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11 accessori per monopattino elettrico per viaggiare in comodità e sicurezza

11 accessori per monopattino elettrico per viaggiare in comodità e sicurezza



Da Wired.it :

Disporre di un’adeguata dotazione di accessori per monopattino elettrico è molto importante per chi presume di trascorrere parte della propria giornata circondato dal traffico cittadino. Non si tratta solo di gadget che possono migliorare la qualità degli spostamenti, ma anche di soluzioni che contribuiscono a incrementare in maniera sensibile la sicurezza. maniera sensibile la sicurezza.

Il kit perfetto per il monopattino elettrico

Prima di avventurarci nella creazione del kit perfetto per un monopattino elettrico è necessario fare un’importante precisazione. Le normative relative alla circolazione dei monopattini hanno subito diverse mutazioni nel corso degli ultimi anni (e ne stanno continuando a subire), e per questo motivo possono essere in circolazione alcuni modelli acquistati in passato che non rispettano le attuali leggi. Considerate anche le recenti modifiche apportate al codice della strada, che dovrebbero completare l’iter parlamentare (e di conseguenza entrare in vigore) entro la fine dell’anno, prima di poggiare le ruote sull’asfalto e mettersi in marcia è necessario verificare che il proprio mezzo sia dotato di tutti i requisiti necessari, che spaziano dalla presenza di indicatori di direzione fino all’assicurazione del mezzo e alla dotazione dello stesso di una targa per l’identificazione.

Una volta verificata l’idoneità del proprio due ruote alla circolazione, è il momento di lanciarsi alla ricerca di accessori di ogni genere e utilità. Obbligatorio, e non collegato direttamente al mezzo, il casco, che affiancato a delle protezioni per le articolazioni (gomitiere, ginocchiere e polsiere) può rivelarsi un supporto fondamentale in caso di incidenti e di cadute. Estremamente utili, soprattutto per chi presuppone di muoversi anche in condizione di scarsa luminosità, le pettorine catarifrangenti, mentre un indicatore acustico che sappia farsi sentire può permettere di far notare la propria presenza anche nel caotico traffico cittadino. Da non sottovalutare inoltre anche l’acquisto di specchietti retrovisori, che consentono di avere una visione più ampia dell’ambiente circostante senza essere costretti a ruotare il capo. Abbandonando il lato “sicurezza” e spostandoci verso gli accessori progettati per rendere più confortevoli gli spostamenti, i supporti per smartphone e le borse da agganciare al manubrio sono l’ideale per chi vuole trasportare piccoli oggetti o avere sempre sott’occhio il proprio telefono cellulare. Infine, una volta a piedi, le maniglie, le tracolle e i borsoni aiutano a trasportare il proprio monopattino in maniera sicura e comoda.

Il kit perfetto per il monopattino elettrico: Le nostre scelte

Nello scegliere i migliori accessori per monopattino elettrico abbiamo cercato di mantenere un elevato rapporto qualità/prezzo, selezionando solamente soluzioni che garantiscano una resa eccellente senza costare una cifra spropositata. In questo modo, chi fosse intenzionato a creare un vero e proprio kit completo, non si troverà costretto a investire mezzo stipendio. Restando in tema, chi fosse interessato ad approfondire l’argomento e deve ancora trovare il proprio due ruote preferito, può consultare i nostri articoli dedicati ai migliori monopattini e ai modelli economici (meno di 350 euro).

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[Fonte Wired.it]

Israele in una settimana ha usato contro Gaza lo stesso numero di bombe sganciate in un anno dagli Stati Uniti in Afghanistan

Israele in una settimana ha usato contro Gaza lo stesso numero di bombe sganciate in un anno dagli Stati Uniti in Afghanistan



Da Wired.it :

In meno di una settimana l’aviazione di Israele ha sganciato circa 6mila bombe nella Striscia di Gaza. Una quantità impressionante di esplosivi lanciati contro quella che era una delle aree più densamente popolate al mondo, andando così a colpire indiscriminatamente obiettivi militari e civili. Il numero di ordigni è quasi pari a quello impiegato dall’esercito degli Stati Uniti in Afghanistan in un anno di conflitto.

