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Canada: Internet non funziona, la colpa è dei castori



da Hardware Upgrade :

Ha dell’incredibile quanto successo nel fine settimana a Tumbler Ridge, un paese di poco più di duemila abitanti in Canada. Circa 900 persone hanno visto interrompersi il servizio Internet per una causa davvero bizzarra: i numerosi castori che popolano la zona. In sostanza, questi roditori hanno rosicchiato i cavi della fibra in più punti, provocando gravi danni al servizio.

I castori, considerati gli ingegneri della natura, sono noti per la costruzione di vere e proprie dighe con rami, pietre, tronchi e fango per proteggersi dai predatori, procurarsi cibo e difendersi da possibili inondazioni.

Secondo la portavoce di Telus, il servizio di telecomunicazioni danneggiato, i castori avrebbero creato una diga e scavato sottoterra lungo lo stagno per poi trovare il cavo, nonostante questo si trovasse a un metro sottoterra e protetto da un condotto di dieci centimetri.

L’accaduto è stato confermato da un’immagine che mostra un nastro di marcatura per cavi Telus, solitamente sepolto sottoterra, sopra la diga. Le condizioni climatiche non hanno aiutato la squadra di tecnici pronti a riparare il danno, in quanto il terreno soprastante il cavo è parzialmente ghiacciato.

Nonostante ciò, la squadra ha lavorato 24 ore su 24 per capire e determinare la causa e l’entità del danno. Dopo 36 ore dall’interruzione la situazione è stata ripristinata e l’inconveniente, almeno temporaneamente, sistemato. La portavoce di Telus ha dichiarato che questa si tratta di una “situazione unicamente canadese”.

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Diablo Immortal, l’Alfa tecnica svela subito che gioco sarà



da Hardware Upgrade :


Non è possibile dire ora se Diablo Immortal, la versione per dispositivi mobile di Diablo, sarà un successo. Non è ancora stata definita una data di lancio, anche se è ipotizzabile che il gioco verrà lanciato entro la fine del 2021, ma nel fine settimana è partita un’Alfa tecnica che permette di avere delle prime sensazioni. Sensazioni che anche noi di Hardware Upgrade abbiamo provato, essendo stati selezionati per accedere all’Alfa. Un gioco come Diablo Immortal ha bisogno di molte ore di gioco per poter esprimere qualsiasi tipo di giudizio, quindi adesso possiamo solo condividere le prime impressioni che nascono dopo alcune ore di gioco. Anticipo che già molto si può comunque dire su cos’è, o meglio cosa sarà, Diablo Immortal.




Facciamo un passo indietro. Il 2020 è stato l’anno di lancio delle nuove console: Xbox Series X e PS5. Macchine molto potenti, di fatto dei PC Gaming “congelati” alle specifiche tecniche del 2020, che promettono di offrire esperienze di gioco sempre più realistiche e, speriamo, anche innovative. Per adesso la killer application delle new gen non si è ancora vista, ma il potenziale è enorme. Come enorme è il mercato dei videogiochi, sempre più sfaccettato e articolato. Giochiamo su console, su PC, nella finestra di un browser con servizi come Google Stadia. Ma giochiamo sempre di più su mobile, con un’esperienza di gioco che non ha nulla da invidiare a console e PC. Già da un paio di generazioni di console è evidente che non sono le caratteristiche tecniche a determinare il successo di una piattaforma. Negli ultimissimi anni però c’è stata un’ulteriore evoluzione, perché se nella generazione di PS4 la console Sony ha vinto grazie ai titoli in esclusiva e a una maggiore capacità di interpretare le richieste dei giocatori, oggi il titolo non è più sufficiente.



