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Expo Milano, a che punto è la trasformazione
| Wired Italia

Expo Milano, a che punto è la trasformazione | Wired Italia



Da Wired.it :

Mind, distretto milanese dell’innovazione, ha presentato il primo rapporto annuale sulle attività, centrato sul 2022. Numeri che tracciano la parabola di un percorso di sviluppo cominciato nel 2015 all’indomani dell’Expo, l’esposizione universale di Milano.

Sulle ceneri di Expo

In principio fu l’Expo. Oggi, dove si alternavano cluster e padiglioni, sorgono un ospedale (l’ortopedico Galeazzi), un centro di ricerca deep tech (Human Technopole), un acceleratore di imprese, le facoltà scientifiche dell’università Statale e persino un aggregatore di realtà del terzo settore (Cascina Triulza).

Ai tempi della chiusura dells kermesse milanese, tutto questo era più un sogno che un progetto – ha detto Igor De Biasio, amministratore di Arexpo -. In Italia non c’era ancora una storia di successo dopo un grande evento. Italia ’90 è stata un fallimento in questo senso, parzialmente anche Torino 2006”. Invece Mind (acronimo che sta per Milano Innovation District) è una realtà. I cantieri sono ancora aperti, ma tra Cardo e Decumano – o quel che ne resta – si lavora già a pieno ritmo, con tremila addetti che quotidianamente scendono al capolinea della linea 1 della metropolitana.

Il nuovo distretto di Rho è frutto del partenariato pubblico-privato tra Arexpo, società di gestione dell’area da un milione di metri quadri, e Lendlease, realtà australiana che si è occupata dello sviluppo. “Abbiamo confermato un piano industriale di investimento nell’area da 2,6 miliardi di euro”, ha affermato Fiorenza Lipparini, consulente strategico di Lendlease. La società australiana ha una concessione per novantanove anni sull’area e nel 2022 ha inaugurato il Mind Village sud, dove hanno trovato posto le aziende private dislocate nel distretto. Nel 2023, ha spiegato, è previsto l’insediamento di venti nuove realtà. Tra i risultati più importanti degli anni scorsi, quello di aver portato a bordo SkyDeck, incubatore di imprese dell’università di Berkley dotato di un network globale.

Un ospedale costruito in quattro anni

All’ombra dell’Albero della Vita trova posto anche l’ospedale Galeazzi, di proprietà del Gruppo San Donato, che ha visto entrare il primo  paziente lo scorso settembre. Sedici piani, più di 560 posti letto, 28 sale operatorie. In organico, 1.300 dipendenti tra operatori sanitari, amministrativi e ricercatori. Roberto Crugnola, amministratore delegato, non si nasconde rispetto alle sfide. “Abbiamo terminato i lavori un mese prima del previsto nonostante il Covid, ma si fa ancora fatica a far identificare ai pazienti il nuovo ospedale. Molti pensano che non si trovi a Milano: qualcuno, addirittura, si presenta ancora a Cormano”, dice. I numeri che riporta, però, mostrano una crescita. Più di 1.000 accessi quotidiani in media agli ambulatori (erano 550 a settembre), 350 interventi al giorno e un tasso di riempimento delle sale operatorie vicino all’80%, simile a quello del “vecchio” Galeazzi. Tra gli obiettivi futuri, spiega il manager, l’ampliamento dell’offerta sanitaria e la crescita della ricerca scientifica, sia nelle branche mediche che storicamente caratterizzano il nosocomio (come l’ortopedia) sia in altre specialità (come il cardiovascolare).

La ricerca e l’uomo al centro di tutto: questo potrebbe essere lo slogan di Human Technopole, che nel 2015 sembrava un progetto visionario, ma otto anni dopo rivela finalmente il proprio potenziale. Perché le scienze della vita, assieme ai grandi dati, alimentano speranze per il futuro in anni complessi. Nel 2022 sono state assunte oltre 350 persone, con ottanta italiani di rientro: oggi i dipendenti sono 380, a regime saranno più di mille. Il nuovo direttore sarà Marino Zerial, ricercatore di fama mondiale, fondatore del Max Planck Institute di Dresda. Previsti investimenti per 140 milioni di euro l’anno.

