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ci sono problemi con i servizi online
| Wired Italia

ci sono problemi con i servizi online | Wired Italia



Da Wired.it :

Disservizi per chi usa Aruba. Su Downdetector, popolare piattaforma per segnalare disguidi con i servizi online, sono in crescita dalle 11 della mattinata di martedì 2 maggio le segnalazioni di problematiche con i servizi di Aruba, a vari livelli.

Gli utenti hanno segnalato invio di email doppie, problemi a connettersi al pannello sms o della fatturazione elettronica, problemi di accesso al proprio account e disservizi con l’accesso con Spid. Lo stesso incremento di ricerche si evidenzia anche su Google, a dimostrazione che nelle ultime ore gli utenti stanno cercando di capire se sono gli unici a sperimentare problemi con la piattaforma ed eventuali soluzioni.

Aruba, fondata nel 1994, è il principale cloud provider italiano e prima azienda in Italia per i servizi di data center, cloud, hosting, trust services, e-mail, pec e registrazione domini, rivolti a privati, professionisti, imprese e pubblica amministrazione. Aruba gestisce 2,6 milioni di domini registrati, 9,4 milioni di caselle email, 8,8 milioni di caselle pec, 130.000 server gestiti, per un totale di 16 milioni di utenti.

A marzo 2021 Aruba è entrata nel mercato delle telecomunicazioni con l’offerta di servizi di connettività ultra-broadband nel territorio italiano, basati sulla rete interamente in fibra ottica di Open Fiber. In quasi 30 anni l’azienda ha acquisito lunga esperienza nello sviluppo e nella gestione di data center ad alta tecnologia, di proprietà, e collocati sul territorio nazionale (il più grande è a Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo).

Wired ha contattato Aruba per chiedere ragguagli in merito alla natura del disservizio e sui tempi di ripristino.



[Fonte Wired.it]

Reddito di cittadinanza, i sussidi che lo sostituiscono
| Wired Italia

Reddito di cittadinanza, i sussidi che lo sostituiscono | Wired Italia



Da Wired.it :

A fine 2023 l’Italia dirà addio al reddito di cittadinanza. Nel decreto lavoro approvato nel corso del consiglio dei ministri dello scorso 1 maggio, il governo ha infatti ufficialmente introdotto nuove misure di contrasto alla povertà al posto del reddito di cittadinanza, confermando le indiscrezioni delle ultime settimane sugli strumenti di garanzia per l’inclusione lavorativa (Gil) e di garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal).

I nuovi strumenti:

  1. Un sostegno per l’inclusione
  2. Incentivi alle aziende
  3. Un contributo per l’inserimento
  4. Lavoro agli under 30

Un sostegno per l’inclusione

La prima misura, in particolare, consiste in un’integrazione al reddito dedicata ai nuclei familiari che comprendono una persona con disabilità, un minorenne o un ultrasessantenne. Per ottenerlo, tali nuclei devono essere in possesso di determinati requisiti, relativi alla cittadinanza o all’autorizzazione al soggiorno del richiedente, alla durata della residenza in Italia e alle condizioni economiche.

Sarà l’Inps a erogare attraverso uno strumento di pagamento elettronico il sostegno mensile, non inferiore a 480 euro esenti da Irpef, per un periodo massimo di 18 mesi continuativi, rinnovabili potenzialmente per altri 12 mesi. Il nucleo beneficiario dovrà impegnarsi, sottoscrivendo un patto di attivazione digitale, a presentarsi con cadenza trimestrale presso i patronati o i servizi sociali e i centri per l’impiego, per aggiornare la propria posizione.

I soggetti di un’età compresa tra i 18 e i 59 anni che non rientrano nelle categorie “fragili” sono definiti dal decreto “occupabili”. Per loro è prevista la decadenza dal beneficio nel caso di rifiuto di un’offerta di lavoro a tempo pieno o parziale, non inferiore al 60% dell’orario a tempo pieno  e con una retribuzione non inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi. A livello geografico, tale offerta può essere relativa a un lavoro su tutto il territorio nazionale se a tempo indeterminato, in un luogo distante non più di 80 chilometri dal proprio domicilio se a tempo determinato, anche in somministrazione.