Diablo Immortal: un gioco mobile per hard core gamer


Oggi vince l’esperienza che il gioco fa vivere e sempre più utenti, di qualsiasi età, trovano nei giochi mobile la formula ideale per giocare. E non stiamo parlando di casual gamer o di “giochini”, ma di veri e propri hard core gamer, che giocano “seriamente” su mobile così come molti fanno su console o PC. Molti titoli per mobile, per quanto questo possa creare resistenza in molte fasce di giocatori, non sono più giochi di serie B. Non è un caso che quando Blizzard cominciò a parlare di Diablo Immortal, di Diablo su mobile, una buona parte della community di Diablo abbia avuto una reazione molto forte, e molto negativa. È in questo contesto che va analizzato il nuovo titolo della saga di Diablo, perché nel mercato attuale Diablo Immortal non va visto come un giochino per i ritagli di tempo. L’impegno che sarà necessario per giocare “seriamente” a Diablo Immortal sarà lo stesso degli altri titoli della saga per PC o console.



Un’altra conseguenza di questa evoluzione dei giochi mobile è che il mercato si è molto evoluto e, soprattutto per alcuni generi, esistono molti titoli di riferimento, con cui necessariamente Diablo Immortal dovrà confrontarsi e che diventano dei “benchmark” per il nuovo titolo di Blizzard. Diventa quindi impossibile non fare un confronto da un lato con Diablo III e dall’altro con altri titoli MMORPG mobile.


Questa lunga introduzione alle prime ore di gioco di Diablo Immortal si conclude ribadendo che il giudizio finale sull’Alfa tecnica lo daremo dopo averci giocato “seriamente” per qualche settimana, cercando di dare anche una valutazione sull’endgame. Oggi siamo però già in grado di condividere che tipo di gioco è Diablo Immortal e come si rapporta ad altri titoli mobile del genere.



La competizione per Diablo Immortal sarà feroce


Diablo Immortal è un Massive Multiplayer Online (Action) Role Playing Game, in maniera stringata MMORPG, nel quale intrepretiamo il ruolo di un guerriero che deve cercare di fermare le forze del male, con la storia del gioco mobile che si inserisce a tutti gli effetti nel Lore di Diablo. Da questo punto di vista il gioco riesce fin da subito, a partire dalla schermata di creazione del personaggio, a catapultarci nell’universo di Diablo. I font utilizzati, lo stile della grafica, di fatto anche i tipi di personaggio che possiamo scegliere creano immediatamente una fortissima sensazione di familiarità a chiunque abbia giocato a un titolo della saga, in particolare a chi ha giocato a Diablo III e magari continua a “farsi una season” ogni tanto.



Una volta scelto il personaggio, per i miei gusti sono quasi stato costretto a scegliere il Crusader, si comincia a fare i conti con l’interfaccia mobile di Diablo Immortal. Qui le similitudini sono molto più con gli “standard” degli MMO mobile che con Diablo III, naturalmente. Con il pollice sinistro si utilizza il joystick virtuale e con il destro si selezionano le abilità, mentre ai lati dello schermo abbiamo altri elementi indispensabili dell’interfaccia, come la mini mappa, l’elenco delle quest attive e i pulsanti per accedere all’inventario e alle altre opzioni del gioco. Rispetto ad altri titoli, l’interfaccia è molto pulita, sono presenti solo gli elementi essenziali e non si esagera con una marea di informazioni che spesso riempiono lo schermo di altri titoli mobile. Nei primissimi minuti di gioco si notano subito due dettagli importanti: le abilità utilizzabili sono solo 4, più la base che avrà una variante salendo di livello e NON è prevista la schivata. Molti MMO mobile permettono di attivare 8 abilità, divise in due pagine e con un pulsante per passare da una pagina all’altra, cosa che permette di costruire delle build articolate. Sarà interessante vedere più avanti come si potranno strutturare le build in Diablo Immortal selezionando 4 abilità sulle 13 disponibili.