Sette facoltà dell’università Statale sono in arrivo, tutte scientifiche, per un totale di venticinquemila accessi al giorno. Primo studente atteso nel 2025. Ma Mind è uno dei pochi distretti internazionali dell’innovazione con una forte presenza della società civile: sono ben settanta le organizzazioni nella rete della Fondazione Cascina Triulza, nata al 2013 e che ha attraversato tutta la parabola dai tempi di Expo. Tra i progetti più interessanti, quelli legati al reinserimento dei detenuti.



[Fonte Wired.it]

un nuovo tipo di cellule staminali “immortali” per accelerare la produzione
| Wired Italia

un nuovo tipo di cellule staminali “immortali” per accelerare la produzione | Wired Italia



Da Wired.it :

Torniamo a parlare di carne prodotta in laboratorio, un tema che sta destando un grande interesse per le sue possibili implicazioni positive a livello ambientale oltre che etico, e anche altrettante polemiche, specialmente in Italia. Ma dibattiti a parte, la ricerca sembra aver compiuto un passo in avanti in termini di accelerazione del processo produttivo, che al momento risulta ancora dispendioso e difficile da ampliare su larga scala. Parliamo in particolare di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori presso la Tufts University, negli Stati Uniti, col quale sono state ottenute le cosiddette cellule staminali “immortali” del muscolo di bovino (dall’inglese immortalized bovine muscle satellite cells, iBscs). I risultati dello studio sono stati pubblicati su ACS Synthetic Biology.

I vantaggi

Quella che a volte viene chiamata, in modo un po’ fuorviante, “carne sintetica” altro non è che carne ottenuta a partire da cellule staminali prelevate dal muscolo di un determinato animale (pollo, mucca, pesce) e fatte dividere in laboratorio in condizioni controllate. Tuttavia, le normali cellule staminali muscolari prelevate da animali vivi riescono a dividersi solo un numero limitato di volte prima di iniziare ad invecchiare e poi piano piano a morire. Questo rende il processo di produzione fortemente dipendente dai campioni prelevati dagli animali, con tutte le difficoltà e i costi che ne conseguono. Al contrario, le cellule rese “immortali” dai ricercatori della Tufts possono potenzialmente dividersi all’infinito, permettendo di produrre anche enormi quantità di carne a partire dallo stesso campione iniziale. Un ulteriore vantaggio di questo approccio, secondo i ricercatori, è quello di rendere questo tipo di ricerca maggiormente accessibile a laboratori diversi in tutto il mondo. Un fatto sempre positivo dal punto di vista scientifico e, in questo particolare caso, che potrebbe aiutare a capire come superare la sfida dei costi e della produzione su larga scala.

Il segreto è nei telomeri

L’invecchiamento cellulare dipende da molti fattori diversi, uno di questi è il progressivo accorciamento dei telomeri, le estremità dei cromosomi. Questi, come una sorta di cappuccio protettivo, assicurano l’integrità e la stabilità del nostro genoma, mentre il loro progressivo accorciamento rende il nostro Dna per così dire più “vulnerabile”. Il gruppo di ricercatori ha quindi pensato di ingegnerizzare le cellule in questione in modo da forzarle ad esprimere costantemente l’enzima Tert (Telomerase Reverse Transcriptase), che, anche in cellule normali, è in grado di ricostruire i telomeri. In questo caso, la Tert espressa in modo continuo non permette alle estremità dei cromosomi di accorciarsi, e quindi alle cellule di invecchiare. Inoltre, per accelerare il loro processo di divisione, i ricercatori hanno anche reso queste cellule capaci di produrre in modo continuo un altro enzima, detto Cdk4 (Cyclin-dependent-kinase 4), in questo caso responsabile dell’innesco di un particolare stadio del processo di divisione cellulare. Secondo i ricercatori, le cellule così ottenute sono ancora capaci di maturare, anche se non in modo del tutto identico a quelle direttamente prelevate da una animale vivo: “È possibile che siano maturate a sufficienza da riprodurre il sapore e la consistenza della carne naturale”, spiega Andrew Stout, primo autore della ricerca: “Questo è un punto che dovremo esplorare ulteriormente. Si duplicano ad altissima velocità, quindi forse hanno solo bisogno di un po’ più di tempo [rispetto a quelle non ingegnerizzate, nda] per raggiungere la completa maturità”.

