Seleziona una pagina
ha cominciato a usare le bombe a grappolo degli Stati Uniti
| Wired Italia

ha cominciato a usare le bombe a grappolo degli Stati Uniti | Wired Italia



Da Wired.it :

Anche l’Ucraina ha iniziato a usare le controverse bombe a grappolo fornite dagli Stati Uniti per contrastare le forze di invasione della Russia. E a quanto sembra, stanno risultando particolarmente efficaci nel sostenere la controffensiva ucraina nell’est e nel sud del paese. Lo ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca per la sicurezza nazionale, John Kirby, come riportato dall’Associated Press.

Per il loro design particolarmente letale e imprevedibile, le munizioni esplosive a grappolo sono state rifiutate da 123 paesi con il trattato di Dublino del 2008. Questo perché le sub munizioni che vengono disperse dal proiettile principale spesso non esplodono all’impatto e rischiano di restare innescate e pericolose per anni sul territorio, diventando un pericolo per i civili.

Tuttavia, Stati Uniti, Russia e Ucraina non firmarono mai il trattato e, dal 24 febbraio 2022, l’ucraina è diventato l’unico paese al mondo in cui le bombe a grappolo sono state usate attivamente e costantemente, si legge in un report di Human Rights Watch. Mosca non ha esitato un momento a usare queste munizioni, sul campo di battaglia e contro i centri abitati, uccidendo migliaia di civili ucraini. Allo stesso tempo, risulta che anche l’Ucraina le abbia già usate in almeno due occasioni contro i soldati russi.

L’Ucraina sta impiegando le bombe a grappolo per la distruzione delle trincee. Le bombe a grappolo made in Usa sono arrivate in Ucraina da pochi giorni, sotto insistenza di Washington, non in base a una richiesta esplicita ucraina. Questo perché, non essendo ampiamente usate, gli Stati Uniti ne posseggono un’ampia scorta.

Per smarcarsi dalle critiche, l’Ucraina ha promesso di registrare e monitorare attentamente ogni uso delle bombe a grappolo. Come ha dichiarato Oleksii Reznikov, ministro della Difesa di Kyiv, le munizioni saranno usate solo su territorio ucraino, lontano dai centri e dai territori urbani, ogni località in cui verranno usate sarà registrata e segnalata ai partner occidentali e a guerra terminata queste aree riceveranno attenzione prioritaria per la bonifica.





[Fonte Wired.it]

Le migliori tazze smart e da viaggio per bevande fredde (o calde) in qualsiasi momento
| Wired Italia

Le migliori tazze smart e da viaggio per bevande fredde (o calde) in qualsiasi momento | Wired Italia



Da Wired.it :

Chi è spesso in movimento, o chi desidera avere sempre a propria disposizione una bevanda alla temperatura ideale, non può prescindere dalle tazze smart o da viaggio. Si tratta di un accessori che consentono di concedersi un giusto refrigerio nelle calde giornate estive, o che permetterà di riscaldarsi quando il freddo tornerà a essere protagonista in inverno o colpisce all’improvviso anche fuori stagione. Che si parli quindi di caldo o freddo le opzioni non mancano, con differenti soluzioni tecnologiche che si adattano a tutti i gusti e a tutte le esigenze.

La quantità di proposte disponibili sul mercato è davvero elevata, e riuscire a individuare i modelli più interessanti può rivelarsi un’operazione davvero complessa. Di base, chiunque sia alla ricerca di una tazza da viaggio deve verificarne la bontà costruttiva, assicurandosi che non siano utilizzati materiali potenzialmente pericolosi per la salute e di avere tra le mani un oggetto in grado di garantire un isolamento termico tale da permettere il mantenimento per qualche ora della temperatura del liquido al suo interno. Importante è anche valutare la comodità di uso a 360 gradi, sia tenendo conto delle dimensioni che della presenza di chiusure ermetiche che consentono uno spostamento sicuro, senza correre il rischio di fastidiose (e potenzialmente dolorose in caso di bevande calde) perdite. Infine, non certo fondamentale, ma comunque da tenere in minima considerazione, la componente estetica. Esistono infatti alcuni modelli che, per colori e design, risultano decisamente più accattivanti di altri.

