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L’Etiopia è la prima nazione a vietare le auto a combustibile fossile

L’Etiopia è la prima nazione a vietare le auto a combustibile fossile



Da Wired.it :

Sarà l’Etiopia la prima nazione al mondo a mettere al bando l’ingresso sul territorio nazionale di vetture a combustibile fossile. Se Unione Europea, Usa, Canada o Giappone (tra gli altri) hanno fissato al 2035 come data ultima per le auto endotermiche e la Norvegia per il 2025, il paese africano ha deciso di anticipare nettamente i tempi confermando il bando immediato. Due le motivazioni principali ovvero da un lato la prosecuzione di un discorso impostato da tempo sull’utilizzo di energie da fondi rinnovabili e, soprattutto, la necessità di tagliare altissimi costi di importazione di petrolio e derivati.

Ad annunciare la messa al bando è stato il Ministro dei Trasporti e della Logistica, Alemu Sime, limitando l’ingresso sul territorio etiope di vetture elettriche nell’ambito della presentazione del nuovo piano generale regolatore di logistica nazionale e delle mosse all’insegna della sostenibilità. Mancano ancora i dettagli precisi, ma Sime è stato perentorio: “La decisione è stata presa: le auto non potranno entrare in Etiopia a meno di non essere elettriche”. D’altra parte l’anno scorso, il paese africano ha importato qualcosa come 6 miliardi di dollari in carburanti di origine fossile e la metà di questa ingente riserva è stata spesa proprio per i trasporti. L’import sta diventando sempre più costoso anche per la carenza di valuta estera indispensabile per l’acquisto di beni da acquistare, che sta spingendo il paese sempre più verso una svolta green e indipendente. Sime ha sottolineato come sarà necessario ampliare il network per la ricarica che a tutt’oggi patisce una scarsa uniformità (in modo molto simile all’accesso a benzina e gasolio) d’accesso, proseguendo un cammino iniziato ormai 20 anni fa, che ha portato l’Etiopia a raggiungere ben il 97% di produzione elettrica da fonti rinnovabili.

A breve sarà inaugurato il più grande impianto idroelettrico africano con la diga chiamata Grand Ethiopian Renaissance Dam (GERD) che potrà generare 6500 MW a pieno regime, ma che sta già raccogliendo sonore proteste da parte di Egitto e Sudan, preoccupati per l’approvvigionamento del Nilo. Se tutto sarà confermato, l’Etiopia diventerà il primo paese al mondo, anticipando di un anno la Norvegia (2025) e di sei un gruppetto di altre nazioni come Svezia, Islanda e Grecia.



[Fonte Wired.it]

Sanremo 2024, le canzoni: come ci sono sembrate alle prove generali

Sanremo 2024, le canzoni: come ci sono sembrate alle prove generali



Da Wired.it :

La settimana di Sanremo 2024 è iniziata davvero. Se per chi lo segue da casa è il martedì la vera partenza, per chi è nella città ligure nel weekend precedente è già tutto un tumulto. Il lunedì per gli addetti ai lavori, invece, vuol dire: prove. Esattamente le ultime prove sul palco per tutti gli artisti – 30 quest’anno – che si esibiranno con i propri brani. Un momento importante per l’artista e anche per i giornalisti presenti che possono realmente avere un’idea compiuta di come il brano suoni e renda sul palco dell’Ariston rispetto a ciò che è stato ascoltato a gennaio. L’apporto dell’orchestra per alcuni è decisivo in termini di emozione e potenza, per altri decisamente meno. E poi questa è l’occasione per sapere se avranno ballerini o altro durante l’esibizione. Ecco come sono andate le prove generali di tutti gli artisti che partecipano al Festival di Sanremo 2024.

