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no, non ce l’hanno con gli yacht
| Wired Italia

no, non ce l’hanno con gli yacht | Wired Italia



Da Wired.it :

Le generazioni future racconteranno la leggenda di White Gladis. Alla fine di maggio, i social media hanno ripreso la storia di alcune orche – forse guidate da un esemplare traumatizzato – che avevano iniziato ad attaccare imbarcazioni di lusso al largo della penisola iberica. Nel giro di poco tempo la leader del branco, chiamata appunto White Gladis, è diventata famosa. Su Twitter è stata rapidamente etichettata – assieme alle sue compagne, che secondo alcuni avrebbero imparato da lei – come una sabotatrice anticapitalista” intenzionata a riappropriarsi dei mari. Quei tweet erano al tempo stesso sbagliati e del tutto giusti.

Ben presto gli esperti hanno iniziato a intervenire sul caso, dando la propria opinione sulla possibilità che le orche stessero lanciando una rivolta. LiveScience, il sito che per primo ha dato la notizia, ha fatto notare che secondo gli esperti gli attacchi a opera dei cetacei – che generalmente colpiscono con la testa il timone di un’imbarcazione – sono in aumento dal 2020. “Le orche attaccano le barche. Ma è una vendetta o la conseguenza di un trauma?“, si chiede in un articolo di Popular Science. Alcuni hanno ipotizzato che White Gladis potesse essere incinta quando sono iniziati gli attacchi alle barche. Altri hanno definito la vicenda un caso fortuito. Altri ancora si sono chiesti se le orche avessero orchestrato anche la tragedia del Titan. E anche se la risposta a quest’ultima domanda è ovviamente no, questo non ha impedito ai commentatori di TikTok di scherzarci sopra.

Orche anti-capitaliste

L’ironia dei social aiuta a spiegare perché White Gladis e le sue compagne siano diventate delle beniamine di internet. Recentemente, Bloomberg ha riportato che le cinquecento persone più ricche del mondo hanno aggiunto altri 852 miliardi di dollari alle loro casse, con Elon Musk e Mark Zuckerberg che hanno guadagnato rispettivamente 96,6 e 58,9 miliardi di dollari. I biglietti per salire sul Titan e avventurarsi nei pressi del relitto del Titanic sono costati 250mila dollari. Non c’è da stupirsi quindi che la gente comune sia felice di credere all’idea di un’orca che si lancia contro gli yacht al grido di Affondiamo i ricchi!”, tanto che qualcuno ha già iniziato a vendere merchandising a tema.

Il 16 luglio è caduto il trentennale di Free Willy. A distanza di tre decenni, il film potrebbe essere ricordato soprattutto per una canzone di Michael Jackson (ovviamente, Will You Be There), all’epoca onnipresente, e un altro grandioso brano delle Swv, Right Here. La pellicola ha anche insegnato a una generazione intera che le orche non sono sempre felici di esibirsi nei parchi a tema, e che la tendenza capitalista a trasformarle in animali da sfruttare non è particolarmente umana. A vent’anni dalla sua uscita, il messaggio di Free Willy è stato ulteriormente rafforzato dal documentario **Blackfish **di Gabriela Cowperthwaite, che racconta di un’orca coinvolta in tre diversi incidenti con degli esseri umani durante la cattività. Riflettendo sull’impatto del film, Cowperthwaite ha dichiarato: “Ho solo detto una cosa che le persone hanno sempre percepito a livello di dna”.

Questione di proiezioni

Era infatti noto già da un po’ che – sempre secondo le parole di Cowperthwaite – “tenere rinchiuse creature maestose era sbagliato”. Così quando alcune barche sono tornate a rive senza timone, su Twitter sono spuntati commenti come: “Gli esseri umani hanno tirato fin troppo la corda e queste sono le conseguenze“. Vendetta in alto mare. Questo, ovviamente, non è quello che è successo. Come ha spiegato il ricercatore del Dolphin Communication Project Justin Gregg a The Current della Cbc, pensare che le orche siano in cerca di rivalsa è solo un meccanismo di proiezione: “Cerchiamo sempre di ricondurre il comportamento delle altre creature a quello umano, ed è per questo che la gente pensa che sia una vendetta, perché è un istinto tipicamente nostro”. Sostenere la rivolta delle orche sui social media diventa quindi una sorta di catarsi, soprattutto quando avviene nei pressi di un sito in rovina per colpa di un miliardario.