A fornire la quantità esatta di bombe lanciate su Gaza è stata la stessa aviazione israeliana su X, con quasi un malcelato orgoglio. “Decine di jet da combattimento ed elicotteri hanno attaccato una serie di obiettivi terroristici dell’organizzazione terroristica Hamas in tutta la Striscia di Gaza. Finora abbiamo sganciato circa 6mila bombe contro gli obiettivi di Hamas”, si legge nel post relativo ai primi 6 giorni di guerra, dal 7 al 12 ottobre.

Un aggiornamento macabro che continua con l’elenco degli obiettivi colpiti, tra cui si trovano centinaia di terroristi uccisi e oltre 3.600 aree di interesse tra cui posti di comando e controllo, infrastrutture militari strategiche, siti di produzione di armi, risorse di intelligence, obiettivi di leadership, obiettivi di superiorità navale e obiettivi di sistemi missilistici”.

Da allora è passato quasi un mese e i bombardamenti sono continuati senza sosta e il bilancio delle vittime è aumentato a dismisura, arrivando a superare le 10 mila morti tra i palestinesi, come riporta il Washington Post. Al contrario però, l’aviazione israeliana non ha più diffuso aggiornamenti pubblici sul quantitativo di ordigni sganciati contro la Striscia di Gaza e non ha nemmeno aggiunto agli obiettivi colpiti i campi profughi, i corridoi umanitari o i convogli di ambulanze.

Con molte voci delle istituzioni internazionali che accusano Tel Aviv di aver lanciato una punizione collettiva contro tutti i palestinesi, e non un’operazione militare proporzionata contro Hamas in risposta all’attacco dei miliziani del 7 ottobre, e le Nazioni Unite che hanno chiesto un immediato cessate il fuoco in un documento congiunto firmato da decine di organizzazioni internazionali, elencare il numero enorme di esplosivi lanciato contro Gaza deve essere sembrato quantomeno fuori luogo.

Soprattutto quando il Washington Post fa notare come la quantità di bombe lanciate da Tel Aviv contro Gaza, solo nella prima settimana di conflitto, siano state di poco inferiori a quelle lanciate dagli Stati Uniti in Afghanistan nel corso di un anno di guerra. Secondo il Comando centrale della forze aeree statunitensi, nel 2019 gli Stati Uniti hanno sganciato 7.423 ordigni sull’Afghanistan. Mentre nel 2018 sono stati 7.362. Considerando che il numero fornito dall’aviazione israeliano è fermo al 12 ottobre scorso, è facile immaginare che possa essere salito consistentemente e a oggi sia tranquillamente pari o superiore ai due dati relativi all’Afghanistan.





[Fonte Wired.it]

L’aeroporto di Linate si “riallinea” con il Polo Nord Magnetico

L’aeroporto di Linate si “riallinea” con il Polo Nord Magnetico



Da Wired.it :

Tempo di qualche piccolo aggiornamento per l’aeroporto di Milano Linate: il numero che contraddistingue la sua pista di decollo e atterraggio, e che corrisponde anche al suo preciso orientamento rispetto al Polo Nord magnetico della Terra, verrà aggiornato a partire dal prossimo 30 novembre, come riporta il Corriere della sera. Questo perché i poli magnetici, al contrario di quelli geografici, sono in costante movimento. Il Polo Nord magnetico, in particolare, si sta spostando con una certa rapidità, motivo per cui i documenti di volo, così come appunto la numerazione delle piste di decollo e atterraggio, devono di tanto in tanto essere aggiornati, in modo da coincidere con le informazioni che i piloti leggono sui loro strumenti di navigazione. Ma che cosa significa esattamente?

