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Rihanna sarà la voce di Puffetta nel nuovo film animato de I Puffi
| Wired Italia

Rihanna sarà la voce di Puffetta nel nuovo film animato de I Puffi | Wired Italia



Da Wired.it :

Rihanna ha fatto un’apparizione a sorpresa al CinemaCon di Las Vegas, la convention delle sale cinematografiche americane, per un motivo altrettanto sorprendente: la cantante, reduce da un’esibizione clamorosa al Super Bowl e dalla candidatura agli Oscar per Lift Me Up (colonna sonora di Black Panther: Wakanda Forever), sarà infatti la voce di Puffetta nel nuovo film animato dedicato ai Puffi. “Ho cercato di ottenere la parte di Grande Puffo ma non ci sono riuscita”, ha dichiarato lei, che sarà coinvolta anche nella scrittura e nell’incisione di alcune canzoni originali che faranno parte della colonna sonora del film. Tutto questo mentre ha confermato di essere entrata nel terzo trimestre della sua seconda gravidanza, annunciata pubblicamente proprio durante la sua performance al Super Bowl lo scorso febbraio.

La nuova pellicola era stata annunciata nell’agosto 2021 e da subito si era parlato di un musical animato: inizialmente previsto in uscita nel 2024 è stato invece confermato che il suo debutto delle sale avverrà il 14 febbraio 2025. Nati alla fine degli anni Cinquanta dalla penna del disegnatore belga Peyo, queste pacifiche creaturine blu minacciate dal terribile e goffo Gargamella sono state fin da subito adattate sullo schermo, prima come cartoni animati e successivamente anche in forma di film: più di recente, nel 2011 Sony aveva lanciato una versione cinematografica in 3D, seguita da un sequel nel 2013; lì a prestare la voce a Puffetta era Katy Perry, sostituita da Demi Lovato in un altro reboot animato del 2017. Nel 2021 era anche uscita una nuova serie animata, a segnalare il successo inesauribile di questi personaggi.

Accanto all’annuncio del nuovo film dei Puffi, Paramount Animation ha in serbo per i prossimi mesi un nuovo reboot delle Tartarughe Ninja curato da Seth Rogen, una nuova avventura di SpongeBob e anche un nuovo progetto legato ai Paw Patrol. Un’agenda fitta che combacia con gli impegni altrettanto fitti di Rihanna, che non ha mai nascosto la sua passione per il cinema: oltre a piccoli ruoli in film come Battleship, Valerian e la città dei mille pianeti e Ocean’s 8, aveva già doppiato una parte in un film animato, ovvero Home del 2015.



[Fonte Wired.it]

10 zaini da viaggio pratici e comodi per tutte le avventure
| Wired Italia

10 zaini da viaggio pratici e comodi per tutte le avventure | Wired Italia



Da Wired.it :

Quali sono i migliori zaini da viaggio per muoversi in libertà e portare con sé un bagaglio contenuto? In questa gallery cercheremo di approfondire il tema guidandovi attraverso le principali caratteristiche degli zaini da viaggio tra proposte hi-tech, più o meno capienti, impermeabili e pensate per proteggere tutti i dispositivi dagli agenti e gli urti esterni.

Quali sono i vantaggi degli zaini da viaggio?

Viaggiare con uno zaino ha molti vantaggi rispetto ad altri tipi di bagaglio, anche nel caso in cui si tratti di un “seconda borsa”. Vediamoli insieme:

  • Praticità: uno zaino è facile da trasportare, si adatta a qualsiasi mezzo di trasporto e non richiede il check-in in aeroporto. Inoltre, ti permette di avere le mani libere e di muoverti con agilità in ogni situazione
  • Versatilità: uno zaino è adatto a diversi tipi di viaggio, sia che si tratti di una vacanza al mare, in montagna o in città. Puoi scegliere lo zaino in base alla durata, alla destinazione e alle attività che vuoi fare durante il tuo viaggio e poi lo potrai usare anche per le tue giornate in città
  • Comfort: uno zaino è comodo da indossare, grazie alle spalline imbottite e regolabili, allo schienale traspirante e alla cintura pettorale o addominale che distribuisce il peso in modo equilibrato
  • Stile: uno zaino è un accessorio di tendenza, che esprime la tua personalità e il tuo gusto. Puoi scegliere tra diversi colori, materiali, design e marche, per trovare lo zaino che più si abbina al tuo look e al tuo stile di vita.