Incentivi alle aziende

Il governo ha inoltre introdotto un incentivo sotto forma di un esonero contributivo previdenziale e a determinate condizioni per i datori di lavoro privati che dovessero assumere i beneficiari della misura. Anche ai patronati, alle associazioni senza fini di lucro e agli altri enti di mediazione sarà riconosciuto, per ogni persona con disabilità assunta a seguito dell’attività da loro svolta, un contributo compreso tra il 60 e l’80% di quello riconosciuto ai datori di lavoro.

Un contributo per l’inserimento

Per quanto riguarda i soggetti tra i 18 e i 59 anni in condizione di povertà assoluta e parte di nuclei familiari che non percepiranno il primo sostegno, nonché quelli che ne fanno parte ma non sono calcolati nella scala di equivalenza, l’esecutivo ha introdotto un contributo diverso. L’obiettivo di quest’ultimo è quello di sostenere il percorso di inserimento lavorativo, anche attraverso la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive.



[Fonte Wired.it]

un momento prima ci passa davvero la vita davanti agli occhi?
| Wired Italia

un momento prima ci passa davvero la vita davanti agli occhi? | Wired Italia



Da Wired.it :

Forse esiste una spiegazione scientifica a quella che fino ad oggi era considerata un’esperienza, o un’allucinazione, riferita da chi si è ritrovato a un passo dalla morte, ma che, fortunatamente, è riuscita a raccontarla: “mi è passata tutta la vita davanti agli occhi”, espressione, appunto, in cui la vita di chi sta per morire scorre in un susseguirsi di ricordi e momenti memorabili. A spiegare oggi questo fenomeno è stato un piccolo studio coordinato dall’Università del Michigan che ha mostrato come, anche dopo che il cuore ha smesso di battere, il cervello di una persona può continuare la sua attività, producendo ricordi. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Pnas.

Un punto di vista diverso

Sebbene la morte sia definita dal punto di vista medico come il momento in cui il cuore smette irreversibilmente di battere, una sempre crescente mole di studi evidenzia che l’attività del cervello in molti animali e anche negli esseri umani possa invece continuare per secondi o, addirittura, ore. Per esempio, uno studio pubblicato nel 2013 e coordinato da Jimo Borjigin, neurologo dell’Università del Michigan, suggeriva che il cervello dei ratti mostrava segni di attività fino a 30 secondi dopo che il cuore aveva smesso di battere.

“Questo concetto binario di vita e morte è antico e obsoleto, commenta a Science Sam Parnia, pneumologo del Langone Medical Center della la New York University che non è stato coinvolto nello studio. Parnia, come vi abbiamo raccontato, aveva presentato durante la conferenza dell’American Heart Association dello scorso anno uno studio in cui alcuni dei sopravvissuti a un arresto cardiaco avevano raccontato di aver avuto la cosiddetta “morte lucida”, un’esperienza cosciente, in cui chi si trova in uno stato di morte fisica può sentire, pensare, vedere e vivere emozioni in maniera cosciente. Dalla ricerca, inoltre, era emerso che non solo il cervello non cesserebbe di funzionare una volta che il cuore smette di battere e pompare ossigeno agli altri organi, ma anche che la sua attività sarebbe potenziata, a tal punto da dare vita a esperienze irripetibili.

Lo studio

Per far luce su come il cervello si comporti durante la morte, Borjigin e il suo team hanno esaminato nel nuovo studio le cartelle cliniche di quattro pazienti in coma, senza alcuna possibilità di sopravvivenza, sottoposti all’elettroencefalogramma, esame appunto che serve a registrare l’attività elettrica del cervello. In particolare, i ricercatori si sono concentrati su momenti specifici: prima e dopo che i medici hanno rimosso i ventilatori, durante l’ultimo battito cardiaco misurabile e fino a quando tutta l’attività cerebrale era cessata. Pochi secondi dopo che i loro ventilatori erano stati rimossi, raccontano i ricercatori, il cervello di due pazienti ha mostrato un’esplosione di attività neuronale in quelle che vengono chiamate onde gamma, anche dopo che il cuore aveva smesso di battere.

