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Barbenheimer salverà Hollywood? | Wired Italia

Barbenheimer salverà Hollywood? | Wired Italia



Da Wired.it :

Negli Stati Uniti il fenomeno noto come “Barbenheimer” – l’euforia collettiva per l’arrivo nei cinema di Barbie e di Oppenheimer, che nel paese sono usciti in contemporanea il 21 luglio – si è scontrata con l’industria dei matrimoni. Secondo un articolo di Variety, infatti, la settimana scorsa diverse persone avevano in programma di portare amici e parenti in sala prima delle nozze per vedere i due film uno dopo l’altro (anche chi non doveva sposarsi però ha organizzato maratone analoghe). Barbenheimer, insomma, si è trasformato nel tipo di momento culturale virale che incarna il sogno di qualsiasi team di marketing. Ma sembra anche un segno della fine del mondo.

Questo senso di terrore non è dettato dal desiderio condiviso del pubblico di godersi contemporaneamente la storia della bambola Mattel e quella sulla nascita delle armi atomiche. È dovuto al fatto che lo scorso fine settimana portava con sé la promessa di un’entusiasmo (e incassi) che i cinema non vedevano da prima che la pandemia facesse chiudere le sale. E tutto questo accade mentre Hollywood è in sciopero.

In queste settimane Wired US ha pubblicato una serie di storie che raccontano nel dettaglio quello che secondo noi potrebbe essere il futuro dell’intrattenimento. Lo scopo era quello di esaminare come tutti gli aspetti della cultura, dai libri ai videogiochi a YouTube, potrebbero essere influenzati dai progressi della tecnologia. Nel frattempo, però, è successo qualcosa: le trattative contrattuali tra gli studios hollywoodiani e i sindacati degli sceneggiatori e degli attori si sono interrotte bruscamente. Uno dei principali punti di queste negoziazioni verteva sull’uso dell’intelligenza artificiale nella produzione di film e serie tv. Improvvisamente, il mondo dell’intrattenimento si è trovato nel bel mezzo dell’estate degli scioperi.

Poi però le mobilitazioni hanno sbattuto contro Barbenheimer. Una volta che il sindacato Sag-Aftra ha indetto lo sciopero, le star di Hollywood non hanno più potuto sorridere sui red carpet senza sembrare dei crumiri. Il cast di Oppenheimer ha abbandonato la prima del film a Londra. Gli attori e la regista di Barbie – che era stato presentato prima dello sciopero – hanno espresso il loro sostegno. Ben presto, sui giornali americani sono spuntati titolo come Questa Barbie è in sciopero, trasformando una delle bambole più conosciute al mondo in un simbolo del movimento sindacale. Il New York Times si è chiesto se è giusto guardare Barbie e Oppenheimer con tutto quello che sta succedendo a Hollywood (risposta breve: sì).



[Fonte Wired.it]

Spotify aumenta i prezzi
| Wired Italia

Spotify aumenta i prezzi | Wired Italia



Da Wired.it :

La musica per tutti” è il claim spesso associato a Spotify. A partire dal 24 luglio, gradualmente e per tutti, la musica costerà un euro in più al mese. La società di streaming svedese ha infatti annunciato sul proprio sito che i prezzi dei suoi abbonamenti aumenteranno per “poter portare avanti l’innovazione in condizioni di mercato mutevoli”.

Come riporta l’agenzia Reuters, le tariffe dei diversi piani saliranno negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Europa. Ci si aspettano quindi ritocchi al rialzo anche in Italia. I nuovi costi mensili per ascoltare le proprie playlist nel nostro paese saranno di 10,99 euro per il piano individuale, 14,99 per il duo, 17,99 per il familiare e 5,99 per quello rivolto agli studenti.

L’aumento delle tariffe non è la prima operazione messa in campo quest’anno da Spotify per aumentare i propri margini di guadagno. Da inizio gennaio il colosso di Stoccolma aveva infatti già tagliato il 6% del personale e ristrutturato la propria unità podcast, che aveva in precedenza messo in piedi con investimenti da miliardi di dollari. Come sottolinea l’agenzia stampa statunitense, la scelta di aumentare i costi è peraltro legata alle pressioni degli investitori delle società di streaming, decisi ad aumentare la redditività dopo anni trascorsi a dare la precedenza all’aumento della base di utenti.