Come trovare lo zaino da viaggio giusto

Per scegliere lo zaino da viaggio giusto, devi tenere in considerazione alcune variabili tecniche che influenzano la qualità, la funzionalità e la convenienza dello zaino. Ecco quali sono gli aspetti principali da valutare prima di acquistare uno zaino da viaggio:

  • La capienza: la capienza dello zaino è espressa in litri e indica il volume interno dello zaino. La capienza ideale dipende dalla durata del tuo viaggio e dal tipo di oggetti che vuoi portare con te, ma in generale, per un viaggio breve (fino a 3 giorni) ti basta uno zaino da 20-30 litri
  • Le dimensioni: le dimensioni dello zaino sono espresse in centimetri e indicano l’altezza, la larghezza e la profondità dello zaino. Le dimensioni influenzano il peso e l’ingombro dello zaino, ma anche la sua compatibilità con le norme delle compagnie aeree

Come li abbiamo scelti

Nella gallery i migliori 10 zaini da viaggio secondo Wired scelti ricercando capienze eterogenee, stili e materiali differenti nella fascia di prezzo dai 50 ai 450 euro. Prima di addentrarci nella selezione, vi segnaliamo però anche la nostra gallary sui migliori zaini tech per la montagna.




[Fonte Wired.it]

La Ballata dell’Usignolo e del Serpente, ecco il primo trailer del prequel
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La Ballata dell’Usignolo e del Serpente, ecco il primo trailer del prequel | Wired Italia



Da Wired.it :

Pronti a partecipare nuovamente agli Hunger Games? Dopo una presentazione in anteprima al CinemaCon di Las Vegas, è stato diffuso il primo trailer ufficiale di Hunger Games: La Ballata dell’Usignolo e del Serpente, il prequel che racconta le origini dei sadici rituali che caratterizzano un mondo distopico in cui ogni anno una selezione di giovani ragazzi e ragazze competere per la sopravvivenza. La nuova pellicola è tratta dal libro più recente dell’autrice della saga, Suzanne Collins, ma affonda in realtà nel passato di questa stessa vicenda, essendo ambientato ben 64 anni prima delle vicende di Katniss Everdeen, l’eroina che abbiamo visto nella tetralogia cinematografica interpretata da Jennifer Lawrence.

Come si vede nella clip di anticipazione gli Hunger Games sono stati introdotti da soli 10 anni, creati da Casca Highbottom (Peter Dinklage, il Tyrion di Game of Thrones), e appaiono in qualche modo molto più rudimentali di quanto siamo abituati. La storia prende il via quando un giovane Coriolanus Snow (colui che diventerà in futuro il tirannico presidente di Panem) è chiamato a fare da mentore a Lucy Gray Baird, una ragazza scelta come “tributo” in una delle province più povere dell’impero. I due, interpretati rispettivamente da Tom Blyth (visto in The Gilded Age) e Rachel Zegler (che ha esordito nel West Side Story di Spielberg e presto sarà Biancaneve), formano un legame ambiguo e affiatato, determinati lei a sopravvivere a tutti i costi e lui a scalare la gerarchia del potere. Nel cast anche Viola Davis, nei panni della spietata Volumnia Gaul.

Hunger Games: La Ballata dell’Usignolo e del Serpente sarà diretto da Francis Lawrence, già regista degli ultimi tre film della saga cinematografica originale. Il debutto nelle sale è previsto per il prossimo novembre.



[Fonte Wired.it]

Spazio, l’Italia deve tagliare la burocrazia
| Wired Italia

Spazio, l’Italia deve tagliare la burocrazia | Wired Italia



Da Wired.it :

Si commuove sul finale Giorgio Saccoccia, presidente uscente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) nel presentare il bilancio del quadriennio 2019-2023. Due ore dense che tracciano il ritratto di un settore in crescita vertiginosa a livello mondiale. L’Italia, raccontano le cifre, ha provato a tenere il passo ingrandendo la struttura dell’Agenzia, passata da 298 unità alle 496 previste per la fine dell’anno (oggi i dipendenti sono 426, 50% donne); ma molto resta da fare per mantenere l’obiettivo strategico di piazzarsi stabilmente ai vertici europei, sia in termini di investimenti (già ci siamo), che di peso specifico.