Negramaro – Ricominciamo tutto

La band pugliese con le luci lampanti e l’orchestra diretta dal violinista (e polistrumentista) Davide Rossi ha un crescendo lento ma costante per poi aprirsi ed esplodere definitivamente. L’impatto è forte e come dal primo ascolto ha una seconda parte che può convincere.\

Ricchi e Poveri – Ma non tutta la vita

Il brano parte molto forte e l’orchestra ha la giusta spinta iniziale. Loro sono avvolti da luci gialle, si divertono. Il brano alla fine va, ma ci sono pure quattro ballerini che arrivano dalle platee ad animare il palco. Outsider che guadagneranno punti.

Annalisa – Sinceramente

Sinceramente è la papabile vincitrice di questa edizione per una serie di motivi che partono da un rilancio ultra pop che l’ha vista protagonista per quasi un anno e anche per un cambio d’immagine di grande impatto. Il brano è forte e quando dice “mi stento scossa….” un lampo ti porta ai Prozac+ ma poi cambia. “Quando quando quando” è difficile che si stacchi dalla testa. Aggiungiamoci anche che la perfezione della sua voce non si discute. Abbiamo un po’ di indizi ai quali restare indifferenti è impossibile.

Rose Villain – Click Boom!

La prima parte del brano è buona, ricorda qualcosa di Irama molto in lontananza poi lei cambia registro, diventa molto più urban ma si banalizza con il ritornello. Due anime diverse nel brano e non è detto che piacciano a tutti.

Diodato – Ti muovi

Inizia seduto sulle scale, poi si alza e accompagnato dal coro cresce pure il pezzo. Come già detto è un brano molto suo, molto intenso e ammaliante. Alla fine arrivano una quindicina di ballerini che si muovo come un’onda e l’intensità aumenta raggiungendo vette notevoli.

Mahmood – Tuta Gold

Tutti si chiederanno cos’è questa “tuta gold” di Mahmood ma quello risalta è il baile funk (funk carioca) decisamente ritmato. Orchestra al regime minimo, poi arrivano gli archi e i fiati ad accentuare un po’. Non facile come brano a un primo ascolto, tante parole e slang giovanili non immediatamente intuibili, ma con più ascolti la canzone diviene familiare.

bnkr44 – Governo punk

Né più e né meno di quello che si era sentito agli ascolti: l’orchestra influisce molto poco oltre alla batteria. Si divertono, fanno un po’ di casino sul palco. Un pubblico loro esiste ed è molto giovane. Ognuno ha i Ragazzi Italiani che si merita.

Sangiovanni – Finiscimi

Non cambia l’idea dai primi ascolti ovviamente qualche apertura orchestrale più cinematografica carica di pathos il brano scritto per la sua ex ragazza. Finisce di cantare seduto sulle scale sempre avvolto dal quel mood triste e melanconico.

Clara – Diamanti Grezzi

Non male, ma Mahmood ha fatto scuola nello urban italiano e lo si percepisce chiaramente. La cantante – oltre che attrice di Mare Fuori – ha un brano onesto che trova nelle ritmiche la sua forza e nel cambio di velocità regge bene. Si emozionerà tantissimo ma il palco lo sa tenere.

Alessandra Amoroso – Fino a qui

Trova il suo habitat naturale sul palco di Sanremo malgrado sia la prima volta, ma l’esperienza è la vera carta che si gioca senza paure. Brano in linea dei suoi ma farà tanto l’interpretazione.

Fred De Palma – Il cielo non ci vuole

Il brano del cantante guadagna qualcosa sul palco dell’Ariston ma non convince più di tanto nemmeno la seconda volta.

Fiorella Mannoia – Mariposa

I suoni sono quelli sentiti agli ascolti. Mariposa è un pezzo che passa da Vinicio Capossela e sfiora Branduardi. Testo impegnato, musiche dal mondo con il coro sottofondo che fa “ahi ahi ahi”. “E per sempre sarò libera, e orgogliosa canto!”. Decisamente in forma.