In questo senso, Apple, Amazon e Tidal hanno tutte aumentato i prezzi dei propri servizi nel corso del 2023, mentre Youtube ha aumentato proprio nella seconda metà di luglio i costi dei suoi piani premium mensili e annuali negli Stati Uniti per la prima volta dal lancio del piano a pagamento nel 2018. La stessa Spotify aveva aumentato già lo scorso anno i prezzi in altri 46 paesi.

Ora sono arrivati i nuovi aumenti, che diverranno effettivi proprio dopo la comunicazione ai clienti interessati da parte della società. “Gli abbonati al piano Spotify premium – si legge nella nota sul sito della piattaforma – riceveranno una notifica tramite email e un periodo di prova di un mese prima che il nuovo prezzo diventi effettivo, a meno che non annullino l’abbonamento prima della conclusione di tale periodo di prova”.



[Fonte Wired.it]

Futurama, ti abbiamo aspettato per 10 anni e finalmente sei tornato
| Wired Italia

Futurama, ti abbiamo aspettato per 10 anni e finalmente sei tornato | Wired Italia



Da Wired.it :

Tra i doppiatori della versione originale spiccano Kyle MacLachlan, Cara Delevingne, Mark Hamill e il compianto Coolio, mentre gli episodi passano in rassegna le novità tecnologiche della contemporaneità, dal binge-watching ai bit-coin alle piattaforme di streaming passando per oscure e allarmanti rivisitazioni di assistenti vocali digitali per la domotica e piattaforme di e-commerce inquietantemente familiari. Non c’è praticamente nulla – se non una diffusa aura di tenerezza emanata da alcune coppie di protagonisti – di veramente nuovo in questo ritorno. Ogni storia dichiara con veemenza di esistere come una particella – congelata nel tempo dopo la brusca cancellazione – di quell’annata implacabilmente cancellata da Comedy Central anni fa (i nuovi episodi sono prodotti dalla piattaforma di streaming Hulu) che di nuovo ha solo una Cgi un po’ più vivida e fluida.

A dimostrarlo, anche il team dello show: invariato il cast dei doppiatori, di ritorno i produttori veterani; i primi due episodi sono stati scritti da Patric Verrone ed Eric Horsted, due degli autori più prolifici delle prime stagioni. Con una puntata iper referenziale e metanarrativa che esplora l’espansione infinita della produzione televisiva e delle offerte di streaming odierna (l’episodio intitolato The Impossible Stream, incentrato su un Fry deciso a sorbirsi in binge tredicimila episodi della soap robotica Tutti i miei circuiti) gli autori sembrano quasi autosabotarsi: è il racconto più debole dei sei messi a disposizione della critica, un copione di servizio concepito per fare il punto della situazione sulle produzioni seriali dell’ultimo decennio e sulla stessa Futurama dai toni provocatori (in modi molto simili a come I Simpson prendeva in giro il canale che le ha dato i natali, Fox)



[Fonte Wired.it]

Miss Italia: Federico Barbarossa, il ragazzo trans che ha trollato il concorso, è il nostro eroe

Miss Italia: Federico Barbarossa, il ragazzo trans che ha trollato il concorso, è il nostro eroe



Da Wired.it :

Rikkie Valerie Kolle è la prima donna transgender a vincere il titolo di Miss Paesi Bassi. Dopo la sua incoronazione, Kolle ha annunciato che parteciperà Miss Universo e ha condiviso sul suo profilo Instagram un video messaggio in cui dice: “L’amore è amore, siate sempre chi volete essere”.

Interpellata sull’argomento durante la trasmissione Non stop news di radio Rtl 102.5, la patron di Miss Italia Patrizia Mirigliani ha ribadito che il regolamento italiano non prevede la partecipazione di donne transgender: “Nel mio regolamento, al momento, non ho ancora aperto alle transgender, poiché ritengo che debbano essere nate donne. Quindi, finché andrà avanti il mio regolamento sarà così. E per ora non ritengo di cambiarlo”. Mirigliani ha poi aggiunto: “Le cose devono andare per gradi, lItalia è un paese delicato e particolare. Inoltre, al momento, solo due donne transgender hanno richiesto di partecipare a Miss Italia. Pertanto, il mio regolamento attuale non lo consente. La tradizione di un concorso che esiste da 84 anni ha una sua importanza, ma non ho nulla in contrario riguardo a chi decide di ammettere transgender a concorsi di bellezza, a patto che non sia strumentale”.