[Fonte Wired.it]

La ricetta segreta di Apple per la privacy
| Wired Italia

La ricetta segreta di Apple per la privacy | Wired Italia



Da Wired.it :

Peraltro, Apple evita sempre di nominare due delle parole chiave dei nostri tempi: “intelligenza artificiale” e “metaverso. Per la prima preferisce “machine learning”, del quale fa un uso pervasivo, come una vera e propria colla che tiene assieme le esperienze d’uso dei suoi apparecchi e abilita un numero crescente di funzioni, percepite come naturali dagli utenti. Per il “metaverso” invece Apple preferisce riferirsi direttamente al suo Vision Pro, il nuovo visore che ancora deve essere commercializzato e che è pieno di rischi per privacy e sicurezza (basta pensare a quanto invasive potrebbero essere le videocamere esterne e interne).

Tuttavia Vision Pro è stato pensato fin dal principio per rispettare privacy e sicurezza degli utenti: il team super-segreto che lo ha sviluppato aveva al suo interno sicuramente anche avvocati ed esperti di normative, a differenza ad esempio del team che ha sviluppato ChatGPT o Bard, vietati in Europa per mesi a causa del modo con il quale avviene il trattamento dei dati. La soluzione di questi ultimi per entrare lo stesso nel mercato del Vecchio continente, che vale pur sempre 495 milioni di consumatori? Metterci una “pezza” software sopra a posteriori. È la differenza rispetto a chi inizia a sviluppare i nuovi prodotti con sicurezza e privacy in mente fin dal principio. E si può immaginare che, quando verrà presentato AppleGPT, il modello di AI generativa di cui ha dato notizia Bloomberg, sarà stato pensato con privacy e sicurezza al centro.

Apple Privacy – Sicurezza comunicazioni

Immagine Apple

L’eredità di Steve Jobs

Come ha fatto la Apple di Tim Cook a “innestare” il Dna dei giuristi al cuore dei suoi processi di creazione dei prodotti? Quale difficile operazione di ingegneria organizzativa ha richiesto? Con tutta probabilità, molto poco. Merito di alcune decisioni fondamentali prese un quarto di secolo fa da Steve Jobs.

Infatti, al di là della retorica che quasi sempre accompagna il nome di Steve Jobs e la sua capacità imprenditoriale (“genio” è la parola più ricorrente) o la sua abilità come presentatore e persuasore, rimane un altro lascito molto importante che raramente viene sottolineato. Ed è il modello organizzativo interno di Apple.

Quando nel 1997 Steve Jobs è tornato alla guida di Apple, dopo esserne stato cacciato nel 1985, ha riorganizzato profondamente sia il catalogo dei prodotti (“tagliando” alcuni apparecchi come il prototipo di tablet Newton) che l’organizzazione interna. Non più gruppi di lavoro dedicati alle varie categorie di prodotti, ma un approccio funzionale: un unico gruppo per il software, uno per l’hardware, uno per i contenuti e uno per l’organizzazione delle operazioni. Oggi ciascuno di questi gruppi ha un responsabile unico (Craig Federighi per il software, John Ternus per l’hardware, Eddy Cue per i contenuti, Jeff Williams per le operazioni) con l’unica eccezione di Vision Pro che è organizzato come unità separata sotto Mike Rockwell (anche se riporta a Jeff Williams oltre che a Tim Cook).

Apple Privacy – Protezione privacy in Safari

Immagine Apple

Uno dei vantaggi dell’organizzazione impostata da Jobs nel 1997 è che consente non solo una integrazione molto spinta tra le varie componenti ma anche un controllo molto forte sullo sviluppo dei prodotti. E, per quanto riguarda privacy e sicurezza come per altre cose, permette con maggiore facilità di inserirle alla sorgente di tutto lo sviluppo delle innovazioni e di tutti i nuovi prodotti. Una lezione di gestione d’azienda innovativa da manuale che, un quarto di secolo dopo, è ancora straordinariamente efficace anche in un contesto diverso, in cui la priorità per privacy, safety e security ma anche per il rispetto dell’ambiente e l’accessibilità non era stata esplicitamente prevista.



[Fonte Wired.it]

Airbnb ha un problema con le feste
| Wired Italia

Airbnb ha un problema con le feste | Wired Italia



Da Wired.it :

La musica rimbombava, l’angolo bar traboccava e l’aria era densa di fumo d’erba. La sicurezza armata faceva la guardia. Era un sabato sera di febbraio e circa trecento persone stavano facendo festa in un Airbnb di oltre 450 metri quadrati in una zona rurale dell’Ohio. Poi è arrivata la polizia. Quando gli agenti della contea di Tuscarawas sono entrati, i festaioli hanno chiuso a chiave le porte. Sono scoppiate delle risse, come risulta dai verbali della polizia. Qualcuno ha lanciato una lattina di Red Bull contro un agente. La gente è fuggita. Nel caos, un partecipante alla festa si è rifiutato di collaborare e mentre saliva su un’auto per fuggire, ha colpito un poliziotto.

