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Android Auto: le novità per limitare le distrazioni alla guida

Android Auto: le novità per limitare le distrazioni alla guida



Da Wired.it :

Android Auto si aggiorna alla versione 11.4 con alcune novità votate alla sicurezza e alla riduzione delle distrazioni mentre si guida. Il cambiamento più evidente a un primo sguardo è quello delle piccole “P” che appaiono in corrispondenza di tutte quelle applicazioni che si possono sfruttare appieno soltanto quando si è parcheggiati e che prima restituivano un messaggio di errore quando si cercava di aprirle. Ufficiale anche la funzione che riassume attraverso l’intelligenza artificiale messaggi molto lunghi sopra le quaranta parole. L’update porta con sé potenzialità tutte da esplorare per ampliare le funzioni della piattaforma.

Android Auto si è arricchita di molte funzioni ed extra negli ultimi mesi e anni, basti citare per esempio GameSnacks ovvero una collezione di semplici giochini pensati appositamente per le vetture elettriche in fase di ricarica e rivolti a guidatore e passeggeri durante il rabbocco. Questa libreria, così come molte altre app deputate all’intrattenimento come quelle per i contenuti in streaming, sono sfruttabili solo quando l’auto è ferma: finora, quando si era in moto, si riceveva un messaggio d’errore cercando di aprirle. Con l’aggiornamento Android Auto 11.3 ognuna di queste app mostrerà un flag a forma di P sull’icona per indicare a un primo impatto di essere utilizzabili solo da parcheggiati. Inoltre, la colorazione virerà su toni grigi quando si è in moto, così da fornire un’indicazione immediata al guidatore, a tutto vantaggio della sicurezza. Anche perché è stato stimato come questi sistemi per l’auto possano spesso creare rischi non indifferenti proprio per il loro potere distraente e spesso bastano anche frazioni di secondo con lo sguardo altrove per incorrere in pericoli.

La nuova flag P che appare sulle app in Android Auto

La nuova flag P che appare sulle app in Android Auto (SmartDroid)

Grazie a questo update, Android Auto compie un primo passo verso un servizio più completo e a tutto tondo. Adeguatamente segnalate durante il moto, le app potenzialmente pericolose potranno infatti aprirsi sempre più a un uso più tradizionale quando si è fermi, con un’esperienza simile a quella su smartphone o tablet. Dallo streaming ai giochi fino alla multimedialità, in futuro potrebbero giungere nuovi software, inclusa la tanto attesa app nativa YouTube per Android Auto. A maggior ragione grazie a sensori sempre più numerosi e evoluti, che possono monitorare lo sguardo del guidatore o la presenza o meno di passeggeri.

È invece nota da diversi giorni la funzione prima testata nelle versioni beta che consente di sintetizzare testi lunghi (sopra le 40 parole) attraverso l’intelligenza artificiale per ottenere un riassunto che viene elaborato e dunque letto dal sistema ad alta voce. I testi sotto il limite verranno comunque letti nella loro interezza ed è possibile disattivare l’opzione in qualsiasi momento dalle impostazioni interne, anche perché il riassunto potrebbe non restituire appieno il senso del testo originale.



[Fonte Wired.it]

Buchi neri, scoperta la coppia più pesante (e vicina) dell’Universo

Buchi neri, scoperta la coppia più pesante (e vicina) dell’Universo



Da Wired.it :

In una galassia lontana abita una coppia di buchi neri supermassicci, la più pesante mai osservata finora. Basta pensare che insieme pesano l’equivalente di ben 28 miliardi di masse solari. A scoprirla è stato un team di astronomi guidato dalla Stanford University, secondo cui la loro massa è così grande che si rifiutano di scontarsi e di fondersi, in un limbo orbitale che dura da ben 3 miliardi di anni. Lo studio è stato pubblicato su The Astrophysical Journal.