L’assenza della schivata si fa subito sentire, perché nei combattimenti è necessario alternare movimenti per evitare gli attacchi principali dei mob e, soprattutto, dei boss agli attacchi diretti, combinando le abilità selezionate. Il bilanciamento, almeno nella parte iniziale del gioco, sembra aver già trovato un buon equilibrio, in quanto non è possibile attaccare a testa bassa senza valutare quali attacchi vadano evitati e quando usare le abilità. Un’altra funzione di cui si nota immediatamente l’assenza è l’attacco automatico, ma questo non è necessariamente un male e sembra essere una scelta “filosofica”. Nel settore c’è una forte polarizzazione fra chi è pro e chi è contro l’attacco automatico, con molti giochi in cui la maggior parte del tempo si lascia il telefono acceso (o far andare il gioco su emulatori come BlueStacks) 24 ore su 24 in AFK, in pratica con il personaggio che viene lasciato a “farmare” in automatico. In Diablo Immortal, nelle zone in cui si sono già conclusi i capitoli della storia, si può attivare la navigazione automatica per andare da un posto a un altro, ma tutti i combattimenti devono essere fatti in manuale. Finché si segue la storia non è un problema, vedremo più avanti quanto farming sarà necessario per l’endgame, perché se l’impegno di tempo sarà comparabile ad altri titoli dover fare tutto in manuale potrebbe diventare un problema, aprendo anche alla possibilità che si diffondano macro e cheat per farmare costantemente.



Diablo Immortal: un mondo aperto già ben equilibrato


Giocando i primi capitoli della storia ci si immerge subito in un mondo aperto, ben strutturato, dove si incontrano costantemente mob e mini boss che non è indispensabile attaccare, ma che rendono l’ambientazione molto varia e interattiva. Non c’è solo un aspetto estetico del mondo in cui ci muoviamo, incontriamo anche altri player e poter scegliere se andare direttamente alla missione successiva o passare 10 minuti ad attaccare nemici random crea una sensazione di immersività e coinvolgimento, anche in questo caso non fine a se stessa, perché ogni mob può droppare un pezzo che ci serve e contribuisce al codex. Il flusso generale del gioco è quindi ben strutturato e, per quanto seguire linearmente la storia principale sia indispensabile, ognuno può farlo col suo ritmo e scegliendosi il proprio percorso. Aggiungiamo che ogni tanto si trovano dei dungeon segreti e anche delle quest a sorpresa, e dobbiamo dire che, per essere ancora lontani dal lancio del gioco definitivo, sembra che Blizzard sia sulla strada giusta per creare una formula coinvolgente e ben equilibrata. La ciliegina sulla torta, in un genere che vede davvero molte alternative sul mercato, è poi il già citato lore di Diablo. Il primo personaggio che incontriamo è Deckard Caine, vecchia conoscenza di Diablo III, le premesse della storia sono legate alle Worldstone, pietre che incarnano l’essenza del male, anche queste ben conosciute dai fan della serie. Su questi presupposti Diablo Immortal può sicuramente costruire le basi per attrarre una community di giocatori numerosa, elemento indispensabile per garantire la longevità del gioco e per rendere accattivanti le varie modalità cooperative e competitive inserite nel gioco.



Le animazioni del personaggio di Diablo Immortal non ci hanno convinto


Se il lore e alcune scelte che si percepiscono già dalle prime ore di gioco sembrano essere ben auguranti, c’è un elemento di Diablo Immortal che ci ha lasciato perplessi e che probabilmente non potremo capire, fino al lancio del gioco definitivo, se avrà delle ripercussioni sul successo del titolo.


Il tema riguarda la grafica del gioco. Le ambientazioni sono bellissime e in perfetta sintonia con quelle di Diablo III, lo stile può piacere o meno, ma la qualità è davvero elevata. Siamo rimasti invece molto perplessi dall’animazione del personaggio, sia quando si muove, ma soprattutto quando combatte. Il personaggio, anche in funzione del fatto che non è possibile zoomare, appare piccolo sullo schermo e quando attacca o lancia un’abilità sembra muoversi a scatti, come se mancasse qualche frame delle animazioni. Non è chiaro in questa fase se la cosa sia dovuta al fatto che questa è solo un’alfa tecnica, ma la sensazione è che sia proprio un aspetto legato al motore grafico scelto per il gioco.