Chi è disposto ad avere a che fare con basi di caricamento, ed è particolarmente interessato alla componente smart, può rivolgere le proprie attenzioni verso le tazze dotate di sistemi di riscaldamento interni, che montano batterie ricaricabili che ne consentono sia un utilizzo “statico” che in mobilità. Sono queste le soluzioni più avanzate tecnologicamente, accompagnate da applicazioni per cellulare che consentono di impostare la temperatura.

Le migliori scelte da Wired

Nello scegliere le migliori tazze smart e da viaggio abbiamo cercato di spaziare tra soluzioni differenti, che possano soddisfare sia chi sta cercando un modello da utilizzare come supporto casalingo che chi è alla ricerca di una compagna da avere sempre con sé. Chi fosse invece interessato a soluzioni differenti, con una capienza maggiore, può consultare le nostre gallerie dedicate alle migliori borracce termiche e ai modelli smart.




[Fonte Wired.it]

il re dei best buy
| Wired Italia

il re dei best buy | Wired Italia



Da Wired.it :

I best buy, i prodotti che offrono un ideale rapporto prezzo/prestazioni, sono sempre pochi ma di diritto entra in questa categoria il nuovo Honor 90 che con l’offerta lancio rappresenta in questo momento il prodotto più interessante del mercato. Sveliamo subito il suo cartellino: si parte da 399 euro.

A questo prezzo l’utente si porta a casa uno smartphone sottile e leggero, con un ottimo comparto fotografico, buona autonomia e un display super luminoso. Un medio di gamma con qualcosa in più che riesce a emergere dagli agguerriti rivali.

Design

Esteticamente Honor 90 si lascia apprezzare per l’eleganza che esprime, curato nei dettagli e molto gradevole da tenere in mano. Il peso è di soli 183 grammi ma ha un corpo anche molto sottile di 7,8 millimetri. Frame in metallo, scocca posteriore in vetro con le colorazioni Diamond Silver ed Emerald Green che lo rendono ancora più chic (oltre al tradizionale Midnight Black).

Le fotocamere evidenziate in due oblò sporgono il giusto ma essendo posizionate sul lato sinistro sbilanciano il telefono quando è appoggiato su un piano. Bene invece il frontale, simmetrico, con i quattro bordi leggermente stondati e una cornice minimal. Manca l’impermeabilità.

Display

Proprio il display è uno dei punti di forza di questo dispositivo, un amoled da 6,7 pollici con refresh rate a 120Hz e luminosità di picco che raggiunge i 1600 nits. Uno schermo non solo particolarmente luminoso ma anche con una eccellente rappresentazione cromatica supportando 1,07 miliardi di colori, ovvero coprendo al 100% la gamma DCI-P3.



[Fonte Wired.it]

Crema solare, come usarla bene

Crema solare, come usarla bene



Da Wired.it :

Un punto su cui la ricerca è molto carente è come stabilire chi, esattamente, debba utilizzare la protezione solare. Le raccomandazioni degli enti medici in genere sostengono che l’esposizione al sole può danneggiare tutti i tipi di pelle. Pur essendo assai più diffuso tra i bianchi, i tumori delle pelle sono in genere più letale per i neri a causa della diagnosi tardiva. Negli ultimi anni, istituzioni sanitarie pubbliche e media hanno iniziato a diffondere il messaggio che tutti devono usare la crema solare per proteggersi dai tumori, indipendentemente dal colore della stessa. Ma non sono mai stati condotti studi per verificare se le creme solari riducano il rischio di melanoma per le persone di colore. Di fatto, “non si è ancora stabilito” se negli individui di colore l’esposizione al sole causi il melanoma, afferma Adewole Adamson, dermatologo e assistente di medicina interna presso l’università del Texas.

Adamson riconosce che l’assenza di prove non equivale a una prova di assenza, ma il numero di ricerche condotto è sufficiente a escludere un legame tra l’esposizione al sole e il cancro della pelle nelle persone di colore, così come eventuali benefici delle creme solari per questo gruppo di popolazione. Tali ricerche non sono state condotte nemmeno per altre popolazioni non bianche. (la questione è ancora controversa, come dimostra il livello di disaccordo in un recente articolo del Washington Post sulla questione).

