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Regina Elisabetta, il vero motivo per cui dopo un anno ci manca ancora molto

Regina Elisabetta, il vero motivo per cui dopo un anno ci manca ancora molto



Da Wired.it :

Perché in fondo, ammettendolo o no, Elisabetta II ci manca. Ma non ci manca lei, che in fondo non conoscevamo davvero (e possiamo dire con assoluta sicurezza che anche lei si curasse gran poco di noi). Ci manca un mondo vecchio, ci manca il passato, ci manca quella sicurezza che proviamo nel vedere le cose sempre identiche a loro stesse, che non cambiano, sono immutate. Una parte di noi vorrebbe abbattere tutte quelle dannate vestigia, vorrebbe sradicare il passatismo, ribaltare il presente, abbracciare il futuro. Ma, di pancia, vorremmo anche rifugiarci in ciò che conosciamo, non veder mai cambiare l’orizzonte, allontanarci dalle paure brulicanti del tempo attuale per cristalizzarci in una paciosa eternità. Perché nel suo essere così longeva, la regina Elisabetta era divenuta eterna e senza tempo ancor prima di morire, icona stabile e inamovibile di un tempo sempre uguale a se stesso. Noi invece abbiamo a che fare con l’inflazione, le discriminazioni, le polemiche, le dipendenze, le bollette, gli uccisori di orsi, gli incidenti. Sentiamo tutto il peso di una contemporaneità da cui non possiamo dare le tanto famose grandi dimissioni.

Invece Elizabeth Alexandra Mary Windsor, nata nel 1926, ascesa al trono nel 1952, sposata per 74 anni con l’amato Filippo, madre di quattro figli e di grane molto più numerose, regina per 70 anni, le sue grandi dimissioni le ha date, e in grande stile. Conoscendone la tempra, avrebbe regnato ancora a lungo, ma anche le icone senza tempo prima o poi con quello stesso tempo devono farci i conti. Difficile dire qual è l’eredità che ci ha lasciato, in un calderone che va dal Commonwealth alla Brexit: forse più di tutto rimangono la determinazione e il rispetto di un’epoca antica che fa fatica a tramontare. Noi, invece, a quel tramonto abbiamo assistito in gran velocità, quasi compiaciuti. Ora che l’alba illumina un tempo nuovo gravido di ombre e difficoltà, ci ritroviamo non tanto a rimpiangere sicurezze antiche, bensì a cercarne di nuove. Nell’attesa di trovarle, nell’epoca in cui nulla sembra avere più priorità, solidità o senso, ci compiacciamo a fantasticare ancora su una vecchia regina che in qualche modo ha affascinato tutti, non fosse altro che per la sua caparbietà. Fino alla prossima stagione di The Crown (l’ultima, anche quella), in cui la persona si farà ancora personaggio, e ancora una volta icona.



[Fonte Wired.it]

American Horror Story: Delicate, Kim Kardashian e Emma Roberts sono le protagoniste del trailer

American Horror Story: Delicate, Kim Kardashian e Emma Roberts sono le protagoniste del trailer



Da Wired.it :

Dopo mesi e mesi di anticipazioni, rumor e molta attesa, ecco finalmente arrivare il primo trailer ufficiale di American Horror Story: Delicate. La dodicesima stagione della serie antologica horror ideata da Ryan Murphy punta tutto sul suo cast stellare, a partire da Kim Kardashian: la regina dei social e degli eventi mondani ha avuto delle esperienze pregresse nella recitazione, ma solo in piccole parti e camei. In questa occasione, invece, sarà una delle co-protagoniste accanto a Emma Roberts, storica musa e collaboratrice di Murphy, e Cara Delevingne, anche lei vecchia conoscenza in questi titoli seriali. Le tre sono al centro del primo trailer ufficiale uscito in queste ultime ore.