Federico, la richiesta di partecipazione e le reazioni

All’indomani delle dichiarazioni di Patrizia Mirigliani ha fatto il suo ingresso in questa storia l’eroe di cui non sapevamo di avere bisogno e che forse non ci meritiamo: si tratta di Federico Barbarossa, un ragazzo trans barese iscritto all’associazione barese Mixed Lgbtqia. Ed è proprio sulla pagina Instagram del collettivo Mixed che appare la foto di Federico sorridente accanto allo screenshot della mail che attestava la sua richiesta di partecipazione a Miss Italia.: “Quando ho sentito parlare dell’assurdo regolamento mi è venuto spontaneo! Sono stato assegnato al genere femminile alla nascita, ma mi sono sempre sentito un ragazzo” ha dichiarato Federico “Auspichiamo che il gesto susciti il clamore mediatico che serve per rimettere al centro questi temi. E che tante altre persone ‘donne alla nascita’ si iscrivano in massa al concorso per prendersi beffa di queste posizioni fuori dal tempo, al di sopra della legge italiana”. E in effetti dopo di lui altri ragazzi trans hanno seguito il suo esempio e si sono iscritti al concorso.

La reazione dell’organizzazione di Miss Italia non si è fatta attendere. Intervenendo a una trasmissione di Radio Capital, Patrizia Mirigliani ha mantenuto il punto: “C’erano state due richieste di donne transgender, non dirette a me ma ai miei agenti, che non sono state accolte perché il regolamento prevede, lo ripeto e lo ribadisco, la partecipazione di donne fin dalla nascita e questo è quanto. Il concorso è in corso, si stanno già svolgendo le selezioni nelle piazze ma, anche non fosse in corso, in questo momento non prevedo nessun cambiamento del regolamento.” E a chi le chiedeva il perché non si potesse cambiare il regolamento, Mirigliani ha risposto tirando in ballo il solito politicamente corretto con cui, a suo dire, si sta un po’ esagerando: “Miss Italia, sarà anacronistico ma va bene lo stesso – ha detto Mirigliani – parla alla ragazza della porta accanto di oggi che è quella che studia, che lavora, che ha degli interessi ed è quella cui il concorso chiede una naturalezza.” E al conduttore che le ha fatto notare che anche le donne trans possono rientrare in questa descrizione, Mirigliani ha risposto in maniera evasiva per poi aggiungere: “E le dico di più, per essere esaustiva al massimo: facciamo firmare alla Miss Italia eletta un impegno a non modificare la sua immagine a livello estetico per un anno. Se una ragazza viene eletta Miss Italia ed è fatta in un modo, poi decide di rifarsi il naso, la bocca e cambiarsi i connotati… Se le sembianze sono quelle non deve cambiarle per una anno, dopodiché farà quello che vorrà”. Insomma, la ragazza della porta accanto deve andarci piano con il filler altrimenti rischia lo scettro e la corona.

Nei mesi scorsi si è parlato di un ritorno di Miss Italia in Rai, una notizia che rientra nella decisione del governo di avere un servizio pubblico all’insegna dei valori della tradizione italiana (come se i programmi di cucina a tutte le ore e i corposi segmenti dedicati al Papa e alla chiesa cattolica non fossero sufficienti).

Non ci resta che congratularci con Federico Barbarossa e con il collettivo Mix per aver evidenziato con il sorriso tutti i limiti di un concorso che, oltre a essere anacronistico, è anche fiero di essere escludente.





[Fonte Wired.it]

Epatite c, gli influencer al servizio della conoscenza
| Wired Italia

Epatite c, gli influencer al servizio della conoscenza | Wired Italia



Da Wired.it :

Se gli influencer hanno il dono di raggiungere grandi platee, perché non valorizzare la loro capacità di diffondere messaggi, generare discussione e veicolare messaggi positivi?

E così, sebbene il tema “epatiti” non sia il più gettonato su Instagram, saranno proprio gli influencer a renderlo virale in occasione della Giornata mondiale sulle epatiti, che cade il 28 luglio. La campagna “Viral: rendiamo virale la conoscenza delle epatiti” punta infatti a creare consapevolezza presso il grande pubblico, grazie al traino dei post e delle stories che saranno lanciate dai protagonisti social chiamati a partecipare all’iniziativa realizzata da Gilead Sciences con il patrocinio delle Società scientifiche e delle Associazioni di pazienti che operano in quest’area.