Modelli di attività cerebrale simili, ricordiamo, si osservano normalmente quando una persona in stato di veglia richiama attivamente un ricordo, impara o sogna. “Le onde gamma possono segnalare che diverse regioni del cervello stanno lavorando insieme per combinare sensazioni coscienti”, spiega a Science Ajmal Zemmar, neurochirurgo dell’Università di Louisville. “Il modo in cui il cervello fa questo è uno dei più grandi misteri delle neuroscienze, ma vedere le stesse onde gamma nelle persone che stanno morendo suggerisce un meccanismo biologico per il cervello che riproduce eventi memorabili in quei momenti finali”.

Dalle analisi, inoltre, i ricercatori hanno osservato un aumento dell’attività elettrica in una regione del cervello chiamata giunzione temporoparietale, che si ritiene sia coinvolta nella coscienza e si attivi durante i sogni, le convulsioni e le allucinazioni. Questa esplosione dell’attività cerebrale, ipotizza il team, potrebbe far parte di una modalità di sopravvivenza in cui il cervello entra una volta privato dell’ossigeno. È come se il cervello “chiudesse la porta al mondo esterno per occuparsi dei problemi interni”, commenta Borjigin. Continuare a cercare risposte su come avviene questo processo è fondamentale, conclude Zemmar, perché “la morte è ancora un mistero, non sappiamo davvero cosa sia”.



[Fonte Wired.it]

Apple Watch, ritornano i widget
| Wired Italia

Apple Watch, ritornano i widget | Wired Italia



Da Wired.it :

La prossima novità più sostanziosa attesa bordo di Apple Watch saranno i widget, che dovrebbero risultare la portata principale dell’imminente aggiornamento del sistema operativo, quel WatchOs 10 che sarà ufficializzato a breve al Wwdc 2023 (la conferenza degli sviluppatori) assieme a iOs 17, iPad Os 17 e le altre piattaforme della mela morsicata. Le notifiche amplieranno le funzionalità e le capacità dell’orologio smart, in modo del tutto simile a quanto avvenuto con i rivali con Wear Os dalla versione 3 in poi. In generale, sembra che il prossimo update sarà uno dei più importanti degli ultimi anni, ecco come funzioneranno i widget.

In realtà, i widget a bordo di Apple Watch sarebbero un ritorno in grande stile più che una vera e propria novità: già al momento del debutto nel 2015, infatti, Apple Watch e WatchOs consentivano di sfruttare una limitata serie di utilità attraverso l’interfaccia Glances, che poi è stata accantonata poco tempo dopo. Secondo quanto raccontato da Mark Gurman nella sua solita newsletter su Bloomberg, la nuova user interface ricorderà quella del quadrante dedicato a Siri che era stato introdotto con watchOS 4, con un elenco di widget pronto all’uso che scorrerà da un lato del display dell’orologio, come una sorta di pila esplorabile e interattiva in modo simile a quanto già visto con iPhone e iPad.

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I widget saranno quelli classici paragonabili a quelli visti da iOs 14 in poi e spazieranno dalle previsioni meteo alle app sportive e di monitoraggio parametri di salute fino al calendario, appuntamenti, borsa e così via. Sembra che la novità a livello software abbraccerà anche l’hardware, con un pulsante dedicato ai widget che potrebbe trovare spazio sui nuovi Apple Watch standard e Apple Watch Ultra.





[Fonte Wired.it]

Elon Musk è stato inserito nel Museo del fail
| Wired Italia

Elon Musk è stato inserito nel Museo del fail | Wired Italia



Da Wired.it :

Così come tutti i grandi innovatori, anche Elon Musk ha collezionato durante la propria vita una considerevole serie di fallimenti: un percorso obbligato, come affermano i migliaia di motivatori in cerca di like su TikTok e anche lo stesso diretto interessato come per esempio in occasione di un discorso pubblico a Londra, nel 2012, “Se le cose non falliscono, non stai innovando abbastanza“. Lo sottolinea anche il Museum of Failure ovvero il Museo del Fallimento, che sul sito ufficiale si propone non tanto come un progetto di solo sfottò, quanto come stimolo per generare discussioni produttive su successo e fallimento, per ispirare a correre rischi significativi, oltre che per accettare le delusioni della vita. L’esibizione sarà aperta fino al 18 giugno prossimo a Brooklyn, New York, e ha isolato ben 14 sonori fail del patron di Tesla, SpaceX e Twitter.