Basata sul romanzo fresco di pubblicazione Delicate Condition di Danielle Valentine, la nuova stagione si concentra su una raccapricciante storia di maternità complicata e fertilità forzata. La vicenda parte da Anna, interpretata da Roberts, una star del cinema che cerca disperatamente di rimanere incinta assieme al compagno Dexter (Matt Czuchry). Dopo cicli e cicli estenuanti di fecondazione in vitro, Anna riesce finalmente a concepire ma è proprio dopo l’iniziale entusiasmo che inizia per lei un incubo. Una figura ambigua e misteriosa (Delevingne) la segue ovunque, mentre l’amica Siobhan Walsh (Kardashian) cerca di consigliarla. Ma chi è davvero dalla sua parte e chi invece cerca di manipolare la sua creatura?

Come già annunciato nelle scorse settimane, American Horror Story: Delicate, che vedrà nel cast anche Michaela Jaé Rodriguez (Pose) e Zachary Quinto (Star Trek, NOS4A2), sarà divisa in due segmenti: la prima debutterà negli Stati Uniti sulla rete Fx dal 20 settembre, mentre la seconda parte – non ancora finalizzata per via dello sciopero di attori e sceneggiatori a Hollywood – partirà più avanti nel corso del 2024.



[Fonte Wired.it]

I migliori monitor di ogni categoria e prezzo, per giocare e lavorare e divertirti

I migliori monitor di ogni categoria e prezzo, per giocare e lavorare e divertirti



Da Wired.it :

Muoversi nel mercato alla ricerca dei migliori monitor per pc non è facile, ma è sicuramente un’operazione importante per chi è intenzionato ad acquistare un nuovo desktop o sta pensando di ammodernare la propria postazione fissa. Che il proprio obiettivo sia un computer da utilizzare per svolgere normali mansioni quotidiane, per motivi lavorativi, per lo studio o per divertirsi con i propri videogiochi preferiti, è importante disporre di un pannello delle giuste dimensioni, che possa tradurre in immagini tutta la potenza sprigionata dalla combo processore/scheda al grafico garantendo al tempo stesso una visione confortevole e che non sforzi eccessivamente gli occhi.

Come trovare il tuo prossimo monitor

Prima di effettuare qualunque tipo di acquisto, è necessario porsi qualche domanda e avere ben chiaro in mente quali siano le mansioni in cui sarà impegnato il monitor che si sta per comprare. Solamente dopo aver valutato con attenzione le seguente voci sarà possibile effettuare una scelta consapevole.

Dimensioni e formato

ancor prima di valutare qualunque tipo di specifica di natura tecnica, è fondamentale armarsi di centimetro e misurare gli spazi a propria disposizione. Gli ingombri dei monitor, come per i televisori, possono infatti variare in maniera importante a seconda del taglio di diagonale, quindi è importante essere sicuri di disporre di uno spazio sufficiente. Particolare la situazione dei modelli curvi appartenenti alla famiglia cosiddetta “ultra wide”. Si tratta di soluzioni che adottano un formato che si estende in orizzontale, con un rapporto tra lunghezza e altezza che può essere di 21:9 o di 32:9, e che richiedono una postazione particolarmente ampia.

Tipologia d’uso

Lavoro, studio, normali attività quotidiane o videogiochi? A seconda delle proprie esigenze, è possibile individuare i monitor che per caratteristiche strutturali e tecniche risultano essere più o meno adatti. Chi trascorre le proprie giornate tra ricerche, fogli di calcolo, documenti word e navigazione online può “accontentarsi” di modelli dotati di una risoluzione full hd e con un una diagonale che spazia tra i 22 e i 27 pollici, prestando attenzione a tutte le funzioni progettate per ridurre il livello di affaticamento degli occhi. In ambiti professionali, per chi ha necessita di muoversi rapidamente tra più programmi e di avere sotto controllo più finestre contemporaneamente, i modelli ultra wide possono rivelarsi una scelta vincente, con soluzioni che consentono anche di affiancare i segnali provenienti da due sorgenti differenti. In ambienti gaming, chi desidera ottenere il massimo dai propri titoli preferiti deve assicurarsi non solo di trovarsi di fronte a un pannello in grado di gestire una risoluzione 2k o, ancora meglio, 4k, ma che disponga anche di una elevata frequenza di aggiornamento dello schermo (meglio se superiore a 120/144 Hz) e di un tempo di risposta che si attesti nell’ordine del millisecondo. Inoltre, il supporto a tecnologie quali Nvidia G-Sync e Amd FreeSync Premium può contribuire a rendere l’azione ancora più fluida e priva di fastidiosi scatti e rallentamenti. Per quanto riguarda il formato, i modelli curvi garantiscono un’esperienza di gioco più immersiva e, nelle versioni con diagonali ultra wide, permettono una visione a tutto tondo che risulta particolarmente spettacolare con alcune tipologie di giochi, quali per esempio i simulatori di guida.