Oggi sappiamo per certo che la protezione solare previene il cancro negli individui dalla pelle chiara. Ma sappiamo anche che non è una panacea per tutti i mali. Si tratta in genere della terza linea di difesa dal sole, dopo lo stare all’ombra e l’evitare di esporsi nelle ore più calde, ma è di solito la prima che le persone scelgono. Wong consiglia di adottare un approccio in stile “formaggio svizzero”. Ogni metodo ha i suoi difetti (o buchi, come il groviera), ma accumulandoli si ottiene un strato di protezione accettabile. Anche solo coprirsi un po’ di più di può fare una grande differenza: “In generale, i vestiti funzionano meglio della protezione solare”, afferma Neale.

Che le creme solari siano fallibili è cosa che un paese come l’Australia, vulnerabile come pochi ai danni della nostra amata palla di fuoco nel cielo, ha capito già da tempo. Quarant’anni fa l’Australia lanciò la celebre campagna “Slip, Slop, Slap”, che consigliava di mettersi la maglietta (slip on a shirt), spalmarsi di crema solare (slop on sunscreen) e schiaffarsi in testa un cappello (slop on a hat). (Da allora è stata aggiornata in “Slip, Slop, Slap, Seek, Slide”, perché bisogna anche cercare l’ombra — seek shade — e inforcare gli occhiali da sole — slide on sunglasses). Ma soprattutto ha instillato negli australiani l’idea che la crema solare, da sola, non basta. Faremmo tutti bene a imitarli, tenendo il sedere (ben spalmato di crema solare) rigorosamente all’ombra.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired UK ed è stata adattato da Matteo Colombo.



[Fonte Wired.it]

Interrail, breve guida a un viaggio in treno
| Wired Italia

Interrail, breve guida a un viaggio in treno | Wired Italia



Da Wired.it :

Girare 33 Paesi europei con un solo pass. È possibile grazie a Interrail. Il progetto è nato nel 1972, come quello dell’Erasmus, e ha permesso in questi anni a migliaia di giovani di viaggiare in tutta Europa, creando nuovi legami e relazioni. Un aspetto che fa di Interrail molto di più di un semplice biglietto del treno, ma che diventa un modo di approcciare alla vita diverso: più lento e attento all’ambiente.

La guida:

  1. Che cos’è Interrail?
  2. Chi può usare un biglietto Interrail?
  3. Cos’è il Global Pass di Interrail?
  4. Cos’è il One Country Pass?
  5. Quanto costa un biglietto Interrail?
  6. Come comprare un Interrail Pass?

Che cos’è Interrail?

Si tratta di un progetto europeo che unisce le ferrovie di buona parte dell’Europa permettendo di attraversarle indistintamente grazie a un unico abbonamento: dalla Spagna alla Scandinavia. L’Interrail pass è cambiato e si è evoluto negli ultimi anni e ha ampliato la propria offerta non solo agli studenti ma realizzando anche biglietti dedicati ai bambini e agli over 60. Per partire, zaino in spalla, con un pass di Interrail basta scegliere il biglietto che più si adatta alle vostre esigenze e progetti di vacanza.

Chi può usare un biglietto Interrail?

Il progetto di partenza di Interrail inizialmente era dedicato ai giovanissimi visti i costi contenuti e il tempo da dedicare agli spostamenti: una sorta di viaggio senza meta in giro dell’Europa. In realtà però, Interrail negli ultimi anni ha esteso il proprio target di riferimento e quindi non è necessario avere meno di 27 per acquistare un pass (anche se fino a 26 anni si potrà godere di un prezzo agevolato).

Da qualche anno a questa parte, infatti, esistono tariffe di favore anche per gli over 60, e i bambini. L’unica condizione per poter usare l’Interrail pass è di essere residente in Europa (anche se esiste un EurRail pass per i non-europei). Per viaggiare con un pass InterRail si può scegliere di acquistare o un Global Pass o un One Country Pass. Vediamo le differenze.

Cos’è il Global Pass di Interrail?