Santi Francesi – L’amore in bocca

Brano architettato molto bene e composto da sonorità pop influenzate dal synth pop. L’impatto sonoro cresce nei punti giusti; buona intepretazione con piano e synth suonati sul palco. Fra quelli che arrivano da Sanremo Giovani sono quelli che hanno una loro idea molto coerente e precisa. Vedremo.

The Kolors – Un ragazzo una ragazza

Il gruppo ha nel live la propria forza e il brano si presta a Tik Tok come pochi altri. Stash mima anche il gesto con le mani mentre canta il ritornello “un ragazzo incontra una ragazza, la notte poi non passa, vedrai non finirà”. Lo imparerete e diventerà un tormentone. Si capiva dagli ascolti. Si conferma con le prove. Si consoliderà in diretta.

BigMama – La rabbia non ti basta

Cassa dritta, flow veloce ma non è di certo rap: siamo nell’orbita pop elettronica. Si apre col ritornello e un’orchestrazione minuziosa del brano. Il testo ha una sua importanza e l’interpretazione deve essere quel plus per portare il pezzo più in alto.

Francesco Renga e Nek – Pazzo di te

Inizia Renga. Continua Nek. E poi si uniscono. Sono semplicemente loro due nella stessa canzone, una somma prettamente algebrica. Per loro è ordinaria amministrazione. Funzionerà?

Emma – Apnea

Le sensazioni sul brano rimangono le stesse ma con l’orchestra migliora mantenendo la sua componente elettronica e sintetica con la cassa che spinge. Una struttura non proprio semplice ma lei sul palco è empatica e ha la grinta che altri si sognano.

Irama – Tu no

Irama che fa Irama e poi cambia registro di voce per poi arrivare al ritornello. Forse l’inizio del brano lo tiene un po’ contratto con la voce così da non essere di grande impatto, solo quando cambia marcia si ha un’immagine diversa del pezzo. Resta l’idea che sia la canzone meno d’impatto rispetto alle due precedenti portate in Liguria, ma nulla è deciso.

Angelina Mango – La noia

La prima grande qualità e come tiene il palco: la più brava tra gli esordienti. “La cumbia della noia” entrerà piano piano nei salotti italiani con quel mood estivo da spiagge e mercati affollati del sud. È una delle possibili sorprese anche se in questi ultimi mesi è stata ben presente in radio dopo l’esperienza ad Amici.

Geolier – I p’ me, tu p’ te

Il brano è buono anche se lontano dal rap, la sensazione è che sia difficile anche al secondo ascolto per chi è a casa. Lui saprà fare il massimo ma è una gran bella sfida per il rapper napoletano.

Maninni – Spettacolare

Tutti a chiedersi chi sia. E in effetti la domanda è lecita. Porta un brano senza grandi colpi di scena. A Sanremo però tutto è possibile. Tananai sul suo ultimo posti ci ha costruito le basi del suo rilancio.

Ghali – Casa mia

Parte forte, tutte le luci sono verdi. Ghali nella sua versione più pop rende bene; il brano senza mezzi termini tratta il tema della guerra, della casa e dell’appartenenza. Sul palco di Sanremo è a suo agio, chissà se fosse riuscito ad arrivare a Sanremo qualche anno fa cosa sarebbe successo. Questo è un festival decisamente importante per lui. Molto meglio che agli ascolti.

Gazzelle – Tutto qui

Amadeus fra le due canzoni ha scelto quella più quieta e meno radiofonica da fargli portare al festival. Di base lui porta una ballad che si distingue. L’orchestra è importante, le coriste e i coristi indossano gli occhiali di Gazzelle che nemmeno lui si toglie (occhio al Fantasanremo).  Dal vivo la canzone è molto buona, e tutto quanto sentito negli ascolti è elevato all’ennesima potenza. Piacerà anche ai non fan di Gazzelle, e questo sarà un vantaggio.

Il Volo – Capolavoro

Hanno messo un po’ da parte il “bel canto” e vanno decisamente verso il pop. Il brano è grandioso nei suoni con l’orchestra ed è la loro forza. Scendono tutti e tre dalle scale e quasi in posa Charlie’s Angels chiudono il brano. Alla fine, quatti quatti, il pubblico da casa più generalista apprezzerà.