La questione sicurezza

Un punto caldo del dibattito sulla carne coltivata in laboratorio è quello della sicurezza: “Sebbene alcuni possano chiedersi se sia sicuro ingerire cellule rese immortali – assicura David Kaplan, che ha guidato lo studio -, in realtà, quando le cellule sono state raccolte, conservate, cotte e digerite, non esiste per loro la possibilità di continuare a crescere”. E dello stesso parere per quanto riguarda il tema della sicurezza è anche Carlo Alberto Redi, presidente del Comitato Etica della Fondazione Umberto Veronesi: “Le paure sanitarieha commentato Redi all’Ansasono inventate, questi alimenti saranno controllati sempre in modo accurato allo stesso modo di come avviene con tutti gli alimenti che poi arrivano sul mercato”.



[Fonte Wired.it]

Eurovision Song Contest, le esibizioni più folli della storia

Eurovision Song Contest, le esibizioni più folli della storia



Da Wired.it :

Anche se abbiamo visto rappresentate le drag queen all’Eurovision di quest’anno, la capostipite di tutte è sicuramente l’ucraina Verka Serduchka, che nel 2007 portò sul palco la travolgente Dancing Lasha Tumbai. Notevole il suo look carta d’alluminio e paillettes con tanto di cappellino uscito da Signs di M. Night Shyamalan. Arrivò seconda, ma nei nostri cuori ha vinto comunque.

Dj BoBo (2007)

Le luci di Verka Serduchka quell’anno rischiarono di oscurare un altro capolavoro forse incompreso, quello di Dj Bobo, sì, proprio lui, quello di Love Is All Around. Sul palco di Helsinki, che quell’anno ospitava la manifestazione, il deejay rappresentante della Svizzera ci teneva ad avvisare tutti che i vampiri erano tra noi, e che comunque saremmo rimasti per sempre giovani. Messaggi inquietanti e anche un po’ contraddittori, di certo non aiutati dalle stonature del nostro performer.

Dustin the Turkey (2008)



[Fonte Wired.it]

Asl 1 Abruzzo, l’attacco informatico si rivela sempre più grave
| Wired Italia

Asl 1 Abruzzo, l’attacco informatico si rivela sempre più grave | Wired Italia



Da Wired.it :

Regione Abruzzo prevede mesi di lavoro per ripristinare i servizi informatici “bucati”. Alle complessità di un attacco andato molto in profondità all’interno dei sistemi della Asl di Avezzano, Sulmona e L’Aquila si aggiunge una difficoltà nel coordinamento delle difese. A quanto apprende Wired da fonti vicine alla partita, la task force costituita dalla Regione va per la sua strada. Tuttavia fin dall’inizio è stato presente sul campo anche un gruppo di esperti inviato dall’Agenzia nazionale della cybersicurezza (Acn) a supporto delle operazioni di ripristino. I tecnici del servizio operazioni per le attività di analisi e di contenimento dell’attacco sono intervenuti a poche ore dalla notizia dell’incursione e nei giorni successivi hanno fornito indicazioni per il riavvio e il ripristino dei servizi.