Nel 2019 l’Agenzia aveva bisogno di risorse – spiega l’ingegnere, 30 anni all’estero tutti all’Esa (Agenzia spaziale europea, dove tornerà fra poco) -. Sono arrivate, ma resta ancora un sovraccarico importante per un consiglio di amministrazione che nel quadriennio passato ha approvato 940 delibere. Molto, forse troppo deve ancora passare attraverso l’approvazione del cda, e anche gli uffici sono sovraccarichi. Bisogna alleggerire. In questi anni abbiamo lavorato sulle semplificazioni negoziali e delle procedure interne, ma mi piacerebbe si proseguisse facendo di più, per esempio sui contratti più piccoli. L’Asi ha bisogno di non rallentare, per nessun motivo”.

Economia e diplomazia

Il perché lo aveva spiegato nei minuti precedenti: lo spazio è sempre più strategico, dal punto di vista militare a quello delle telecomunicazioni fino al contrasto al cambiamento climatico. Passando, naturalmente, per lo sviluppo economico. Ripercorrendo il proprio mandato, Saccoccia sottolinea come siano aumentate notevolmente le risorse complessive ottenute per lo spazio, arrivate in quattro anni a 10,3 miliardi di euro totali. Ma le orbite, rimarca Saccoccia, offrono anche opportunità inaspettate: come quelle legate alla diplomazia. “Molte volte ci è stato chiesto di supportare incontri con altri governi e fare da apripista per sostenere altri interessi”, ricorda. Specialmente con i Paesi che arrancano nella corsa forsennata alle stelle, il ruolo di aiuto dell’Italia produce riconoscenza, una carta da giocare su diversi fronti. Come quello nordafricano, con le ricadute sugli approvvigionamenti energetici (sono stati recentemente firmati accordi con il governo algerino, per esempio). “Li aiutiamo a crescere. Non è un caso che la nascente agenzia spaziale latinoamericana abbia citato espressamente il nostro Paese in cima alla lista dei partner, prima della Nasa e della stessa Esa”, dice Saccoccia.

Relazioni migliorate a livello transatlantico ed europeo. “Ho notato una certa debolezza al mio arrivo – si lascia scappare il dirigente -. Con la Nasa i rapporti andavano rimodellati anche sulla base di situazioni precedenti”. Guardando all’Unione, invece, se prima Francia e Germania avevano un filo diretto ed esclusivo, “oggi in quelle chiacchierate ci siamo anche noi. Merito anche del budget che Roma destina all’Esa, aumentato. “Nelle ultime due ministeriali il budget dell’Agenzia continentale è aumentato del 70%“, e l’Italia ha più che tenuto il ritmo, “passando dal 12,6% al 18,2% del totale nonostante la crescita”. Da 1,3 miliardi oggi Roma contribuisce con oltre 3 miliardi. “Di contro, la Germania ha ridotto le capacità, mentre la Francia resta stabile e ormai le siamo a ridosso. Era necessario, non si può pensare a una crescita e a un posizionamento europei senza risorse. Del resto, eravamo ormai convinti che la nostra industria fosse pronta a salto”. Perché si tratta di denari che rientrano con gli interessi: il coefficiente di ritorno è di 1,04, dicono i dati; ma, va aggiunto guardando oltre al semplice fatto economico, spendere si traduce in know how, capitale relazionale e politico di valore inestimabile.

Presente e futuro

Saccoccia ha difeso un certo interventismo dell’Asi: “Abbiamo il diritto e dovere di dire la nostra, come raccordo tra il mondo delle istituzioni e quello delle imprese”. Un settore, quello dello spazio, concentrato per il 53% in Campania, Lazio, Lombardia e Piemonte, che conta circa ottomila addetti e trecento aziende. Molte sono piccole, con la necessità di fiducia e capitali del caso. Il sostegno alle attività di venture capital e l’azione fluidificante per la firma di accordi commerciali a livello internazionale sono stati capisaldi del quadriennio che va a concludersi, così come il supporto alla ricerca e all’alta formazione.

Tanto hanno significato gli oltre due miliardi incardinati nel Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Dal 2019, la maggior parte delle risorse sono state assegnate all’osservazione della Terra, “il settore di maggior impatto per i cittadini”, ma ci sono anche l’esplorazione robotica e umana e il trasporto spaziale (i fondamentali lanciatori). Molto è stato fatto sui nanosatelliti e sul “ripristino della capacità di effettuare missioni nazionali”. Forte anche la spinta al programma Artemis di ritorno sulla Luna, “di cui siamo stati tra i primi firmatari. La Nasa ci ha definito il primo partner sugli habitat pressurizzati, e gli americani non sono certo prodighi di complimenti”.