Alfa – Vai!

Quel “Uh Uh!” che Alfa ripete come hook rimarrà in mente già ai primi ascolti. Tutti i gli ottoni dell’orchestra sono sfruttati al massimo. Questo è uno di quei pezzi che puoi sentire all’Eurovision e infatti suona molto internazionale e poco italiano con influenze pop folk.

Dargen D’Amico – Onda Alta

Si presenta con quattro persone in smoking e occhiali che rimangono vicino alle scale ma non fanno praticamente niente, saranno buoni per i punti al Fantasanremo. Lui invece sul palco si muove e viene in platea; se musicalmente non è nulla di incredibile e fa ripensare a una Dove si balla bis ancora più spinto, il testo è decisamente chiaro sul tema migranti e sulle morti nel Mediterraneo. Su quello Dargen ha fatto centro.

La Sad – Autodistruttivo

Un qualsiasi pezzo pop punk classico con un po’ di autotune e il ritornellone degno dei migliori Finley d’epoca. Forse la novità sono le creste e i capelli colorati sul palco del Festival. Forse nemmeno quello, ma di certo La Sad ce la ricorderemo ma non per il brano.

Il Tre – Fragili

Per Il Tre trovare un posto in questo festival non sarà affatto facile. La canzone ha anche un ritornello che ha dei pregi, ma su 30 artisti il rischio di perdersi fra tutti questi artisti è molto alto.

Mr. Rain – Due altalene

Ha un cambio palco lungo perché come avevamo preventivato fa montare due altalene sul palco. Sono riferite al titolo e all’ispirazione della storia: un genitore che ha perso due figli. Il brano vive di quelle vibrazioni affini a Supereroi ma molto più tristi. Forse l’idea della doppia altalena è un po’ troppo. A voi la scelta.

Lorenda Berté – Pazza

Ovazioni da stadio per Loreda Berté. Applausi che spellano le mani. La voce non è più quella dei tempi migliori e i cori aiutano, ma lei si mangia il palco a colazione, pranzo e cena. È in forma splendida e può tutto.



[Fonte Wired.it]

Garanzia dopo la riparazione, la nuova richiesta dell’Ue

Garanzia dopo la riparazione, la nuova richiesta dell’Ue



Da Wired.it :

L’Unione Europea è vicina a promuovere un nuovo importante requisito ovvero una garanzia dopo la riparazione, extra, di 12 mesi aggiuntivi che i produttori di dispositivi elettronici potrebbero dover fornire agli utenti. Dopo aver di fatto obbligato Apple a passare allo standard usb type-c al posto del lightning su iPhone e ad aprire l’App Store a possibilità precluse al resto del mondo, presto potrebbe arrivare una nuova importante conquista al servizio dei consumatori.

Prosegue l’iter di approvazione delle novità nell’ambito della direttiva sul diritto alla riparazione promossa dal Consiglio e Parlamento europeo. Tra le altre informazioni trapelate negli scorsi giorni si possono leggere anche altri aspetti chiave e al primo posto ci sono senza dubbio 12 mesi di garanzia extra dal momento in cui un prodotto sia riportato alla conformità, con la porta aperta a un’ulteriore estensione. Si punterà anche a garantire una migliore offerta di pezzi di ricambio a un prezzo calmierato e abbordabile e all’accettazione di componenti di seconda mano o ricambi realizzati tramite stampanti 3D, tenendo sempre acceso il diritto del consumatore di scegliere se optare per una riparazione oppure per una sostituzione di un prodotto difettoso ancora in garanzia.