La “corsa” del Polo Nord magnetico

È noto da tempo che i poli magnetici non siano fissi e, soprattutto, che non coincidano con quelli geografici, dai quali possono distare da qualche centinaio a qualche migliaio di chilometri. Fra le più recenti evidenze di questo fenomeno ci sono i risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), pubblicato sul Journal of Geophysical Research. Secondo i dati raccolti attraverso i satelliti della missione Swarm dell’Esa e successivamente rielaborati dai ricercatori dell’Ingv, il Polo Nord magnetico si sta spostando ad una velocità circa otto volte maggiore rispetto al Polo Sud magnetico: “Entrambi i poli magnetici si muovono in direzione nord-ovestaveva spiegato in una nota Mauro Regi, primo autore dello studio – ma mentre il polo nord si muove alla velocità di circa 37-72 km all’anno (con una lieve diminuzione nell’anno 2016), la velocità del polo sud è di circa 5-9 km all’anno. Dalle nostre analisi, quindi, il polo nord magnetico ha abbandonato i territori settentrionali del Canada e si dirige verso la Siberia, mentre il polo sud magnetico si muove più lentamente verso l’oceano aperto, dal settore antartico che ospita la stazione francese Dumont D’Urvi”.

Il ruolo del campo magnetico terrestre

I movimenti dei poli magnetici dipendono dalle oscillazioni dell’intero campo magnetico terrestre. Le forze che lo generano, infatti, variano nel tempo, e dipendono dai movimenti convettivi che si verificano nel nucleo interno del Pianeta, costituito da metalli ad elevatissime temperature. Si tratta di oscillazioni non del tutto prevedibili, e studiarle non ci serve “soltanto” per aggiornare i documenti di volo e la segnaletica di decollo e atterraggio degli aerei, ma anche perché dal campo magnetico terrestre dipende in sostanza la nostra esistenza sulla Terra. La cosiddetta “magnetosfera”, ossia l’estensione del campo magnetico terrestre nello Spazio, ci protegge infatti molto efficacemente dai raggi cosmici e dalle potenti radiazioni che si producono a seguito dei brillamenti, o eruzioni, solari.

Il “caso Linate”

Tornando al “caso” dell’aeroporto di Milano Linate, i cambiamenti pratici legati allo spostamento del Polo Nord magnetico consisteranno nel modificare la numerazione presente all’inizio e alla fine della pista di decollo e atterraggio, ma anche nell’aggiornamento di alcune delle procedure che i piloti seguono specialmente in condizioni di scarsa visibilità. Modifiche che, spiegano dall’Enav (Ente Nazionale per l’Assistenza al Volo), devono essere effettuate di tanto in tanto, in modo che il numero fisicamente dipinto sulla pista corrisponda con le informazioni che compaiono sugli strumenti di volo del pilota.



[Fonte Wired.it]

Tim, come funziona la vendita della rete

Tim, come funziona la vendita della rete



Da Wired.it :

Tre giorni decisivi per il futuro di Tim. Nelle giornate del 3, 4 e 5 novembre il cda della società di telecomunicazioni ha approvato a maggioranza l’offerta vincolante del fondo statunitense Kohlberg Kravis Roberts & Co (Kkr) per Netco, lo spin-off della società di telecomunicazioni che comprende, oltre alla rete fissa, anche Fibercop, azienda della fibra di cui il fondo è peraltro già socio.

Come funziona

In particolare, i prossimi passaggi prevederanno innanzitutto il conferimento in Fibercop da parte di Tim di un ramo d’azienda che comprende le attività relative alla rete primaria e all’attività wholesale nonché l’intera partecipazione nella controllata Telenergia. Contestualmente Optics Bidco, veicolo controllato da Kkr, acquisterà l’intera partecipazione detenuta da Tim in Fibercop. Al closing dell’operazione sarà inoltre definito un accordo quadro che regolerà i servizi che saranno resi da Netco a Tim e quelli che viceversa sarà Tim a dover rendere a Netco.