E per quanto riguarda il futuro? Secondo Saccoccia, il cui successore non è stato ancora individuato, in testa c’è l’in-orbit servicing, cioè gli interventi dopo il lancio per riparare e ispezionare. “Una scelta strategica, questa, per fare sì che l’Italia si posizioni come leader continentale nel settore, creando servizi che avranno enorme ritorno commerciale e di crescita economica”.



[Fonte Wired.it]

Its, perché la riforma è rimasta a metà
| Wired Italia

Its, perché la riforma è rimasta a metà | Wired Italia



Da Wired.it :

Per esempio, in passato il fare rientrare gli Its sotto l’egida del ministero dell’Istruzione è sempre stato associato al rischio di ridurre gli Its stessi a meri istituti scolastici, peraltro amplificando la confusione di acronimi con gli Istituti tecnici industriali statali (Itis). “Poi si è discusso se farli passare sotto il ministero dello Sviluppo economico (oggi delle Imprese e del made in Italy), e una possibilità resta sempre quello dell’Università e della ricerca – prosegue Colombo -. Si è inoltre sempre fatto sentire il tema della concorrenza di competenze con le Regioni, tanto che gran parte della riforma è frutto dei confronti in Conferenza Stato-Regioni”.

Tra gli obiettivi della riforma, poi, c’era quello di chiarire e facilitare i rapporti tra Its e università, che sono sempre stati piuttosto confusi. “In un contesto di calo demografico e di limitate iscrizioni all’università”, fa notare Colombo, “non è sempre diffusa la convinzione di voler puntare con forza su un canale alternativo rispetto all’università stessa. Il mercato attualmente è abbastanza stretto, e sullo sfondo c’è anche la questione su come implementare e potenziare le lauree professionalizzanti (con più di qualche assonanza con gli Its, ndr), che a seconda dell’inquadramento possono essere un’occasione di sviluppo ulteriore per gli Its oppure un ostacolo alla loro crescita. E decisiva sarà anche la scelta su come intervenire modificando l’assetto di tirocini e apprendistati, che di nuovo insistono sullo stesso ambito”, prosegue l’esperto.

Di fronte a un raccordo tra Its e università nient’affatto banale, è difficile individuare un giusto o uno sbagliato in senso assoluto, ma molto dipende dalla visione che si intende concretizzare del panorama formativo post-diploma. Uno dei decreti annunciati entro fine anno sugli Its è quello che dovrebbe ridefinire gli indirizzi di studio degli Its stessi attraverso la scelta delle aree tecnologiche, in linea con le generiche indicazioni sulla transizione green, sul digitale e sull’industria 4.0 indicate dal testo della riforma. “Ci si aspetta comunque un semplice ampliamento rispetto all’esistente, che spazia dall’efficienza energetica alla mobilità sostenibile e alle tecnologie della vita, anche perché in un contesto in cui queste realtà sono già poco riconoscibili sia presso le aziende sia per gli studenti che fanno orientamento post-diploma, cambiare anche le aree tecnologiche di riferimento vorrebbe dire generare problemi di comunicazione esterna, sottolinea Colombo.

Un modello didattico con una propria identità

Assodato che i decreti attuativi – e la riforma in generale – non stravolgeranno il sistema Its, resta però da capire qual è l’impatto culturale che si vuole assegnare agli Istituti tecnologici superiori. “L’identità degli Its rimane chiara, con corsi svolti grazie al protagonismo delle imprese e una didattica esperienziale, conclude Colombo. “Il tema non è banalmente trovare un posto di lavoro, ma alimentare un modo diverso di imparare che non sia la lezione frontale. Questo non cambierà, mentre una vera novità sostanziale sarà il nuovo il sistema per il riconoscimento dei crediti formativi universitari Cfu per chi vuole proseguire gli studi dopo l’Its. Anche perché a oggi, al di là dei formalismi, a livello di percezione pubblica avere una laurea universitaria è cosa ben diversa da un titolo di diploma come quello che l’Its permette di ottenere”.