La coppia più pesante

Per trovare una coppia di buchi neri più pesante di sempre, gli astronomi si sono serviti lo spettrografo del telescopio Gemini North (Gmos), alle Hawaii. “La sensibilità del Gmos ci ha permesso di mappare le velocità crescenti delle stelle man mano che ci si avvicina al centro della galassia”, ha spiegato Roger Romani, tra gli autori dello studio. “Con ciò, siamo stati in grado di dedurre la massa totale dei buchi neri che risiedono lì”. I ricercatori, infatti, hanno scoperto che il sistema binario dei buchi neri si trova nella galassia B2 0402+379, a circa 750 milioni di anni luce da noi, ed è composto da due enormi buchi neri supermassicci che orbitano l’uno intorno all’altro ad appena 24 anni luce di distanza, una cifra che li rende di fatto la coppia di buchi neri più vicina mai avvistata.

E la più vicina

Nonostante la loro estrema vicinanza, che secondo le teorie dovrebbe preannunciare una possibile fusione, i due “gemelli” sono rimasti bloccati, ossia non si avvicinano più, ripetendo la stessa interminabile danza da più di 3 miliardi di anni. “Normalmente sembra che le galassie con coppie di buchi neri più leggeri abbiano abbastanza stelle e massa per farli avvicinare rapidamente”, ha spiegato Romani. “Dato che questa coppia è così pesante, ha richiesto molte più stelle e gas per portare a termine questo processo. Ma il sistema binario ha spazzato via la galassia centrale da tale materia, lasciandola bloccata”.

I buchi neri si fonderanno?

In linea generale, sappiamo che quando una coppia di buchi neri è abbastanza vicina, le onde gravitazionali dissipano abbastanza energia affinché questi possano rallentare e fondersi insieme. Lo stesso discorso, tuttavia, non si può applicare a questa ultima coppia: la fusione dei buchi neri di B2 0402+379 è rimasta bloccata, una conseguenza, secondo le prime ipotesi dei ricercatori, del fatto che la coppia è così massiccia che nulla è stato in grado di farli rallentare. Gli astronomi, inoltre, non sanno ancora se questo limbo orbitale continuerà senza interruzioni o finirà, invece, con una imponente collisione. “Non vediamo l’ora di proseguire le indagini su B2 0402+379 in cui esamineremo la quantità di gas presente”, ha concluso l’autore Tirth Surti. “Questo dovrebbe darci maggiori informazioni sulla possibilità che i buchi neri supermassicci possano eventualmente fondersi o rimanere bloccati come un sistema binario”.



[Fonte Wired.it]

Super tuesday per le elezioni Usa 2024, che cos’è

Super tuesday per le elezioni Usa 2024, che cos’è



Da Wired.it :

Il Super tuesday, cioè il super martedì, è il giorno decisivo per le primarie negli Stati Uniti. Si tratta del momento in cui va a votare il maggior numero di stati contemporaneamente e da cui emergono i nomi definitivi dei candidati, repubblicano e democratico, che correranno per la presidenza. Quest’anno il Super tuesday cade il 5 marzo, ma non si prevedono grandi sorprese perché sia l’ex presidente Donald Trump che il presidente Joe Biden sono in netto vantaggio rispetto ai rivali interni ai propri partiti.

Dove si vota e per quanti delegati

Il sistema elettorale statunitense prevede l’assegnazione di delegati a sostegno del candidato o della candidata presidente, che sono necessari a ottenere la nomina definitiva come rappresentante del partito alle presidenziali. Le votazioni del Super tuesday assegnano la gran parte dei delegati necessari per guadagnarsi la nomina, rendendolo l’appuntamento decisivo delle primarie in cui i principali candidati consolidano il vantaggio accumulato nelle prime votazioni. Quest’anno si vota in 15 stati e, per la prima volta, i democratici voteranno anche nel territorio delle Samoa americane.

In particolare vanno alle urne l’Alabama, per 52 delegati democratici e 50 repubblicani, l’Alaska, per 29 delegati repubblicani, l’Arkansas, per 31 democratici e 40 repubblicani. Ancora: sempre al Super tuesday si vota in California, per 424 democratici e 169 repubblicani, in Colorado, per 72 democratici e 37 repubblicani, nell’Iowa, per 40 delegati democratici, nel Maine, per 24 democratici e 20 repubblicani, e nel Massachusetts, per 92 democratici e 40 repubblicani. Rientrano nella lista degli Stati protagonisti di questa giornata fondamentale anche il Minnesota, per 75 democratici e 39 repubblicani, il North Carolina, per 116 democratici e 74 repubblicani, l’Oklahoma, per 36 democratici e 43 repubblicani, il Tennessee, per 63 democratici e 58 repubblicani, il Texas, per 244 democratici e 161 repubblicani, lo Utah, per 30 democratici e 40 repubblicani. Infine, al Super tuesday partecipano anche il Vermont, per 16 democratici e 17 repubblicani, la Virginia, per 99 democratici e 48 repubblicani, e le Samoa americane, per 6 delegati democratici.