Il cda, sempre a maggioranza, ha inoltre deliberato che la decisione sul tema sia di competenza esclusiva del consiglio stesso, che ha dunque dato mandato all’amministratore delegato del gruppo Pietro Labriola di finalizzare e sottoscrivere i contratti vincolanti dell’offerta. Quest’ultima valorizza Netco, esclusa Sparkle, azienda che si occupa di cavi sottomarini, per 18,8 miliardi di euro, cifra che potrebbe aumentare fino a un totale di 22 miliardi considerando eventuali incrementi derivanti dal potenziale trasferimento di parte del debito a Netco e da earn-out legati al verificarsi di determinate condizioni. L’obiettivo è chiudere l’operazione Netco entro l’estate del 2024.

Come riporta il Corriere delle comunicazioni, oltre alla creazione di Netco, il piano industriale presentato dall’ad Pietro Labriola nel 2022 prevedeva anche quella di ServiceCo, newco comprensiva di Noovle, Telsy, il business consumer, Olivetti e Tim Brasil.

Due anni di lavoro a testa china – ha affermato Labriolasi chiudono con una decisione storica: dare il via alla nascita di due società con nuove prospettive di sviluppo. Entrambe saranno il punto di riferimento per la trasformazione digitale del nostro Paese perché, grazie a questa operazione, potranno accelerare lo sviluppo tecnologico nel settore delle telecomunicazioni”.

La cessione della rete a un investitore infrastrutturale come Kkr – ha aggiunto il presidente del gruppo Salvatore Rossi – ha trovato anche l’apprezzamento del governo, che sosterrà questa operazione con ingenti risorse; ridà una prospettiva di crescita al gruppo Tim”.

Cosa succede ora

Innanzitutto occorre ora capire come si muoverà Kkr su Sparkle. C’è tempo fino al 5 dicembre per presentare una proposta migliorativa. Poi come sarà articolata e quale sarà il piano industriale della società dei servizi che rimarrà dallo scorporo della rete. E se dentro Netco arriverà anche la rete oggi in mano a Open Fiber, creando così una società unica delle reti di telecomunicazione in Italia. Osservato speciale è Vivendi, società francese che ha il 23,75%, che ha contestato il voto del cda e promette una battaglia legale senza esclusione di colpi contro la decisione di conferire la rete al fondo statunitense.



[Fonte Wired.it]

Stranger Things, i 7 momenti più emozionanti

Stranger Things, i 7 momenti più emozionanti



Da Wired.it :

Per molti l’annata più debole e quella con la new entry meno amata – il violento fratellastro di Max, Billy – la terza stagione vanta una delle scene più toccanti della serie e riguarda proprio quel personaggio tormentato e ostico. Più che un momento è una movimentata sequenza, una delle più drammatiche e stressanti dell’intero show. La battaglia tra Undici e il Mind Flayer, tra Undici e un Billy posseduto e stravolto subisce una svolta quando la ragazzina riesce a connettersi con lui, rievocando un ricordo felice dell’infanzia e scatenando la volontà di questo villain di ribellarsi, sacrificarsi e redimersi in extremis, dimostrando di essere molto più che un banale cattivo dal temperamento aggressivo e arrogante.

Running Up That Hill – Stagione 4, episodio 4

Sulle note di Running Up That Hill si svolge la scena più turbolenta per i sentinmeti della serie a oggi: l’incontro tra Max e Vecna e la fuga della ragazza grazie alla canzone di Kate Bush (poi tornata prepotentemente in classifica delle tracce più ascoltate) che fa saltare il cuore in gola. Max che levita sopra la tomba di Billy mentre Lucas, Steve e Dustin la guardano sconvolti, gli sforzi di tutti per trovare una cura mentre la ragazza si prepara a una morte che sembra inevitabile, l’arrivo di Vecna che la trascina nel Sottosopra finché le note musicale non la riportano indietro. Troppe emozioni.