[Fonte Wired.it]

Covid-19: i vaccini sono efficaci anche contro la variante Pirola

Covid-19: i vaccini sono efficaci anche contro la variante Pirola



Da Wired.it :

I nuovi vaccini anti Covid-19 funzionano. Ad affermarlo sono state le due aziende farmaceutiche Moderna e Pfizer, secondo cui appunto i loro vaccini aggiornati sono capaci di generare forti risposte immunitarie anche contro la sottovariante BA.2.86, soprannominata Pirola. Questa variante, infatti, presenta un numero considerevole di mutazioni sulla proteina spike e, per questo motivo, ha suscitato non poche preoccupazioni da parte della comunità scientifica, a tal punto da finire sotto stretta sorveglianza da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Il vaccino di Moderna

Secondo i dati degli studi clinici derivanti dal suo test di ricerca, non ancora sottoposti a revisione, Moderna ha confermato l’efficacia del suo vaccino aggiornato. In particolare, è stato in grado di generare un aumento da 8,7 a 11 volte degli anticorpi neutralizzanti contro le varianti circolanti, compresa la BA.2.86 (Pirola) e la EG.5 (Eris). Come si legge in una nota, Moderna ha condiviso questi risultati con le autorità di regolamentazione, la statunitense Food and Drug Administration (Fda), ed è pronta a fornire il vaccino aggiornato una volta ottenuta l’approvazione normativa.

“Questi risultati dimostrano che il nostro vaccino aggiornato contro il Covid-19 genera una forte risposta immunitaria umana contro la variante BA.2.86 altamente mutata”, commenta Stephen Hoge, presidente di Moderna. “Presi insieme ai nostri risultati precedentemente comunicati che mostrano una risposta altrettanto efficace contro le varianti EG.5 e FL.1.5.1, questi dati confermano che il nostro vaccino aggiornato contro il Covid-19 continuerà a essere un importante strumento di protezione mentre ci avviciniamo alla stagione vaccinale autunnale”.

Il vaccino di Pfizer

Nel frattempo, come racconta la NbcNews, anche Pfizer ha diffuso i suoi ultimi risultati, affermando che il suo vaccino aggiornato ha suscitato una forte risposta anticorpale contro una serie di varianti, compresa la nuova BA.2.86. In questo caso, i dati arrivano da uno studio preclinico, ossia condotto su modelli animali.

La variante Pirola

Ricordiamo che le autorità sanitarie pubbliche stanno monitorando attentamente la variante BA.2.86, ceppo con oltre 30 mutazioni rispetto alle precedenti varianti Omicron, con alcuni governi che stanno accelerando le campagne vaccinali a causa del suo potenziale di superare l’immunità protettiva generata da una precedente vaccinazione o infezione da Covid-19. L’emergenza Pirola, oltre alla crescente prevalenza delle varianti EG.5 e FL1.5.1, sottolinea quindi la necessità di un vaccino aggiornato, che può aiutare a ridurre le malattie gravi e i ricoveri ospedalieri causati dagli attuali ceppi circolanti.