Come potete vedere nell’ultima parte del video allegato a questo articolo, abbiamo fatto un confronto con un titolo simile, A3 Still Alive di Netmarble, un titolo di nicchia che non ha avuto un particolare successo di pubblico, e la differenza è molto evidente. Rispetto a Diablo, in A3 Still Alive tutti i movimenti del personaggio sono molto più fluidi e le animazioni molto più articolate, nonché decisamente più spettacolari. Quanto incide questo aspetto prettamente grafico sulla giocabilità del titolo? La risposta è soggettiva e un gioco con una grafica eccezionale, se poi non abbina delle dinamiche longeve e ben equilibrate, rischia di non tenere il passo. In questo tipo di giochi la grafica è anche funzionale al gameplay e in questo stadio di sviluppo del gioco, su tanti aspetti decisamente molto avanti, la scattosità del personaggio è stato l’elemento più negativo che abbiamo notato.


Queste prime ore con Diablo Immortal sono complessivamente state un’esperienza molto positiva. Vi racconteremo nel dettaglio come funzionano le varie modalità di gioco in un articolo successivo, ma fare un rift su mobile, dopo averne fatti innumerevoli su PC con Diablo III, è un’esperienza decisamente appagante e che fa venire voglia di continuare a giocare per arrivare a scoprire l’endgame.


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Samyang AF 12mm F2 E per Sony APS-C pensato per l’astrofotografia



da Hardware Upgrade :

Recentemente è stata presentata una nuova ottica da parte di Tamron dedicata all’attacco Sony E per fotocamere APS-C. A brevissima distanza è arrivata anche un nuovo obiettivo sempre per lo stesso genere di mirrorless: il Samyang AF 12mm F2 E. Un prodotto pensato per dal produttore sud-coreano anche nel caso dell’utilizzo di fotocamere APS-C collegate a un gimbal.

Anche in questo caso si tratta di una soluzione per APS-C e il produttore ha voluto esaltare la possibilità di questa soluzione di sfruttare la messa a fuoco automatica (a differenza di altri prodotti presenti sul mercato). Jihoon Lee (dirigente della società) ha aggiunto che il con Samyang AF 12mm F2 E “si possono ottenere immagini nitide senza distorsione e vignettatura tramite la stabilizzazione dell’immagine nel corpo”.

Le caratteristiche tecniche del Samyang AF 12mm F2 E

Il nuovo obiettivo proposto da Samyang prevede un design ottico con 12 elementi suddivisi in 10 gruppi. Tra questi troviamo una lente asferica ibrida, una asferica e tre a bassissima dispersione. Il tutto permette di ottenere un’elevata risoluzione su tutta la scena oltre che limitate le distorsioni. Non manca poi il trattamento antiriflesso multistrato (Ultra Multi Coating, UMC).

Il diaframma ha 7 lamelle e ha un’apertura massima pari a f/2 e minima pari a f/22. La minima distanza di messa a fuoco è pari a 19 cm e, come scritto sopra, c’è la possibilità di sfruttare la messa a fuoco automatica (grazie a un motore lineare STM che è più silenzioso e più veloce dei precedenti) permettendo una maggiore flessibilità rispetto alla sola manuale e non è presente il selettore per passare da AF a MF. L’angolo di visione è pari a 99,1° (su APS-C).

Le dimensioni sono pari a 70 x 59,2 mm mentre il peso è di 213 grammi. All’interno sono previste delle guarnizioni per permettere di resistere a condizioni meteo avverse mentre anteriormente è possibile utilizzare filtri da 62 mm. Il corpo ha un design esteriore che prevede una colorazione opaca nera, un nuovo anello di regolazione con gomma per una migliore presa e l’anello rosso è integrato e non sporgente. Il prezzo del nuovo Samyang AF 12mm F2 E è pari a 399 dollari per il mercato USA, con un prezzo simile in Europa.