Come si assegnano i delegati e quando sapremo i risultati

I delegati vengono assegnati su base proporzionale con un criterio misto, statale e distrettuale. In ogni caso, per ottenere delegati bisogna superare il 15% dei voti in tutto lo stato, per i delegati assegnati su base nazionale, oppure in un distretto. Ciò significa che la performance di un candidato non è valutata sulla percentuale di voti ottenuta in totale, ma anche in base al numero di delegati in suo sostegno che è riuscito a ottenere. I seggi chiudono tutti a orari diversi e si dovranno aspettare almeno 24 ore, se non alcuni giorni, per conoscere i risultati degli stati più popolosi, come la California.

Cosa succede dopo

Dopo il Super tuesday, nonostante il quadro ormai parzialmente definitivo che uscirà dalle consultazioni, le primarie continueranno negli stati mancanti. I repubblicani concluderanno la tornata il 4 giugno, con il voto in South Dakota, Montana, New Jersey e New Mexico. Mentre per i democratici si continuerà fino all’8 giugno, con l’isola di Guam e il territorio delle Isole Vergini americane.

Con ogni probabilità, a chiusura delle primarie, il presidente uscente Joe Biden sarà indicato come il candidato del partito Democratico e l’ex presidente Donald Trump per il partito Repubblicano. Nikki Haley, sfidante di Trump tra i repubblicani, così come Dean Phillips e Marianne Williamson, sfidanti di Biden, non hanno ottenuto un seguito abbastanza considerevole da poter rappresentare una vera alternativa ai due candidati di punta, benché rimangano per il momento ancora in corsa. I due candidati degli schierimenti arriveranno alla sfida definitiva delle elezioni presidenziali, in calendario il prossimo 5 novembre 2024.



[Fonte Wired.it]

Come distinguere carte Pokémon false, 5 consigli pratici

Come distinguere carte Pokémon false, 5 consigli pratici



Da Wired.it :

Come distinguere carte Pokémon false da quelle autentiche? In un quarto di secolo, questi pezzi da collezione sono diventati così popolari da dominare le classifiche del settore su eBay e spingersi fino a prezzi da diverse decine se non centinaia di migliaia di euro per gli esemplari più rari. Per beni così richiesti e apprezzati non è dunque sorprendente che i falsi abbondino, traendo in inganno collezionisti non così esperti. Il portale Indivisible Game ha stilato cinque consigli pratici da seguire per evitare truffe.

  1. Controllare la qualità dei materiali e dei colori – il cartoncino non deve essere troppo sottile, la superficie è di solito lucida con sfumature vibranti e senza sbavature. Possibili indizi di non autenticità sono porzioni di immagini un po’ sgranate con colori spenti, come se fossero stampate tramite sistemi non professionali magari plastificate in casa. Le vere carte con effetto brillantina possono anche presentare un leggero rilievo quando si scorre col polpastrello.
  2. Attenzione al testo – così come i tentativi di scam che si ricevono quotidianamente nella casella di posta elettronica, il testo delle carte contraffatte può presentare errori grammaticali, nomi errati dei Pokémon oppure formattazione non ordinata o disallineata. Inoltre, le parole devono risultare (anche in questo ambito) ben stampate e leggibili, non sgranate.
  3. Le discrepanze delle carte olografiche – uno dei particolari più difficili da contraffare è sicuramente l’ologramma delle carte speciali, che conferisce riflessi e effetti grafici unici e particolari brillanti. Quelle false risultano piatte, senza profondità, con dettagli poco curati e con un effetto bidimensionale, quando si osservano da varie angolazioni.
  4. Controllare le dimensioni – soprattutto per le carte più costose e preziose non è esagerato armarsi di righello e calibro per controllare che le dimensioni siano coerenti con quelle ufficiali, in modo particolare anche lo spessore. Si può anche utilizzare una lente di ingrandimento per controllare che tra le due facce (anteriore e posteriore) sia presente un sottilissimo strato scuro che conferisce la giusta rigidità alla struttura e può indicare un fake molto facilmente se assente.
  5. I dettagli inverosimili Рper accalappiare collezionisti poco esperti degli oltre 1000 mostriciattoli, alcune carte false la sparano troppo grossa, per esempio con valori e statistiche impossibili come un HP superiore ai 340 (prerogativa di pochissime e ben note carte). Quando si ̬ pronti ad acquistare, ̬ bene controllare che la carta non presenti informazioni inventate.