Dalla lunga serie di problemi con PayPal fino alla quasi bancarotta di Tesla e SpaceX nel 2008, dai tanti tweet per smuovere le borse (e relative condanne) sulle sue proprietà o post diffamatori fino agli eventi più recenti legati alla controversa acquisizione di Twitter – con annesso tentativo di mandare tutto all’aria – che ha portato Musk a comparire anche sul Guinness World of Records alla voce “la più grande perdita di patrimonio personale nella storia”. Tra i 14 fail della vita di Musk, svelati ai visitatori della mostra, c’è spazio anche per la scelta dei nomi dei figli X AE A-XII and Exa Dark Sideræl. Una mostra basata sulla derisione?

Può sembrare, almeno in apparenza, ma lo scopo dichiarato del museo è quello di mostrare come personaggi polarizzanti e molto discussi come Musk abbiano avuto il merito di continuare nei propri progetti avendo il grande talento non tanto di inventare e innovare in prima persona, quanto di saper scegliere le giuste persone e creando team di grande talento, anche con la giusta dose di cinismo e assenza di troppi scrupoli. Qualcosa di condiviso anche da altri personaggi del mondo tech, come Steve Jobs.



[Fonte Wired.it]

L’intelligenza artificiale è un’arma a doppio taglio per la cybersecurity
| Wired Italia

L’intelligenza artificiale è un’arma a doppio taglio per la cybersecurity | Wired Italia



Da Wired.it :

All’ultima Rsa, l’annuale conferenza sulla cybersecurity di San Francisco, nell’aria c’era un senso di inevitabilità. Durante i colloqui e i panel nel tentacolare centro congressi Moscone, tra gli stand e nelle conversazioni estemporanee nei corridoi, c’era la certezza che prima o poi qualcuno avrebbe sollevato il tema dell’intelligenza artificiale (Ai) generativa e del suo possibile impatto sulla sicurezza digitale e gli attacchi informatici. La sensazione non è sfuggita al direttore della cybersecurity dell’Agenzia per la sicurezza nazionale statunitense (Nsa) Rob Joyce.

Non si può andare in giro per l’Rsa senza parlare di Ai e malware – ha detto Joyce mercoledì 26 aprile durante la sua presentazione annuale, State of the Hack. Penso che tutti abbiano visto l’esplosione. Non dico che sia già completata, ma si tratta davvero di una tecnologia che cambia le carte in tavola“.

Nuovi pericoli…

Negli ultimi mesi, i chatbot basati su modelli linguistici di grandi dimensioni, come ChatGpt, hanno reso anni di sviluppo e ricerca sull’apprendimento automatico più concreti e accessibili alle persone in tutto il mondo. Ma ci sono domande pratiche su come questi nuovi strumenti saranno manipolati e sfruttati dai attori malintenzionati allo scopo di sviluppare e distribuire malware, alimentare la creazione di disinformazione e contenuti non autentici, o per ampliare le capacità degli aggressori di automatizzare i loro attacchi. Allo stesso tempo, la comunità della sicurezza è ansiosa di sfruttare a suo favore l’Ai generativa per difendere i sistemi informatici. Al momento, tuttavia, siamo ancora in una fase iniziale nello sviluppo della tecnologia, e stabilire con esattezza cosa accadrà in futuro è difficile.

Joyce ha spiegato che l’Nsa prevede che l’Ai generativa dia ulteriore slancio a truffe già efficaci come il phishing. Dal momento che gli attacchi di questo tipo si basano su contenuti convincenti e coinvolgenti per indurre le vittime ad aiutare inconsapevolmente gli aggressori, l’intelligenza artificiale generativa può diventare un strumento ovvio da impiegare per creare rapidamente comunicazioni e materiali su misura.

Il cybercriminale di origine russa che non parla bene l’inglese non invierà più email raffazzonate ai vostri dipendenti – ha detto Joyce –. Ora saranno in inglese perfetto e avranno senso […] Stiamo già vedendo avversari, sia stati nazionali che criminali, che iniziano a sperimentare gli strumenti della generazione di ChatGpt“.



[Fonte Wired.it]