Airbnb ha vietato definitivamente le feste nel 2022, due anni dopo averle sospese durante la pandemia. Ciononostante, i giganteschi, e spesso pericolosi, party non sono stati debellati. Nell’aprile del 2022, almeno undici persone sono stati colpite da proiettili e due adolescenti sono morti durante una festa casalinga con duecento invitati in un Airbnb a Pittsburgh, in Pennsylvania. Nel dicembre 2022, in cinque sono rimasti feriti e una persona è morta in un Airbnb di Rochester, New York, dove si stava girando un video musicale. Le feste non autorizzate hanno provocato feriti gravi e morti, danneggiato proprietà e sconvolto intere comunità.

I raduni si estendono in tutti gli Stati Uniti, lontano dalle luci delle città più festaiole come Austin o New Orleans. La casa dell’Ohio, appena a est dell’Amish Country dello Stato, era pubblicizzata come un luogo di svago, con tanto piscina riscaldata e spazi per attività familiari come “giochi da tavolo, lavoro a maglia e découpage“. È arroccata su una collina a ridosso di una comunità rurale di poco meno di centomila persone equidistante da Columbus, Cleveland e Pittsburgh. Nelle vicinanze ci sono una riserva naturale, alcune fattorie e un campeggio. Centinaia di recensioni sono valse alla casa una valutazione di 4,97 stelle su 5. Ma, con pochi clic, questo idillio campagnolo è stato trasformato nella sede di una pericolosa festa.

Guastafeste

Mentre i party continuano, Airbnb dichiara di aver intensificato gli sforzi per contrastarli. E anche se il primo divieto risake alla pandemia, gli ospiti problematici sono vecchi come la stessa Airbnb. Nell’ottobre 2019 la questione ha raggiunto un punto critico, quando una sparatoria in un Airbnb in un ricco sobborgo di San Francisco ha causato cinque morti. Subito dopo l’azienda ha annunciato il lancio di un Numero verde attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, dichiarando che avrebbe fatto di più per vagliare le prenotazioni ad alto rischio e verificare gli annunci. Airbnb ora esegue controlli sui precedenti dei suoi iscritti negli Stati Uniti e in India. A partire da giugno, ospiti e host devono sottoporsi a un processo di verifica dell’identità fornendo un documento valido comprensivo di foto che combaci con i dettagli del profilo. Airbnb riporta che può anche utilizzare nomi, numeri di telefono, indirizzi, date di nascita o numeri di previdenza sociale per confrontarli con i database di terze parti.

Questi processi di screening si aggiungono le precedenti misure di prevenzione, che includevano restrizioni sull’affitto a minori di venticinque anni e la limitazione del numero di ospiti a sedici (anche se le case attrezzate per ospitarne di più sono nuovamente autorizzate a farlo). Il software di prenotazione di Airbnb esamina le recensioni passate e i precedenti di un ospite, la durata del suo viaggio, la distanza dalla sua residenza e se desidera prenotare nel fine settimana o in un giorno feriale, tutte precauzioni messe a punto per cercare di individuare i possibili festaioli. Secondo l’azienda, i controlli del sistema sulle prenotazioni si intensificano durante i fine settimana festivi. Tuttavia, i detrattori sostengono che i party non sono stati debellati, che gli ospiti ricorrono a ogni tipo di scappatoia, che le protezioni non sono sufficienti e che è necessaria una regolamentazione locale più solida per garantire la sicurezza.



[Fonte Wired.it]

Groenlandia, il ghiaccio potrebbe scomparire (di nuovo)
| Wired Italia

Groenlandia, il ghiaccio potrebbe scomparire (di nuovo) | Wired Italia



Da Wired.it :

Nel 1959, gli Stati Uniti avviarono in Groenlandia la costruzione di una sorta di versione ghiacciata della base Echo de L’Impero colpisce ancora. Il progetto – ribattezzato Camp Century – prevedeva di testare le tecnologie per la realizzazione di tunnel nella neve nel nord-ovest dell’isola, non lontano dal Polo Nord, apparentemente a scopo di ricerca scientifica. In realtà, quella degli Stati Uniti era una prova di forza militare legata al progetto Iceworm, finalizzato a nascondere seicento missili nucleari lungo migliaia di chilometri di tunnel nella neve nel nord della Groenlandia, vicino all’ex Unione Sovietica. La massiccia calotta glaciale dell’isola, però, aveva altre idee per Camp Century: il ghiaccio si sposta e scorre, rendendo la zona non particolarmente indicata per nascondere delle bombe atomiche o per far funzionare il reattore nucleare che alimentava la base.