La morte di Eddie – stagione 4, episodio 9

Nessuno si aspettava che nella quarta stagione sarebbe spuntato uno personaggio più iconici – senz’altro uno dei più amati – non solo di Strangers Things ma della tv degli ultimi anni. Eddie Munson, metallaro capellone, ribelle ed eroe incompreso di Hawkins, nei panni del boss dell’Hellfire Club che viene scelto come capro espiatorio dai cittadini bigotti e ignoranti è anche il protagonista di alcuni dei momenti più epici dell’annata. A partire dalla sua sfolgorante sfuriata in mensa durante la quale si fa beffe degli atleti del liceo e inveisce contro i detrattori dei giochi di ruoli “demoniaci” e “cultisti”. La sua presenza nella serie culmina nell’assolo di chitarra con cui richiama i feroci demopipistrelli e soprattutto nel tragico monologo finale che accompagna la sua eroica morte tra le braccia di Dustin.



[Fonte Wired.it]

Francis Lawrence conosce il segreto di Hunger Games e di come nascono i cattivi

Francis Lawrence conosce il segreto di Hunger Games e di come nascono i cattivi



Da Wired.it :

Hai dovuto adattare molto del romanzo? C’era qualcosa che non si adattava a una trasposizione cinematografica?

Non direi. Il difficile era riuscire a essere emotivamente onesti con la storia di questo ragazzo che sceglie di diventare cattivo. Ovviamente il libro è lungo e ci sono stati degli accorciamenti o passaggi che abbiamo compresso (in certi casi abbiamo preso idee che erano sparse in diverse scene e le abbiamo compresse in una sola). Però non c’era nulla nel romanzo che non è potuto diventare film”.

Panem sarebbe in teoria gli Stati Uniti del futuro, ma per quel che abbiamo visto non c’è più niente della cultura americana. Però nel momento in cui hai dovuto scegliere uno stile musicale per le canzoni di Lucy Gray Bird sei andato su un genere molto tradizionale americano, il folk. Hai cercato un collegamento proprio diretto agli Stati Uniti?

“I collegamenti ci sono sempre stati anche se spesso molto sottili. Nella mitologia dei romanzi sappiamo che ci sono stati cambiamenti ambientali e nei confini, insomma molto è diverso ma sono sempre gli Stati Uniti, solo divisi in distretti. Lucy Gray viene dal medesimo distretto di Katniss, il dodicesimo, che più o meno si trova dove oggi c’è il West Virginia. Per questo abbiamo scelto questa musica, quella degli anni ‘20 o ‘30 di quelle zone. Anche il testo viene dalle ballads che nascono in Irlanda, Inghilterra e la Scozia, solo modificate lungo le generazioni”.

Quello però non è il solo dettaglio retrodatato. Anche la tecnologia nonostante siamo nel futuro sembra essere quella degli anni ‘50, addirittura anche la maniera in cui la televisione inquadra le persone sembra essere nello stile di quegli anni…

Abbiamo fatto questa scelta perché tutto è ambientato 64 anni prima dei film originali e quindi doveva sembrare più rudimentale, anche i giochi lo sono e così la tecnologia. Si viaggia di più su rotaia e meno via hovercraft, i droni sono più rudimentali… Abbiamo preso elementi più che altro dagli anni ‘40 e ‘50 e gli abbiamo dato un taglio futuristico, ovviamente la tecnologia ma anche i costumi e il trucco, sempre con la coerenza di immaginare un mondo di riferimenti che possano poi diventare la Panem che abbiamo conosciuto”.

Tra le molte cose Hunger Games funzionava anche come una parabola che insegna alle ragazze che c’è sempre qualcuno che vuole fare qualcosa con la loro immagine. Al governo come ai ribelli, Katniss interessa per la potenza della sua immagine e la presa sulla gente. Pensi che questa saga possa invece dire qualcosa ai ragazzi?

Non credo dica qualcosa nello specifico solo ai ragazzi. Il tema è sempre quello, siamo bestie o fondamentalmente buoni? E questo parla a tutti”.



[Fonte Wired.it]