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Nikon rilascia i nuovi firmware per le fotocamere mirrorless della serie Z



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Lo aveva preannunciato con un teaser qualche giorno fa, ora Nikon ha rilasciato ufficialmente i firmware per tutte le sue fotocamere mirrorless della serie Z. L’aggiornamento coinvolge quindi sia le più “vecchie” Z 6 e Z 7 fino alle più recenti Z 6II e Z 7II annunciate solo pochi mesi fa. Tra gli aggiornamenti c’è anche spazio per l’unica (al momento attuale) mirrorless APS-C della linea Z, Z 50.

nikon fotocamere

Gli aggiornamenti firmware per le mirrorless di Nikon

Nikon Z 6II e Z 7II

Iniziando con le soluzioni più recenti presentate da Nikon, troviamo Z 6II e Z 7II. Entrambi i modelli arrivano così alla versione del firmware 1.20 portando con sé una serie interessante di migliorie utili per tutti gli utenti. Come avevamo scritto in precedenza, le novità in questo caso riguardano principalmente l’AF.

Migliorate le prestazioni dell’AF live view quando si utilizza il rilevamento volto/occhi o si insegue un oggetto. Migliora anche il rilevamento volto/occhi e la visibilità quando si utilizzano flash esterni. Le prestazioni dell’autofocus sono cresciute nella modalità messa a fuoco di AF singolo. Non ci sono solo miglioramenti, ma anche correzione di bug. Per esempio è sparita la lentezza dell’otturatore con Messa a fuoco per la Personalizzazione a1 (Selezione priorità AF-C). Migliorata la precisione dell’AF e infine utilizzando Picture Control personalizzati creati con Gestisci Picture Control con filmati UHD/4K a 60p o 50p si avevano alcuni problemi di varia natura.

Nikon Z 6 e Z 7

Nonostante la presenza dei modelli “II” il produttore nipponico non si è dimenticato di quelli della prima serie. Così si aggiornano sia Z 6 che Z 7 che arrivano alla versione firmware 3.30. Nel menù Impostazioni è stata aggiunta l’opzione Salva posizione di messa a fuoco. Questo permette di mantenere la posizione della messa a fuoco anche quando si spegne la fotocamera (ma funziona solo con obiettivi con attacco Z). Inoltre è stato risolto un bug che provocava il blocco della fotocamera se si interrompeva una ripresa in time-lapse.

Un’altra novità, che attualmente riguarda solamente la Z 6 l’aggiunta dell’opzione memo vocale che può essere assegnata al pulsante registrazione filmato. Si possono così registrare e riascoltare memo vocali di massimo 60″ mentre si visualizza una determinata immagine.

Nikon Z 5

La soluzione d’ingresso delle mirrorless full-frame, Z 5, arriva alla versione firmware 1.10. Con l’aggiornamento viene aggiunta l’opzione salva posizione di messa a fuoco come per le sorelle maggiori. Il meccanismo d’azione è lo stesso e quindi funzionerà solo con obiettivi con attacco Z. Un secondo miglioramento riguarda i tempi di rilevamento dell’autofocus con scarsa illuminazione per la Personalizzazione a11 (AF con scarsa illuminazione).

Nikon Z 50

L’ultima in elenco è la soluzione APS-C Z 50 che arriva alla versione firmware 2.10. Sono due le novità principali: anche in questo caso è stata aggiunta l’opzione salva posizione di messa a fuoco nel menù Impostazioni. La secondo modifica riguarda invece la correzione di un bug che ripristinava l’opzione Personalizzazione a2 (Ril. volto/occhi Area AF auto) nei modi P, S, A e M quando venivano ripristinate quelle U1 o U2.

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Android 11 arriva anche su Nokia 8.1 e Nokia 2.2: 5 gli smartphone aggiornati ad aprile



da Hardware Upgrade :

Android e il ritardo negli aggiornamenti di tipo major. Si trattato per anni di un difetto accreditato a tutti i dispositivi con il robottino verde, ad oggi non del tutto risolto. I produttori cercano di alleviare il pi possibile il problema, puntando ad essere il pi solerti possibile nel rilascio degli aggiornamenti e, a tal proposito, HMD Global ha annunciato il rilascio di Android 11 su Nokia 8.1 e Nokia 2.2. Sono cinque, nel solo mese di aprile, gli smartphone Nokia che hanno ricevuto l’aggiornamento.