Il progetto Iceworm non è mai andato lontano e gli Stati Uniti hanno chiuso Camp Century nel 1966, lasciando che i tunnel crollassero. Ma prima di fuggire, i ricercatori riuscirono a prelevare un po’ di suolo dall’area, perforando a quasi 1400 metri di profondità nella calotta glaciale. Una volta raggiunto il suolo, hanno trivellato per altri 3 metri circa, portando alla luce un tappo di sabbia ghiacciata, ghiaccio sporco, ciottoli e fango. Negli anni Settanta, l’esercito trasferì questa carota di ghiaccio dai propri congelatori all’Università di Buffalo. Negli anni Novanta il campione è arrivato in Danimarca, dove è rimasto congelato, in modo da fornire agli scienziati preziose informazioni sulle ere glaciali del passato.

Nessuno però si è preoccupato molto del sedimento fino al 2018, quando è stato ritrovato all’interno di barattoli di biscotti nel congelatore dell’Università di Copenaghen. Ora un team internazionale di ricercatori ha analizzato quel sedimento, facendo un’importante scoperta scientifica.

In quel sedimento congelato ci sono fossili di foglie e piccoli pezzi di insetti, ramoscelli e muschi che ci dicono che in passato dove oggi c’è quasi un miglio di ghiaccio c’era una tundra – racconta il geoscienziato dell’Università del Vermont Paul Bierman, coautore di un nuovo articolo scientifico che descrive la scoperta sulla rivista Science. La calotta di ghiaccio è fragile. Può scomparire, ed è già scomparsa in passato. Ora sappiamo quando“.

Avvertimento dal passato

In precedenza, gli scienziati ritenevano che la Groenlandia si fosse ghiacciata circa 2,5 milioni di anni fa, e che da allora fosse rimasta sempre così. Nel 2021, Bierman e i suoi colleghi hanno stabilito che in realtà nel corso dell’ultimo milione di anni c’è stato un momento in cui sull’isola di ghiaccio non ce n’era. Il team è riuscito a datare la tundra intrappolata nella carota di Camp Century, scoprendo che risale a soli 416mila anni fa. A quell’epoca, quindi, la Groenlandia nordoccidentale non poteva essere racchiusa nel ghiaccio.



[Fonte Wired.it]

10 film di Hitchcock con architetture indimenticabili
| Wired Italia

10 film di Hitchcock con architetture indimenticabili | Wired Italia



Da Wired.it :

Manderley, l’architettura principe di Rebecca, è un’opulenta magione in Cornovaglia dove si annidano misteri e storie legate a un’oscura storia familiare. La casa custodisce gelosamente cupi ricordi e fantasmi del passato. In particolare, si fa notare il ritratto di Lady Caroline de Winter, sinistra presenza di un’antenata del padrone di casa.

Il peccato di lady Considine

Anche qui la dimora al centro della narrazione diventa uno scrigno che cela antiche gelosie e paure. In questo caso Minyago Yugilla è una residenza in stile georgiano di sapore coloniale ai Tropici, in Australia. Apparentemente innocua, la casa dimostra di avere una notevole empatia con chi la abita, e diventa la quinta teatrale delle emozioni di Ingrid Bergman.

Io ti salverò

In questo film dal taglio immaginifico colpiscono soprattutto le scene oniriche surreali ideate da Salvador Dalì, che disegnano una sorta di architettura immaginaria. “Sembrava una casa da gioco, ma al posto dei muri aveva delle tende su cui erano dipinti dei grandi occhi”, dice Gregory Peck, immerso nel sogno. Mentre racconta, prendono forma curiose visioni di gusto espressionista, finché prendono il sopravvento i paesaggi fantastici di Dalì.



[Fonte Wired.it]

App di enigmistica, le migliori da scaricare per le vacanze
| Wired Italia

App di enigmistica, le migliori da scaricare per le vacanze | Wired Italia



Da Wired.it :

L’enigmistica è uno dei grandi passatempi dell’estate italiana, accompagnando le vacanze con cruciverba, sudoku, rebus, enigmi di logica e altri giochi per liberare la mente in modo intelligente e accattivante. Dall’originale formato cartaceo, l’enigmistica si è presto spostata anche sul digitale ed è possibile sfruttare i dispositivi personali come smartphone o tablet per portarsi in vacanza una buona collezione di applicazioni pronte all’uso. Abbiamo scelto sette applicazioni per Android o iPhone/iPad perfette per rilassarsi al mare così come in montagna, anche senza dover utilizzare la connessione, quindi perfetto anche se si è all’estero e si ha un pacchetto con traffico dati limitato.

LaSE (Settimana Enigmistica)

Non si può che partire dal punto di riferimento ovvero la celebre Settimana Enigmistica, che da tempo ha messo a disposizione un’app per Android e iPhone da scaricare per ritrovare tutti i suoi celebri giochi come cruciverba, rebus, enigmi, vignette e tanto altro. C’è da dire che le ultime versioni hanno qualche bug di troppo, ma consente di scaricare (a pagamento, in-app) tutti i numeri per poi giocare in digitale e in offline, in modo particolare sui tablet e con i pennini.

Cruciverba e parole crociate per Android



[Fonte Wired.it]