Sebbene sia importante monitorare la variante, ricordiamo che diversi esperti suggeriscono che Pirola sia meno contagiosa delle altre in circolazione. È improbabile, come sottolinea Reuters, che possa causare un’altra ondata di malattie gravi e decessi.





[Fonte Wired.it]

India, ha un altro nome: Bharat, che qualcuno vorrebbe usare per sempre

India, ha un altro nome: Bharat, che qualcuno vorrebbe usare per sempre



Da Wired.it :

Non sono ancora chiare le implicazioni di un atto simile, anche se è perfettamente in linea con l’agenda politica di Bharatiya Janata Party (Bjp), il partito nazionalista e conservatore del presidente Modi, che va nella direzione di un’unificazione culturale del paese a favore della maggioranza hindu, che rappresenta all’incirca l’80% della popolazione, e a discapito delle molte minoranze etnico-religiose, in particolare musulmani e sikh.

La vicenda:

  1. Il summit
  2. La storia
  3. La questione politica

Il summit

Il G20 è un forum internazionale che riunisce 20 Paesi del mondo, tra cui Stati Uniti, Canada, Francia. Germania, Italia, Giappone, Brasile, Messico, Cina e Russia. Con i suoi 200 incontri in programma, questo vertice rappresenta un banco di prova fondamentale per la credibilità internazionale dell’India, che ambisce a consolidarsi come leader asiatico in competizione con la Cina. Tra un anno, inoltre, l’India andrà alle urne. Una ragione di ulteriore pressione su Modi perché l’evento diplomatico sia un successo.

Il primo ministro vuole proiettare un’immagine vincente dell’India. A tal fine, sono stati stanziati ben 110 milioni di euro per il “progetto di abbellimento” di Nuova Delhi. Tuttavia, ciò che più colpisce i delegati già arrivati nella capitale sono le sagome di cartone colorate installate in molti gli angoli della città. Raffigurano delle scimmie e servono a nascondere uomini incaricati di emettere grida minacciose per allontanare i fastidiosi macachi dagli hotel delle delegazioni straniere.

La storia

E poi c’è la questione Bharat sull’invito. Tutt’altro che secondario. L’India è una nazione-continente essenzialmente multietnica e multiculturale (sono 22 le lingue ufficiali e più di 1600 i dialetti), in cui le frizioni tra le varie comunità continuano a incendiare il dibattito politico, e il tema del nome, e quindi dell’identità culturale del paese, è percepito come decisivo. È stata molto contestata, infatti, la decisione presa dal governo in carica di cambiare i nomi islamici di piazze, strade e monumenti per sostituirli con appellativi hindu.

Bharat è una denominazione ancora molto utilizzata nel parlato quotidiano da tutti ma ha una relazione stretta con la cultura hindu. Secondo i Purana, testi sacri dell’induismo, Bharata era il nome di una tribù indoaria che i testi fanno risalire all’omonimo personaggio mitologico. La scelta di Modi di privilegiare questo nome sancirebbe perciò la superiorità di questa cultura, non solo rispetto alle vestigia ancora presenti della passato coloniale di cui si fa fiero avversario, ma anche a discapito delle altre componenti etniche e religiose. Dietro alla politica di “decolonizzazione”, insomma, si cela una tendenza culturalmente omologante opposta all’ideale multiculturalismo portato avanti dal principale avversario politico, il Partito del Congresso indiano.

La questione politica

Che le intenzioni dei nazionalisti siano concrete e non riguardino solamente piazze, monumenti e cene eleganti lo dimostra la mozione presentata dal deputato di Bjp Naresh Bansal proprio sul nome India. Ha detto che è un simbolo di “schiavitù coloniale e dovrebbe essere rimosso dalla costituzione. Gli inglesi, ha spiegato, “cambiarono il nome di Bharat in India. Il nostro Paese è conosciuto con il nome Bharat da migliaia di anni. È l’antico nome di questo Paese e si trova negli antichi testi sanscriti”.



[Fonte Wired.it]