Il Global Pass è il più classico pass Interrail, che vale per le compagnie ferroviarie (e, in alcuni casi, di traghetti) in tutta Europa. I Paesi in cui si può viaggiare con un unico pass sono: Austria, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Repubblica di Macedonia, Montenegro, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Svezia, Turchia e Regno Unito. Rimangono fuori, almeno per il momento, l’Albania e e alcuni paesi dell’Est Europa come la Moldavia.



[Fonte Wired.it]

Neuralink, la startup che la sfida nelle interfacce cervello-computer
| Wired Italia

Neuralink, la startup che la sfida nelle interfacce cervello-computer | Wired Italia



Da Wired.it :

Era il marzo del 2017 quando Elon Musk annunciava tronfio che a suo avviso non mancavano “più di quattro o cinque anni per avere un’interfaccia parziale con il cervello”. Lo diceva riferendosi a se stesso, naturalmente: aveva appena fondato Neuralink, una startup creata con lo specifico obiettivo di sviluppare, per l’appunto, sistemi che permettessero all’essere umano di fondersi con il computer – o, per metterlo in maniera leggermente meno distopica, interfacce cervello-macchina. Oggi, sei anni (e molti dubbi e polemiche) dopo, è arrivata l’approvazione della Food and Drug Administration (Fda, l’ente per la regolazione dei prodotti alimentari e farmaceutici degli Stati Uniti) per l’inizio della sperimentazione degli impianti cerebrali di Neuralink sugli esseri umani: un annuncio che ha lasciato tutti di sorpresa, visti i tre rifiuti ricevuti nei due anni precedenti e le dichiarazioni della stessa Fda, che aveva sollevato diversi dubbi relativi a possibili rischi per la salute umana legati alla sperimentazione. I problemi principali rilevati dall’ente regolatorio (prima dell’approvazione) erano soprattutto legati al pericolo di avvelenamento dovuto all’uso di batterie al litio nei dispositivi destinati a essere inseriti nel cervello, alla possibilità che i fili possano spostarsi e compromettere l’attività cerebrale e alle difficoltà riscontrate nella rimozione dei chip senza danneggiare il tessuto cerebrale. Questioni, insomma, legate al fatto che il dispositivo di Neuralink, al momento, è piuttosto invasivo; ed è proprio su questo punto che ha iniziato a muoversi la concorrenza. New Atlas racconta che Synchron, una startup australiana cofinanziata da Bill Gates e Jeff Bezos, vuole rubare la scena a Neuralink con un’interfaccia molto meno invasiva, e (a detta di chi ci lavora) più efficiente.

Un riassunto

Prima di spiegare come funziona, un rapido recap. Per interfaccia cervello-computer si intende un dispositivo composto di elettrodi che viene posizionato vicino a specifiche aree cerebrali, ne legge l’attività elettrica e la converte in segnali che possono essere utilizzati per controllare, per esempio, protesi artificiali, sedie a rotelle, e più in generale qualsiasi dispositivo elettronico, tutte operazioni che migliorerebbero molto la vita a persone che hanno perso le proprie funzioni motorie. Ma c’è anche chi va oltre, e immagina un futuro in cui interfacce di questo tipo possano essere usate anche per “aumentare” le possibilità di interazione con gadget e dispositivi. Oltre ai già citati Neuralink e Synchron, diverse altre aziende stanno provando a realizzare queste interfacce, e molte di loro hanno già raggiunto risultati interessanti.

Problemi di invasività

Il problema, come accennavamo a proposito di Neuralink, sta nel fatto che al momento quasi tutti i dispositivi di questo tipo sono invasivi. Molto invasivi, nel senso che per impiantarli bisogna letteralmente bucare il cranio del paziente: un’operazione delicata e potenzialmente pericolosa, e certamente un forte deterrente per sottoporsi all’impianto. E qui entra in scena Synchron, che ha scelto di seguire un approccio diverso: il suo dispositivo, chiamato Stentrode, è una sorta di mini-catetere che può essere iniettato nella vena giugulare e guidato attraverso i vasi sanguigni fino alla corteccia motoria del cervello. Una volta arrivato in posizione, si apre e posiziona i suoi 16 elettrodi là dove possono raccogliere i segnali cerebrali.



[Fonte Wired.it]