Inoltre, si punta a un form standard sulla riparazione per il mercato dell’Unione Europea che elenchi in modo chiaro e inequivocabile tutte le informazioni più importanti così da evitare di prendere decisioni avventate. Sul preventivo gratuito dovranno essere ben evidenziate le tempistiche richieste per la procedura, le condizioni alle quali si va incontro, i prodotti che verranno utilizzati e, in modo particolare, i prezzi finali. Il progetto considera anche la possibilità di realizzare una piattaforma online unica – invece che 27 separate, una per nazione – che possa radunare e organizzare tutti i servizi operanti sul territorio dei vari paesi membri, facilitando la ricerca e l’abbinamento tra domanda e offerta.



[Fonte Wired.it]

El Salvador: “il dittatore più cool del mondo” non è poi così tanto cool

El Salvador: “il dittatore più cool del mondo” non è poi così tanto cool



Da Wired.it :

A El Salvador, piccolo stato dell’America centrale e primo al mondo ad aver dato corso legale al bitcoin, il presidente uscente, Nayib Bukele, ha dichiarato di aver vinto le elezioni presidenziali di domenica 4 febbraio. L’annuncio è stato fatto molto prima che i risultati ufficiali fossero pubblicati e diffusi, in linea con lo stile sempre più autoritario del leader, che si definisce spesso “il dittatore più cool del mondo”. Nei cinque anni di mandato di Bukele, salito al potere nel 2019, gli osservatori internazionali, tra cui Amnesty International, hanno denunciato una “allarmante regressione” dei diritti umani, si legge su Reuters. Tutto è cominciato con la guerra contro le bande criminali di narcotrafficanti, che fino a pochi anni fa avevano reso El Salvador il paese con il più alto tasso di omicidi di tutta l’America Latina.

La lotta ai narcotrafficanti

Per contrastare questa situazione, in cui la popolazione era costretta a pagare il pizzo e le città si trovavano sotto il controllo dei mafiosi, Bukele ha trasformato il paese in uno stato di polizia, dando al governo accesso a tutte le comunicazioni private dei cittadini, introducendo i processi di massa a cui possono partecipare fino a 900 imputati in una volta e autorizzando arresti preventivi anche senza capi d’accusa.

Da ormai 3 anni, a El Salvador si può essere facilmente arrestati senza prove anche per il solo sospetto di essere parte di una banda criminale e le pene vanno da un minimo di 20 anni, rispetto ai 3 precedenti, a un massimo di 150 anni se si viene accusati anche di terrorismo. In questa contesto sono state incarcerate più di 75mila persone e Bukele ha anche inaugurato un nuovo carcere capace di ospitare fino a 40mila detenuti in una volta.

Gli omicidi sono così scesi da 53 ogni 100mila persone a 2,4 ogni 100mila persone e il potere delle bande è stato in larga parte distrutto. Tuttavia, il successo è stato accompagnato dalla soppressione di molti diritti costituzionali, da un accentramento del potere sempre maggiore su Bukele e sui suoi fedelissimi, messi ai vertici della Corte costituzionale e degli organi politici, e dall’incarcerazione del 2% della popolazione, tra cui moltissimi innocenti.





[Fonte Wired.it]

Se t’amo t’amo di Rosanna Fratello è il tormentone che non ci aspettavamo

Se t’amo t’amo di Rosanna Fratello è il tormentone che non ci aspettavamo



Da Wired.it :

Non solo Murder on the Dancefloor di Sophie Ellis-Bextor: tante canzone del passato negli ultimi tempi stanno riscoprendo un rinnovato successo. È capitato anche Se t’amo t’amo di Rosanna Fratello, uscito in origine nel 1982 e scritto, tra gli altri, da Cristiano Malgioglio. La cantante è divenuta famosa a partire dalla fine degli anni Sessanta e ha all’attivo ben sette partecipazione a Sanremo, ma forse la sua canzone più celebre è Sono una donna non sono una santa del 1971.