Un quadro normativo e di riconoscimento dei crediti che al momento è in gran parte coincidente con quello pre-riforma (proprio perché mancano i decreti attuativi), con l’assenza di un sistema di riconoscimento univoco dei crediti, nonché di parametri condivisi. A oggi gli accordi di riconoscimento reciproco tra Its e università sono frutto di partnership singole e non sistematizzate, con rari casi in cui il biennio Its può essere combinato con un anno di università per ottenere una laurea triennale, alcuni specifici sistemi di conversione quantificati con un numero di crediti formativi universitari e, però, la grande maggioranza dei casi in cui i percorsi Its non sono affatto riconosciuti dal sistema universitario. Generando, soprattutto tra chi è attualmente iscritto o appena diplomato, un certo grado di disorientamento.



[Fonte Wired.it]

Startup e pmi , diventa più facile vendere le proprie azioni
| Wired Italia

Startup e pmi , diventa più facile vendere le proprie azioni | Wired Italia



Da Wired.it :

Una spinta decisiva all’industria italiana del venture capital e del crowdfunding può arrivare dal governo: per startup e pmi potrebbe presto diventare più semplice vendere le proprie azioni. A metà aprile l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha approvato un disegno di legge per favorire l’accesso al mercato dei capitali per le piccole e medie imprese. Un testo che punta ad accelerare la quotazione in borsa delle aziende italiane, taglia gli adempimenti burocratici e allarga le maglie del voto plurimo per le società (per lo più familiari) che intendono aprire il proprio azionariato a fondi e investitori. Ma oltre alle misure più eclatanti, la versione del testo approvata in Consiglio dei ministri (che circola ancora in bozze) contiene un tecnicismo che per le imprese dell’innovazione è “un game changer”: è l’articolo tre che prevede la “dematerializzazione” delle azioni delle piccole e medie imprese.

Poche righe che, per quanto riguarda il possesso delle quote, di fatto equiparano le società a responsabilità limitata (srl) alle società per azioni (spa). Oggi, e fino a quando il disegno di legge non sarà approvato dal Parlamento, chi possiede azioni di una srl ha l’obbligo di depositare l’atto di acquisto al registro delle imprese, con tanto di autentica di un notaio o di un commercialista che deve certificare il passaggio delle azioni in cambio di una parcella che può arrivare a mille euro per operazione. Quando la “dematerializzazione” sarà diventata legge, le quote di una srl potranno invece “esistere in forma scritturale”, consentendo alle emittenti di avere un codice Isin, come quello delle società quotate in borsa, che permetterà agli azionisti di scambiare titoli con più facilità.

Il ruolo dei private banker per startup e pmi

Per startup e piccole e medie imprese innovative significa innanzitutto poter attrarre più facilmente i risparmiatori privati, fino a oggi troppo distanti dall’ecosistema tecnologico. “Il 60% del risparmio italiano è nelle mani di consulenti finanziari e private banker che gestiscono la liquidità e il conto titoli all’interno di un percorso tutto bancario”, sottolinea Antonella Grassini, fondatrice e ad di Doorway, società bolognese di venture capital. “Con la dematerializzazione delle quote le società emittenti avranno il loro codice Isin che consentirà ai consulenti di registrare gli investimenti sul conto titoli. Potendo vendere le quote possedute in qualsiasi momento e senza l’intermediazione del notaio – sintetizza Grassini – si favorisce la liquidità di un asset class che per troppo tempo è rimasto fuori dall’ambito patrimoniale dei private banker. Si crea un matching perfetto tra chi gestisce i risparmi e l’economia reale, rappresentata dalle tante srl sul territorio”.

Secondo gli ultimi dati di Bankitalia, gli italiani hanno risparmi in contanti per oltre 1.200 miliardi di euro (dati settembre 2022) e se solo una piccola parte finisse alle srl dell’innovazione, anche attraverso i piani individuali di risparmio (Pir), ci sarebbe una significativa iniezione di denaro per un settore affamato di capitali per finanziare ricerca scientifica e piani di sviluppo.

L’evoluzione della finanza alternativa

L’accelerazione che vuole imprimere il disegno di legge è un cambio “rivoluzionario”, sottolinea Tommaso Baldissera Pacchetti, ad e fondatore di Crowdfundme. “Si tratta di un passaggio significativo che permetterà anche un’ulteriore evoluzione a tutto il settore della finanza alternativa. I benefici – spiega – riguarderanno l’economia reale, perché le startup e le piccole e medie imprese avranno nuove opportunità di crescita con maggiore liquidità sul mercato”, che sarà attratto dalla maggiore interoperabilità tra operatori finanziari. Con la dematerializzazione delle quote, evidenzia, “si liberano le piccole società da vincoli burocratici che appesantiscono la compravendita delle azioni”.



[Fonte Wired.it]