Dopo Nokia 3.2, annunciato a inizio mese, anche Nokia 2.3, Nokia 4.2, e, da oggi, Nokia 8.1 e Nokia 2.2, hanno ricevuto anche in Italia l’aggiornamento all’ultima versione del sistema operativo di Google: “HMD Global, la casa dei telefoni e accessori Nokia, continua a mantenere cos la sua promessa di tre anni di aggiornamenti di sicurezza e due anni di update del sistema operativo sui propri dispositivi”, ha commentato l’azienda nella nota diffusa alla stampa. “I rilasci di questo mese evidenziano ulteriormente limpegno dellazienda nel fornire aggiornamenti in tutto il portfolio di smartphone Nokia, indipendentemente dalla fascia di prezzo”.

Gli aggiornamenti introducono alcune novit anche sul piano delle funzionalit. Sono tre le principali, che riportiamo qui di seguito:

  • Una delle novit nella gestione delle varie conversazioni in un’app unica. Con Android 11, i possessori di smartphone Nokia possono rimanere in contatto con i propri contatti preferiti gestendo le conversazioni che avvengono in pi applicazione in un unico posto.
  • “Ehi Google, mostrami la mia giornata”: con un pulsante dedicato di Google Assistant o tramite i comandi vocali gli utenti possono ottenere unistantanea completa della loro giornata. L’implementazione delel funzioni di Digital Wellbeing, inoltre, possono aiutare l’utente – ad esempio – a concentrarsi o rilassarsi con le modalit Focus e Bedtime.
  • Autorizzazioni auto-ripristinate: una funzione che serve ad aumentare la sicurezza nell’uso degli smartphone. A partire da Android 11, gli smartphone Nokia resetteranno i permessi delle app che non sono state utilizzate da un po, autorizzando solo a quelle recenti di accedere ai dati personali.

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Europa, un’auto venduta su quattro è una ibrida o ibrida Plug-in



da Hardware Upgrade :

Non solo l’effetto degli incentivi statali, ma di qualcosa di pi grande che sta rivoluzionando il settore dell’automotive. Per quanto riguarda l’Unione Europea e il Regno Unito, infatti, nei primi tre mesi dell’anno il 18,4% delle vendite rappresentato da vetture ibride (HEV). Una quota di mercato che risulta quasi raddoppiata rispetto allo scorso anno con complessivamente 469.784 immatricolazioni.



Se con HEV si intendono le vetture ibride di tipo mild hybrid o full hybrid, comunque in grado di ricaricare la batteria autonomamente senza ricorrere alla spina, anche le PHEV, ovvero le ibride Plug-In, vedono dati in crescita, rappresentando una quota di mercato in Europa dell’8,2%. Per quanto riguarda l’ la quota di mercato delle PHEV cresciuta addirittura del 445,7% rispetto allo scorso anno.



Passando alle completamente elettriche (BEV) nei primi tre mesi dell’anno si attestano su una quota di mercato 5,7%. Le immatricolazioni sono 146.185 e la crescita rispetto allo scorso anno si attesta al 59,1%. L’Italia ancora una volta una delle nazioni con la crescita pi consistente, con un +145,6% rispetto a un anno fa.



Calano in maniera molto importante, invece, le immatricolazioni delle auto diesel, precisamente del 20,1%. Le diesel adesso detengono una quota di mercato del 23,2%, inferiore dunque a quella di auto ibride e ibride Plug-in considerate insieme. Per quanto riguarda le auto a benzina il calo si attesta sul 16,9%. Questo tipo di auto ha una quota di mercato in Europa del 42,2%, mentre lo scorso anno era sul 52,3%.



Per quanto riguarda la totalit del mercato c’ una crescita dello 0,9% rispetto allo scorso anno. Sul confronto incide moltissimo il tracollo che ci fu nel marzo del 2020, all’esplodere della crisi sanitaria. Le immatricolazioni del primo trimestre 2021 sono 3.080.751 (dati ACEA).

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