Di recente però è quest’altro suo brano ormai piuttosto datato a essere divenuto addirittura virale, complice la partecipazione della stessa artista all’ultima edizione del Grande Fratello. Appena fuori dalla casa più televisiva d’Italia, è stato proprio il conduttore Alfonso Signorini a invitarla a esibirsi in una performance di Se t’amo t’amo con tanto di ballettini e ovazioni del pubblico.

Scusa, se t’amo t’amo / Io non lo so che colpa ho, ma t’amo t’amo / Vedi, sei tu il richiamo, io grido te, che male c’è, se t’amo t’amo”, recita il profondissimo testo che però, complice il suo ritmo martellante e le sue ripetizioni facilmente memorizzabili, si è trasformato in un tormentone immediato. Anche la generazione Z si è innamorata di una hit così catchy, tanto che in queste settimane è diventata la colonna sonora di tantissimi video su TikTok. E, a proposito di TikTok, sul social dei giovanissimi spopola anche un tutorial su come imparare all’istante una coreografia con cui accompagnare il nuovo pezzo del momento.

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[Fonte Wired.it]

Nemo e i suoi simili sanno contare (e lo fanno per un buon motivo)

Nemo e i suoi simili sanno contare (e lo fanno per un buon motivo)



Da Wired.it :

A quanto pare, Nemo sa contare. Un’abilità che usa per riconoscere i nemici da cui difendersi, che tra l’altro sono i suoi simili. I risultati di uno studio pubblicato su Journal of Experimental Biology, infatti, mostrano che i pesci pagliaccio della specie Amphiprion ocellaris, che presentano tre strisce bianche sul proprio corpo, tendono ad essere maggiormente aggressivi con gli esemplari che appartengono alla loro stessa specie (ma non alla loro stessa colonia). E gli esperimenti sembrano indicare che l’abilità nel distinguere una specie dall’altra sia proprio legata alla capacità di contare le strisce bianche presenti sul corpo dei propri simili.

Lo studio

Per cercare di capire come gli esemplari appartenenti alla specie Amphiprion ocellaris riescano a distinguere i propri simili dalle altre specie di pesci pagliaccio (o pesci anemone, nome legato al fatto che queste specie utilizzano gli anemoni come vere e proprie “case”), il gruppo di ricerca ha ideato e messo a punto due tipi di esperimenti. Nel primo i ricercatori hanno posizionato diverse specie di pesce anemone, ognuna caratterizzata da un diverso numero di strisce bianche sul corpo, all’interno di piccole teche in un una vasca contenente una colonia di Amphiprion ocellaris. Gli autori dello studio hanno poi osservato quanto spesso e quanto a lungo i pesci pagliaccio appartenenti a questa specie tendessero a scrutare e nuotare in circolo attorno alle diverse teche.

Nel secondo set di esperimenti, i ricercatori hanno invece messo la colonia di Amphiprion ocellaris a contatto con modellini di plastica rappresentativi delle diverse specie di pesci anemone, ovvero caratterizzati da un diverso numero di strisce (da zero a tre).

Non è solo la “quantità di bianco”

La frequenza e la durata dei comportamenti aggressivi nei pesci pagliaccio erano più alte verso i pesci con tre strisce come loro, mentre erano più basse verso i pesci con una o due strisce, e ancora più basse verso quelli senza strisce verticali”, racconta Kina Hayashi dell’Okinawa Institute of Science and Technology (Giappone), prima autrice dello studio. I ricercatori hanno ottenuto questo risultato in tutti e due i set di esperimenti messi a punto, sia quando sono stati utilizzati pesci pagliaccio “reali” che quando sono stati utilizzati i modelli in plastica. Questi ultimi non presentano, per ovvi motivi, altri tratti distintivi delle varie specie (comportamento, odore o altro) se non le strisce bianche dipinte sul corpo.

A questo punto sorgono spontanee due domande: ma i pesci pagliaccio non potrebbero riconoscere più semplicemente la maggiore quantità di colore bianco che caratterizza i pesci con un numero superiore di strisce? E poi, perché difendersi dai propri simili?



[Fonte Wired.it]