enti, come indicato negli allegati tecnici dell’Avviso. Le amministrazioni possono presentare la propria domanda di partecipazione entro il 15 settembre 2023, seguendo le istruzioni presenti sulla piattaforma PA digitale 2026. Durante il periodo di apertura dell’Avviso sono previste due finestre temporali di finanziamento.

Gli investimenti del Pnrr

Il finanziamento, nella misura dell’importo forfettario, sarà erogato in un’unica soluzione a seguito del perfezionamento delle attività di migrazione verso il Polo Strategico Nazionale. Gli importi verranno definiti sulla base dei servizi che rientrano nel Piano di migrazione per i quali viene richiesto un finanziamento, oltre che dei relativi sistemi informatici necessari all’erogazione del servizio. In particolare, per ogni ente le risorse a disposizione saranno definite in base al numero di server fisici e di macchine virtuali.

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Cos’è la Strategia Cloud Italia

La Strategia Cloud Italia, realizzata dal Dipartimento per la trasformazione digitale e dall’Acn, Agenzia per la cybersicurezza nazionale, contiene gli indirizzi strategici per il percorso di migrazione verso il cloud di dati e servizi digitali della Pubblica Amministrazione. La Strategia traccia un percorso guidato per accompagnare circa il 75% delle PA italiane nella migrazione dei dati e degli applicativi informatici verso il cloud entro il 2026, in coerenza con gli obiettivi del Pnrr.

Sottosegretario Butti: “Puntiamo a una PA sempre più moderna ed efficiente”

“Stiamo portando avanti un percorso strategico per la trasformazione digitale del Paese”, ha commentato Alessio Butti, Sottosegretario di Stato con delega all’Innovazione tecnologica”. Con questo nuovo avviso “stanziamo altri 280 milioni di euro dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e diamo alle Pubbliche Amministrazioni centrali un’importante opportunità – ha aggiunto -. Continuiamo a investire in soluzioni cloud innovative per una Pubblica Amministrazione sempre più moderna ed efficiente”.

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fonte : skytg24

Twitter: invasione di porn bot

Twitter: invasione di porn bot

Da Punto-Informatico.it :

Fin dal suo arrivo alla guida di Twitter (anzi anche prima), Elon Musk aveva dichiarato guerra a bot e account fasulli. A distanza di oltre otto mesi dall’acquisizione, il problema non è stato risolto, anzi sembra addirittura peggiorato. I ricercatori di sicurezza del gruppo MalwareHunterTeam hanno rilevato un’invasione di porn bot.

Dopo il crypto spam tocca ai porn bot

Il social network di Musk è stato più volte sfruttato dai cybercriminali per attuare le cosiddette crypto truffe (in alcuni casi dopo aver preso il controllo di noti profili). I bot non sono vietati, ma solo se offrono un servizio utile agli utenti, come quelli che informano in tempo reale sulle condizioni atmosferiche o l’arrivo di tornado.

Gli esperti di MalwareHunterTeam hanno segnalato da fine giugno un lungo elenco di account fasulli che hanno iniziato a seguirli e avviare interazioni tramite messaggi diretti, risposte e like. Tutti hanno un profilo simile e pubblicizzano siti per adulti. Considerata la loro somiglianza è chiaro che si tratta di porn bot creati dallo stesso autore.

Molti account sono stati eliminati, mentre altri sono ancora attivi. Nonostante le promesse di Musk, il problema non è stato risolto oppure le soluzioni adottate non sono efficaci. Probabilmente è ancora necessario un intervento manuale, reso complicato dal numero ridotto di moderatori (Musk ha licenziato quasi l’80% dei dipendenti).

Nel fine settimana è stato introdotto un limite al numero di tweet che possono essere letti senza login. Musk ha dichiarato che la misura temporanea serve per bloccare lo scraping dei dati. Al momento è ancora obbligatorio effettuare l’accesso per la visualizzazione dei messaggi e dei profili.





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siti fake di WinSCP per distribuire malware

siti fake di WinSCP per distribuire malware

Da Punto-Informatico.it :

Il gruppo BlackCat è noto per l’omonimo ransomware, ma prima di installare il payload finale vengono sfruttati vari tool per accedere al sistema ed effettuare la scansione della rete interna. I ricercatori di Trend Micro hanno scoperto una nuova campagna di malvertising che sfrutta la notorietà di WinSCP per ingannare le ignare vittime.

Siti fake di WinSCP

WinSCP è un client FTP/SFTP open source e file manager con supporto SSH. Quando l’utente cerca “WinSCP download” su Google o Bing, tra i risultati ci sono link sponsorizzati a siti che spiegano come utilizzare il software. Dalla pagina iniziale viene redirezionato verso un sito fasullo, simile a quello legittimo, che contiene il pulsante di download.

La vittima scarica però un’immagine ISO che contiene i file setup.exe e msi.dll. Eseguendo il primo (msiexec.exe con nome diverso) viene caricato in memoria il secondo, ovvero un dropper che copia su disco l’installer legittimo di WinSCP e il file python310.dll. Quest’ultimo è un beacon Cobalt Strike che si collega al server C2C (command and control). Viene inoltre aggiunga una chiave nel registro per la persistenza.

A questo punto, i cybercriminali eseguono altre operazioni con vari tool, tra cui AdFind (cerca informazioni su Active Directory), Findstr (cerca password nei file XML) e KillAV BAT (disabilita gli antivirus). Vengono usati anche script PowerShell per rubare dati. In alcuni casi, il gruppo BlackCat sfrutta il famigerato Terminator, un potente tool che disattiva gli antivirus (viene venduto a 3.000 dollari nel dark web).



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Google Fact Check Explorer supporta le immagini

Google Fact Check Explorer supporta le immagini

Da Punto-Informatico.it :

Google offre da molti anni diversi tool per la verifica delle fonti su Search e News. Uno dei migliori è senza dubbio Fact Check Explorer, disponibile da fine 2019. Oltre a quella testuale è ora possibile effettuare una ricerca per immagini e scoprire la loro autenticità.

Tool per verificare le immagini

Google spiega che i singoli utenti possono effettuare direttamente la verifica delle informazioni, ma è un compito piuttosto impegnativo. Per questo motivo sono nate organizzazioni, denominate fact checker, che esaminano le fonti per individuare e segnalare le cosiddette fake news.

Durante la conferenza Global Fact 10 di Seul, l’azienda di Mountain View ha annunciato un’utile novità per Fact Check Explorer, il tool che consente di trovare le informazioni verificate da organizzazioni indipendenti (in pratica è una sorta di motore di ricerca per fake news). Ora è possibile sfruttare la funzionalità (versione beta) che permette di cercare le immagini, oltre al testo.

Google Fact Check Explorer

Dopo aver effettuato la richiesta di iscrizione alla lista d’attesa e ricevuto l’invito, l’utente può caricare l’immagine o copiare il link in Fact Check Explorer. Il tool mostrerà in quali siti è stata utilizzata l’immagine e se è vera o falsa.

È possibile vedere anche il contesto e la timeline, ovvero quando è stata indicizzata per la prima volta da Google e come è stata usata da allora. Google ha creato un fondo di 13,2 milioni di dollari per finanziare le organizzazioni di fact checking. I primi 875.000 dollari (25.000 dollari a testa) sono stati consegnati a 35 organizzazioni in 45 paesi.



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