La Giornata mondiale è il momento perfetto per fare divulgazione e riaccendere l’attenzione sull’urgenza di ridurre i contagi ed eliminare quindi le epatiti dal panorama mondiale delle minacce per la salute pubblica. L’obiettivo della campagna Viral è proprio quello di accrescere la consapevolezza sulle epatiti virali, con un focus sulla C, la forma più diffusa.

Uno dei principali scopi della campagna è invitare le persone a sottoporsi al test, al fine di ottenere una diagnosi precoce e accedere alle cure per la patologia che attacca le cellule epatiche favorendo uno stato infiammatorio. Nella quasi totalità dei casi l’epatite C è curabile.

A livello globale, come ricordava nel 2022 il Ministero della Salute, la priorità “è rappresentata dalla lotta alle infezioni da virus dell’epatite B, C e D. Queste tre infezioni causano un’epatite cronica, che può rimanere per molti anni asintomatica e degenerare in cirrosi e tumore epatico, responsabili di oltre 1 milione di morti all’anno”.

Sebbene l’infezione da Hcv (il virus che causa l’epatite C) sia, come ricorda Gilead, più diffusa tra chi ha più di 50 anni, ovvero tra coloro che con più probabilità sono stati esposti ad occasioni di contagio prima degli anni Novanta, l’attenzione deve restare alta e anche i più giovani devono conoscere i fattori di rischio (come la trasmissione principale, per via ematica, ndr). Come noto, e come ricorda anche il sito C come curabile “in Europa e negli Stati Uniti il principale fattore di rischio per l’epatite C è la tossicodipendenza: tra i tossicodipendenti che fanno uso di droghe per via iniettiva o inalatoria infatti l’incidenza di infezione da HCV va dal 50% al 95%”.



[Fonte Wired.it]

Oppenheimer è il trattato definitivo sul concetto di ambiguità morale
| Wired Italia

Oppenheimer è il trattato definitivo sul concetto di ambiguità morale | Wired Italia



Da Wired.it :

Oppenheimer, il grande ritorno di Christopher Nolan, l’ultimo, vero, grande narratore autoriale capace di offrire un intrattenimento popolare è un film incredibile, viscerale, potentissimo.
Può essere definito anche il suo miglior film dai tempi di the Prestige, per come affronta tematiche molteplici in modo coerente e affascinante, ma soprattutto sa regalare un viaggio emotivo unico, mentre ci illumina su uno dei momenti cardine della storia dell’umanità.

Non un banale biopic ma un film universale

Oppenheimer non è banalmente il film sulla genesi dell’atomica, non è neppure un biopic in senso stretto, classico, ma un film che azzera la concezione di genere perché li comprende un po’ tutti. Il regista ha parlato di una forte connessione all’horror, in diversi momenti lo è, così come un thriller, un dramma giudiziario, una commedia, un melò, uno scif-fi. Ma ciò che ci ha donato Christopher Nolan in questo film, dove regnano sovrani il dialogo, i primissimi piani, diviso tra il bianco e nero della modernità maccartista e il passato pieno di illusioni, è soprattutto il più completo ed esaustivo racconto cinematografico sul concetto di ambiguità morale.
Questo tema domina tutti i 180 minuti di un’odissea in cui Cillian Murphy, dimostra ancora una volta di essere se non il miglior attore della sua generazione, di certo quello più abile nel rendere trasparente ogni emozione, pur alle prese con un uomo fatto di incomunicabilità, solitudine e sileni. Robert Oppenheimer, mostro per alcuni, eroe per altri, mente eccezionale e cardine del progetto Manhattan, è un uomo in pena, ricolmo di difetti tanto quanto di quel genio, che in certi momenti maneggia con lo stesso noncuranza con cui farebbe il bambino con la pistola del padre. Il fatto più incredibile, è che ne è perfettamente conscio, è un mix di speranza e cinica coscienza dei suoi e altrui limiti.

Oppenheimer spazia dagli anni ‘30 alla vergogna della persecuzione negli anni ’50, in quell’America che era ossessionata dal comunismo, dall’incubo nucleare e dalla supremazia da ottenere mediante il fungo atomico. Invece i sovietici ci sono arrivati all’atomica, contro ogni aspettativa, contro il supposto vantaggio tecnologico, ma di chi è la colpa? Chi è il traditore che li ha messi al corrente del lavoro svolto al Los Alamos? Come è possibile fidarsi di quello strano scienziato, con un passato di simpatizzante comunista? Domande, dubbi, che inseguono il creatore della bomba, che scopre con orrore di aver sopravvalutato la società, la politica, persino gli scienziati che vedeva sopra tutto e tutti.