A parte ad aver ribadito di non voler pagare il riscatto, il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha tenuto una linea del silenzio sulla vicenda che lui attribuisce a un riserbo sulla materia delicata, ma che è stata molto attaccata dalle opposizioni, Movimento 5 Stelle in testa, perché ancora non è chiara appieno l’entità dei danni dell’attacco né la strategia di ripristino.

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Rischi per la sanità

Nel frattempo dalla mattinata del 12 maggio si registrano problemi con la rete dei centri unici di prenotazione della seconda azienda sanitaria locale abruzzese, quella di Lanciano, Vasto e Chieti. L’Asl attribuisce il problema a un disservizio già sotto intervento tecnico e non ha dichiarato la natura del problema. Wired ha cercato di mettersi in contatto, senza successo, con la dirigenza sanitaria, che descrive come “migliorativo” l’intervento “finalizzato a ottimizzare il servizio e mettere in sicurezza attività e dati”. Non è chiaro se sia un’attività conseguente all’attacco ransomware dei vicini di casa per aumentare le proprie difese o meno.

La sanità è uno dei settori più colpiti dal crimine informatico. Una ricerca del 2022 condotta dall’azienda di cybersecurity Proofpoint e dal centro di ricerca Ponemon Institute ha evidenziato come l’89% delle organizzazioni intervistate abbia subito una media di 43 attacchi negli ultimi 12 mesi, quasi uno a settimana. Oltre il 20% ha subito i quattro tipi di attacchi più comuni: compromissione del cloud, ransomware, supply chain e compromissione delle email aziendali/spoofing phishing.

L’ultimo rapporto dell’Associazione italiana di cybersecurity, Clusit (che non ha valore statistico perché lavora sugli attacchi noti), evidenzia come in Italia nel 2022 il 12% degli attacchi sia stato rivolto alla sanità, con una crescita del 16% rispetto al 2021. Secondo Trend Micro, che lavora in ambito sicurezza informatica, l’Italia è il quarto Paese più colpito da ransomware in Europa, preceduto da Olanda, Francia e Germania. Claudio Sono e l’esperto di sicurezza informatica e giornalista Dario Fadda curano un cruscotto che registra gli attacchi informatici in Italia: 108 i casi di ransomware censiti dall’inizio dell’anno.



[Fonte Wired.it]

Google Pixel 7A, uno smartphone a cui non manca niente
| Wired Italia

Google Pixel 7A, uno smartphone a cui non manca niente | Wired Italia



Da Wired.it :

L’ultima settimana è stata una delle più frenetiche della mia vita. Sono andato a Dallas, in Texas, per il matrimonio di un amico, ho guidato fino ad Austin per fare visita a un parente acquisito, sono tornato indietro per i festeggiamenti del matrimonio e poi sono rientrato a New York, da dove sono ripartito in direzione San Francisco il giorno successivo per il Google I/O 2023. La buona notizia è che il nuovo Google Pixel 7A è rimasto nella mia tasca per tutto questo tempo, per ogni tratta e in ogni scalo, senza mai darmi l’impressione di essere un dispositivo con grandi limitazioni. Si tratta di un telefono da 500 euro ed è l’ennesima prova del fatto che oggi non è necessario spendere molto di più per mettere le mani su un buono smartphone.

È il telefono perfetto? No. Mancano alcune funzioni che alcune persone potrebbero volere. Inoltre, la durata della batteria è appena sufficiente e il prezzo è stato aumentato di una cinquantina di euro rispetto al modello dello scorso anno. Per ovviare a questo problema, Google continua a vendere il Pixel 6A del 2022 a un prezzo inferiore, 409 euro (ma spesso si trova scontato). Il telefono è ancora un buon modello per entrambi i prezzi, ma se siete disposti a spendere un po’ di più, il Pixel 7A ha praticamente tutto quello che serve.