Va da sé che distinguere carte Pokémon false da quelle reali è possibile verificare le immagini delle inserzioni con la ricerca inversa su Google Immagini (si deve caricare il file cliccando sull’icona della fotocamera). Per la massima tranquillità può essere utile rivolversi a carte “gradate” ovvero con certificazione di autenticità e di livello di valore e stato di conservazione emessi da enti come PSA, Graad oppure BGS.



[Fonte Wired.it]

Violenze sessuali del 7 ottobre in Israele e in Cisgiordania, cosa dice il primo rapporto Onu

Violenze sessuali del 7 ottobre in Israele e in Cisgiordania, cosa dice il primo rapporto Onu



Da Wired.it :

L’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) ha pubblicato il suo primo rapporto sulle violenze sessuali compiute da Hamas e altre milizie radicali in Israele, lo scorso 7 ottobre, e da Israele nei territori palestinesi occupati della Cisgiordania e contro i prigionieri palestinesi. La missione diretta da Pramila Patten, rappresentante speciale per conto dell’Onu per la violenza sessuale nei conflitti, ha individuato “ragionevoli motivi per credere” che tali violenze siano state compiute durante l’attacco del 7 ottobre e raccolto testimonianze di abusi da parte dell’esercito e dei coloni israeliani in Cisgiordania.

Il rapporto non rappresenta una missione investigativa indipendente dell’Onu, ma una visita ufficiale in Israele e nella Cisgiordania occupata, volta alla verifica delle informazioni raccolte dalle autorità israeliane e palestinesi. Patten, accompagnata da nove esperti, ha condotto 33 incontri con rappresentanti israeliani e 34 interviste confidenziali con sopravvissuti, testimoni, soccorritori e ostaggi liberati, esaminato più di 5 mila foto e 50 ore di filmati riguardanti il 7 ottobre. Inoltre, ha incontrato rappresentanti dell’Autorità nazionale palestinese, che governa la Cisgiordania, rappresentanti della società civile, organizzazioni non governative e 4 prigionieri palestinesi recentemente rilasciati da Israele.

Le violenze di Hamas

Nel contesto dell’attacco coordinato di Hamas e altri del 7 ottobre, il team della missione Onu ha riscontrato ragionevoli motivi per credere che la violenza sessuale legata al conflitto si sia verificata in più luoghi, compresi stupri e stupri di gruppo in almeno tre località nel sud di Israele. Non tutte le accuse di stupro sono state verificate e, secondo il comunicato stampa ufficiale, la vera portata delle violenze commesse potrebbe “richiedere mesi o anni per emergere e potrebbe non essere mai completamente conosciuta”. Inoltre, “nonostante gli sforzi concertati per incoraggiare” le vittime a farsi avanti, i rappresentanti dell’Onu non sono riusciti a intervistare nessuna di loro.

Tra le informazioni “chiare e convincenti” visionate si trovano “stupri, torture, trattamenti crudeli, inumani e degradanti” che, secondo il report, potrebbero “essere ancora in corso” nei confronti degli ostaggi. Tuttavia, alcune accuse di stupro e violenza sessuale si sono rivelate “infondate”, compreso il caso ampiamente discusso e pubblicizzato da Israele relativo a una donna incinta il cui ventre sarebbe stato squarciato e il feto accoltellato.