La centrale nucleare di Mochovce

Dagli Emirati arabi all’Egitto, dal Bangladesh alla Polonia, l’energia atomica ritorna nei programmi di molti governi del mondo

Nolan cuce assieme flashback e flash forward, facendo ruotare attorno all’interpretazione di Murphy un cast corale, che per perfezione di collocazione e armonia, andrebbe mostrato con una pacca sulla spalla a Wes Anderson, uno che invece queste moltitudini attoriali alla fine non è più stato capace di dominarle. Nolan lo fa, dall’inizio alla fine, ad ogni membro del progetto Manhattan, ad ogni donna nella vita di Oppenheimer, ad ogni politico, senatore, scienziato, amico o nemico, dona uno scopo, un posto, uno sguardo e una voce mai banali. In questo dimostra di avere imparato la lezione rispetto ad alcuni passi falsi del suo passato, l’eccessiva schiavitù della caratterizzazione alla supremazia dell’iter diegetico. Per equilibrio tra le due parti, questo film è un vero miracolo della cinematografia moderna.

Oppenheimer si muove completamente all’interno della mente del suo protagonista, questo riguarda anche la lunghissima parte ambientata nel deserto, il suo deserto, quello che lui conosceva così bene, sorta di scatola dentro cui Dio ha deciso che sta succedendo l’inimmaginabile. Lì il moderno prometeo libera una forza, un futuro, di cui ignora il volto ma intuisce instabilità, pericoli, incognite ma pare incapace di fermarsi. Solo per il nazismo con cui è in gara? No, è l’Ulisse di Omero che incurante visita luoghi e mostri, che va verso l’orizzonte anche assomiglia alla fine del mondo. Il mito, torna più e più volte nella sua accezione semiotica e simbolica in questo film. Fuoco, terra, cielo, sono i supporti primari della trama di Nolan così come erano le onde del mare, la spiaggia di Dunkirk, la pelle tatuata di Guy Pierce in Memento o i vicoli di Gotham per il suo Cavaliere Oscuro. Luce e tenebra non ci lasciano mai, sono dentro gli occhi di Robert, quelli di sua moglie, il futuro di cui atterrito si rende conto di non aver capito niente. Oppenheimer si guarda da un buco di una serratura, vede il suo lento diventare morte, distruttore di mondi. Nessuno pare veramente capirlo, né il Generale Sorge di un bravissimo Matt Damon, né i suoi vari colleghi, neppure la moglie, una struggente e feroce Emily Blunt. Forse solamente la Jean Tatlock di Florence Pugh può farlo, lei che è Eros e Thanatos assieme, è portatrice di quella verità che Omero già legava alla disgrazia.

Nolan ci dona il film definitivo della nostra epoca

Ambiguità morale si diceva poc’anzi e Oppenheimer ne è ricolmo dall’inizio alla fine, interessa la vita privata così come la natura stessa della fisica, della scienza, non più qualcosa di universalmente utile all’uomo, ma di schierato, di parziale. Robert che tradisce amici e mogli, che è comunista ma poi decide di smettere di esserlo, che abbraccia l’utilità della bomba su civili inermi come estrema ratio per cancellare tutte le guerre, per salvare vite. Christopher Nolan lo rende vittima di continue epifanie, visioni mistiche, viene sommerso dalla sofferenza che la sua mente, le sue mani, quelli degli altri, sa che hanno causato. L’ambiguità riguarda la stessa natura della scienza, non solo dell’atomo. Crede nella bomba come mezzo di pacificazione, mette al servizio di questo la sua e altrui conoscenza in fieri, basata su quella fisica che in nazisti indicavano come scienza dei giudei, ed è un’Odissea del possibile e del fallace magnifica. Questo anche grazie ad una fotografia sensazionale di Hoyte van Hoytemach, che unita al maestoso impianto sonoro concepito da Ludwig Göransson, rende l’insieme un’avventura degna degli Argonauti, dei primi esploratori sul Rio delle Amazzoni o dei primi profeti. Scoperta significa rivalutazione, creazione di un nuovo credo che deve essere anche morale, non solo scientifico. Nasce non solo la bomba a Los Alamos, ma un nuovo modo di concepire la vita umana, l’umanità su questa terra, il suo rapporto con il divino.



[Fonte Wired.it]