Nuovo standard

Il Pixel 7A imita il design delle serie Pixel 7 e Pixel 6 precedenti. È lineare e originale, e spicca facilmente in un mare di iPhone e Samsung: un’ottima cosa per chi non vuole uniformarsi. È disponibile nei colori grigio antracite, celeste, bianco ghiaccio e corallo, quest’ultimo in esclusiva per il Google Store. L’azzurro è un po’ troppo tenue per me, e spesso sembra bianco, mentre il corallo è stupendo.

Il telaio del telefono è realizzato in alluminio riciclato, mentre il retro è in plastica composita (ma non dà assolutamente l’impressione di essere di qualità scadente). La parte anteriore è realizzata con Gorilla Glass 3, un prodotto che ha ormai diversi anni e non è così resistente ai graffi e alle crepe come le moderne formule di Corning, l’azienda che crea il vetro temprato. Il ricorso al Gorilla Glass più vecchio è uno dei modi più semplici per abbassare il prezzo di un telefono. Anche se il retro non si rompe così facilmente, vale la pena di dotarsi di una custodia. In ogni caso, questo Pixel è classificato IP67 per la resistenza all’acqua e alla polvere, quindi una caduta in piscina non lo distruggerà.



[Fonte Wired.it]

Superbollo e le altre microtasse che vuole tagliare il governo
| Wired Italia

Superbollo e le altre microtasse che vuole tagliare il governo | Wired Italia



Da Wired.it :

Il governo è al lavoro per tagliare alcune microtasse, a cominciare dal superbollo. Ossia tributi che hanno sulle tasche dei contribuenti un peso ben maggiore rispetto al beneficio che generano per le casse pubbliche. Per farlo, l’esecutivo è intenzionato, come riporta Il Sole 24 Ore, a passare per lo strumento della delega fiscale, dandosi un orizzonte di ventiquattro mesi per attuarlo pienamente.

In particolare, come ha annunciato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, la prima microtassa a saltare dovrebbe essere il superbollo, per “dare ossigeno al mercato, sostenere nei fatti un settore prezioso come l’automotive che coinvolge, in modo diretto e indiretto, milioni di famiglie”.

Cos’è il superbollo

Introdotto nel 2011 dal governo presieduto da Mario Monti, il tributo prevede il pagamento di 10 euro al chilowatt per ogni chilowatt eccedente quota 185, pari a 251,56 cavalli. Si tratta di una potenza oggi raggiunta anche da alcune automobili compatte e da sempre superate di gran lunga da berline medie, suv e veicoli più potenti.

Essendo applicabile solo ai motori termici e non alla parte elettrica, molte auto ibride non rientrano però tra quelle per cui è necessario pagare il superbollo: si pensi, per esempio, alle auto che raggiungono 360 cavalli (263 chilowatt) perché dotate di un motore a benzina che arriva a 200 cavalli (183.85 chilowatt) e di motori elettrici che arrivano a 160 cavalli (117.66 chilowatt).

Dal superbollo lo Stato incassa poco più di 100 milioni di euro all’anno. Una cifra facilmente recuperabile in qualche altro modo, senza pesare più sul settore dell’automotive. E la sua probabile eliminazione è stata immediatamente avallata dall’Aci.Finalmente, dopo ben 11 anni – ha affermato il presidente Angelo Sticchi Damianisi mette mano a una tassa tanto iniqua quanto inutile”.

Le altre microtasse

Come riporta Fanpage, il superbollo sarebbe però solo la prima microtassa messa nel mirino dal governo. Le prossime dovrebbero essere quella sui biliardini, ovvero l’imposta sui giochi che non prevedono vincite in denaro, come per esempio freccette e flipper, quella sulla laurea e sugli esami dell’università. Secondo un calcolo del direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini, eliminando questi microtributi il Fisco perderebbe 152 milioni di euro da undici tasse erariali, 91 milioni da sette imposte regionali e 10 milioni da tre imposte comunali.



[Fonte Wired.it]