Le violenze delle forze armate e dei coloni israeliani in Cisgiordania

Nel corso della visita nei Territori palestinesi occupati, la missione dell’Onu ha raccolto testimonianze e rapporti di trattamenti crudeli ai danni dei palestinesi detenuti da Israele e durante raid notturni in Cisgiordania. Questi comprendono violenze sessuali sotto forma di perquisizioni invasive, manipolazione o percosse dei genitali, molestie sessuali, nudità forzata e prolungata per uomini e donne anche durante i trasferimenti e gli interrogatori, minacce di stupro verso donne e membri delle famiglie, privazione dell’accesso ai prodotti per le mestruazioni e la raccolta e la diffusione senza consenso di fotografie di nudo delle donne arrestate da parte dei soldati israeliani.

Secondo le organizzazioni femminili palestinesi, sottolinea il rapporto, l’assenza di testimonianze relative a stupri dipendono da un alto livello di stigmatizzazione della violenza, norme culturali conservatrici, squilibrio di potere nel contesto dell’occupazione, intimidazioni e insicurezza subite dalle donne palestinesi.

Conclusioni

Sulla base di questi risultati, Patten ha chiesto che il governo israeliano garantisca pieno accesso a Gaza all’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani e alla Commissione di inchiesta indipendente sui territori occupati, con mandato del Consiglio per i diritti umani, così da permettere “indagini indipendenti e complete su tutte le presunte violazioni”. Ha poi esortato Hamas a rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutte le persone ancora tenute in ostaggio e chiesto che vengano rispettati alti standard di integrità dell’informazione nel riferire e gestire i casi di violenza sessuale, dato il rischio “che la retorica incendiaria e i titoli sensazionalistici facciano aumentare le tensioni” e assieme alle pressioni mediatiche o politiche possano aggravare il trauma e la stigmatizzazione dei sopravvissuti in entrambi gli schieramenti.



[Fonte Wired.it]

Dune: Parte 2, il riassunto del primo film per prepararsi alla visione

Dune: Parte 2, il riassunto del primo film per prepararsi alla visione



Da Wired.it :

Su Arrakis, pianeta decisamente poco accogliente, Paul viene allenato dagli aiutanti del padre, tra cui il maestro d’armi Gurney Halleck (Josh Brolin) e lo spadaccino Duncan Idaho (Jason Momoa). Come sospettato da Leto, l’invio degli Atreides sul pianeta è solo un trappola per permettere agli Harkonnen di riprendere il potere eliminando la dinastia rivale. Aiutati dal tradimento del dottor Wellington Yueh (Chang Chen), Vladimir e i suoi soldati d’elite, i Sardaukar, invadono la fortezza e catturano Leto, che però rilascia da un capsula nascosta tra i denti un gas letale attentando alla vita dello stesso barone Harkonnen. Jessica e Paul riescono nel frattempo a fuggire nel deserto, dove il ragazzo ha visioni di una futura guerra santa portata avanti in suo nome.

Dune Parte 2 il riassunto del primo film per prepararsi alla visione

Sopravvissuto al tentativo di assassinio, il Barone Harkonnen dà il controllo del pianeta al nipote Glossu Rabban (Dave Bautista), che deve far ripartire la raccolta della spezia. Nel frattempo Jessica e Paul s’imbattono in una tribù dei Fremen, gli abitanti indigeni del pianeta guidati dal capo Stilgar (Javier Bardem) e tra i quali si trova anche Chani (Zendaya), una giovane donna che Paul aveva sognato in diverse sue visioni. Diffidente nei confronti di questi estranei, il guerriero Fremen Jamis (Babs Olusanmokun) sfida a un duello rituale Paul, il quale però vince e, contrariamente alla volontà della madre, si unisce ai Fremen con la volontà di esaudire il desiderio del padre, cioè quello di portare la pace su Arrakis. La capacità del giovane di controllare anche i giganti vermi della sabbia che si aggirano per il deserto fa presagire che anche per i Fremen Paul Atreides sia una figura salvifica a lungo profetizzata.

Kyle MacLachlan nel Dune di David Lynch (1984)

A metà degli anni Ottanta il visionario regista iniziò a lavorare alla sceneggiatura del secondo capitolo del film sci-fi, senza però completarla mai



[Fonte Wired.it]